giovedì 30 novembre 2023

Disney+ Original 21: Appendage


Avete presente quando il vostro corpo vi tradisce? Quando si dimostra un insolito nemico?
Come quando vi destate nel cuore della notte, siete coscienti di essere svegli ma al tempo stesso il vostro corpo si rifiuta di muoversi. Oppure quando, più banalmente magari, si cede a una malattia o un'influenza.
Ecco, registi come David Cronenberg hanno trattato molto il tema delle disfunzioni del corpo umano, del body horror, e tale tematica ritorna in Appendage, scritto e diretto da Anna Zlokovic e distribuito su Disney+ a partire dal 18 ottobre 2023.
Hannah (Hadley Robinson) è una giovane stilista di moda che sta affrontando un forte periodo di stress causato dal fatto che deve creare in pochi giorni una nuova linea di vestiti. Questo senza contare che ha qualche difficoltà a comunicare coi propri genitori.
La situazione peggiora quando la ragazza scopre che ha una strana escrescenza su un fianco. Un'escrescenza che ben presto assume la forma di una piccola creatura senziente, che la insulta e la denigra. E quando questa creatura si distacca da lei, Anna deve capire come liberarsi di un vero e proprio incubo vivente.
Siamo proprio dalle parti di un omaggio a tutte quelle pellicole horror classiche (dove per classiche intendiamo quelle di trenta o quaranta anni fa circa) che presentavano quelle strane creature realizzate da scultori e mosse in maniera manuale sul set che caratterizzavano i prodotti horror di un tempo. Creature in apparenza innocue, ma nella realtà molto letali, come in questo caso.
La creatura che fuoriesce dal corpo della protagonista, infatti, si rivela una sorta di sua controparte, incarnazione di tutto quello che è lo stress e la rabbia che lei ha accumulato nel corso degli anni (e ne capiremo poi le ragioni).
Una metà oscura - tutti noi tratteniamo queste sensazioni per poter essere parte del contesto sociale - che in questo caso non ha alcun filtro.
Da quel momento in poi, tuttavia, la deriva del body horror viene abbandonata in favore di una trama dalle atmosfere più da thriller e mystery, diventa praticamente uno urban horror con i veri mostri che si annidano tra noi, con in più qualche sottotesto sui rapporti tra genitori e figli.
Verrebbe dunque da dire che il messaggio di fondo sia quello di trovare un equilibrio tra la nostra vita sociale e i nostri demoni interiori, prima che questi ultimi prendano il sopravvento... ma vi confesso che non mi pare di aver notato una cosa del genere.
Sarà stata la mia escrescenza senziente che mi ha impedito di farci caso.

mercoledì 29 novembre 2023

Prime Video Original 81: Sono la Tua Donna


Gli anni '70 del ventesimo secolo hanno visto il riemergere di alcune battaglie femministe (altre ce ne erano state in passato, ma mai di così ampia rilevanza) che hanno permesso alle donne di ottenere alcune importanti conquiste sociali.
Il tutto comunque sempre in una cornice, italiana o americana che fosse, che vedeva la donna come una sorta di appendice dell'uomo, una proiezione della sua ombra. Un periodo chiaroscuro, che si riflette anche in Sono la Tua Donna, diretto da Julia Hart, scritto da Julia Hart e Jordan Horowitz e distribuito su Amazon Prime Video a partire dall'undici dicembre 2020.
Anni '70: Jean (Rachel Brosnahan) è la fedele e silenziosa compagna di Eddie (Bill Heck), un criminale di mezza tacca. Quando costui porta a casa un neonato nato da una relazione con un'altra donna, Jean lo prende sotto la sua tutela, in quanto il suo desiderio di essere mamma non ha potuto essere soddisfatto per cause di salute.
Una notte, Jean viene portata di fretta fuori di casa da un complice di Eddie. Quest'ultimo, infatti, si è inimicato persone potenti ed è scomparso dalla circolazione, quindi quelle persone potrebbero rivalersi su di lei e il neonato.
Jean inizia dunque a vivere una vita sotto copertura, dove le è proibito entrare in contatto con altre persone, in quanto non può sapere se vogliano ucciderla o meno. Ma è determinata fino in fondo a proteggere il bambino.
Sembra quasi una versione di Lone Wolf and Cub ambientata negli anni '70 e con una donna al posto di un samurai. Si tratta di un thriller molto particolare, in quanto la causa scatenante degli eventi in realtà non ci viene mai mostrata e noi la viviamo per come viene percepita dalla protagonista, la quale in principio si ritrova in uno stato di costante tensione e incertezza.
E gli altri eventi che mutano lo status quo continueremo comunque a non vederli, intuendone le conseguenze solo grazie ai cambiamenti che avvengono nella vita di Jean. Allo spettatore viene perciò data quella stessa sensazione di non conoscenza del quadro generale che la stessa protagonista vive e dalla quale vediamo il mondo solo attraverso i suoi occhi.
Man mano che la storia prosegue, però, grazie ad alcune conoscenze e una ritrovata determinazione, Jean inizia a divenire una donna più sicura di sé e più indipendente e interviene in maniera diretta su quegli eventi, decidendone infine il corso e l'epilogo.
Se in origine Jean è del tutto dipendente da Eddie, sua in ogni senso (da qui il titolo del film), con la sua scomparsa la donna si ritrova, volente o nolente, a rimettere in discussione la sua stessa esistenza. E, come ben intuibile, la molla principale che la spinge ad agire è quel desiderio di maternità mai sopito e che in quel bambino rifiutato da Eddie e accolto come fosse suo da Jean trova il proprio compimento.
Alla fine, dunque, Jean diviene una persona del tutto nuova. Una donna rinata, non più di nessuno.

martedì 28 novembre 2023

Fabolous Stack of Comics: New Mutants - Il Sestante


I Nuovi Mutanti/New Mutants sono il secondo gruppo mutante della Marvel comparso sulle scene editoriali. Apparso per la prima volta in un graphic novel nel 1982, il gruppo ha poi occupato le pagine di una serie regolare durata ben 100 numeri.
Cento numeri in cui la formazione ha subito molte modifiche, nel finale arrivava addirittura Cable, ma diciamo che il cuore di questo gruppo sono Cannonball, Sunspot, Magik, Karma, Mirage, Magma, Wolfsbane e Cypher.
E tutti loro, dopo gli eventi di House of X/Powers of X, ritornano nella nuova serie pubblicata nel 2019 e il cui primo ciclo di dodici numeri si intitola Il Sestante (The Sextant), con storie di Jonathan Hickman ed Ed Brisson e disegni di Rod Reis, Flaviano e Marco Failla.
Il gruppo originale dei New Mutants si è insediato a Krakoa nell'habitat noto come Akademos, il Sestante. Ma uno di loro manca all'appello: è Cannonball, rimasto sul pianeta imperiale Shi'Ar dopo essersi innamorato di una componente della Guardia Imperiale.
Coadiuvati da Chamber e Mondo, Sunspot e gli altri originari New Mutants guidano dunque la spedizione per convincere Sam Guthrie a trasferirsi su Krakoa, ma ovviamente non tutto andrà per il verso giusto.
Al contempo, Corazza e Glob vanno alla ricerca di mutanti che per svariati motivi non si sono ancora presentati a Krakoa e la loro prima ricerca coinvolge Becco e Angel Salvadore.
Il fatto che vi siano due sceneggiatori all'opera fa capire che vi sono due saghe che in principio procedono in via parallela, pur non intersecandosi, quella nello spazio scritta da Hickman, mentre invece quella sulla Terra da Brisson. Gli eventi che si verificano in queste due saghe sanciscono poi il nuovo status quo che viene esplorato nelle storie successive.
Anche le atmosfere sono differenti. Hickman punta molto sull'ironia e la rottura della quarta parete, utilizzando soprattutto il personaggio di Sunspot, mentre Brisson elegge Corazza e Magik come suoi personaggi preferiti, rendendole centrali in eventi dall'impatto più drammatico, incentrati sul razzismo e la diffusione di odio online.
Sunspot e Cannonball diventano i Booster Gold e Blue Beetle mutanti, quindi escono un attimo dalle scene per permettere al gruppo di avere una nuova formazione che include componenti storici, recenti e anche inserimenti da altri gruppi come Generation X.
Il nuovo scenario di Krakoa viene dunque sfruttato per dare un piccolo scossone al gruppo, ma riportandolo sulla scena per combattere quelle battaglie per cui era stato formato in principio, ma con un approccio più moderno. Perché il mondo è cambiato dal 1982 e non solo perché adesso esiste Krakoa, ma anche perché l'odio e il pregiudizio hanno trovato nuovi canali per diffondersi.

lunedì 27 novembre 2023

Netflix Original 170: Polar


Cosa fanno i mercenari, i sicari, quando vanno in pensione? Di certo non li vediamo aggirarsi per i cantieri della città. Nel caso di John Wick, che ne è l'esempio principe, un mercenario non riesce mai a lasciarsi davvero alle spalle la vita precedente e gli errori che ha commesso. E ben presto ne paga le conseguenze.
John Wick, il primo film almeno, trattava il tutto con tono molto drammatico ma inserendo anche qualche (raro) elemento di leggerezza. Elemento che diviene più preminente in un emulo di John Wick, ovverosia Polar, diretto da Jonas Åkerlund, scritto da Jayson Rothwell e distribuito su Netflix a partire dal 25 gennaio 2019. La pellicola è basata sulle omonime graphic novel pubblicate dalla Dark Horse e sceneggiate da Victor Santos.
Duncan Vizla (Mads Mikkelsen), soprannominato il Kaiser Nero, è uno dei più efficienti e spietati sicari al servizio dell'organizzazione Damocles. Ma si sta ormai avvicinando ai cinquant'anni e una nuova generazione sta prendendo il suo posto. Dunque è giunto il tempo che si ritiri, incassando una generosa pensione e trasferendosi in un piccolo paesino di montagna dove ha fatto la conoscenza di Camille (Vanessa Hudgens).
L'ultima missione assegnatagli porta Vizla in Bielorussia, dove subisce un attentato alla sua vita. Scampato al pericolo, il sicario scopre che dietro l'attentato vi è l'organizzazione Damocles e ora deve scoprire come mai intendano liberarsi di lui.
Sì, signori, questo è proprio un clone - un po' più caciarone - di John Wick. Questo perché le scene di violenza - con annesso sangue a fiumi, ma davvero tanto - sono ovviamente presenti, tuttavia vengono così estremizzate da divenire di natura cartoonesca, come se fossimo in un prodotto della Looney Tunes per un pubblico adulto, tanto ci appaiono improbabili.
Questo per sottolineare come Duncan Vizla viva in un mondo che solo lui può comprendere e saper gestire. Un mondo dove è incapace di interagire con la gente comune. Anche se la scena in cui si reca dal commercialista è qualcosa di abbastanza inedito in un film simile.
Diversamente da John Wick, invece, in questo mondo quasi caricaturale in certi punti dei film d'azione è presente il sesso. Anche qui in maniera esagerata e fumettistica, dopotutto è dai fumetti che proviene il Kaiser Nero. Quindi non mancano, oltre a scene di nudo, abbondanti, inquadrature neanche vagamente allusive, sempre per sottolineare come questo sia un mondo a parte.
Oltre a questo siamo nell'ambito del revenge movie, dell'uomo solo che si mette contro un intero esercito e lo sopraffà, utilizzando ogni arma possibile... altro riferimento a John Wick, ovviamente.
E sì, duole dare questa notizia, ma - anche se in maniera differente - il cane fa una brutta fine anche qui. Ma a questo punto non si fa prima a rivedere la saga di John Wick?

domenica 26 novembre 2023

Italians do it better? 31: Villetta con Ospiti (2020)


La provincia italiana, costellata di quelle piccole cittadine dove tutti conoscono tutti. Dove esternamente si proietta una facciata di felicità, di altruismo, di accoglienza, ma poi dietro questa parvenza spesso viene fuori tutta la falsità insita in alcune delle persone che vi abitano.
Un tema molto ricorrente, quello dei segreti che circolano all'interno di una minuscola comunità, che ritorna in Villetta con Ospiti, diretto da Ivano De Matteo, scritto da Ivano De Matteo e Valentina Ferlan e distribuito nei cinema nel gennaio 2020.
La famiglia Tamanin, composta dal padre Giorgio (Marco Giallini), dalla madre Diletta (Michela Cescon) e da due figli, è tra le più ricche nella provincia veneta grazie a una florida società vinicola. Ma dietro la loro facciata di perfezione, si nascondono sporchi segreti, come i tradimenti extraconiugali di Giorgio e l'insoddisfazione di Diletta, spesso sola e che organizza attività ricreative in città per avere qualcosa da fare.
La loro vita cambia drasticamente quando, durante una notte, Diletta ode strani rumori in casa e prenderà una decisione che risulterà drammatica non solo per tutta la famiglia Tamanin, ma per l'intera comunità.
Il film si divide in maniera distinta in due parti. La prima serve a presentare i vari personaggi, facendoci subito capire che ci troviamo di fronte a personalità negative, in tutto e per tutto. Persone che chi vive in provincia e non solo magari ha conosciuto in passato. Il medico indolente, il carabiniere ricattatore, l'imprenditore corrotto e fedifrago, il prete che rinuncia di nascosto al suo voto di castità.
Il film vuole subito che noi prendiamo le distanze da queste persone e cerchiamo un minimo di empatia con la protagonista femminile, la quale pare vivere in una sorta di girone infernale, essendo anche non compresa dai suoi figli.
Ma poi giunge la seconda parte, quella di stampo più teatrale - in quanto si svolge in un solo ambiente e basa il tutto sui dialoghi. Quella dove, a seguito di un tragico evento, tutti quei difetti, tutti quei peccati, tutta la corruzione viene a galla. Non tramite complicate scene d'azione, ma più semplicemente mettendo a nudo le anime dei protagonisti di fronte al fatto compiuto.
E quelle persone, così abili a nascondere agli altri la loro vera natura, devono fare di tutto ora per preservare quel loro personale angolo di paradiso. Un paradiso dove altre persone vengono sfruttate e sottopagate e dove è del tutto assente l'empatia.
Ci piacerebbe pensare che cose del genere possano insegnare una lezione, ma le suddette persone sono cieche di fronte anche all'evidenza e quindi agiscono guidati da quegli stessi dettami che li hanno fatti precipitare in quella drammatica situazione.
Quindi alla fine costoro continueranno a vivere in quel finto angolo di paradiso di cui si sono accerchiati, ma sempre più consapevoli di essere precipitati all'inferno.

sabato 25 novembre 2023

Italians do it better? 30: Smetto Quando Voglio (2014)


Il cinema italiano in passato è sempre stato abile a ricreare e rinnovare i generi cinematografici portati al successo dal cinema americano e dar loro nuova linfa.
Molti ricordano ad esempio i cosiddetti "spaghetti western", ma vi è stato anche il peplum e i thriller all'italiana, coi titoli che contenevano nomi di svariati animali.
Certo oggi risulta più difficile ricreare il cinema americano, i cui blockbuster comportano ingenti somme di denaro, mentre il cinema italiano si è ormai messo alle spalle quella tradizione "artigianale", ma difficilmente investe grandi capitali in una pellicola.
Poi però ci sono le eccezioni. Come Smetto Quando Voglio, diretto da Sydney Sibilia, scritto da Sydney Sibilia, Valerio Attanasio e Andrea Garella e distribuito nei cinema nel febbraio 2014.
Pietro Zinni (Edoardo Leo) è un brillante insegnante e scienziato che però - a causa della crisi economica - ha un lavoro precario presso l'università di Roma La Sapienza, cosa che non consente a lui o alla moglie Giulia (Valeria Solarino) di avere una vita agiata nonostante le loro indubbie qualità.
Quando una sua ricerca non ottiene i fondi necessari, Pietro viene licenziato, ma decide di tenere la cosa nascosta alla compagna. Per trovare in modo semplice del denaro sfruttando le sue conoscenze, Pietro Zinni utilizza un vuoto legislativo per cui le droghe non espressamente elencate come tali dal Ministero della Salute risultano commerciabili. Si chiamano smart drugs.
Inizia dunque a sviluppare una nuova sostanza stupefacente, tuttavia per questo avrà bisogno dell'aiuto di altri ex compagni universitari che, come lui, hanno una vita spiantata. Ma le conseguenze di questa decisione saranno davvero impreviste.
Come ricreare il cinema americano inserendolo in un contesto italiano. Ecco un buon esempio. Prendendo come riferimento sia alcuni saghe d'azione che soprattutto un telefilm come Breaking Bad, ma non dimenticando nemmeno i capolavori del neorealismo italiano e le pellicole di Carlo Verdone, Smetto Quando Voglio sviluppa poi un proprio percorso personale.
Un percorso che lo porta a essere inquadrato alla perfezione nel contesto italiano. A partire dai protagonisti, i quali riflettono una situazione molto presente nella società di dieci anni fa e forse oggi addirittura peggiorata. Ovvero i laureati, le persone con competenze, che faticano a trovare un lavoro che rifletta le capacità che hanno acquisito e, per sbarcare il lunario, devono ripiegare su mansioni per loro meno soddisfacenti.
Conseguenze della crisi economica, la quale si riflette nelle scelte che i protagonisti compiono. Ovviamente "estremizzate" per ragioni di trama. Italiani fino in fondo, che cercano di sdrammatizzare anche le situazioni più pericolose per strappare una risata allo spettatore. Personalità oserei dire abbastanza borderline, allo stesso tempo funzionali alla storia che viene narrata.
Il tutto sullo sfondo di una Roma che alterna luci e ombre, viva come non mai e dove si annidano impensabili criminali. Tanto che una delle attrattive alla fine è vedere Neri Marcorè come versione italiana di Gus Fring.

venerdì 24 novembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Do A Powerbomb!


Il wrestling. La soap opera per adulti (questo termine non è mio). Forse davvero solo nella società statunitense, la quale vive anima e corpo col concetto di entertainment, potevano trovare spazio e gloria un tipo di spettacolo dove due o più lottatori si affrontano su un ring, lanciandosi finte minacce ai microfoni, attornianti da un pubblico adorante, e con un risultato predeterminato fin dall'inizio.
Eppure, questa soap opera infinita, come i fumetti seriali, continua a mietere successi, anno dopo anno. Infinita come i fumetti, appunto, strano che nessuno li abbia ancora uniti. O meglio, li avesse.
Ci ha pensato infatti Daniel Warren Johnson, con la miniserie di sette numeri da lui scritta e disegnata Do A Powerbomb! pubblicata nel 2022 da Image Comics.
Yua Steelrose è una delle più grandi lottatrici di wrestling di sempre, ma il destino colpisce quando - durante uno scontro col suo acerrimo nemico sul ring Cobra Sun - muore a causa di una manovra sbagliata di quest'ultimo.
Al drammatico evento assiste Lona, la figlia della lottatrice, che nei successivi dieci anni cerca di seguire le orme della madre allenandosi duramente, contro il parere del padre.
A Lona si presenta un'opportunità unica quando Necroton, un negromante, la invita a un torneo di wrestling extradimensionale dove il vincitore avrà la possibilità di far tornare in vita una persona di sua scelta.
C'è una sola controindicazione. Il torneo è per coppie di lottatori. E Lona ha un solo possibile partner a cui rivolgersi: Cobra Sun.
In Murder Falcon, Daniel Warren Johnson partiva dal suo amore per la musica per andare a parlare poi di tematiche più universali, come il concetto di amicizia e l'accettazione della malattia.
In Do A Powerbomb! adotta lo stesso metodo. Solo in apparenza è una storia sul wrestling, ed è una bella apparenza poiché le coreografie di lotta sono spettacolari e si vede che dietro c'è stato un lavoro di ricerca. E nel farlo c'è quell'uso stupendo e unico delle onomatopee che solo questo autore è in grado di impiegare.
Ma il tema principale della storia in realtà sono i rapporti familiari. Quelli tra genitori e figli, a volte idilliaci, a volte complicati e conflittuali. Soprattutto quando c'è un lutto che separa le persone come un muro invalicabile. Come nel caso di Lona Steelrose e suo padre, su cui si proietta l'ombra di Yua, la cui morte ha avuto un impatto profondo per entrambi (e su questo scopriremo due incredibili retroscena) e li ha divisi. Ma non per sempre.
Il torneo organizzato da Necroton diventa infatti anche l'occasione per i due di riavvicinarsi, di parlare dopo tanti anni a cuore aperto l'una nei confronti dell'altro e mettere a nudo le loro paure e insicurezze. Per giungere infine all'accettazione della grave perdita subita.
Perché ricordate, Daniel Warren Johnson non è necessariamente un autore da lieto fine, ma nemmeno uno che vuole proiettare pessimismo a tutti i costi sui lettori. A volte la realtà sa essere dura e spietata e a volte occorre saperla accettare, come un forte colpo incassato sul ring. Un colpo che, purtroppo, non è mai predeterminato.

giovedì 23 novembre 2023

Netflix Original 169: Close


Si sa, i film action fino a qualche tempo fa erano territorio (quasi) esclusivamente maschile. Eroi muscolosi, tutti di un pezzo, semi-indistruttibili, che compivano azioni eroiche che sfidavano le leggi della fisica e della logica.
Ma col tempo qualcosa è cambiato. Col tempo si è riusciti a dimostrare che si può costruire una buona trama di un film d'azione anche attorno a un personaggio femminile. Come ad esempio avvenuto con Lisbeth Salander, la protagonista della trilogia Millennium.
E la stessa attrice che la interpreta ritorna in Close, diretto da Vicky Jewson, scritto da Vicky Jewson e Rupert Whitaker e distribuito su Netflix a partire dal 18 gennaio 2019.
Sam Carlson (Noomi Rapace) è una guardia del corpo con grande esperienza la quale viene incaricata di proteggere Zoe Tanner (Sophie Nélisse), giovane figlia di un industriale che ha appena ereditato l'intero e ingente patrimonio di famiglia.
Qualcosa che fa gola a molti criminali, ma dietro gli attacchi c'è un complotto molto più esteso. E toccherà a Sam Carlson risolvere questo mistero, mentre per la prima volta dopo tanto tempo sembra aver trovato una persona che comprende i suoi tormenti.
Siamo dalle parti dell'action più puro. Sparatorie, inseguimenti in auto, una personalità importante da proteggere a tutti i costi, una protagonista con un tragico passato alle spalle - che ovviamente scopriremo man mano - e chiaramente scene di lotta a profusione.
Solo che stavolta non vediamo John McClane o Robert McCall ergersi contro la minaccia, bensì una loro versione femminile che risulta essere alla pari dei suoi "colleghi", senza che abbia bisogno di alcun aiuto.
Questo fatto viene ovviamente sottolineato di tanto in tanto, per far vedere che qui vi è un genere di eroina diversa dal solito (che poi non è così, l'attrice stessa lo ha dimostrato nella Trilogia Millennium), ma tocca infine allo spettatore giudicare se questo diventi a un certo punto invadente.
Di certo le protagoniste sono tutte donne ed entrano a gamba tesa in un mondo dominato dagli uomini, dimostrando di essere loro pari e in certi punti superiori. Tanto che infatti il film si ispira alla vera vita di una bodyguard di nome Jacquie Davis, che per trent'anni ha esercitato questa professione dovendo sgomitare per inserirsi in un ambiente lavorativo che prima del suo arrivo era composto da soli uomini.
Comunque non vedrete istanze sociali portate avanti da questa pellicola, semplicemente si limita a sviluppare una trama ben consolidata - prevedibile, anche, con tutto il rispetto - con relativo sviluppo dei personaggi lungo la via.
Come detto non è una novità assoluta, ma di sicuro è qualcosa che vedremo sempre più spesso ripetersi nel tempo.

mercoledì 22 novembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Il Commissario Spada - Il Caso della Freccia


Ci sono state le saghe brevi, le saghe suddivise in più capitoli e ora Gianluigi Gonano e Gianni De Luca fanno vivere al Commissario Eugenio Spada la prima lunga saga continuativa della sua epopea.
Con un nuovo volto e di ritorno dal Marocco a seguito degli eventi di Un Uomo di Fegato, il Commissario ritorna nell'ombrosa e natia Milano per indagare su un curioso mistero. Il mistero noto come Il Caso della Freccia, pubblicato nel 1972 in ben 18 puntate nei numeri dal 4 al 21 de Il Giornalino.
Viene ritrovato un cadavere poco fuori Milano. La particolarità è che è stato ucciso con una freccia scagliata da un arco che lo ha trafitto alla schiena. Il Commissario Spada intuisce che questo omicidio potrebbe essere collegato a una recente sparizione di due giovani di nome Tino Fantin e Patrick.
Costoro avevano abbandonato le loro famiglie per andare a vivere in una comune nota come Città del Sole e da lì se ne erano perse le tracce. L'epilogo potrebbe rivelarsi più drammatico del previsto.
La saga viene pubblicata all'inizio del 1972, circa tre anni e mezzo dopo le proteste studentesche del 1968 e l'emergere - anche nel nostro paese - della cultura hippy. Gonano e De Luca riflettono nella storia questi cambiamenti della società, ma non si limitano solo a questo.
Uno dei temi trattati è infatti la distanza che vi è tra figli e genitori (un padre in questo caso, dopotutto era ancora una società prettamente patriarcale quella del 1972), un'incapacità di comunicare che porta i figli ad avere un atteggiamento ribelle, mentre invece i genitori li vorrebbero inquadrati nel loro personale modello di società.
Il padre di Fantin ad esempio è un industriale e già si era prefisso un futuro dove il figlio entrava in azienda, senza chiedere il suo parere. Come vedete, ci sono certe cose che rimangono costanti nel tempo.
Questo porta a una sorta di alienazione dei due ragazzi, con effetti diversi per entrambi, i quali sembrano trovare un'oasi di pace nella comune, laddove incontrano altri reietti della società come loro. Ma si sa che anche gli angoli di paradiso presentano le loro zone infernali.
Gonano e De Luca, il quale realizza scene di composizione bellissime e sfrutta le didascalie in maniera intelligente facendole divenire parte della storia stessa, non trattano dunque questo tema come dei "boomer" (perdonatemi il termine) e cercano di capire le ragioni di questa distanza morale e sociale che ha investito davvero l'Italia dell'epoca.
Una distanza che, sotto diverse forme, spesso si ripresenta, dettata da una differente visione della realtà che due diverse generazioni hanno.
Nell'analizzare questo tema, il Commissario Spada diventa perciò quasi un comprimario, un osservatore esterno che spesso scompare dalle scene anche, poiché si vuole narrare la caduta nell'inferno dei due ragazzi.
Stavolta non c'è un lieto fine, stavolta non c'è Tex Willer che mette tutto a posto. Qui ci sono degli uomini e i loro travagli. E a volte gli epiloghi sono tragici.

martedì 21 novembre 2023

Netflix Original 168: IO


Cosa accade dopo La Fine? Semplice. Si verificano gli scenari post-apocalittici dove l'umanità è ridotta allo stremo, sulla via dell'estinzione, e deve trovare un modo, anche in questo disperato contesto, di sopravvivere.
Tanti sono i mondi futuri post-apolicalittici che il cinema ha descritto, da Mad Max passando per The Road e arrivando a Bird Box. E ora in questa categoria si inserisce anche IO, diretto da Jonathan Helpert, scritto da Will Basanta, Clay Jeter e Charles Spano e distribuito su Netflix a partire dal 18 gennaio 2019.
Col progressivo inquinamento dell'atmosfera terrestre, l'umanità è stata costretta a emigrare su una stazione spaziale sita vicina a Io, satellite di Giove. Tra le poche persone rimaste sulla Terra, convinta che possa essere ancora salvata, vi è Sam Walden (Margaret Qualley), figlia di un celebre scienziato che invano provò a convincere l'umanità a non partire per lo spazio.
Ora, però, un nuovo pianeta abitabile è stato individuato e vi è un'ultima spedizione che può salvare Sam. In questo scenario, la donna si imbatte in Micah (Anthony Mackie), uno dei pochi che ha seguito il consiglio del padre di Sam. Il tempo però è agli sgoccioli e i due dovranno decidere se partire o provare a salvare la Terra, se davvero c'è speranza per questo.
Ci troviamo di fronte allo scenario post-apocalittico più classico che vi sia. Una drammatica crisi ambientale che ha reso ormai deserto il pianeta, pochi esseri umani sono rimasti sulla superficie e vi è una flebile speranza di salvezza e forse nemmeno quella. E il focus si concentra su una ragazza che porta avanti la fiera convinzione del padre a tutti i costi, contro ogni pronostico e dato scientifico.
Da qui si innesta una storia che tratta i temi dell'amore come concetto universale, del bisogno di sopravvivenza e del desiderio dell'essere umano di lasciare un segno lungo il proprio passaggio. Nel caso di Sam Walden, dimostrando che la teoria del padre è valida, nonostante ormai tutta l'umanità con poche eccezioni abbia ormai abbandonato la Terra e non potrà più tornarvi.
Gli attori presenti sulla scena sono davvero pochi, tre in tutto, e quindi molta della trama è incentrata sui dialoghi e sulla scoperta di un mondo in apparenza morente, che tuttavia ha ancora molte bellezze da offrire. Come l'arte e la bellezza, capaci di resistere al tempo e all'oblio.
Alla fine non vedrete nulla che non sia già stato visto altrove e ho come avuto la sensazione che in alcuni passaggi non sapessero cosa inventarsi per mandare avanti la trama fino all'epilogo, ma nel complesso il risultato finale è accettabile.
Aspettiamo dunque con fiducia il prossimo scenario post-apocalittico.

lunedì 20 novembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Fear Agent - Colpo Basso


Dopo lo sguardo nel passato visto in L'Ultimo Addio, la serie Fear Agent ideata da Rick Remender e pubblicata dalla Dark Horse entra nella seconda e ultima metà del suo percorso narrativo.
E lo fa partendo con una nuova saga intitolata Colpo Basso (Hatchet Job), la quale viene pubblicata nel 2008 nei numeri dal 17 al 21 della serie e realizzata graficamente da Jerome Opeña.
Heath Huston va in missione insieme a Keith, il nuovo marito della ex compagna Charlotte, su un pianeta che risulta disabitato. La realtà si rivela però ben diversa e i due uomini dovranno mettere da parte le loro divergenze per salvare le loro rispettive vite, mentre Heath Huston viene a conoscenza di un incredibile segreto.
Contemporaneamente, Mara - in missione con Charlotte - rischia il tutto per tutto per vendicarsi di un criminale terrestre che mandò a morire la sua famiglia durante l'invasione aliena e per questo è disposta anche a tradire i suoi alleati.
Col superamento del metaforico giro di boa, la serie inizia a raccogliere quanto seminato in precedenza e a tessere le fila delle varie trame, sia per quanto riguarda il passato che il tormentato presente unendo i due periodi temporali.
Abbiamo ormai appurato che questa testata è costellata di elementi negativi, personalità che - devastate dal conflitto con gli alieni e dalle perdite che hanno dovuto subire - reagiscono con altrettanti, terribili atti di violenza e uccisione. Dopo Heath Huston, infatti, anche Mara, presente sin dalla prima saga, mostra il suo lato oscuro.
Come detto in precedenza, questa appare come una metafora degli Stati Uniti post-11 settembre, una ferita ancora fresca quando la serie esordì sul mercato, i quali iniziarono la loro "esportazione della democrazia" con mezzi discutibili, se vogliamo dirla così.
Lo sceneggiatore è stato abile, col passare dei numeri, ad attuare un deciso cambio di prospettiva. In principio sembrava che i protagonisti fossero dei perdenti, persone segnate dalla vita che ritrovavano una ragione per combattere e una nuova speranza. In realtà una ragione non l'hanno mai avuta: Heath Huston e Mara sembrano porsi come coloro che hanno da offrire solo il peggio dell'umanità.
E la speranza l'hanno persa da tanto tempo, come ci è apparso ben chiaro in queste ultime due saghe.
Rimane dunque da capire se vi possa essere qualche tipo di salvezza per loro. O addirittura redenzione, Per Mara pare proprio di no, mentre Heath è sempre in bilico tra il crollo emotivo e l'oblio. E pare quasi uno scherzo del destino che l'unico che possa salvarlo è Charlotte, la perduta ex moglie e sua ancora di salvezza.

domenica 19 novembre 2023

Italians do it better? 29: Si Muore Solo Da Vivi (2020)


Tra il 20 maggio e il 3 giugno del 2012, si verificano forti scosse di terremoto nella regione dell'Emilia Romagna, in particolar modo nella provincia modenese. Oltre a causare gravi e ingenti danni a numerosi edifici e aziende, non mancano purtroppo anche le vittime di questo evento sismico.
Partendo da questo contesto storico, si sviluppa il film Si Muore Solo da Vivi, diretto da Alberto Rizzi, scritto da Alberto Rizzi e Marzo Pettenello e distribuito nei cinema nel giugno 2020.
Orlando (Alessandro Roja) un tempo era il cantante di una band molto attiva e apprezzata nella zona del modenese, che però a un certo punto si è sciolta per divergenze artistiche e personali prima di poter concludere importanti contratti discografici.
A seguito di questo, Orlando diventa uno spiantato che vive in una baracca, non ha voglia di lavorare e il cui sostentamento è fornito dalla famiglia. Una situazione di depressione causata anche dal fatto che la fidanzata Chiara (Alessandra Mastronardi) decide di lasciarlo.
Quando un tremendo terremoto colpisce la zona in cui Orlando vive, l'azienda del fratello e della cognata rimane distrutta e loro muoiono sotto le macerie.
Dovendo ora occuparsi di loro figlia, Angelica (Annalisa Bertolotti), Orlando deve maturare e trovare un lavoro prima che intervengano i servizi sociali. E la cosa migliore da fare è rimettere insieme i componenti della band musicale, sempre che loro siano d'accordo.
La trama è ormai consolidata. Uno sconfitto dalla vita, che non intende reagire, il quale si ritrova all'improvviso, a seguito di una tragedia, a dover divenire una persona responsabile per forza maggiore e improvvisa determinazione.
Il terremoto avvenuto in Emilia Romagna nel 2012 diviene dunque quell'evento dalle conseguenze drammatiche che viene poi messo da parte per concentrarsi sulla rinascita morale e sociale del protagonista, il quale ricrea il mondo in apparenza perfetto che lo circondava prima che decidesse di distruggere tutto con le sue stesse mani.
Quindi ecco lui che ricostituisce la band e ricrea le amicizie perdute, ecco lui che ritrova l'amor perduto e corona il suo sogno. Ed ecco infine lui che diviene infine una persona matura dando un futuro alla nipote e in senso lato riscattando anche la memoria dei familiari perduti.
Tutto molto rassicurante, insomma, e in più punti prevedibile, compresi gli inevitabili momenti di crisi. E che punta su temi su cui si può compiere questo tipo di retorica senza troppi problemi, come l'amicizia, la famiglia e il matrimonio.
Recitazione molto di maniera. Non insufficiente, eh, ci mancherebbe altro. Ma quando quella che si impegna di più è la ragazza che interpreta la nipote, qui alla sua prima prova da attrice, o Amanda Lear e Red Canzian che fanno dei cameo in cui interpretano sostanzialmente loro stessi, qualche domanda sorge.

sabato 18 novembre 2023

Prime Video Original 80: Quella Notte a Miami


Abbiamo già visto Cassius Clay e Malcolm X divenire soggetti di famosi biopic. Dopotutto le loro vite sono state così particolari e straordinarie che non poteva essere diversamente. Ecco dunque il film su Malcolm X del 1992, interpretato da Denzel Washington e diretto da Spike Lee, e il meraviglioso Ali del 2001, diretto da Michael Mann, dove a interpretare il pugile vi era Will Smith.
E ricorderete di certo che in quest'ultima pellicola vi era anche Malcolm X, con le fattezze stavolta di Mario Van Peebles. Questo perché i due sono stati grandi amici e hanno rappresentato voci forti e importanti per la comunità afroamericana e musulmana degli Stati Uniti negli anni '60 del ventesimo secolo.
Ma altre importanti figure vi sono state in quello stesso periodo. Ed ecco dunque sia Cassius Clay che Malcolm X ricomparire in Quella Notte a Miami, diretto da Regina King, scritto da Kemp Powers e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 15 gennaio 2021.
Febbraio 1964: Dopo che Cassius Clay (Eli Goree) è diventato campione del mondo dei pesi massimi sconfiggendo Sonny Liston, lui, Malcolm X (Kingsley Ben-Adir), il campione di football Jim Brown (Aldis Hodge) e il cantante soul Sam Cooke (Leslie Odom Jr.) si incontrano in una stanza di hotel ben sorvegliata per festeggiare la vittoria del pugile.
Quella che si prospetta un'allegra serata di celebrazione, pur in un contesto sociale dove vige ancora la segregazione, diventa ben presto motivo per i quattro di confrontarsi - anche a viso aperto - su varie tematiche quale il razzismo imperante dei bianchi e su come la comunità afroamericana possa reagire.
Ci troviamo di fronte a una pellicola dall'impianto decisamente teatrale... e infatti l'opera di riferimento è proprio una pièce teatrale scritta dal medesimo sceneggiatore - partendo da un fatto storico realmente accaduto, anche se ovviamente nessuno può confermare che le cose siano andate in quel modo - e andata in scena nel 2013.
Quindi per un buon 80, ma diciamo pure 90%, il film è costellato di lunghi dialoghi e botta e risposta tra i vari personaggi, confinati in uno spazio ben definito, ovvero la stanza di hotel e il terreno intorno. Dialoghi che appunto riflettono la situazione storica dell'epoca passata, seppur in alcuni punti pare cogliere qualche eco di quella attuale, coi movimenti Black Lives Matter e le forme di razzismo odierno.
L'argomento principale diventa dunque come possano gli afroamericani lasciare un segno nella società e reagire alle ingiustizie che subiscono. Compito che dovrebbero portare avanti soprattutto le persone in vista, come i campioni dello sport o gli apprezzati cantanti, la cui voce è più sentita dalla comunità tutta. Ma non mancano aneddoti e scene che mettono in mostra il lato umano dei quattro protagonisti, in particolar modo i due finora mai apparsi in biopic.
Tra i vari personaggi storici qui presenti, spicca in particolar modo Malcolm X, colui che ha più linee di dialogo e verso cui si concentra l'interesse dello sceneggiatore e della regista, il che non significa necessariamente che ne condividano le idee.
E forse è inevitabile che sia così, poiché quella di Malcolm X diventa la figura di colui che si espone in prima linea e paga sulla propria pelle per le proprie scelte, venendo infine ostracizzato da quella stessa comunità musulmana per cui si è esposto inizialmente. E divenendo infine una sorta di martire.
L'attore di riferimento non cerca di copiare Denzel Washington o Mario Van Peebles, cercando di dare una propria visione di questa personalità, mentre invece l'interpretazione di colui che interpreta Cassius Clay si rifà pesantemente a quella di Will Smith, a sua volta ispirata alla personalità del vero Muhammad Alì.
Può essere dunque l'occasione per vedere o rivedere i due biopic sopracitati.

venerdì 17 novembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Il Commissario Spada - Un Uomo di Fegato


A seguito degli eventi de L'Incidente, il Commissario Eugenio Spada, personaggio creato da Gianluigi Gonano e Gianni De Luca, ha ora un nuovo volto dopo aver subito un intervento di chirurgia plastica. Ma questo non vuol dire che le sue avventure siano finite.
Infatti, continuando direttamente dagli eventi della storia sopracitata, giunge Un Uomo di Fegato, pubblicato nel 1971 su Il Giornalino, nei numeri dal 25 al 29.
Il Commissario Spada, il figlio Mario e Paola Viotti - in Marocco per via di quanto accaduto al termine della saga precedente - prendono un aereo che farà scalo a Lisbona per poter tornare in Italia.
Durante il volo, fanno la conoscenza di un insolito personaggio di nome Simeone Markovich, il quale per i suoi strani atteggiamenti suscita nel commissario alcuni sospetti. Sospetti che tuttavia devono essere messi da parte in quanto poco dopo dei terroristi cercano di dirottare il volo in partenza da Lisbona che deve far tappa in Italia. Spetta dunque a Eugenio Spada sbrogliare la matassa.
È giusto e inevitabile che a seguito di una lunga saga che ha modificato in maniera profonda lo status quo ci sia una sorta di intermezzo, un racconto interlocutorio - o così almeno in apparenza - che tiri in un certo senso le fila del suddetto nuovo status quo e prepari il terreno per le storie future.
In tal senso, Un Uomo di Fegato appare come una sorta di epilogo della saga precedente, partendo dal punto esatto in cui ci si era fermati e narrando una sorta di Nostoi, di ritorno a casa dell'eroe che si rivela non privo di insidie.
Ecco dunque una trama a metà tra il thriller e l'azione, ma non manca neanche la detective story a ben vedere.
Gianni De Luca compie il suo dovere se non di più, ritraendo in maniera perfetta quelli che erano gli interni di un aereo come apparivano cinquanta anni fa e fornendo anche un'accurata planimetria. Non dobbiamo mai scordare che ci troviamo di fronte per certi versi a una sorta di trattato sulla storia recente. E vi era sempre un intento pedagogico verso i principali lettori della rivista.
Oltre a questo, tuttavia c'è poco da dire. A quanto pare, dovremo leggere le ulteriori, successive storie per vedere quali altre avventure o sventure dovranno vivere Eugenio Spada e suo figlio.

giovedì 16 novembre 2023

Netflix Original 167: Soni


Si dice, e sfortunatamente ce ne sono prove un po' ovunque, e a volte ne siamo noi diretti o indiretti testimoni, che le donne facciano più fatica a imporsi su un luogo di lavoro, ancor di più se quel luogo di lavoro per molto tempo è stato appannaggio prevalentemente degli uomini, come ad esempio le forze di polizia.
La società, tuttavia, sta cambiando e col progressivo avanzare delle generazioni è probabile che tale disparità si attenui. Ma nel frattempo uno sguardo su una nazione coinvolta da questa problematica ce lo offre Soni, diretto da Ivan Ayr, scritto da Ivan Ayr e Kislay e distribuito su Netflix a partire dal 18 gennaio 2019.
Soni (Geetika Vidya Ohlyan) lavora per il corpo di polizia di Nuova Delhi, occupandosi principalmente di crimini legati alla sfera sessuale e al traffico di stupefacenti. La sua vita si divide tra gli impegni lavorativi, le frequenti visite della madre e gli imbarazzanti tentativi di riavvicinamento dell'ex marito.
Pur essendo una poliziotta stimata, Soni ha un temperamento fumantino e più di una volta malmena alcuni criminali che la prendono a male parole, cosa che mette spesso in difficoltà anche la sua diretta superiora Kalpana Ummat (Saloni Batra).
Nonostante le loro divergenze, tuttavia, le due stringono un forte rapporto di stima e amicizia, cosa che le metterà contro i loro colleghi superiori uomini.
Più che un film, questo ha più l'aria di essere una sorta di documentario/reality incentrato sulle donne poliziotto dell'India e di Nuova Delhi in particolare, dove a quanto pare il tema della disparità lavorativa e delle avances sessuali durante i turni lavorativi è molto sentito e di grave livello.
Infatti non c'è una vera e propria trama che si evolve. Semplicemente vediamo le due protagoniste che parlano coi loro familiari, si occupano di prendere in carico delle denunce di molestie, discutono tra loro in merito a dei casi e a come vengono trattati, si occupano delle faccende di casa e così via.
E soprattutto bevono thè. Bevono tantissimo thè. Il thè in questo film è come il whisky nelle pellicole che vedono protagonisti poliziotti americani.
Sembra proprio di scrutare in maniera indiscreta nelle vite delle due donne e delle persone che ruotano intorno  a loro, tanto che ogni scena o è un lunghissimo piano sequenza che dura anche svariati minuti oppure vi è la telecamera fissa che riprende i personaggi mentre parlano tra loro, anche qui per svariati minuti.
Come se assistessimo a scene di vita ordinaria delle forze di polizia. Una impostazione decisamente teatrale, quindi un plauso agli attori - che ovviamente non conosco - per saper tenere la scena per così tanto tempo.
Sullo sfondo, vediamo una Nuova Delhi flagellata dalla criminalità e dalla corruzione, a cui spesso anche le autorità del luogo devono inchinarsi. Ma certe donne, come Soni e Kalpana, hanno una visione della vita differente e una marcia in più. Resta da vedere se pagheranno in qualche modo queste loro scelte.

mercoledì 15 novembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Godzilla - Il Più Grande Mostro della Storia


Siamo abituati a vedere Godzilla affrontare altri mostri, intervenendo senza volerlo in favore dell'umanità. A volte per lui la vittoria è facile, a volte meno semplice. Talvolta vi possono essere anche due avversari che lo affrontano in contemporanea ma, essendo lui il Re dei Mostri, riesce sempre a trionfare.
Ma cosa accade quando Godzilla deve combattere tutti i mostri da lui sconfitti in passato nello stesso momento? Ci dà una risposta la maxiserie in tredici numeri Il Più Grande Mostro della Storia (History's Greatest Monster), pubblicata dalla IDW tra il 2014 e il 2015, scritta da Duane Swierczynski e disegnata da Simon Gane.
All'improvviso, Godzilla e tutti gli altri mostri che l'umanità ha dovuto affrontare in passato riemergono dall'oblio, iniziando a devastare varie città. Mentre i governi mondiali brancolano nel buio, un uomo decide di passare al contrattacco. Il suo soprannome è Boxer, è un ex soldato e ha un conto in sospeso col Re dei Mostri da quando costui - durante una delle sue scie di distruzione - ha causato la morte di sua figlia.
Per cancellare Godzilla e gli altri mostri dall'esistenza, Boxer raduna a sé dei suoi ex alleati, stringendo accordi coi vari governi per avere i mezzi necessari a eliminare i mostri. I primi sforzi sembrano coronati da successo, ma la vera minaccia sta per arrivare.
Nel cinema sono frequenti i blockbuster, pellicole dominate dall'azione e dagli effetti speciali volti a catturare la più ampia fascia di pubblico con trame dirette e relativamente semplici. Questa maxiserie può essere considerata una sorta di blockbuster fumettistico.
Innanzitutto per i protagonisti, Boxer e il suo gruppo, ognuno di loro con la psicologia tagliata con l'accetta (Boxer l'ex soldato dal passato travagliato e con una famiglia disastrata alle spalle, mentre accanto a lui vi sono la donna cazzuta e pure genio della tecnologia, il figlio ribelle, la scienziata nerd).
E poi per la trama in sé, la quale non è altro che una serie continua di scene di azione e di battaglie tra mostri, con minacce che diventano ad ogni capitolo sempre più insidiose.
Però alla fine questa storia si pone in quell'ambito di prodotti che non si pongono certo l'obiettivo di trattare temi delicati o approfondire i personaggi. Quindi non è che ci sia molto da dire in merito. Si tratta di una storia di puro e sano divertimento, da leggere magari mangiando dei popcorn, come accade coi blockbuster appunto.
Tuttavia mi raccomando, non disturbate il lettore che è accanto a voi col vostro sgranocchiare.

martedì 14 novembre 2023

Prime Video Original 79: Brittany Non Si Ferma Più


Si è già sottolineato come il problema dell'obesità sia molto sentito negli Stati Uniti - anche se in questi ultimi anni è un tema che sta diventando sempre più attuale ovunque. Un tema che porta con sé anche un discorso di accettazione, sia da parte della persona coinvolta che delle altre persone.
Perché è semplice a parole affermare:"Non ti curar di loro, ma guarda e passa", poi però quegli sguardi muti di disapprovazione non tutti sono in grado di sostenerli.
Abbiamo già visto questo argomento trattato in Voglio una Vita a Forma di Me e ritorna in Brittany Non Si Ferma Più, scritto e diretto da Paul Downs Colaizzo e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 23 agosto 2019.
Brittany Forgler (Jillian Bell) è una ventottenne newyorchese in sovrappeso che cerca di strappare una risata a ogni persona che incontra, ma molti altri invece la trattano con indifferenza, non aiutandola nemmeno a farsa salire sulla metropolitana mentre si stanno chiudendo le porte.
A seguito di una visita di controllo, a Brittany viene detto che deve perdere peso per evitare complicazioni di natura fisica e psicologica e il modo migliore per ottenere questo risultato è fare del moto. Non potendo pagarsi una palestra, la donna comincia a frequentare gruppi di runner dilettanti.
Dopo la fatica iniziale, Brittany diviene discretamente versatile nella corsa a livello amatoriale e si pone un obiettivo ambizioso: partecipare alla Maratona di New York e riuscire a tagliare il traguardo.
Con questo film, il regista e sceneggiatore si ispira alla vera storia di una sua amica che si era posta lo stesso obiettivo di Brittany per raccontare una storia motivazionale più ampia sui temi dell'accettazione e dell'amicizia.
Brittany Forgler è infatti la classica ragazza insicura che maschera questo suo atteggiamento con sorrisi e battute nei confronti degli amici e degli estranei, ma dentro di sé si sente sola e soffre per la sua condizione e il fatto di circondarsi in principio di amici non affidabili non la aiuta.
Il dover fare i conti col proprio peso diventa dunque la molla di cui ha bisogno per affrontare queste sue insicurezze e paure, di cui scopriremo anche la causa scatenante. Correre per intero la Maratona di New York, dunque, è quell'ostacolo da superare con cui ci si convince che poi le cose andranno meglio, ma non è così semplice.
Il film sottolinea anche come sia importante saper accettare l'aiuto dei propri amici, quelli veri. Poiché certe difficoltà non possono essere affrontate da soli e a volte occorre qualcuno che ti dica anche dove stai sbagliando e da cui non ci si deve allontanare. Certo non è semplice, in quanto chiedere aiuto implica l'ammettere che sei in difficoltà, e la protagonista a un certo punto sbaglierà profondamente su questo, ma è anche necessario.
E dare e ricevere buoni sentimenti è sempre la medicina migliore, perché alla fine non è fondamentale riuscire a tagliare il traguardo. L'importante è avere al proprio fianco lungo il percorso - fisico e morale - dei veri amici che ci sostengano e ci dicano di non arrendersi.

lunedì 13 novembre 2023

Netflix Original 166: Un'Ultima Risata


Lo stand-up comedy è un one-man show da sempre predominante negli Stati Uniti, ma anche in Inghilterra, dove un comico sale su un palco (teatrale o televisivo) e mette in scena una serie di battute più o meno politicamente scorrette (di questi tempi, meno). Un format che anche in Italia hanno provato a replicare in alcuni show televisivi.
Una tradizione che va avanti da decenni, ormai, e che ha sfornato decine di comici da palcoscenico, ognuno con le proprie peculiarità, i quali hanno poi anche trovato la via del cinema. Uno dei più celebri e storici è Chevy Chase, uno dei protagonisti di Un'Ultima Risata (The Last Laugh), scritto e diretto da Greg Pritikin e distribuito su Netflix a partire dall'undici gennaio 2019.
Al Hart (Chevy Chase) è stato uno dei più importanti manager di attori comici della storia, ma ormai non ha più alcun cliente e sta invecchiando. La figlia lo convince dunque a trasferirsi in una casa di riposo.
Qui Al Hart ritrova il suo primo assistito, Buddy Green (Richard Dreyfuss), un comico con grandi potenzialità che però si è ritirato dalle scene cinquant'anni fa per ragioni non chiare.
Non volendo ancora arrendersi al tempo che passa, Al Hart riesce a convincere Buddy Green a fare un tour lungo alcune città degli Stati Uniti, per portare avanti quella carriera mai sbocciata tanto tempo fa. Buddy Green accetta e il viaggio sarà un'occasione per entrambi per riscoprire sé stessi.
Siamo di nuovo nell'ambito del road trip movie, ovvero di un viaggio che è sì principalmente esteriore attraversando varie città, ma diventa anche l'occasione per i due protagonisti per scrutare nel proprio animo, per ripensare a ciò che hanno fatto nel corso della loro lunga vita e vedere se abbiano dei rimpianti o meno.
Vi sarà dunque per loro anche la possibilità di poter ricominciare e trovare un nuovo percorso di vita, nonostante tutti coloro che li circondano li vogliano confinati in una casa di riposo perché li ritengono troppo vecchi.
Ma questa pellicola è anche la celebrazione di un'epoca che non c'è più, e stavolta non è un semplice discorso di politicamente scorretto o meno. La comicità da palcoscenico di un tempo, per inflessione, per movimenti sul palco, per interazione col pubblico, era molto diversa da quella attuale, più inquadrata e che deve maggiormente rispondere a esigenze commerciali.
Non diventa, però, in questo caso un messaggio da boomer del tipo "come erano belli i tempi in cui...", poiché non vi è alcuna accusa alla comicità moderna, la quale in ogni caso - e ci riferiamo a quella americana e inglese, ovviamente - riesce ancora a essere in alcuni casi molto graffiante.
Si vuole semplicemente lasciare impresso nella memoria un periodo che è giusto ricordare e che ha segnato le vite di molte persone, con salvifiche risate (politicamente scorrette o meno).

domenica 12 novembre 2023

Italians do it better? 28: Questione di Karma (2017)


Il tema della reincarnazione, della possibilità di rinascere in un altro corpo e dunque di aver vissuto in precedenza decine se non centinaia di vite, non può che affascinare alcune produzioni artistiche andando aldilà di una "semplice" questione religiosa.
Certo c'è chi tratta questa tematica in maniera molto seria e particolare, come nel caso di The Fountain - L'Albero della Vita, ma si può sempre fare affidamento sulla sana commedia italiana per avere uno sguardo più rassicurante.
Questione di Karma è diretto da Edoardo Falcone, scritto da Edoardo Falcone e Marco Martani e distribuito nei cinema nel marzo 2017.
Giacomo Antonelli (Fabio De Luigi) ha visto suicidarsi il padre quando era ancora un bambino e la cosa continua a perseguitarlo anche nella vita adulta. Essendo di ricca famiglia, non ha bisogno di un lavoro, ma al tempo stesso è disinteressato alle vicende dell'azienda familiare ed è perso in un mondo fantastico che solo lui comprende.
Da questo mondo fantastico e dalla lettura di alcuni libri, Giacomo si appassiona al tema della reincarnazione e, dopo aver contattato un parapsicologo, gli viene rivelato che il padre si è reincarnato in Mario Pitagora (Elio Germano), un truffatore di bassa lega con forti debiti nei confronti degli usurai.
Giacomo entra in contatto con lui e Mario inizia ad approfittare della situazione chiedendo ingenti prestiti, ma qualcosa sta per cambiare.
Anche in questo caso abbiamo - come si è visto in Se Dio Vuole, dello stesso regista - viene introdotta una tematica che poi lascia spazio ad altro. Già dai primi minuti, infatti, si intuisce che il tema della reincarnazione è un pretesto narrativo per introdurre successivamente un altro argomento.
E meglio, argomenti, ovvero i sempiterni amicizia e rapporti familiari. Giacomo vive infatti in una famiglia disfunzionale, con la madre che si è risposata ma che - insieme al patrigno e alla sorella acquisita - non capisce il suo disagio esistenziale e non lo incoraggia.
L'incontro con Mario gli regala la prima, vera amicizia della sua vita. In qualche modo, il truffatore dal buon cuore riesce a penetrare in quella scorza esistenziale che è l'anima di Giacomo e a capire quali sono davvero le sue passioni e a dargli altre motivazioni, che lo aiuteranno a rivedere il suo rapporto con la famiglia.
Questa parte forse è un po' sacrificata - prima i due si conoscono appena, poi dopo alcune scene di transizione sono come grandi amici - dunque sembra come se avessimo perso un passaggio. Nulla di troppo ostativo, in ogni caso.
Alla fine dunque, pur avendo una risposta, non ha davvero importanza sapere se Mario Pitagora sia la reincarnazione o meno del padre di Giacomo. Quello che conta è che due anime perse si sono incontrate e si sono aiutate l'un l'altra. Non con i soldi, non con le auto di lusso, ma con l'affetto.

sabato 11 novembre 2023

Italians do it better? 27: La Grande Bellezza (2013)


Nel 1960, Federico Fellini ci ha parlato de La Dolce Vita e delle sventure/disavventure di un giornalista, interpretato da Marcello Mastroianni, sullo sfondo di una Roma che stava per vivere un nuovo periodo di boom economico, ma in cui rimaneva un profondo senso di insoddisfazione e incompletezza.
Passano gli anni e i decenni, la società muta profondamente e dal boom economico si passa a una grave crisi, ma Roma rimane la Città Eterna e lo sfondo perfetto per raccontare storie di umanità e disillusione. Con un altro scrittore come protagonista.
La Grande Bellezza è un film diretto da Paolo Sorrentino, scritto da Paolo Sorrentino e Umberto Contarello e distribuito nei cinema nel maggio 2013. Ha anche vinto l'Oscar come miglior pellicola straniera.
Jep Gambardella (Toni Servillo) è un affermato e apprezzato giornalista e critico. In passato, quando era praticamente un adolescente, ha scritto anche un libro molto apprezzato, L'Apparato Umano, ma altri non ne sono seguiti poiché Jep non ha più trovato l'ispirazione.
Jep Gambardella, ormai sessantacinquenne, passa dunque il suo tempo a frequentare svariati eventi mondani che si svolgono a Roma e dintorni, volendo far parte di una società a cui non sente però di appartenere e che nemmeno troppo inconsciamente vorrebbe distruggere dall'interno. Ma nulla riesce davvero più a emozionarlo.
Fino a quando conosce Ramona (Sabrina Ferilli), una spogliarellista con cui riesce a instaurare un intenso rapporto di amore e complicità. Forse grazie a lei Jep riuscirà infine a ritrovare quella Grande Bellezza che non ha più incontrato dopo aver scritto il suo unico libro.
Ci sono due protagonisti principali in questo film. Il primo, ovviamente, è Jep Gambardella. Che si pone come una sorta di incarnazione del vuoto esistenziale. Un Nulla che non è in grado di descrivere questo Nulla.
Costui non prova più un'emozione sincera da decenni e già il fatto che si presenti allo spettatore dicendo che lui partecipa alle feste solo per poterle far fallire la dice lunga su come lui veda la società stessa in cui vive e bazzica.
Una società in cui è presente un vuoto di emozioni che prova appunto da quando è entrato a far parte di quel mondo che lo ha reclamato e in cui lui stesso ha desiderato di entrare. Ma la scoperta di tutta la falsità e l'ipocrisia che vi è dietro questo mondo, del nulla cosmico che lo attornia, ha reso lo scrittore quello che è.
Jep cerca di nascondere il proprio cinismo, ma talvolta non vi riesce, come quando senza mezze misure dice a un'artista, che si definisce intellettuale, come non lo sia affatto solo perché danza nuda sul palco e grida, o quando snocciola a una sua amica benestante gli svariati motivi per cui è l'ultima persona a poter fare la morale agli altri.
Ci sono poche scene che non contemplano la presenza di Jep Gambardella, a dimostrazione che noi stiamo vedendo questo mondo filtrato attraverso la sua visione. Da segnalare comunque le ottime prove di attori quali Carlo Verdone e Carlo Buccirosso di solito impegnati nel genere commedia, ma che qui dimostrano grandi capacità drammatiche.
Qualcuno potrebbe pensare che sia difficile provare empatia per un personaggio simile oppure rispecchiarsi in esso, e invece proprio nel viaggio interiore che Jep compie per ritrovare la Grande Bellezza molti possono ritrovarsi. Molti di quelli rimasti magari bloccati per qualche tempo nel nulla cosmico in cui lui invece è restato consapevolmente ingabbiato.
Il secondo protagonista, o meglio la seconda protagonista, è la città di Roma. Per certi versi, i monumenti, alcuni edifici, è rimasta quella descritta da Federico Fellini, per altri è inevitabilmente, profondamente cambiata.
Chiunque deve fare i conti con questo insolito Moloch. C'è chi rimarrà deluso da Roma, poiché forse aveva posto troppo in alto l'asticella delle aspettative, chi invece vi rimane, che abbia uno scopo o meno perché non ha altro, chi infine vi muore. Venendo subito inghiottito dall'oblio e da quel nulla cosmico che Jep sembra non voler combattere più.
Non vi è una critica alla città stessa o alla sua gestione, poiché sono gli esseri umani coi loro comportamenti, le loro speranze o i loro desideri che la plasmano e la rendono quello che è.
Questa è una storia di profonda, sentita umanità. Umanità che si trova anche in quelle persone che ogni giorno compiono gli stessi gesti, fanno da anni gli stessi discorsi tra loro ridendo alle medesime battute, sognano un mondo ideale ma poi non fanno nulla perché qualcosa si concretizzi.
Marcello ha cercato di conservare la propria umanità, ma infine ha ceduto. Jep l'ha perduta, ma sta cercando di recuperarla. Non abbiamo mai visto quale sia stata la fine dei loro rispettivi viaggi e non è necessario, quello che conta è infine dare un senso alla propria esistenza e uscire dal Nulla Cosmico di Flaubert.

venerdì 10 novembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Il Commissario Spada - L'Incidente


Fino a questo momento le avventure del Commissario Spada, il personaggio creato da Gianluigi Gonano e Gianni De Luca, erano autoconclusive. Seppur sotto forma episodica di poche pagine, presentate sulla rivista Il Giornalino, in pochi capitoli vi era una storia completa.
Così è stato per Il Ladro d'Uranio, L'Uomo Senza Ricordi e Il Segreto dell'Isola. Ma la storyline successiva, L'Incidente, attua un cambiamento. Questa storia è infatti suddivisa in tre parti: L'Incidente, appunto, La Caccia e il capitolo conclusivo Mario Mario. Pubblicata tra il 1970 e il 1971, introduce anche un deciso cambiamento dello status quo.
Mentre sta inseguendo dei rapinatori, il Commissario Spada rimane coinvolto in un drammatico incidente stradale. Rimasto sfigurato in maniera seria al volto, deve sottoporsi a un delicato intervento di chirurgia facciale che potrebbe alterarne le fattezze.
Ma il momento non potrebbe essere peggiore, poiché il figlio Mario ha scoperto un traffico di stupefacenti in cui è coinvolta un'insegnante della scuola da lui frequentata, Paola Viotti. Dietro, però, c'è molto di più e questo porterà il Commissario Spada a svolgere un'indagine in un altro misterioso continente.
In mezzo agli eroi perfetti e senza macchia, come Tex o Zagor, o ai "neri" come Diabolik o Kriminal, e con Mister No e Lo Sconosciuto che all'epoca devono ancora esordire insieme alle loro disillusioni, il Commissario Spada spicca per la sua profonda umanità.
Umanità che lo porta anche a reazioni inconsulte a seguito dell'incidente in cui è coinvolto, come potrebbe capitare a noi se ci ritrovassimo di fronte la prospettiva di perdere qualcosa a noi caro. Spada arriva addirittura a prendersela con suo figlio per la situazione. Si erano mai visti Tex o Zagor incolpare Kit Willer o Cico delle loro disgrazie?
Ma l'umanità di Eugenio Spada cela anche un cuore grande e una dedizione al suo lavoro, elementi che si ritrovano spesso insieme nelle sue indagini per via della presenza di Mario. Come dice lui stesso nella storia, non è un eroe, non è Superman, ma farebbe di tutto per salvare suo figlio.
Il Commissario Spada è davvero l'uomo comune, il pater familias di cinquant'anni fa, quella persona che magari incrociamo per strada e a cui non facciamo caso, ma che dentro di sé ha una grande forza di volontà e un coraggio che solo le grandi persone detengono.
Ma i due autori non scordano che questo è anche un racconto di avventura e condiscono il tutto con misteri, colpi di scena e coreografie di lotta che sembrano balletti di danza per quanto risultano ben delineati.
Adesso però, a seguito di questa storia, qualcosa è cambiato nella sua vita, c'è una nuova identità di cui sia lui che le persone intorno a lui dovranno tenere in conto. Un cambiamento di cui sarà interessante vedere le conseguenze.

giovedì 9 novembre 2023

Fabolous Stack of Comics: X-Men - Pax Krakoa


A seguito degli eventi di House of X/Powers of X, vi è un nuovo status quo per gli X-Men e più in generale per il Marvel Universe.
I mutanti infatti hanno creato una nazione tutta per loro, Krakoa, col beneplacito delle Nazioni Unite, e da lì portano avanti le loro attività diplomatiche ed economiche, commerciando spezie rare e medicinali innovativi. Anche se una tremenda minaccia dal futuro incombe.
Da qui prendono vita varie serie, di cui la principale è X-Men, scritta da Jonathan Hickman, che esordisce nel 2019 e il cui primo arco narrativo di dodici numeri è intitolato Pax Krakoa. Alla parte grafica troviamo Leinil Francis Yu, Mahmud Asrar, Matteo Buffagni e R.B. Silva.
Mentre Charles Xavier e Magneto continuano ad avere incontri diplomatici con i rappresentanti di varie nazioni, la vita su Krakoa scorre relativamente tranquilla e ogni mutante ha la propria zona dove poter vivere.
Ma il fatto che vi sia una relativa pace e i mutanti reagiscano col pugno di ferro se attaccati, non significa che non vi siano delle minacce di cui tener conto. Come l'insolita Ordacultura, composta da anziane biochimiche e biologhe ma sottilmente pericolose, e il progetto Orchis, che sta cercando di ricostruire Master Mold.
Ma l'incognita più particolare rimane quella di Arrakko, un nipote di Apocalisse dalle mire oscure.
La struttura di questo story-arc è sia particolare che consolidata. Partendo dallo status quo da lui stesso introdotto, Jonathan Hickman concepisce dodici racconti che possano anche essere letti singolarmente (ogni singolo albo ha infatti un inizio e una fine), ma se messi insieme formano un unico, grande affresco.
Quello appunto che coinvolge Krakoa e i mutanti che vivono su quest'isola. Possiamo scrutare nelle vite di alcuni di loro, come la Famiglia Summers al gran completo, che si è ben adattata alla nuova situazione, oppure a nuove pedine sulla scacchiera come Arrakko, che nascondono più di quanto appaia a prima vista, o a personaggi già noti che rimangono ancora spaesati, soprattutto gli ex villain. E qui e lì qualche piccolo nodo di continuity viene risolto.
Sullo sfondo è come se vi fosse una strana inquietudine, qualcosa che non riusciamo ancora a percepire del tutto, ma al tempo stesso appare palpabile. Questo nuovo status quo ha infatti un po' destabilizzato il modo consueto di agire degli X-Men, i quali dopo tanti attacchi subiti hanno deciso di contrattaccare e di giocare a viso aperto contro coloro che prima li vedevano come minacce.
E li vedono ancora come tali. Ma il gioco della politica e dell'economia è molto sottile e delicato: spesso sullo scacchiere politico alcune nazioni stringono accordi con paesi che sono magari in guerra con altre nazioni (la cronaca attuale, purtroppo, ne è una dimostrazione) poiché queste possiedono beni di prima necessità che altrove non sono presenti.
Ma quindi gli X-Men sono diventati al pari di una nazione nemica per la Terra? Con potenziali bombe atomiche - sotto forma dei loro poteri mutanti - pronte ad esplodere? Questo rimane da vedere, ma dà certo da pensare il fatto che tra le poche voci di obiezione vi siano solo quelle dei supercriminali.

mercoledì 8 novembre 2023

Disney+ Original 20: Soul


Come detto e ribadito, i prodotti di animazione possono e devono trattare di temi maturi. Certo alcuni sono rivolti principalmente verso un pubblico di bambini o pre-adolescenziale, ma nulla vieta di inserire - col necessario tatto - argomenti che quel tipo di pubblico si ritroverà ad affrontare più avanti.
Come ad esempio il tema dell'Aldilà. La Pixar è molto brava a trattare tali tematiche con quel giusto tatto di cui sopra ed ecco dunque Soul, diretto da Pete Docter e Kemp Powers, scritto da Pete Docter, Kemp Powers e Mike Jones e distribuito su Disney+ a partire dal 25 dicembre 2020.
Joe Gardner, un insegnante di musica che non riesce a realizzare i propri sogni, muore prematuramente cadendo in un tombino e giunge per vie traverse su Antemondo, un luogo di transizione dove le future anime vengono educate nel trovare la propria aspirazione vitale.
A Joe viene affidata la tutela di 22, un'anima rimasta in questo posto per un tempo infinito a causa del suo comportamento scontroso. I due dovranno però trovare un'intesa per far sì che Joe Gardner torni nel proprio mondo.
Vi è di certo una visione dell'Aldilà molto particolare - non saprei dire se anche innovativa - in questo lungometraggio di animazione, che in principio cattura l'attenzione.
Tuttavia ben presto diviene chiaro che il focus principale è l'interazione tra Joe Gardner e 22, due caratteri in apparenza antitetici che però hanno anche dei punti di contatto.
E tra questi la loro volontà di perseguire i propri sogni, anche se in maniera differente. Joe Gardner è in apparenza determinato a diventare un musicista professionista, ma non ha abbastanza forza di volontà, mentre invece 22 ha paura di trovare tale aspirazione e così manca di una sua precisa identità.
Entrambi trovano infine la loro salvezza nella musica, nell'arte e nella sua forza salvifica, capace di recuperare ogni anima dall'oblio e ridarle gioia (metafora che assume sia forma fisica che spirituale nel lungometraggio).
Alla fine sono dunque, come è giusto e inevitabile che sia, i buoni sentimenti a prevalere sulla cupezza e sulle insoddisfazioni della vita. E anche se Joe Gardner potrebbe non riuscire a realizzare il suo sogno, quello che ha davvero importanza - e lo stesso vale per 22 e tutte le "anime perdute" - è che viva a pieno la propria vita, al fianco delle persone care (la madre, nel caso di Joe Gardner). Perché talvolta la gioia di vivere è nelle piccole cose.
Un messaggio che può essere alla portata di tutti e che sia un tema ritenuto maturo o meno può essere facilmente trasferito a chi non lo ha compreso a pieno.

martedì 7 novembre 2023

Fabolous Stack of Comics: Reborn


I fumetti sono soliti esplorare altri mondi oltre la Terra. Altri pianeti nella galassia, altre dimensioni... e allora perché non anche l'Aldilà? Celebre è ad esempio la visione di Paradiso e Inferno descritta da Neil Gaiman in Sandman, oppure il Valhalla dove dimorano gli eroi nordici caduti che compare nelle storie di Thor.
Ma possono esservi altri, insoliti tipi di Aldilà, come quello presente in Reborn, miniserie di sei numeri pubblicata nel 2017 da Image Comics, scritta da Mark Millar e disegnata da Greg Capullo.
Bonnie Black è un'ex insegnante ottantenne, ormai divisa tra casa di riposo e ospedale. Ha avuto molti amici in vita sua e un marito, brutalmente ucciso anni prima da un cecchino per ragioni ignote. Bonnie è anche una delle persone più generose e gentili che siano mai esistite.
Quando Bonnie Black muore a seguito di un infarto, rinasce come giovane guerriera in un mondo incantato chiamato Adystria, dove sono presenti tutte le persone morte prima di lei, inclusi i suoi cari, tra cui suo padre.
La più grande minaccia per Adystria è Lord Golgotha e secondo una profezia Bonnie sarà la guerriera che lo sconfiggerà. Ma lei ha un altro obiettivo primario in mente: ritrovare suo marito.
La storia parte dal tema classico di cosa ci possa essere dopo la morte per sviluppare poi un'avventura dai toni smaccatamente fantasy che unisce insieme vare tematiche di questa peculiare tipologia narrativa (le fate, i poteri magici, le battaglie con le spade, i draghi, gli oscuri stregoni) consentendo così a Greg Capullo di sbizzarrirsi nel creare incredibili e differenti paesaggi.
Un ben insolito racconto di formazione quello di Reborn, visto che di solito le storie di formazione di un eroe o di un'eroina nelle epopee fantasy partono quando costoro sono ancora adolescenti o giovani, mentre qui - pur avendo a che fare con una protagonista dall'aspetto giovanile - abbiamo qualcuno che porta con sé anche un'esperienza di vita ultradecennale.
Ma la maturazione di un personaggio può avvenire in molti modi e può anche essere una rinascita spirituale che la tramuti in una persona diversa da quella che era un tempo, senza dimenticare il suo passato. Un esempio che può toccare anche altre persone. In tal senso vi è anche un'analisi del concetto di fede e di come gli esseri umani si rapportano ad esso.
Stupisce insomma vedere come, quantomeno in quest'opera, Mark Millar metta da parte quel cinismo e quella truculenza che di solito lo contraddistinguono per delineare una storia dai toni ottimisti e che celebra i valori della speranza e dell'amore puro.