sabato 26 agosto 2023

Italians do it better? 8: Beata Ignoranza (2017)


Si ricompone la coppia di attori già vista in Se Dio Vuole. Dopo essere stati su poli opposti della barricata in merito a religione e ateismo, Marco Giallini e Alessandro Gassmann tornano a ritrovarsi su posizioni contrapposte relative a un'altra tematica.
Il tutto in Beata Ignoranza, diretto da Massimiliano Bruno, scritto da Massimiliano Bruno, Herbert Simone Paragnani e Gianni Corsi e distribuito nei cinema nel febbraio 2017.
Ernesto (Marco Giallini) è un professore di italiano esigente e severo coi suoi alunni, vietando loro l'utilizzo dei cellulari durante la lezione. La sua ordinaria esistenza viene turbata quando presso il liceo dove insegna arriva Filippo (Alessandro Gassmann), un insegnante di matematica estroverso e amante della tecnologia.
I due si detestano poiché hanno amato la stessa donna, defunta da alcuni anni, e uno di loro è il padre di Nina (Teresa Romagnoli), ormai adolescente. Costei, dovendo realizzare un documentario, decide di incentrarlo su di loro e sul loro rapporto con la tecnologia e Internet: inesistente per Ernesto, costante per Filippo. I due avversari dovranno invertire i loro ruoli, con conseguenze impensabili.
Ho come l'impressione che il regista e la produzione abbiano proprio voluto ricreare la stessa coppia in contrasto vista appunto in Se Dio Vuole, considerata la buona alchimia che c'era stata tra i due attori, trovando un nuovo elemento di divisione.
In questo caso si tratta del rapporto che loro (alias, gli italiani, pur essendo certo una suddivisione un po' troppo schematica) hanno con la tecnologia. Ci sono i boomer come Ernesto, il quale dice di odiare Internet e i social network, ma quando ne scopre le potenzialità inizia a essere invadente coi suoi post e anche un po' arrogante.
Poi ci sono i dipendenti dalla tecnologia come Filippo, che vivono in simbiosi col loro cellulare e, se ne vengono privati, è come se il loro mondo vada in pezzi e fanno poi molta fatica a rapportarsi con la realtà che li circonda. Semplicemente perché fino a quel momento conoscono e possono affrontare solo una realtà.
Chiaro che lo switch diventa l'occasione migliore per mettere in scena una sequela di scenette comiche per giungere a un minutaggio accettabile.
Ma anche qui si adotta la stessa strategia di Se Dio Vuole. Ovvero, che il contrasto e lo scambio di ruoli in merito alla tecnologia diventano alla fine solo un pretesto per analizzare un'amicizia. Un'amicizia che, in questo caso, in principio non esiste più e che compromette anche il rapporto con la figlia della donna amata da entrambi i protagonisti.
Non vedrete dunque prendere una posizione sul tema, neanche una che accontenti entrambe le posizioni come si è soliti fare, poiché la cosa più importante è ricostruire un rapporto. Anzi, due rapporti compromessi. Non con la tecnologia, ma tramite l'intesa e la buona volontà che sono le "armi" migliori per costruire qualcosa che possa durare nel tempo.
Per quanto concerne invece chi abbia ragione tra Filippo ed Ernesto, sarà forse un terzo film con Marco Giallini e Alessandro Gassmann insieme a rivelarcelo.

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