Gli anni '70 del ventesimo secolo sono stati molto particolari in Italia. Uscita dal boom economico del decennio precedente, mentre l'industrializzazione e l'urbanizzazione del paese procedono a ritmi regolari, si deve affrontare una cosiddetta stagione del terrore senza precedenti, oltre a una crisi energetica di grave rilevanza.
La cosa non può non avere riflessi anche sull'intrattenimento popolare, come il fumetto. Gli eroi puri e immacolati, come Tex e Zagor, pur continuando a essere pubblicati con successo, fanno spazio ai primi antieroi del fumetto italiano come Mister No o Lo Sconosciuto.
Ma anche a eroi comuni, come Il Commissario Spada, personaggio creato da Gianluigi Gonano e Gianni De Luca le cui storie vengono pubblicate su Il Giornalino (non stupitevi, questa rivista per ragazzi ha ospitato molto buon materiale nella sua ultradecennale carriera). La prima saga, intitolata Il Ladro d'Uranio, viene pubblicata nel 1970 nei numeri dal 16 al 19 della rivista.
Il Commissario Eugenio Spada lavora per l'Interpol della sede di Milano, è rimasto vedovo da poco e deve badare al giovane figlio Mario, cercando di dividersi tra impegni lavorativi e familiari.
Questi due mondi in apparenza separati si incontrano quando un criminale di nome Marius De Schelde ruba una valigetta contenente uranio puro dalla sede di Bruxelles dell'Euratom e si rifugia in una locanda posta proprio accanto all'abitazione di Spada. Ben presto qualcuno sarà in grave pericolo per questo.
Rimane affascinante quella che possiamo definire una vera e propria cornice storica, essendo questo racconto stato pubblicato più di 50 anni fa. Come la Milano precedente all'esplosione dell'urbanizzazione voluta da alcuni imprenditori poco meno di dieci anni dopo o l'Euratom, la Comunità Europea dell'Energia Atomica - una delle "conseguenze" del secondo conflitto mondiale.
Eugenio Spada è proprio ritratto come un uomo comune, dedito al lavoro ma che farebbe di tutto per rendere felice suo figlio, rimasto orfano. Un uomo comune che a volte sbaglia, ma questo non lo abbatte.
La sua condizione di vedovo con un figlio non è certo inedita per il fumetto italiano (il Tex di cui sopra lo precede), ma di certo in questo caso la cosa viene trattata con una sensibilità mai vista prima, perché i giovani lettori vi possano immedesimarsi. Da qui la presenza del figlio Mario, vera e propria ancora emotiva sia per Spada che per il ragazzo che leggeva la storia.
Innovazione forse senza precedenti, invece, è che il criminale della storia alla fine, seppur ormai troppo tardi, capisce quanto male abbia fatto e chiede scusa alla persona a cui ha fatto più del male. Sì, qui non ci sono eroi perfetti, ma uomini comuni. Uomini che commettono degli sbagli, alcuni a fin di bene altri meno. Ma in primo luogo uomini, con quei piccoli difetti capaci di farci immedesimare in loro.
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