La provincia italiana, costellata di quelle piccole cittadine dove tutti conoscono tutti. Dove esternamente si proietta una facciata di felicità, di altruismo, di accoglienza, ma poi dietro questa parvenza spesso viene fuori tutta la falsità insita in alcune delle persone che vi abitano.
Un tema molto ricorrente, quello dei segreti che circolano all'interno di una minuscola comunità, che ritorna in Villetta con Ospiti, diretto da Ivano De Matteo, scritto da Ivano De Matteo e Valentina Ferlan e distribuito nei cinema nel gennaio 2020.
La famiglia Tamanin, composta dal padre Giorgio (Marco Giallini), dalla madre Diletta (Michela Cescon) e da due figli, è tra le più ricche nella provincia veneta grazie a una florida società vinicola. Ma dietro la loro facciata di perfezione, si nascondono sporchi segreti, come i tradimenti extraconiugali di Giorgio e l'insoddisfazione di Diletta, spesso sola e che organizza attività ricreative in città per avere qualcosa da fare.
La loro vita cambia drasticamente quando, durante una notte, Diletta ode strani rumori in casa e prenderà una decisione che risulterà drammatica non solo per tutta la famiglia Tamanin, ma per l'intera comunità.
Il film si divide in maniera distinta in due parti. La prima serve a presentare i vari personaggi, facendoci subito capire che ci troviamo di fronte a personalità negative, in tutto e per tutto. Persone che chi vive in provincia e non solo magari ha conosciuto in passato. Il medico indolente, il carabiniere ricattatore, l'imprenditore corrotto e fedifrago, il prete che rinuncia di nascosto al suo voto di castità.
Il film vuole subito che noi prendiamo le distanze da queste persone e cerchiamo un minimo di empatia con la protagonista femminile, la quale pare vivere in una sorta di girone infernale, essendo anche non compresa dai suoi figli.
Ma poi giunge la seconda parte, quella di stampo più teatrale - in quanto si svolge in un solo ambiente e basa il tutto sui dialoghi. Quella dove, a seguito di un tragico evento, tutti quei difetti, tutti quei peccati, tutta la corruzione viene a galla. Non tramite complicate scene d'azione, ma più semplicemente mettendo a nudo le anime dei protagonisti di fronte al fatto compiuto.
E quelle persone, così abili a nascondere agli altri la loro vera natura, devono fare di tutto ora per preservare quel loro personale angolo di paradiso. Un paradiso dove altre persone vengono sfruttate e sottopagate e dove è del tutto assente l'empatia.
Ci piacerebbe pensare che cose del genere possano insegnare una lezione, ma le suddette persone sono cieche di fronte anche all'evidenza e quindi agiscono guidati da quegli stessi dettami che li hanno fatti precipitare in quella drammatica situazione.
Quindi alla fine costoro continueranno a vivere in quel finto angolo di paradiso di cui si sono accerchiati, ma sempre più consapevoli di essere precipitati all'inferno.
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