venerdì 29 dicembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Le Storie dell'Osservatore


Di solito lo vediamo introdurre storie di mondi alternativi nei vari What If...? da lui presentati, siano essi sulle pagine dei fumetti o in una serie di animazione.
Ma l'Osservatore, personaggio immortale creato dai non meno immortali Stan Lee e Jack Kirby, non si è limitato solo a questo: è stato infatti anche il protagonista di una serie, dipanatasi su più testate, intitolata Le Storie dell'Osservatore (Tales of the Watcher).
Tale serie ha esordito nel 1964 sui numeri dal 49 al 58 di Tales of Suspense, è proseguita sui primi sette numeri della prima serie di Silver Surfer per vedere un racconto conclusivo pubblicato su Marvel Super.Heroes 23 nel 1969. Le storie sono state sceneggiate tutte da Stan Lee, spesso coadiuvato dal fratello Larry Lieber, e disegnate da Larry Lieber stesso, Gene Colan, Howard Purcell e Syd Shores.
Tramite l'Osservatore, veniamo proiettati in possibili mondi futuri, dove l'umanità ha raggiunto grandi conquiste, ma rimane ancora vittima delle proprie ambizioni e degli errori del passato. Non solo, apprendiamo finalmente quale fu l'evento che spinse Uatu e la sua razza a giurare di non interferire mai negli eventi degli altri pianeti.
Non c'è una vera e propria trama. Tutte le 18 storie che compongono questo ciclo, infatti, sono racconti brevi (di cinque o massimo dieci pagine) del tutto distaccati dal Marvel Universe, in cui l'Osservatore ci presenta di solito vari mondi alternativi del futuro o racconti ipotetici.
Tramite queste storie, tuttavia, Stan Lee si concentra in particolar modo su due argomenti, a lui sempre molto cari e molto sentiti nell'epoca in cui tali albi vennero sceneggiati, dove gli eventi della Seconda Guerra Mondiale erano vividi nelle memorie delle persone.
Il primo tema è quello dell'energia atomica e delle nuove tecnologie e degli usi che se ne possono fare. Stan Lee non condanna l'energia atomica e la tecnologia sic et simpliciter, da perfetto boomer. Si limita semplicemente a dire che bisogna utilizzare con cura questo tipo di scoperte e non lasciar sì che vengano utilizzate per scopi egoistici o di conquista.
Lo fa in particolar modo rivelandoci il passato di Uatu, la cui razza giurò di non interferire proprio per aver donato l'energia atomica a un altro popolo, non immaginando per quali scopi distruttivi sarebbe stata impiegata. In un'altra storia, invece, scritta nel 1969 mette in guardia dalla televisione, in grado di annebbiare le menti delle persone.
Il secondo tema è quello del riscatto degli ultimi della società. Coloro che vengono dileggiati oppure ostracizzati dalla società, ma il cui animo gentile e altruista in realtà - almeno in dei lontani futuri - è quello che li aiuta a trovare uno scopo preciso nella vita. E tale scopo viene scoperto in un mondo paradisiaco, lontano dalle imperfezioni umane.
Può sembrare strano, ma i fratelli Lieber sono cresciuti nella povertà da bambini e quindi tramite queste storie riflettevano quelle sensazioni che provavano quando altri li guardavano in maniera strana, non degnandoli di considerazione. E nel loro piccolo fanno sì che, tramite le storie dell'Osservatore lette dai ragazzi di allora, altri non crescano ignorando i più sfortunati.

giovedì 28 dicembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Il Commissario Spada - Il Mondo di Sgrinfia


Nel corso della saga del Commissario Eugenio Spada, creato da Gianluigi Gonano e Gianni De Luca, ruotano anche importanti comprimari. I due più fondamentali sono il figlio Mario e il suo superiore, il commissario capo Allegri, presenze costanti in ogni sua storia. E in un certo senso coloro che lo tengono aggrappato alla sua umanità.
Ma vi sono anche comprimari minori, non per questo tuttavia meno importanti. E uno di questi è Sgrinfia, un ladruncolo di strada che si è ritirato da tempo dalle scene criminali e a volte funge da osservatore del sottobosco criminale per conto di Spada.
Costui sembrava averci lasciato le penne nella storia L'Incidente a seguito di una sparatoria, ma a quanto pare era rimasto solo ferito, poiché ricompare in Il Mondo di Sgrinfia, pubblicato su Il Giornalino tra il 1974 e il 1975.
In una Milano avvolta da una pesante coltre di nebbia, una banda criminale sta progettando una rapina in banca in un giorno festivo. Colui che dovrebbe scassinare la cassaforte viene però arrestato da Eugenio Spada, il quale comincia a intuire qualcosa.
Per trovare in fretta un sostituto, la banda criminale si rivolge a Sgrinfia e nel mezzo ci finirà anche un bambino che ha casualmente intercettato le comunicazioni dei criminali col suo walkie-talkie.
Le storie che vedono protagonista il Commissario Spada si rivelano sempre un incredibile tuffo nel passato e una finestra su un mondo che non esiste più. Curioso ad esempio rileggere il termine "baracchino" riferito al walkie-talkie, oggetto ormai in disuso e sorpassato dai cellulari e dai social.
Ma questa finestra sul passato non si limita a una semplice rievocazione di oggetti dimenticati dal tempo. Il decennio in cui il Commissario Spada vive le sue avventure è un periodo di forte cambiamento per la società italiana, nel bene e nel male.
Il mondo di Sgrinfia del titolo è un altro di quei mondi che non esiste più e non può esistere in questo tipo di società. Quel tempo di ladri gentiluomini, che se la prendevano solo con le persone ricche, non ferivano nessuno e che a volte erano in buoni rapporti con i poliziotti... quel mondo di cui Sgrinfia faceva parte è ormai scomparso.
Scomparso per fare spazio a un altro mondo, più spietato, che non esita a mettere in pericolo la vita di un bambino innocente o a danneggiare le vite di persone comuni per anche una modica quantità di denaro e dove prevale più la mancanza di empatia e la spietatezza.
Ma Sgrinfia forse ha ancora qualcosa da dire, nonostante tutto, e il suo stile di vita passato - per quanto condannabile - ha di certo molto più onore e dignità rispetto ai ladri che sono venuti dopo di lui.

mercoledì 27 dicembre 2023

Fabolous Stack of Comics: X-Force - Terreno di Caccia


Mentre il sogno di pacifica integrazione degli X-Men si scontra con la dura realtà dell'epoca e col prevalere di un certo tipo di "realismo" (specifichiamo, un certo tipo) nei fumetti, negli anni '90 del ventesimo secolo i Nuovi Mutanti lasciano spazio e la loro serie a X-Force.
Questo è un vero e proprio team militare, guidato un soldato (Cable) e composto da altrettanti soldati addestrati (quali ad esempio Domino o un Cannonball maturato), che combattono per far sì che il sogno di Charles Xavier si realizzi, con le buone o con le cattive... preferibilmente le cattive.
Strano o meno che sia, questa serie ha successo e gode di svariate, successive incarnazioni. E come poteva mancare all'appello nello scenario di Krakoa introdotto in House of X/Powers of X? Questa nuova serie esordisce nel 2019 e la prima saga di dodici numeri, Terreno di Caccia (Hunting Ground), viene scritta da Benjamin Percy e disegnata da Joshua Cassara e Jan Bazaldua.
L'entrata nello scenario politico, sociale ed economico della nazione mutante di Krakoa riattizza anche i focolai dei gruppi anti-mutanti. Ed emerge un nuovo pedone sulla scacchiera, che potenzia gli esseri umani tramite innesti tecnologici e scientifici per fronteggiare i mutanti. Inoltre, tenta di adattare il corpo umano inserendo geni mutanti nel DNA: le prime vittime di questa sortita sono Domino e Xavier.
Per fronteggiare questo insorgere di estrema violenza, si decide di creare un esercito ombra mutante che possa agire con missioni sotto copertura, ufficialmente non autorizzate, utilizzando forza estrema se necessario, la nuova X-Force. Il leader tattico è Bestia, coadiuvato da Sage, mentre gli agenti sul campo sono Wolverine, Quentin Quire, Domino e Jean Grey, con aiuti saltuari di altri mutanti quali Black Tom Cassidy.
Ben presto le indagini si stringono attorno a questo nuovo gruppo antimutante, dietro cui c'è una vecchia conoscenza degli X-Men.
La serie riprende il concetto originario della X-Force, ovvero quella di un team militare che agisce (tecnicamente) senza il supporto degli X-Men. Se nella serie degli anni '90 questo supporto si tramutava in una sorta di reprimenda morale poi attenuatasi, tanto che Cable ha poi militato a lungo negli X-Men, in questa nuova testata si tramuta in una sorta di beneplacito che non viene reso pubblico e con azioni tecnicamente condannate.
E in entrambi i casi vi è una metafora storica. Se il team degli anni '90 era un riflesso dell'interventismo americano in alcune zone del Medio Oriente (con la differenza che a quell'epoca molti erano convinti fosse davvero questo il principale nemico dopo il crollo dell'Unione Sovietica), quello di Krakoa riflette ancora l'interventismo americano, ma sotto diversa forma.
Come già visto su Marauders, ma in questo caso in una chiave più critica, anche qui troviamo la contrapposizione tra gli Stati Uniti (alias Krakoa) e la Russia (i finanziatori del gruppo anti-mutante). E se l'intrinseca malvagità e il doppiogiochismo della seconda sono ben evidenti, necessariamente questo non porta Krakoa dalla parte del bene.
Nel suo perseguimento di giustizia, infatti, si mettono alla berlina vecchi e cari amici, si utilizzano metodi letali e vi è un sospetto strisciante ovunque. Insomma, il raggiungimento della democrazia porta con sé anche il (ri)emergere di vecchi nemici, quei nemici di cui ci si pensava di essere liberati per sempre.
A quel punto si può decidere se continuare a portare avanti i propri metodi democratici o perseguire altre vie, meno eticamente corrette. Sia gli Stati Uniti che Krakoa hanno dunque scelto quale strada percorrere.

venerdì 22 dicembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Superman vs Shazam - Quando Le Terre Collidono


Quando vi erano le Terre Infinite, il primo Multiverso DC Comics (sì, la DC Comics ha avuto più Multiversi), Superman e Capitan Marvel/Shazam agivano in due dimensioni differenti.
Il primo supereroe della storia viveva le proprie avventure su Terra-1, mentre Shazam - dopo essere stato acquisito dalla DC Comics, in quanto prima pubblicato da altra casa editrice - era presente su Terra-S.
Ognuno dunque andava avanti per la propria strada, ma ogni tanto dei team-up tra le dimensioni erano doverosi, per varie ragioni, anche e soprattutto economiche. E in tempi più antichi andare su altri mondi era molto più semplice.
Come accade ad esempio nel one-shot Quando Le Terre Collidono (When Earths Collide), scritto da Gerry Conway, disegnato da Rich Buckler e pubblicato nel 1978 su All-New Collectors' Edition C-58.
Il marziano Karmang è l'ultimo sopravvissuto di un'antica razza marziana un tempo pacifica e decide per ragioni misteriose di far scontrare Terra-1 e Terra-S, con l'obiettivo di provocare una catastrofe cosmica. Per impedire che Superman e Shazam ostacolino i suoi piani, manda contro di loro due vecchi loro nemici, facendo credere ai due eroi di essere in realtà stati attaccati dall'altro eroe.
Mentre una tremenda battaglia sta per infuriare, a risolvere la crisi potrebbero essere Supergirl e Mary Marvel.
Questo è un vero e proprio tuffo nel passato di oltre quarant'anni fa, fatto verso un mondo editoriale e narrativo che non esiste più (sta al vostro singolo giudizio decidere se ciò sia un bene o un male). Un mondo dove i team-up come questi erano la norma e avvenivano senza porsi troppi problemi di logica o di continuità (se un eroe decideva di recarsi in un altro universo, ci andava e basta, sostanzialmente).
Lo stesso può dirsi per i piani criminali. Così contorti e apparentemente ricercati per far sì che i supereroi non interferiscano e poi fanno in realtà di tutto perché tale interferenza avvenga, laddove un profilo più basso sarebbe stato la scelta più logica.
Ma senza di questo si perderebbe il divertimento, di quei tempi, che alcuni definirebbero al giorno d'oggi ingenui. Più semplicemente, a mio avviso, vi era un diverso tipo di pubblico che accettava queste "forzature" a cui comunque lo sceneggiatore di turno dava una spiegazione e andava bene così. Ogni epoca ha avuto i propri fumetti disimpegnati e quelli impegnati, secondo lo spirito del tempo in questione.
E in quell'epoca in cui le eroine femminili cominciavano a ritagliarsi uno spazio più significativo, aldilà di semplici "compagne" del supereroe uomo, Supergirl e Mary Marvel diventano le vere e proprie co-protagoniste della storia e risolutrici della crisi. Gerry Conway era comunque un giovane sceneggiatore più capace di raccogliere simili innovazioni - termine probabilmente errato, ma tant'è - che altri suoi colleghi coetanei portavano avanti.
Il decennio successivo avrebbe causato la fine di questo tipo di narrazione, quantomeno in parte, per creare nuovi mondi da queste ceneri narrative. Sta al vostro singolo giudizio decidere se ciò sia un bene o un male.

mercoledì 20 dicembre 2023

Prime Video Original 85: 10 Giorni con Babbo Natale


Ritorna la famiglia Rovelli, una delle più tradizionali famiglie cinematografiche italiane, stavolta messa a confronto con una delle più classiche figure cinematografiche natalizie.
Alla fine del primo film, 10 Giorni Senza Mamma, Carlo Rovelli aveva deciso di abbandonare il proprio lavoro e stare di più accanto ai tre figli, mentre la moglie Giulia era tornata a esercitare la professione di avvocato.
Da questo punto prende il via il sequel 10 Giorni con Babbo Natale, scritto e diretto da Alessandro Genovesi e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 4 dicembre 2020.
È passato poco più di un anno dagli eventi del primo film. Carlo (Fabio De Luigi) continua a fare il casalingo e a occuparsi dei figli, ma comincia a essere insofferente verso questa situazione e sta cercando un nuovo lavoro. Giulia, invece, ha una carriera lanciata, ma lo stare spesso lontana dalla famiglia l'ha portata a non essere più considerata dal marito e dai figli.
Quando le viene fatta un'importante proposta di lavoro per un trasferimento permanente in Svezia, la famiglia rischia di separarsi. Ma lungo il tragitto per festeggiare il Natale incontreranno un misterioso uomo che afferma di essere Babbo Natale (Diego Abatantuono).
La situazione si è del tutto ribaltata. Nel primo film, era il marito/padre a essere lontano della famiglia e a dover riconquistare il loro affetto, mentre in questo sequel invece tocca alla moglie/madre. Il canovaccio è dunque consolidato e non vi si aggiunge nulla di particolarmente nuovo.
Se non appunto la figura di Babbo Natale, che in questo caso agisce come una sorta di bussola morale nei confronti della famiglia, indirizzandola verso il giusto percorso.
O almeno, lo fa quelle poche volte in cui Diego Abatantuono non lascia dirompente spazio alla sua comicità... e questi spazi sono davvero pochi e, giocando su una presunta amnesia di Babbo Natale, molte situazioni comiche sono incentrate su questo aspetto.
Il suo contraltare comico è Fabio De Luigi, il quale anche lui non perde occasione di mettere in atto le sue consuete scenette derivanti dal suo passato televisivo per far risaltare il personaggio imbranato e sfortunato, ma dal buon cuore.
Per il resto la commedia dei buoni sentimenti è servita e ci troviamo di fronte a una crisi familiare che riflette, in una chiave a metà tra il parodistico e il semidrammatico, certe dinamiche di questi ultimi anni precedenti all'epidemia di COVID-19. Dinamiche che forse ormai risultano già superate in un nuovo contesto sociale.
Tranne la figura di Babbo Natale. Lui sembra non verrà mai dimenticato dalla storia e dal cinema e lo vedremo ancora decine di volte.

martedì 19 dicembre 2023

Prime Video Original 84: Un Natale Stupefacente


Ebbene sì, non necessariamente tutti i film natalizi sono pieni di buoni sentimenti e Peace And Love Everywhere. Senza ora andare a scomodare saghe come Die Hard o Arma Letale, radicate ormai in un lontano passato, ogni tanto spunta fuori qualche pellicola che si distanzia da quelle più "classiche".
E una di queste arriva, manco a dirlo, dalla Francia. Come nel caso di Un Natale Stupefacente (Un Stupéfiant Noël!), diretto da Arthur Sanigou, scritto da Arthur Sanigou e Pierre Dudan e distribuito su Amazon Prime Video a partire dall'otto dicembre 2023.
Greg (Matthias Quiviger) è un agente di polizia che lavora sotto copertura, cosa che lo tiene lontano dalla famiglia anche durante la Vigilia di Natale. Quando promette alla figlia, che sta guardando un film natalizio alla televisione con protagonista Richard Silestone (Éric Judor), che passerà il Natale insieme a lei, la bambina non gli crede.
Accade poi l'incredibile: grazie a un incantesimo di Babbo Natale, Greg si ritrova trasportato nel mondo cinematografico di Richard Silestone, il quale a sua volta finisce nel mondo reale. Ora il primo deve aiutare la famiglia di Richard a non perdere la casa vincendo una gara di pattinaggio, mentre il secondo deve andare sotto copertura per smantellare un traffico di stupefacenti. Con esiti altrettanto stupefacenti e... risibili.
Sì, il punto di partenza sembra proprio il classico film natalizio. La famiglia, la presenza di Babbo Natale, l'incantesimo. Dopodiché...
Dopodiché, sfruttando lo scambio dei due protagonisti tra i due mondi e le situazioni da pesce fuor d'acqua, il film diventa una sorta di doppia parodia a un certo cinema americano, omaggio non direi proprio invece.
Da un lato, si fa beffe dei classici eroi da film d'azione, come John McClane o Martin Riggs (ne abbiano citato le saghe di riferimento non a caso): uomini tutto d'un pezzo, che compiono azioni eroiche che sfidano le leggi della gravità e della fisica, eppure allo stesso tempo sono pronti a tutto per stare con la propria famiglia.
Dall'altro lato, invece, il bersaglio sono tutte quelle commedie americane di stampo familiare (quelle in cui agisce il personaggio fittizio di Richard Silestone) dove ogni componente si vuole immancabilmente bene e rimane unito durante le festività natalizie di fronte a ogni avversità. Ne abbiamo viste a decine, anche in tempi recenti.
Una parodia che dunque sottolinea come risultino improbabili nel lungo periodo, ovvero quando quelle stesse situazioni narrative si ripetono all'infinito, questi tipi di pellicole, condendo il tutto con un umorismo sopra le righe e anche qualche battuta politicamente scorretta... almeno secondo l'ottica attuale.
Tuttavia non scordate che, parodia o meno, questo rimane un film di Natale e anche in film fuori dall'ordinario come questo, lo spirito natalizio alla fine deve prevalere.

lunedì 18 dicembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Il Commissario Spada - I Figli del Serpente


Nella saga del Commissario Eugenio Spada, creato da Gianluigi Gonano e Gianni De Luca, c'è stata una figura che praticamente si è rivelata importante e fondamentale sin dal principio, pur non essendo mai comparsa. Si tratta della moglie del Commissario.
Già quando viene pubblicata la prima storia, Il Ladro d'Uranio, si viene a sapere che Spada è vedovo e per questo, insieme a una tutrice, deve occuparsi del figlio Mario. Dopodiché non si è praticamente più accennato alla cosa, ma infine ecco infine aprirsi un importante squarcio sul passato del personaggio in I Figli del Serpente, pubblicato nel 1974 nei numeri dal 23 al 33 de Il Giornalino.
Quindici anni fa, Eugenio Spada sposò Lucia durante i primi anni in cui lui prestava servizio per la polizia. I due avevano caratteri antitetici: se Spada era uomo materiale e pragmatico che credeva solo ai fatti e alle prove, Lucia invece credeva nell'immateriale, nello spiritismo e nell'esoterismo.
Qualche tempo dopo, durante una luna di miele, i due si imbattono in una strana setta che si è resa responsabile della morte di una cara amica di Lucia. Eugenio Spada non crede allo spiritismo e ai demoni, eppure forse si dovrà ricredere.
Questi sguardi nel passato del protagonista della saga difficilmente possono rivelarsi superflui o noiosi, poiché se ben fatti contribuiscono a delineare il personaggio per come poi è diventato. E avendo a che fare con due grandi autori, non si rimane delusi.
Ho come l'impressione che lo sceneggiatore si sia ispirato ad alcune tendenze della realtà storica in cui viveva, dopotutto ogni tanto vi è un ritorno verso una certa passione per le pratiche esoteriche e talvolta la cronaca ci consegna anche notizie in cui dei medium sono stati contattati per risolvere un omicidio.
Quarant'anni prima di The Conjuring, quindi, due coniugi si ritrovano a dover affrontare le orde sataniche di una setta volta a richiamare il diavolo sulla Terra. Il tutto è giocato sulla dicotomia tra Eugenio Spada, uomo concreto e che - per via del suo lavoro e della sua indole - non crede e non può credere a cose come i fantasmi e la magia, e Lucia, la quale invece ha una mentalità più aperta rispetto a questo tipo di cose.
Si potrebbe pensare che due personalità così agli antipodi difficilmente possano stare insieme, ma invece è proprio per questo che il loro legame è forte. Un legame che tuttavia viene spezzato da quelle stesse forze che Eugenio Spada si rifiuta di comprendere e che lo hanno reso una persona molto diffidente verso le persone che non conosce e più determinato a portare giustizia.
L'eroe che nasce da una tragedia, un classico del fumetto. Anche se Spada rifiuterebbe di essere inserito in questa categoria. Eppure la realtà che emerge da queste storie è ben differente.

sabato 16 dicembre 2023

Italians do it better? 34: Chi Ha Incastrato Babbo Natale? (2021)


La figura di Babbo Natale è molto radicata nel contesto italiano, considerato che il personaggio storico di riferimento, ovvero San Nicola, è stato nominato poi protettore della città di Bari. Eppure, il tempo e la potenza della pubblicità e del marketing hanno permesso che questa figura ci venisse metaforicamente sottratta, associandola in maniera quasi indelebile a un'altra nazione.
Ma il cinema non dimentica che Babbo Natale, seppur viva al Polo Nord, proviene dall'Italia e così ecco Chi Ha Incastrato Babbo Natale? diretto da Alessandro Siani, scritto da Alessandro Siani, Gianluca Ansanelli e Tito Buffulini e distribuito nei cinema nel dicembre 2021.
La spietata multinazionale dei giocattoli Wonderfast vuole eliminare dalla concorrenza Babbo Natale (Christian De Sica), il quale ancora sottrae loro troppo fatturato. Si allea così con un elfo per far sì che nella fabbrica venga assunto come consulente Genny Catalano (Alessandro Siani), un delinquente di mezza tacca, con l'intento di far fallire Babbo Natale che ormai sembra non reggere più il passo delle nuove tecnologie.
La presenza di Genny Catalano provoca subito dei disastri e ritardi nella catena di produzione dei giocattoli, eppure lui e Babbo Natale iniziano a legare e Catalano gli insegna come una figura classica come Babbo Natale possa adattarsi ai tempi moderni.
La storia sembra proprio una metafora di quanto accaduto alla figura di Babbo Natale nel corso degli ultimi decenni. Una persona positiva e portatore di sani valori che è stata macinata dal business e dalle multinazionali, divenendo parte di un periodo di festività che ormai appare più associato a una corsa al consumismo più sfrenato.
In risposta a questo, il Babbo Natale interpretato da De Sica (con le sue consuete inflessioni e battute, il suo marchio di fabbrica) non indossa mai la tenuta rossa, bensì una bianca, più associata a San Nicola, piccolo dettaglio non così banale.
Nel film, dunque, Babbo Natale si riappropria dei suoi valori originari, riuscendo anche a entrare nel ventunesimo secolo, così diverso rispetto a quando era sufficiente solo che portasse i doni a cavallo di una slitta trainata dalle renne.
Al contempo, poiché alla fine questo rimane un film di Natale, Genny Catalano passa attraverso un processo di riscatto sociale. Uno sconfitto dalla vita che, grazie a quella magica atmosfera che è presente solo nei film e solo in questo periodo festivo, riesce infine a capire anche gli aspetti positivi dell'esistenza e - trovando l'amore - si riappacifica prima di tutto con sé stesso.
Nonostante qualche sottotesto drammatico, tuttavia, Alessandro Siani rimane fedele al suo consueto personaggio cinematografico, facendogli pronunciare una quantità spropositata di battute e giochi di parole, che ovviamente sono una maschera che utilizza per nascondere il suo vero io.
Solo quando questa maschera cala per un minuto ed esprime un monologo sulla vita, c'è un cambio di prospettiva, abbastanza inaspettato.
Ma alla fine, si sa, il Natale prevale su tutto. E Babbo Natale vince sempre e comunque.

venerdì 15 dicembre 2023

Disney+ Original 22: Scivolando sulla Neve


Come molti sanno, la figura di Babbo Natale deriva da quella di San Nicola di Myra, vescovo vissuto nel quarto secolo e che la chiesa cattolica ha indicato come protettore dei bambini, a cui portava in dono dei regali nei suoi abiti sacri (suona un po' ambigua questa frase detta al giorno d'oggi).
La modernità, ma soprattutto le multinazionali, hanno poi plasmato questa figura, rendendolo il simpatico vecchietto con la barba bianca e in tenuta rossa che, durante la Vigilia di Natale, porta doni a tutti i bambini del mondo trainando una slitta guidata da delle renne. E che in tale veste è comparso in decine e decine di film.
Ma quella stessa modernità ha reso Babbo Natale una figura universale, adorata da tutti i popoli e le razze del mondo, e quindi ulteriormente riplasmato ad uso e consumo di diverse masse. Già in Buon Natale da Candy Cane Lane, ad esempio, era presente un Babbo Natale afroamericano.
E un altro compare in Scivolando sulla Neve (Dashing Through the Snow), diretto da Tim Story, scritto da Scott Rosenberg e distribuito su Disney+ a partire dal 17 novembre 2023.
Eddie Garrick (Chris "Ludacris" Bridges) non crede più alla magia del Natale da quando i genitori si separarono quando lui era un bambino e scrisse una lettera a Babbo Natale chiedendogli di non far accadere questo.
30 anni dopo, Eddie Garrick lavora come assistente sociale e consulente per la polizia di Chicago. La vigilia di Natale si imbatte in un uomo di nome Nick (Lil Rel Howery), il quale afferma di essere Babbo Natale.
Eddie Garrick ritiene sia uno svitato e, volendo passare il Natale insieme alla figlia, decide di portare l'uomo alla stazione di polizia, ma ben presto si accorge che costui è inseguito da misteriosi figuri.
Ora questa sembra una trama da thriller, ma no, vi assicuro che è una consueta e ordinaria commedia natalizia. Direi, a costo di essere magari blasfemo, il film natalizio per gli afroamericani che tende a essere mainstream grazie a un noto comprimario della saga di Fast and Furious e un celebre (negli Stati Uniti) stand-up comedian.
Poiché alla fine le tematiche sono quelle consuete: al centro ci sono sempre la famiglia, che riesce a superare tutte le avversità proprio durante queste festività per stare insieme, e i buoni sentimenti che alla fine pervadono tutti, anche i cattivi della situazione che in realtà proprio cattivi non sono, più che altro degli imbranati.
Anche il protagonista che improvvisamente torna a credere nella magia del Natale dopo anni in cui ha fatto il "Grinch" riappacificandosi con la persona che lo aveva deluso è un classico.
In un mondo che diventa sempre più grande e al tempo stesso sempre più piccolo, non stupisce neanche più vedere un Babbo Natale afroamericano. La cronaca cinematografica ci ha consegnato altri personaggi universali riplasmati per differenti tipi di pubblico e solo la storia - o meglio ancora, il singolo gusto personale - può dire se questo sarà ricordato o meno.
A meno che non si voglia affermare la falsità che il Babbo Natale nella tenuta rossa della Coca Cola sia quello della tradizione cristiana e non può essere toccato.

giovedì 14 dicembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Il Commissario Spada - Geronimo


Si dice spesso che a un grande eroe debba corrispondere anche un grande cattivo, il quale possa fungere da suo perfetto contraltare, mettendo così ancora più in risalto le qualità eroiche. Uno degli esempi più lampanti in tal senso è la dicotomia tra Batman e Joker.
Il Commissario Eugenio Spada, creato da Gianluca Gonano e Gianni De Luca, ha talvolta affermato di non considerarsi un eroe, eppure in più di una occasione ha dimostrato un coraggio, un'inventiva e una scaltrezza che farebbero invidia al migliore dei supereroi.
E quindi giunge in maniera inevitabile il suo opposto in Geronimo, saga in due parti pubblicata nel 1973 sui numeri dal 15 al 51 de Il Giornalino.
Dal nulla compare sulla scena un misterioso personaggio che si fa chiamare Geronimo. Costui prende specificamente di mira il Commissario Spada, mandandogli dei bigliettini in cui lo sfida annunciando le sue prossime malefatte.
In apparenza costui è solo un burlone che ama sfidare la polizia con scherzi di pessimo gusto che però non causano alcuna vittima e, essendo rivolti verso la polizia o la gente ricca, si accattiva le simpatie del popolo e della stampa.
Solo il Commissario Spada intuisce la vera natura di Geronimo: una pericolosa mente criminale pronta a esplodere. E nel mezzo di questa contesa si inserisce anche Mario, il figlio del commissario.
Non è un caso che abbiamo citato la dicotomia tra Batman e Joker, poiché questa saga pare prendere ispirazione proprio da essa.
Eugenio Spada è dunque il perfetto rappresentante dell'ordine: calcolatore, integerrimo, dedito a portare giustizia e che ama vedere il mondo in bianco e nero. Geronimo, invece, è incarnazione del caos, quel caos che presenta molte chiazze di grigio.
Se l'ispirazione per lui viene dal Joker, non è però quello rivitalizzato da Neal Adams e Steve Englehart dopo anni di oblio fumettistico, in quanto quelle storie dovevano ancora essere pubblicate. Bensì il simpatico burlone della Silver Age mutuato in parte anche dal telefilm con protagonista Adam West.
Un simpatico burlone che però nasconde una vena criminale e di follia capace di mettere in difficoltà la fredda analiticità del commissario. Ma Geronimo è solo una parte di un mondo che sta precipitando sempre più verso l'anarchia e questa saga dimostra che a volte è meglio tenersi vicini i nemici che conosci.
Il finale aperto è come nella migliore tradizione supereroistica. Geronimo tornerà un giorno? Non è dato saperlo, ma anche stavolta il Commissario Spada ha fatto prevalere l'ordine. Ma potrà farlo ancora per molto?

mercoledì 13 dicembre 2023

Prime Video Original 83: Il Tuo Natale o il Mio? 2


Non abbiamo dovuto attendere molto prima che i protagonisti de Il Tuo Natale o il Mio? ritornassero sulla scena di prepotenza... o quasi.
Nel primo film, abbiamo visto James Hughes, discendente di una nobile famiglia inglese, coronare il suo sogno d'amore con Hayley Taylor, ragazza proveniente invece da un quartiere di periferia di Londra, nonostante i due si fossero separati durante un viaggio e si fossero imbattuti l'uno nella famiglia dell'altra.
Ma con una nuova relazione e nuove amicizie nate durante l'epilogo, è dunque giunto il tempo del sequel Il Tuo Natale o il Mio? 2 (Your Christmas or Mine? 2), diretto da Jim Hanlon, scritto da Tom Perry e distribuito su Amazon Prime Video a partire dall'otto dicembre 2023.
Dopo un anno esatto, le due famiglie si ritrovano per passare insieme una vacanza sulle alpi francesi e festeggiare il Natale in un luogo esotico. James Hughes (Asa Butterfield) e Hayley Taylor (Cora Kirk) sono ancora insieme, ma non hanno deciso per il momento di rendere più stabile la loro relazione, mentre il padre di James ha invece una nuova compagna americana.
Dopo un iniziale disguido e separazione, le due famiglie si ritrovano nello stesso hotel, dove dovranno affrontare alcune crisi che metteranno tutti a dura prova, rischiando di rendere questo il natale più disastroso di sempre.
La pellicola è decisamente corale, ci sono in pratica circa dieci attori sulla scena in più di un'occasione, ma inevitabilmente alla fine non c'è spazio adeguato per tutti e alcuni di loro vengono sacrificati in nome della storia principale.
Che è quella che riguarda la relazione tra James Hughes e Hayley Taylor, che qui incappa in qualche ostacolo e una piccola crisi (lui ama davvero lei? Lei ama davvero lui?) e subisce infine una svolta decisiva. Certo, a onor del vero questa era già stata risolta nel film precedente, ma sapete come sono questi sequel, qualcosa si devono pur inventare.
E così, coronando per la seconda volta la perfetta storia romantica (ovvero quella di due ragazzi divisi dalle classi sociali e dal reddito, ma uniti nell'amore e che rispettano l'uno le esigenze dell'altra), diventa poi facile puntare sulle agevoli tematiche dei buoni sentimenti e di come le famiglie debbano rimanere unite durante le festività natalizie. Dopo, non si sa.
Insomma, tutto consolidato e di già visto nella pellicola originaria, quindi questo sequel non aggiunge davvero nulla che non fosse già stato detto in precedenza. Se vi va, guardatelo giusto per vedere se ci sarà davvero stavolta la parola Fine.

martedì 12 dicembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Marauders - Vivere e Morire a Krakoa


I Marauders si sono rivelati tra i nemici più insidiosi e spietati mai affrontati dagli X-Men. Creati da Sinistro, il primo atto sanguinario di cui le loro mani si sono macchiate è il Massacro Mutante ai danni dei Morlock, che ha visto gravemente feriti anche degli X-Men.
Il fatto che Sinistro abbia clonato ripetutamente i Marauders dopo quell'evento fa sì che costoro, anche quando vengono uccisi, prima o poi siano destinati a tornare. Ma il ritorno più particolare e improbabile si verifica a seguito della fondazione della nazione mutante di Krakoa, avvenuta in House of X/Powers of X.
Un nuovo gruppo con nuovi componenti che esordisce nella serie del 2019 Marauders, il cui primo ciclo di 12 numeri si intitola Vivere e Morire a Krakoa (To Live and Die on Krakoa), scritto da Gerry Duggan e disegnato da Stefano Caselli, Matteo Lolli e Michele Bandini.
Per qualche misterioso motivo, Kitty Pryde è l'unica mutante che non è in grado di utilizzare i portali che consentono di accedere a Krakoa. Sostanzialmente tagliata fuori dalle attività dell'isola, accetta una proposta da parte di Emma Frost di agire in incognito per conto della Corporation Infernale, andando alla ricerca dei mutanti bloccati in paesi che non riconoscono la sovranità di Krakoa, utilizzando una nave dal nome Marauder.
A lei si aggregano - oltre al fido Lockheed - Tempesta, l'Uomo Ghiaccio, il redivivo Pyro e poco dopo anche Alfiere. Oltre alle minacce che altre nazioni come la Russia e Madripoor hanno approntato per loro, Katherine Pryde si ritrova anche coinvolta nei giochi di potere tra Emma Frost e Sebastian Shaw, di cui diventa un'involontaria vittima.
La tematica introdotta da Jonathan Hickman della nuova nazione mutante ha dato vita anche a interessanti spin-off. Se nella testata principale degli X-Men ci si concentra sugli aspetti più "politici" della faccenda e sulla vita a Krakoa, nella serie dei New Mutants ci si è divisi tra spazio profondo e mutanti dimenticati, mentre ora in questa nuova serie si amplia qualcosa di già introdotto da Hickman.
Ovvero la lotta di potere interna tra Sebastian Shaw ed Emma Frost nella nuova Corporation Infernale e il focus su quelle nazioni che segregano e puniscono i mutanti, non riconoscendo la sovranità di Krakoa.
Il fatto che queste nazioni siano la Russia, Taiwan e Madripoor (ovvero la Cina) fa capire come il patriottico Gerry Duggan identifichi Krakoa come gli Stati Uniti e la terra delle opportunità, mentre chi si oppone ad essa come persecutori di minoranze (cosa che le nazioni menzionate prima sono, ci mancherebbe).
Ma non c'è solo questo. Abbiamo il rientro sulle scene di quattro mutanti molto importanti che avevamo visto finora di sfuggita nella serie principale (Kitty Pryde addirittura assente e ora ne capiamo il motivo) e che trovano un loro giusto posto in questo nuovo scenario, visto che loro stessi sono rappresentanti di minoranze all'interno degli X-Men (gli afroamericani, gli ebrei, gli omosessuali).
E che, come molti di loro che lottano per questo tipo di battaglie, devono anche fare i conti con chi detiene il potere dell'economia e vuole decidere le sorti delle persone a livello globale. Eccessiva inclusività in questo caso? Probabilmente sì.
Abbiamo poi il ritorno dai morti - era già tornato, in realtà, ma sorvoliamo su questo dettaglio - di uno storico componente della Confraternita dei Mutanti quale è Pyro, divenuto forse un po' troppo sciocco in questa nuova incarnazione, anche se una spiegazione viene data al riguardo.
Abbiamo la versione Marvel e mutante di One Piece, insomma, con l'originale ciurma del Capitano Pryde alla ricerca di un tesoro altrettanto prezioso: un nuovo Eden.

lunedì 11 dicembre 2023

Italians do it better? 33: 10 Giorni Senza Mamma (2019)


A discapito di alcuni estremismi che una parte (voglio credere, una minima parte) di tale categoria applica, quella che viene chiamata - non saprei neanche dire se con orgoglio o meno - famiglia tradizionale rimane qualcosa di ben presente nella società italiana. Laddove per tradizionale, si intende padre, madre e figli (di solito, due o tre) e, secondo la vecchia concezione, col padre che lavora e la madre che rimane a casa a badare ai bambini.
Ma la società che cambia e si evolve ha reso tale tradizione non vetusta ma, più che altro per motivi economici (oggi un solo stipendio, da chiunque arrivi, può non essere sufficiente), non al passo coi tempi. Il cinema, però, spesso si aggrappa a tale categoria, anche con prodotti concepiti espressamente per un pubblico di minori, poiché rimane un bacino di utenza non indifferente.
Tutto questo preambolo per giungere a 10 Giorni Senza Mamma, diretto da Alessandro Genovesi, scritto da Alessandro Genovesi e Giovanni Bognetti e distribuito nei cinema nel febbraio 2019.
Carlo Rovelli (Fabio De Luigi) è il responsabile delle risorse umane di un'importante azienda, i cui impegni lavorativi lo tengono spesso lontano da casa. Dunque il compito di portare i figli a scuola e di gestire l'economia familiare spetta alla moglie Giulia (Valentina Lodovini).
Solo che costei, dopo anni in cui si occupa di mille faccende senza nemmeno un grazie, decide infine di prendersi dieci giorni di vacanza insieme alla sorella. Su Carlo ricade dunque l'impegno di occuparsi dei figli e della casa, seguendo le precise indicazioni lasciategli dalla stessa Giulia.
Ma quei dieci giorni si rivelano in realtà una sorta di girone infernale per Carlo Rovelli, il quale scopre al contempo anche aspetti inediti della propria famiglia che non aveva mai immaginato.
Un prodotto rivolto alle famiglie e che aspira a essere anche inclusivo, in una certa maniera e senza cercare di scontentare nessuno. Ecco a mio avviso l'obiettivo di questa pellicola.
Essa descrive infatti una perfetta famiglia "tradizionale" italiana del ventunesimo secolo, che viene celebrata e lodata come parte integrante della società italiana ed è anche quella che affolla i cinema quando i prodotti sono family-friendly.
E quando dico che vuole accontentare tutti, intendo che è suo intento affermare come sia l'elemento maschile che quello femminile siano importanti nella gestione familiare e soprattutto sono intercambiabili.
Quindi non esiste nulla che faccia un uomo che una donna non possa fare (e meglio, ovviamente, secondo una consolidata retorica) e viceversa (e combinando guai, ovviamente, secondo una consolidata retorica). Con i figli che diventano Piccole Pesti che tornano e ritornano a fare danni (sì, esatto, secondo una consolidata retorica).
Alla fine dunque vedremo la situazione ribaltarsi: Carlo si ritroverà al posto di Giulia, felice di aver trovato un nuovo equilibrio nella propria vita un tempo frenetica e priva di particolari soddisfazioni, mentre Giulia sarà la persona in carriera che porta uno stipendio in casa adatto a tutte le necessità.
Nel mezzo viene concesso spazio a Fabio De Luigi per i suoi consueti siparietti comici mutuati dalle sue esperienze televisive, con tanto di faccine e qualche richiamo al cinema muto (abbattendo dunque quelle poche pretese di drammaticità che il suo personaggio in principio presenta), visto che Carlo Rovelli diventa una sorta di semi-pagliaccio alla Charlie Chaplin o Buster Keaton.
Family-friendly e per tutto il pubblico, appunto.

domenica 10 dicembre 2023

Prime Video Original 82: Buon Natale da Candy Cane Lane


Siamo di nuovo nel periodo dominato dalla magica (?) atmosfera natalizia. C'è chi farà il Grinch per circa un mese, chi donerà amore al mondo (ma solo per questo mese) e chi ne approfitterà per investire tutti del proprio cinismo, che già non bastava nei precedenti undici mesi.
Ma è anche il periodo in cui nuovi prodotti a tema natalizio vengono sfornati. E uno di questi è Buon Natale da Candy Cane Lane (Candy Cane Lane), diretto da Reginald Hudlin, scritto da Kelly Younger e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal primo dicembre 2023.
Non è proprio un buon periodo pre-natalizio per Chris Carver (Eddie Murphy). A causa di un ingente taglio del personale, la sua azienda lo ha licenziato e - poiché la figlia sta per partire per l'università - potrebbe essere l'ultimo Natale passato insieme a tutta la famiglia.
Per questo motivo, Chris Carver è determinato a vincere il concorso per i migliori addobbi natalizi, che quest'anno mette in palio un ingente premio. Per riuscirci, compra delle incredibili decorazioni in un negozio come spuntato dal nulla e gestito dalla sbarazzina Pepper (Jillian Bell).
Ma quando le cose sono troppo belle per essere vere, c'è con ogni probabilità sempre dietro un inghippo. Come Chris Carver scoprirà ben presto a sue spese.
I film natalizi devono essere rassicuranti, penso di aver affermato tale cosa più di una volta, perché lo spettatore che li vede vuole dimenticarsi dei problemi che lo assillano anche durante le feste e dunque si compiace dell'illusione che a Natale tutto vada bene e tutti si vogliano bene... il famoso mese di amore al mondo di cui sopra.
Questa pellicola non fa eccezione. Partendo da una consuetudine consolidata negli Stati Uniti, quella delle incredibili decorazioni natalizie (impossibile da attuare in Italia dove si vedono solo qualche luminaria e finti Babbo Natale aggrappati al balcone), si vira subito verso tematiche consolidate rivestite di una trama a metà tra il fantasy e il thriller con chiare venature comiche e surreali.
Quali? Penso possiate intuirle. In primo luogo, la famiglia e quanto ci si voglia bene quando si è tutti uniti e ci si aiuta nei momenti di difficoltà. La famiglia di Chris Carver è quella ordinaria della classe media americana, con entrambi i genitori che lavorano e i figli che cercano di coltivare le loro passioni extrascolastiche, qualcosa in cui molti possono riconoscersi.
Gli eroi comuni, insomma, quelli di tutti i giorni che riescono a sconfiggere pericoli molto più insidiosi come la crisi economica e la disoccupazione.
Poi, appunto, abbiamo il profluvio di buoni sentimenti che pervade tutto e tutti, anche la "villain" della situazione a un certo punto, perché si sa che a Natale e solo a Natale siamo tutti più buoni.
Insomma, un perfetto film disimpegnato, nel senso che proprio non si impegna - per quanto diretto da un regista di mestiere - e che porta a casa il suo compito appunto di essere rassicurante. Uno di quei tanti che si vede nel periodo natalizio e di cui poi con ogni probabilità ci si dimentica.
Ma almeno per quel paio d'ore ci si è lasciati tutte le proprie preoccupazioni alle spalle. Ed è già qualcosa.

sabato 9 dicembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Dylan Dog/Batman - L'Ombra del Pipistrello


Dopo Zagor/Flash: La Scure e il Fulmine e Nathan Never/Justice League: Doppio Universo, giunge il terzo team-up tra gli eroi della DC Comics e quelli della Sergio Bonelli Editore.
Non che nei primi due non fossero presenti dei pezzi grossi di entrambe le case editrici, ma in questo caso siamo di fronte a due personaggi davvero iconici, ovverosia Batman e Dylan Dog, protagonisti della miniserie di tre numeri L'Ombra del Pipistrello, pubblicata nel 2023, scritta da Roberto Recchioni e disegnata da Gigi Cavenago e Werther Dell'Edera.
Anni fa, il Joker e Xabaras ebbero un primo contatto, scoprendo di avere molte affinità. Qualche anno dopo, i due decidono infine di stringere un'alleanza che mette subito in allerta sia Batman che Dylan Dog.
In un viaggio andata e ritorno tra Londra e Gotham City e potendo contare sul non tanto volontario aiuto di Catwoman, John Constantine ed Etrigan, il Cavaliere Oscuro e l'Indagatore dell'Incubo devono anche impedire il ritorno di uno dei più temibili nemici di Dylan Dog.
Batman e Dylan Dog sono nati in due decenni profondamente differenti e sono riusciti ad evolversi col passare dei tempi, senza venire dimenticati dal pubblico, anzi, divenendo dei veri e propri punti saldi delle rispettive case editrici, con fortune alterne ovviamente.
Ma i due sono anche due personaggi profondamente differenti, sotto vari aspetti come l'approccio verso le persone, il carattere e la personale visione del mondo.
Tuttavia hanno anche dei punti in comune, di cui il più evidente è quello che entrambi - seppur in ambiti diversi - sono dei detective e hanno un rapporto di collaborazione con la polizia della città in cui vivono.
Lo sceneggiatore compie dunque l'operazione di prendere sia le differenze che i punti di contatto dei due personaggi per creare un'iniziale situazione di contrasto che ben presto diventa, se non stima, un mutuo rispetto. Laddove invece nei due team-up precedenti si preferiva puntare solamente sui punti di contatto che formavano una solida alleanza contro una minaccia comune.
Qui invece l'alleanza più che solida è scomoda, ma necessaria, e ognuno dei due quando è necessario agisce nel proprio campo di competenza (quando Dylan Dog va all'inferno, Batman non c'è, ad esempio).
Pur potendo contare sulla presenza di molti comprimari provenienti da entrambi i mondi dei due eroi, la potenza iconica di Batman e Dylan Dog prevale su tutto e accade che tali comprimari (come Catwoman o Groucho) svaniscano del tutto a un certo punto, semplicemente perché hanno esaurito la loro utilità, "schiacciati" metaforicamente dal loro peso narrativo. Anche Xabaras alla fine ha un ruolo marginale.
La trama in sé, anche per la presenza di un altro personaggio creato da Tiziano Sclavi, è più tendente alle atmosfere di Dylan Dog che a quelle di Batman, il quale si pone come una sorta di semi-invisibile guardiano e protettore.
Ovvero il compito che si è prefisso di portare avanti e non solo Gotham, dunque, è sotto la sua tutela nel magico mondo dei team-up.

sabato 2 dicembre 2023

Italians do it better? 32: Al Posto Tuo (2016)


Il mondo del lavoro è decisamente cambiato nel corso di questi ultimi quindici anni (a voi stabilire, col vostro metro di giudizio, se in meglio o in peggio): da un lato per via della tecnologia sempre più imperante, dall'altro perché la globalizzazione ha portato molti capitali esteri in Italia, con alterne vicende.
Ma qui siamo nel magico mondo della commedia italiana e quindi tutto andrà bene. Al Posto Tuo è diretto da Max Croci, scritto da Massimo Di Nicola e Umberto Marino e distribuito nei cinema nel settembre 2016.
Luca Molteni (Luca Argentero) e Rocco Fontana (Stefano Fresi) lavorano entrambi per una ditta che produce e sviluppa sanitari, ma sono caratterialmente all'opposto. Il primo, infatti, è uno scapolo impenitente, donnaiolo e pieno di sé. Il secondo, invece, è un fedele marito, con figli e rispettoso delle regole.
Quando le aziende per cui lavorano iniziano un processo di fusione, la nuova direttrice chiede loro - per divertimento e ritenendo possa essere un buon esperimento sociale - di scambiarsi di posto per una settimana, nella speranza di conquistare un nuovo, importante cliente giapponese.
Luca si trasferisce dunque nella casa di Rocco e viceversa, dando vita a una serie di paradossali situazioni.
Ecco, ci risiamo. Come avevamo visto in Beata Ignoranza, si mettono a confronto due diverse categorie di "italiano medio" (o almeno, quello che cinema e stampa vogliono indicare come italiano medio) e si procede - come nella miglior tradizione del teatro classico, cosa che era già consolidata ai tempi di William Shakespeare - allo scambio di ruoli, per ritrovarci in questo caso con due pesci fuor d'acqua.
La trama in sé è tutta qui, tanto che - tralasciando l'inizio e l'epilogo - a ridurre il tutto all'osso il film potrebbe durare circa venti minuti... e già dura poco di per sé. Nel mezzo, abbastanza intuibile, vi sono tutta una serie di scenette comiche che, sfruttando lo scambio di posti, cercano di mettere in ridicolo le abitudini dei due protagonisti.
Ecco dunque Luca impacciato a dover interagire con la famiglia di Rocco, pur scoprendone lati ignoti allo stesso Rocco, mentre quest'ultimo cerca in maniera disastrosa di avere una vita sociale al di fuori della sua famiglia e di gestire la casa "tecnologica" di Luca. Della serie, dunque, nessuno è perfetto.
Non passa comunque sotto silenzio il fatto di come i "vincitori" di questa insolita situazione alla fine siano coloro che hanno una famiglia con figli, oppure coloro che lavorano sodo e sono disposti a sacrifici personali per raggiungere il successo. 
Vincitori che capiscono che entrambe le parti presentano dei vantaggi. Una celebrazione, insomma, dei valori tradizionali della società italiana (lavoro, famiglia... manca solo la religione). Non c'è comunque da stupirsene o scandalizzarsi, questi sono comunque valori che fanno parte del vissuto di molte persone e quindi il film cerca di catturare questo tipo di pubblico cercando al contempo di essere il più mainstream e poco offensivo possibile.
Al posto loro, avremmo fatto la stessa cosa con ogni probabilità.

venerdì 1 dicembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Storie di Guerra - Tokyo Club


Nel periodo intercorso tra la vittoria degli Stati Uniti nella battaglia di Iwo Jiwa, il 26 marzo 1945, e lo sgancio delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, nel mese di agosto, gli eserciti di Stati Uniti e Giappone continuarono a combattersi strenuamente.
Questo perché da una parte vi era un esercito, quello americano, determinato a concludere un conflitto che si stava trascinando da anni, ma dall'altra parte vi erano un esercito e un popolo, quello giapponese, per cui il concetto di resa e sottomissione al nemico era qualcosa di impensabile, per ragioni culturali e storiche.
Questo particolare periodo viene trattato in una nuova Storia di Guerra scritta da Garth Ennis, Tokyo Club, miniserie di 3 numeri pubblicata nel 2015 da Avatar Press e disegnata da Tomas Aira.
A seguito della battaglia di Iwo Jiwa, tre giovani piloti americani vengono trasferiti presso l'isola, nella zona dove si è insediato l'esercito: si chiamano Abbott, Palmer e Willis.
Il loro compito è quello di spianare la strada verso Tokyo e altre città da bombardare, eliminando al contempo quanti più aerei giapponesi possibile: i cui piloti tuttavia non hanno alcuna remora a distruggere i loro mezzi, andandosi a schiantare contro i mezzi del nemico, pur di togliere dalla scacchiera qualche aereo dal cielo.
Per i tre giovani piloti americani, così diversi nell'animo l'uno dall'altro, si tratta di una missione da cui potrebbero fare non più ritorno.
Garth Ennis continua nel percorso narrativo di far vedere la guerra secondo l'ottica di chi l'ha davvero combattuta sul campo e non da parte di coloro che davano ordini da lontano. E permane l'intento di far vedere il conflitto sempre dalla parte dei perdenti, coloro che sono destinati alla dannazione.
I tre piloti protagonisti di questa miniserie non fanno eccezione. Attorniati da una cornice storica ben delineata, quando compaiono sulla scena intuiamo subito la loro natura di carne da macello, altre vittime sacrificali da lanciare nell'ultima sortita di un conflitto che pur sta per concludersi.
Vicende che risultano ancora più paradossali se si pensa che ormai il conflitto di cui sopra era finito, il nemico principale si era infatti già suicidato e arreso, ma due nazioni continuavano comunque a battagliare per questioni di orgoglio e onore.
Garth Ennis però non lancia critiche  contro gli Stati Uniti o il Giappone (gli sarebbe quantomeno difficile farlo contro il primo paese), si limita a far notare come la follia di una guerra renda ciechi in particolar modo coloro che dovrebbero essere dalla parte della ragione, facendo sì che le vittime alla fine siano quelle persone comunque convinte di stare combattendo dalla parte del giusto.
A volte il nemico è quello che altri ti dicono che sia, poi la realtà si rivela ben diversa.

giovedì 30 novembre 2023

Disney+ Original 21: Appendage


Avete presente quando il vostro corpo vi tradisce? Quando si dimostra un insolito nemico?
Come quando vi destate nel cuore della notte, siete coscienti di essere svegli ma al tempo stesso il vostro corpo si rifiuta di muoversi. Oppure quando, più banalmente magari, si cede a una malattia o un'influenza.
Ecco, registi come David Cronenberg hanno trattato molto il tema delle disfunzioni del corpo umano, del body horror, e tale tematica ritorna in Appendage, scritto e diretto da Anna Zlokovic e distribuito su Disney+ a partire dal 18 ottobre 2023.
Hannah (Hadley Robinson) è una giovane stilista di moda che sta affrontando un forte periodo di stress causato dal fatto che deve creare in pochi giorni una nuova linea di vestiti. Questo senza contare che ha qualche difficoltà a comunicare coi propri genitori.
La situazione peggiora quando la ragazza scopre che ha una strana escrescenza su un fianco. Un'escrescenza che ben presto assume la forma di una piccola creatura senziente, che la insulta e la denigra. E quando questa creatura si distacca da lei, Anna deve capire come liberarsi di un vero e proprio incubo vivente.
Siamo proprio dalle parti di un omaggio a tutte quelle pellicole horror classiche (dove per classiche intendiamo quelle di trenta o quaranta anni fa circa) che presentavano quelle strane creature realizzate da scultori e mosse in maniera manuale sul set che caratterizzavano i prodotti horror di un tempo. Creature in apparenza innocue, ma nella realtà molto letali, come in questo caso.
La creatura che fuoriesce dal corpo della protagonista, infatti, si rivela una sorta di sua controparte, incarnazione di tutto quello che è lo stress e la rabbia che lei ha accumulato nel corso degli anni (e ne capiremo poi le ragioni).
Una metà oscura - tutti noi tratteniamo queste sensazioni per poter essere parte del contesto sociale - che in questo caso non ha alcun filtro.
Da quel momento in poi, tuttavia, la deriva del body horror viene abbandonata in favore di una trama dalle atmosfere più da thriller e mystery, diventa praticamente uno urban horror con i veri mostri che si annidano tra noi, con in più qualche sottotesto sui rapporti tra genitori e figli.
Verrebbe dunque da dire che il messaggio di fondo sia quello di trovare un equilibrio tra la nostra vita sociale e i nostri demoni interiori, prima che questi ultimi prendano il sopravvento... ma vi confesso che non mi pare di aver notato una cosa del genere.
Sarà stata la mia escrescenza senziente che mi ha impedito di farci caso.

mercoledì 29 novembre 2023

Prime Video Original 81: Sono la Tua Donna


Gli anni '70 del ventesimo secolo hanno visto il riemergere di alcune battaglie femministe (altre ce ne erano state in passato, ma mai di così ampia rilevanza) che hanno permesso alle donne di ottenere alcune importanti conquiste sociali.
Il tutto comunque sempre in una cornice, italiana o americana che fosse, che vedeva la donna come una sorta di appendice dell'uomo, una proiezione della sua ombra. Un periodo chiaroscuro, che si riflette anche in Sono la Tua Donna, diretto da Julia Hart, scritto da Julia Hart e Jordan Horowitz e distribuito su Amazon Prime Video a partire dall'undici dicembre 2020.
Anni '70: Jean (Rachel Brosnahan) è la fedele e silenziosa compagna di Eddie (Bill Heck), un criminale di mezza tacca. Quando costui porta a casa un neonato nato da una relazione con un'altra donna, Jean lo prende sotto la sua tutela, in quanto il suo desiderio di essere mamma non ha potuto essere soddisfatto per cause di salute.
Una notte, Jean viene portata di fretta fuori di casa da un complice di Eddie. Quest'ultimo, infatti, si è inimicato persone potenti ed è scomparso dalla circolazione, quindi quelle persone potrebbero rivalersi su di lei e il neonato.
Jean inizia dunque a vivere una vita sotto copertura, dove le è proibito entrare in contatto con altre persone, in quanto non può sapere se vogliano ucciderla o meno. Ma è determinata fino in fondo a proteggere il bambino.
Sembra quasi una versione di Lone Wolf and Cub ambientata negli anni '70 e con una donna al posto di un samurai. Si tratta di un thriller molto particolare, in quanto la causa scatenante degli eventi in realtà non ci viene mai mostrata e noi la viviamo per come viene percepita dalla protagonista, la quale in principio si ritrova in uno stato di costante tensione e incertezza.
E gli altri eventi che mutano lo status quo continueremo comunque a non vederli, intuendone le conseguenze solo grazie ai cambiamenti che avvengono nella vita di Jean. Allo spettatore viene perciò data quella stessa sensazione di non conoscenza del quadro generale che la stessa protagonista vive e dalla quale vediamo il mondo solo attraverso i suoi occhi.
Man mano che la storia prosegue, però, grazie ad alcune conoscenze e una ritrovata determinazione, Jean inizia a divenire una donna più sicura di sé e più indipendente e interviene in maniera diretta su quegli eventi, decidendone infine il corso e l'epilogo.
Se in origine Jean è del tutto dipendente da Eddie, sua in ogni senso (da qui il titolo del film), con la sua scomparsa la donna si ritrova, volente o nolente, a rimettere in discussione la sua stessa esistenza. E, come ben intuibile, la molla principale che la spinge ad agire è quel desiderio di maternità mai sopito e che in quel bambino rifiutato da Eddie e accolto come fosse suo da Jean trova il proprio compimento.
Alla fine, dunque, Jean diviene una persona del tutto nuova. Una donna rinata, non più di nessuno.

martedì 28 novembre 2023

Fabolous Stack of Comics: New Mutants - Il Sestante


I Nuovi Mutanti/New Mutants sono il secondo gruppo mutante della Marvel comparso sulle scene editoriali. Apparso per la prima volta in un graphic novel nel 1982, il gruppo ha poi occupato le pagine di una serie regolare durata ben 100 numeri.
Cento numeri in cui la formazione ha subito molte modifiche, nel finale arrivava addirittura Cable, ma diciamo che il cuore di questo gruppo sono Cannonball, Sunspot, Magik, Karma, Mirage, Magma, Wolfsbane e Cypher.
E tutti loro, dopo gli eventi di House of X/Powers of X, ritornano nella nuova serie pubblicata nel 2019 e il cui primo ciclo di dodici numeri si intitola Il Sestante (The Sextant), con storie di Jonathan Hickman ed Ed Brisson e disegni di Rod Reis, Flaviano e Marco Failla.
Il gruppo originale dei New Mutants si è insediato a Krakoa nell'habitat noto come Akademos, il Sestante. Ma uno di loro manca all'appello: è Cannonball, rimasto sul pianeta imperiale Shi'Ar dopo essersi innamorato di una componente della Guardia Imperiale.
Coadiuvati da Chamber e Mondo, Sunspot e gli altri originari New Mutants guidano dunque la spedizione per convincere Sam Guthrie a trasferirsi su Krakoa, ma ovviamente non tutto andrà per il verso giusto.
Al contempo, Corazza e Glob vanno alla ricerca di mutanti che per svariati motivi non si sono ancora presentati a Krakoa e la loro prima ricerca coinvolge Becco e Angel Salvadore.
Il fatto che vi siano due sceneggiatori all'opera fa capire che vi sono due saghe che in principio procedono in via parallela, pur non intersecandosi, quella nello spazio scritta da Hickman, mentre invece quella sulla Terra da Brisson. Gli eventi che si verificano in queste due saghe sanciscono poi il nuovo status quo che viene esplorato nelle storie successive.
Anche le atmosfere sono differenti. Hickman punta molto sull'ironia e la rottura della quarta parete, utilizzando soprattutto il personaggio di Sunspot, mentre Brisson elegge Corazza e Magik come suoi personaggi preferiti, rendendole centrali in eventi dall'impatto più drammatico, incentrati sul razzismo e la diffusione di odio online.
Sunspot e Cannonball diventano i Booster Gold e Blue Beetle mutanti, quindi escono un attimo dalle scene per permettere al gruppo di avere una nuova formazione che include componenti storici, recenti e anche inserimenti da altri gruppi come Generation X.
Il nuovo scenario di Krakoa viene dunque sfruttato per dare un piccolo scossone al gruppo, ma riportandolo sulla scena per combattere quelle battaglie per cui era stato formato in principio, ma con un approccio più moderno. Perché il mondo è cambiato dal 1982 e non solo perché adesso esiste Krakoa, ma anche perché l'odio e il pregiudizio hanno trovato nuovi canali per diffondersi.

lunedì 27 novembre 2023

Netflix Original 170: Polar


Cosa fanno i mercenari, i sicari, quando vanno in pensione? Di certo non li vediamo aggirarsi per i cantieri della città. Nel caso di John Wick, che ne è l'esempio principe, un mercenario non riesce mai a lasciarsi davvero alle spalle la vita precedente e gli errori che ha commesso. E ben presto ne paga le conseguenze.
John Wick, il primo film almeno, trattava il tutto con tono molto drammatico ma inserendo anche qualche (raro) elemento di leggerezza. Elemento che diviene più preminente in un emulo di John Wick, ovverosia Polar, diretto da Jonas Åkerlund, scritto da Jayson Rothwell e distribuito su Netflix a partire dal 25 gennaio 2019. La pellicola è basata sulle omonime graphic novel pubblicate dalla Dark Horse e sceneggiate da Victor Santos.
Duncan Vizla (Mads Mikkelsen), soprannominato il Kaiser Nero, è uno dei più efficienti e spietati sicari al servizio dell'organizzazione Damocles. Ma si sta ormai avvicinando ai cinquant'anni e una nuova generazione sta prendendo il suo posto. Dunque è giunto il tempo che si ritiri, incassando una generosa pensione e trasferendosi in un piccolo paesino di montagna dove ha fatto la conoscenza di Camille (Vanessa Hudgens).
L'ultima missione assegnatagli porta Vizla in Bielorussia, dove subisce un attentato alla sua vita. Scampato al pericolo, il sicario scopre che dietro l'attentato vi è l'organizzazione Damocles e ora deve scoprire come mai intendano liberarsi di lui.
Sì, signori, questo è proprio un clone - un po' più caciarone - di John Wick. Questo perché le scene di violenza - con annesso sangue a fiumi, ma davvero tanto - sono ovviamente presenti, tuttavia vengono così estremizzate da divenire di natura cartoonesca, come se fossimo in un prodotto della Looney Tunes per un pubblico adulto, tanto ci appaiono improbabili.
Questo per sottolineare come Duncan Vizla viva in un mondo che solo lui può comprendere e saper gestire. Un mondo dove è incapace di interagire con la gente comune. Anche se la scena in cui si reca dal commercialista è qualcosa di abbastanza inedito in un film simile.
Diversamente da John Wick, invece, in questo mondo quasi caricaturale in certi punti dei film d'azione è presente il sesso. Anche qui in maniera esagerata e fumettistica, dopotutto è dai fumetti che proviene il Kaiser Nero. Quindi non mancano, oltre a scene di nudo, abbondanti, inquadrature neanche vagamente allusive, sempre per sottolineare come questo sia un mondo a parte.
Oltre a questo siamo nell'ambito del revenge movie, dell'uomo solo che si mette contro un intero esercito e lo sopraffà, utilizzando ogni arma possibile... altro riferimento a John Wick, ovviamente.
E sì, duole dare questa notizia, ma - anche se in maniera differente - il cane fa una brutta fine anche qui. Ma a questo punto non si fa prima a rivedere la saga di John Wick?

domenica 26 novembre 2023

Italians do it better? 31: Villetta con Ospiti (2020)


La provincia italiana, costellata di quelle piccole cittadine dove tutti conoscono tutti. Dove esternamente si proietta una facciata di felicità, di altruismo, di accoglienza, ma poi dietro questa parvenza spesso viene fuori tutta la falsità insita in alcune delle persone che vi abitano.
Un tema molto ricorrente, quello dei segreti che circolano all'interno di una minuscola comunità, che ritorna in Villetta con Ospiti, diretto da Ivano De Matteo, scritto da Ivano De Matteo e Valentina Ferlan e distribuito nei cinema nel gennaio 2020.
La famiglia Tamanin, composta dal padre Giorgio (Marco Giallini), dalla madre Diletta (Michela Cescon) e da due figli, è tra le più ricche nella provincia veneta grazie a una florida società vinicola. Ma dietro la loro facciata di perfezione, si nascondono sporchi segreti, come i tradimenti extraconiugali di Giorgio e l'insoddisfazione di Diletta, spesso sola e che organizza attività ricreative in città per avere qualcosa da fare.
La loro vita cambia drasticamente quando, durante una notte, Diletta ode strani rumori in casa e prenderà una decisione che risulterà drammatica non solo per tutta la famiglia Tamanin, ma per l'intera comunità.
Il film si divide in maniera distinta in due parti. La prima serve a presentare i vari personaggi, facendoci subito capire che ci troviamo di fronte a personalità negative, in tutto e per tutto. Persone che chi vive in provincia e non solo magari ha conosciuto in passato. Il medico indolente, il carabiniere ricattatore, l'imprenditore corrotto e fedifrago, il prete che rinuncia di nascosto al suo voto di castità.
Il film vuole subito che noi prendiamo le distanze da queste persone e cerchiamo un minimo di empatia con la protagonista femminile, la quale pare vivere in una sorta di girone infernale, essendo anche non compresa dai suoi figli.
Ma poi giunge la seconda parte, quella di stampo più teatrale - in quanto si svolge in un solo ambiente e basa il tutto sui dialoghi. Quella dove, a seguito di un tragico evento, tutti quei difetti, tutti quei peccati, tutta la corruzione viene a galla. Non tramite complicate scene d'azione, ma più semplicemente mettendo a nudo le anime dei protagonisti di fronte al fatto compiuto.
E quelle persone, così abili a nascondere agli altri la loro vera natura, devono fare di tutto ora per preservare quel loro personale angolo di paradiso. Un paradiso dove altre persone vengono sfruttate e sottopagate e dove è del tutto assente l'empatia.
Ci piacerebbe pensare che cose del genere possano insegnare una lezione, ma le suddette persone sono cieche di fronte anche all'evidenza e quindi agiscono guidati da quegli stessi dettami che li hanno fatti precipitare in quella drammatica situazione.
Quindi alla fine costoro continueranno a vivere in quel finto angolo di paradiso di cui si sono accerchiati, ma sempre più consapevoli di essere precipitati all'inferno.