Visto il grande successo ottenuto con
Corto Circuito (
Short Circuit), i produttori
David Foster e
Lawrence Turman decidono di mettere subito in atto dei piani per lo sviluppo di un sequel.
Il film si rivela molto diverso rispetto a quello originario e qualche personaggio non è più presente e la cosa, col senno di poi, costituisce un non previsto e prematuro epilogo della saga.
L'idea originaria dei due produttori è quella di riutilizzare lo stesso cast di personaggi, nonché lo staff tecnico del primo film.
Il regista John Badham si dichiara in principio disposto a tornare, salvo poi ritirarsi dal progetto in quanto impegnato su altri fronti.
In sua sostituzione viene chiamato Kenneth Johnson, uno sceneggiatore e regista proveniente dalle produzioni televisive - ideatore tra le altre cose delle prime due miniserie dei Visitors e de La Donna Bionica - e qui al suo debutto sul grande schermo. Incarico che ottiene anche grazie al fatto che conosce uno dei produttori.
Per quanto riguarda i due interpreti principali del primo film, l'ingaggio di Ally Sheedy (Stephanie Speck) si rivela troppo elevato e si decide così di optare per un breve cameo vocale dell'attrice. Nel caso, invece, di Steve Guttenberg (Newton Crosby), la produzione vuole che firmi il contratto per il sequel quando la sceneggiatura non è ancora pronta, così l'attore rifiuta la proposta, scelta di cui ha modo di pentirsi alcuni anni dopo.
Alla fine, dunque, l'unico attore a tornare per il sequel è Fisher Stevens (Ben), seppur con un diverso cognome rispetto al primo film, Jahveri, senza che di questo sia fornita una vera e propria spiegazione. Vi è inoltre anche il ritorno di Tim Blaney come voce di Johnny 5.
La nuova sceneggiatura, dal titolo provvisorio di Short Circuit 2: More Input, viene scritta dagli stessi sceneggiatori del primo film, ovvero Brent Maddock e S.S. Wilson.
Cinque nuovi robot "Johnny 5" vengono costruiti dal team guidato da Eric Allard per essere controllati da remoto da più persone che guidano ognuno una diversa parte del corpo robotico. I nuovo robot vengono creati utilizzando parti di ricambio o frammenti di metallo danneggiati provenienti dal primo film.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 13 settembre 1987, tenendosi a Toronto.
Le temperature sono abbastanza basse in quel periodo e accade più volte che la pioggia e le pessime condizioni meteorologiche causino delle complicazioni e dei rallentamenti al sistema idraulico ed elettrico dei cinque robot, su cui va effettuato dunque un grande lavoro di manutenzione.
Le riprese si concludono il 10 dicembre 1987.
Corto Circuito 2 (Short Circuit 2) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 6 luglio 1988. A fronte di un budget di 15 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare 21 milioni di dollari.
Nonostante questo risultato non eccezionale, si pensa comunque di girare un ulteriore sequel e viene scritta una sceneggiatura nel 1989. In questo nuovo capitolo Johnny 5, ora cittadino americano, inizia a frequentare un college e - con l'aiuto di Ben - sventa un furto di un'importante formula ai danni di uno scienziato.
La sceneggiatura viene sottoposta a revisione nel 1990, ma viene infine ritenuta insoddisfacente e, insieme all'insoddisfazione per gli incassi ottenuti dalla seconda pellicola, i piani per un nuovo film vengono del tutto abbandonati.
Tuttavia, Johnny 5 ricompare ancora un'ultima volta, nel 1991. L'occasione è quella di un prodotto intitolato Auto Theft: Hot Cars, Cold Facts, diretto da Russell Turner (il quale fornisce anche la voce di Johnny 5) e scritto da Steve Erkel, un cortometraggio a scopo educativo per spiegare al pubblico i pericoli derivanti dai furti di automobili e sensibilizzarlo su questa problematica.
In questo corto, infatti, Johnny 5 - poco dopo aver ottenuto la cittadinanza americana - si trasferisce a Los Angeles e lì lui e la vicina di casa Lisa (Gina Ravera) divengono vittime del furto delle loro auto.
Per ritrovare il suo mezzo di trasporto, Johnny 5 si allea con la sua vicina di casa e il Dipartimento di Giustizia della California apprendendo molte utili conoscenze sul furto di veicoli. Dopodiché la saga precipita nell'oblio.
Passano molti anni in cui Johnny 5 rimane solo nella mente e nel cuore degli appassionati, fino a quando nel 2008, venti anni dopo l'uscita del sequel, la Dimension Films rileva i diritti sul franchise con l'intenzione di sviluppare un nuovo film.
David Foster, produttore delle due precedenti pellicole, viene confermato, Dan Milano viene incaricato di scrivere la sceneggiatura e come regista viene contattato Steve Carr. Dopo tre anni viene assunto un nuovo sceneggiatore, Matt Lieberman.
La storia verte su Johnny 5 che stringe amicizia con un ragazzo che vive insieme a una famiglia coi genitori separati.
Nonostante l'intenzione di far uscire il film nelle sale cinematografiche nell'estate del 2013, nulla sembra muoversi in maniera concreta e così Steve Carr abbandona il progetto per essere sostituito nel 2011 da Tim Hill, il quale vorrebbe apportare delle tematiche più cupe rispetto a quelle dei primi due film, con un Johnny 5 dall'aspetto minaccioso e un focus incentrato sulle implicazioni etiche nell'utilizzare droni e robot nei conflitti militari.
Anche in questo caso, però, nulla si concretizza. La Dimension Films rinuncia dunque ai diritti sulla saga, che vengono rilevati alla fine del 2020 da Spyglass Media Group, che abbandona fin da subito le idee proposte per Dimension Films e inizia a sviluppare un proprio progetto sotto la supervisione di James Vanderbilt con protagonisti dei latinoamericani (forse per distanziarsi dal personaggio di Ben, un indiano interpretato da un americano, oggi non più fattibile).
A tale scopo la società di produzione ingaggia gli sceneggiatori Eduardo Cisneros e Jason Shuman.
Tuttavia a ormai tre anni di distanza non vi sono ulteriori sviluppi di questa vicenda e, anche se il film doveva in principio uscire nel 2022 ma non è mai arrivata una conferma ufficiale che il progetto fosse stato cancellato, al momento nessuno sa se Johnny 5 tornerà a vivere ancora una volta oppure rimarrà solo un caro ricordo di un tempo passato.
E questa è la fine della storia.