venerdì 26 luglio 2024

Fabolous Stack of Comics: Warlock - La Minaccia Finale


In E Gli Uomini lo Chiameranno Warlock, Adam Warlock è rinato come protettore e messia - proclamato da altri - della Controterra, ma ben presto ha capito che questo ruolo non faceva per lui.
In Chi è Adam Warlock?, si è dovuto confrontare con la sua parte più oscura, il doppio malvagio del Magus, incontrando lungo la via insoliti alleati quali Pip il Troll, Gamora e... Thanos. Ma se c'è un termine che non può essere affibbiato a Thanos è proprio alleato.
E quel suo obiettivo di utilizzare la Gemma dell'Anima per conquistare la Morte trova la sua risoluzione in una saga in due parti scritta da Jim Starlin e pubblicata nel 1977 su Avengers Annual 7 e Marvel Two-In-One Annual 2 che chiude la prima fase editoriale di Warlock.
Adam Warlock ritrova Gamora, morente, che gli confida che Thanos intende cancellare le stelle con una replica delle Gemme dell'Infinito, e sta per attuare questo folle piano sulla nave Santuario, circondata e protetta da decine di alieni.
Della stessa minaccia vengono a conoscenza i Vendicatori, allertati da Dragoluna e Capitan Marvel. La nave Santuario viene dunque attaccata dagli eroi, ma quando anche Pip e Adam Warlock vengono uccisi l'ultima speranza dell'Universo potrebbe essere svanita.
Questa saga finale presenta un problema di fondo che è stato risolto in maniera abile. I protagonisti devono essere infatti Warlock e Thanos (e più in generale il microcosmo che Jim Starlin ha contribuito a creare con le sue storie), ma la storia si dipana su albi speciali dedicati ad altri eroi, che per esigenze di copione devono comparire, non foss'altro che i lettori hanno pagato per vederli.
E a questi eroi viene perciò dato il giusto spazio, dopotutto Jim Starlin era già riuscito a gestirli in una saga precedente che vedeva coinvolto Thanos, ma con discreta calma vengono messi dietro le quinte e la presenza dominante sulla scena di Adam Warlock e Thanos rimane ben salda.
I prodromi de Il Guanto dell'Infinito sono tutti qui, verrebbe quasi da considerare questa minisaga una sorta di antefatto. Dal desiderio di Thanos di entrare nelle grazie della Morte e seminare il caos alla battaglia di Warlock per ristabilire l'ordine, ma al tempo stesso trovare una pace interiore, che possa placare tutti quei demoni che rischiano di trasformarlo nel suo malvagio doppio futuro.
Si tratta di quella dicotomia che è presente in molti esseri umani, che sono esseri ordinari e pacifici in buona parte, ma che dentro di sé nascondono a volte desideri inconsci di distruzione e anarchia. Che possono emergere lungo la via in maniera imprevista e imprevedibile. Ed è in quel momento che occorre trovare un equilibrio o cedere a quei demoni.
Salvo sporadiche apparizioni, Adam Warlock e Thanos (e Gamora e Pip) scompaiono dai radar dopo questa saga per oltre dieci anni, per ricomparire e dare vita tempo dopo ad altre saghe cosmiche che devono molto a quelle del passato. E che contribuiranno a reinventare entrambi i personaggi.

giovedì 25 luglio 2024

Prime Video Original 98: Master - La Specialista


Le dimore stregate, tema tanto caro alla letteratura gotica/horror sin dagli esordi. Sin dalla pubblicazione de Il Castello di Otranto di Horace Walpole. Una tematica che ha interessato anche il cinema e che ha proposto delle varianti in merito, come la stanza di hotel stregata nel caso di 1408.
Una tematica che può ben adattarsi ai tempi che cambiano, come dimostra Master: La Specialista, scritto e diretto da Mariama Diallo e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 18 marzo 2022.
Inizia un nuovo semestre presso la prestigiosa università di Ancaster, un semestre che vede un'importante novità: la designazione come direttrice dell'istituto di Gail Bishop (Regina Hall), la prima afroamericana a ricoprire questo ruolo.
A percorrere le ampie sale dell'università vi è la studentessa Jasmine Moore (Zoe Renee), la quale occupa la stessa stanza dove qualche decennio fa la prima studentessa afroamericana si impiccò, e si ritiene dunque sia maledetta.
Ben presto le due donne iniziano a notare insolito eventi: vivono strani incubi dove sono perseguitate da una figura incappucciata, vi sono episodi dal sottotesto razzista che avvengono intorno a loro e sembra che lo spirito della studentessa defunta si aggiri ancora intorno all'università.
Che vi sia davvero una maledizione che aleggia sull'università di Ancaster?
Un argomento classico dell'horror inserito in un contesto moderno e che riflette una tematica sociale. Appare ben chiaro, anche allo spettatore meno navigato in questo genere di produzioni, come in questo caso l'horror cinematografico faccia subito spazio a un altro tipo di orrore, molto più reale e molto presente nella società americana (ma anche in altre nazioni non si scherza).
Ovvero il tema del razzismo sotterraneo, non più esplicito come in passato, accoppiato a una finta inclusività che viene sbandierata all'opinione pubblica per dimostrare di essere moderni e al passo coi tempi.
A volte è così invisibile che non lo si noterebbe nemmeno. Quando vengono chiesti i documenti solo a certe persone o vengono lanciati certi sguardi o si attuano comportamenti da codardi, lasciando orrende scritte od oggetti.
Nonostante tutti i progressi fatti negli ultimi decenni, il film sottolinea come - soprattutto nei luoghi dove non dovrebbe esistere, come un istituto d'insegnamento - il razzismo sia ancora ben presente nella società americana e forse ci sarà sempre.
Paradossalmente è questo il vero orrore da cui le due protagoniste non possono fuggire. Una strega, una persecuzione spiritica, in qualche modo possono essere sconfitte nei film horror. Ma come si fa a battere il male assoluto?
Alla fine Jasmine Moore e Gail Bishop dovranno decidere se vogliono far parte di questo mondo alla rovescia o fuggire da esso... se questo è ancora possibile.

mercoledì 24 luglio 2024

Prime Video Original 97: Uno Splendido Disastro


Potete ben intuire che le storie d'amore possono (devono?) contare in questi ultimi tempi su donne forti, che vogliano eccellere negli studi o più in generale nella vita e magari al tempo stesso trovare la felicità. E su uomini muscolosi, tutti d'un pezzo, che magari non credono nel vero amore, ma hanno ben presto modo di ricredersi grazie all'incontro con la "donna perfetta".
Ebbene, le personalità più classiche in tal senso si ritrovano in Uno Splendido Disastro (Beautiful Disaster), scritto e diretto da Roger Kumble e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 5 maggio 2023. La pellicola si basa su un omonimo romanzo pubblicato nel 2011, scritto da Jamie McGuire.
Abby Abernathy (Virginia Gardner) abbandona la città natale di Las Vegas dove ha vissuto un passato tormentato per ricominciare una nuova vita a Sacramento.
Qui entra in contatto con alcuni giovani studenti, tra i quali vi è Travis Maddox (Dylan Sprouse), donnaiolo, sessista e arrogante.
L'incontro tra i due, tuttavia, fa scattare qualcosa e, anche se in principio si detestano cordialmente, alcuni eventi li portano a dover condividere lo stesso tetto per 30 giorni. Trenta giorni in cui potrebbe nascere un grande amore, o verificarsi uno splendido disastro.
La pellicola si propone l'obiettivo di narrare quella che è la classica storia d'amore che si verifica nei film ambientati nelle università, ma inserendovi anche un sottotesto ironico per rendere alcune situazioni paradossali. Abbandonando per una volta obiettivi di inclusività che sono presenti in molti altri film. Ovviamente un intento simile deve fare affidamento anche sull'interpretazione degli attori.
Ecco, quando si nota che i migliori sono i comprimari, forse si può capire dove stia la nota dolente. Quel bravo ragazzo che frequentava hotel di lusso e crociere è cresciuto, si è fatto i muscoli e pure le chiappe che ci si preoccupa giustamente di inquadrare.
Per il resto domina la totale inespressività da parte di entrambi, con una scena "focosa" che sembra presa dalla versione ordinata su Wish di Crank, cosa che contribuisce molto a smorzare l'atmosfera romantica - se c'è mai stata - visto che i temi di crescita e vita universitaria sono praticamente assenti e tutto viene giocato attraverso le interazioni dei due protagonisti e le loro apparenti incompatibilità caratteriali che contribuiscono a farli avvicinare.
Con in conclusione, giusto per mettere un elemento aggiuntivo tanto per fare, una trama simil-thriller che riporta Abby a Las Vegas per fare i conti col proprio passato e ha lo scopo di sancire l'unione tra i due ragazzi.
Ma sapete bene che a Las Vegas a volte possono accadere degli imprevisti, si può prendere una sbronza e...

lunedì 22 luglio 2024

Fabolous Stack of Comics: Hellions - Non Guardare Indietro


L'epopea di Krakoa non prevede solo la presenza di eroi sull'isola-nazione dei mutanti. Accogliendo tutti i mutanti senza alcuna distinzione, significa che anche elementi borderline possano soggiornare sull'isola. Con tutte le conseguenze del caso.
Sinistro, col beneplacito del Consiglio, ha suggerito di far sfogare le emozioni represse di alcuni di loro quali Havok, Tata, il Creatore d'Orfani, Wildchild, Empath e John Greycrow tramite missioni suicide creando un nuovo gruppo di Hellions, con lui come supervisore e Psylocke come leader sul campo.
Dopo la prima saga, Debito di Sangue, gli Hellions hanno partecipato in maniera indiretta a X of Swords. Nel tentativo di sottrarre delle armi ai campioni di Arakko, sono stati in realtà tutti uccisi da Sinistro per ragioni insondabili.
Dopo questi eventi, la saga degli Hellions continua e si conclude con Non Guardare Indietro, terminando col diciottesimo numero. Scritta da Zeb Wells e disegnata da Stephen Segovia.
Gli Hellions vengono riportati in vita grazie ai Protocolli di Resurrezione, ma non hanno memoria della loro ultima missione, quindi non sanno che è stato Sinistro a ucciderli.
Il genetista porta così avanti i propri piani tra mille sotterfugi, mandando gli Hellions prima contro il Right di Cameron Hodge e successivamente facendo attaccare loro il Mondo Assassino di Arcade. Ma mentre il cerchio inizia a stringersi attorno a lui, un insospettabile alleato fa sì che i suoi segreti non vengano allo scoperto.
Quando si tratta di personalità borderline come nel caso di questa testata dalla vita insolitamente più lunga del previsto, non si può sempre puntare sul discorso della follia che cresce, poiché ben presto i personaggi rischierebbero di essere non più gestibili e rovinare tutto ciò che si crea con la loro imprevedibilità.
L'altro escamotage è non far compiere loro un percorso di redenzione, un po' difficile nel caso di assassini conclamati e plurimi quali John Greycrow, quanto piuttosto metterli contro pericoli e minacce ancora più folli di loro che possano modificare in parte la loro visione del mondo.
E non è Cameron Hodge il più folle, e nemmeno Arcade, sì neanche lui, bensì Sinistro che - sotto la patina di persona autorevole del Consiglio di Krakoa - nasconde in realtà una personalità che vive di ricatti, menzogne e doppiogioco. Oserei dire che alla fine la testata avrebbe potuto portare il suo nome e non ci sarebbero state sorprese.
Alla fine, dunque, la risoluzione del conflitto con Sinistro e questo insolito percorso di cambiamento portano i vari protagonisti a lanciare uno sguardo differente al mondo mutante e a Krakoa e, nel caso di Havok e Psylocke, anche a veder un importante cambiamento del loro status quo. Anche se un paio di loro rimarranno soggetti altamente irrecuperabili.
Dopotutto la follia è sempre una compagna fedele per alcuni X-Men.

mercoledì 10 luglio 2024

Prime Video Original 96: Sayen - La Cacciatrice


Dopo Sayen e Sayen: La Terra Ha Sete, giunge il terzo e conclusivo capitolo dedicato all'insolita eroina cilena che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare. Una sorta di mix, in salsa cilena, tra Captain America e Lisbeth Salander... e scusate se è poco.
Il terzo capitolo si intitola Sayen: La Cacciatrice (Sayen: La Cazadora), diretto da Alexander Witt, scritto da Diego Ayala, Loreto Caro-Valdés, Camila Jorquiera Stagno e Patricio Lynch e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 26 aprile 2024.
Sta per giungere la resa dei conti tra Sayen (Rallen Montenegro) e la spietata e potente multinazionale Greencorp, capitanata da Fisk (Aarón Díaz), il quale ha sul suo libro paga numerosi politici corrotti per assicurarsi i diritti di sfruttamento di un bene primario e prezioso, l'acqua.
Nonché il mandante e responsabile di tutte le recenti sventure che la ragazza ha dovuto affrontare.
In un ultimo, disperato tentativo Sayen si allea con un gruppo di hacker per smascherare le manovre corruttrici di Fisk e far venire alla luce la verità. Ma vi è una talpa al servizio di Fisk all'interno di questo gruppo.
La tematica delle multinazionali che sfruttano con mezzi criminali le risorse primarie dei paesi, ingraziandosi i politici del luogo a discapito della gente più sfortunata, era già stata ampiamente affrontata nei primi due capitoli.
In questo epilogo, dunque, non ci si ritorna più di tanto e lo si utilizza per dare una appropriata conclusione a tutte le trame e sottotrame disseminate lungo la via, non tantissime ovviamente, ma una risoluzione è necessaria, puntando molto sul fattore azione.
Sayen è qui sempre più una supereroina senza superpoteri, una difensora dei diritti civili delle persone, una campionessa del popolo che lotta contro le malvage corporazioni (il suo avversario si chiama pure Fisk, per i fan di Echo).
Ma come ogni eroina che si rispetti, le battaglie e le vittorie giungono sempre a caro prezzo e, se mai Sayen trionferà, dovrà sacrificare parte di sé prima che questo avvenga e raccogliere i frammenti di ciò che le è rimasto.
È evidente come in questa trilogia si sia cercato di strizzare l'occhio a certe produzioni action americane, pur senza averne tutto il budget e i mezzi. Con tanto di tradimenti, doppiogioco, esperti informatici, storie d'amore tormentate. Tuttavia non aspettatevi acrobatici combattimenti alla Tom Cruise o una lunga sequela di esplosioni alla Michael Bay.
In questo caso, con meno soldi a disposizione, si cerca di aderire a un maggiore realismo - per quanto questo sia possibile con una supergirl sullo schermo - ed è meglio sia così alla fine, poiché rende credibile il fatto (davvero impossibile, nella realtà) che un imprenditore senza scrupoli possa pagare per le proprie azioni e i politici corrotti vadano in rovina.

martedì 9 luglio 2024

Fabolous Stack of Comics: Huck


Il concetto stesso di supereroe poggia sull'esistenza di una persona speciale, non solo perché ha dei superpoteri, che utilizza tutte le sue capacità in maniera altruistica, per aiutare altre persone che non conosce.
Da Superman in poi, con poche eccezioni ogni supereroe si è speso per gli altri, spesso a costo di grandi sacrifici.
Un nuovo supereroe di stampo classico si ritrova in Huck, miniserie di sei numeri pubblicata da Image Comics nel 2015, scritta da Mark Millar e disegnata da Rafael Albuquerque.
Huck è un orfano abbandonato da neonato e accolto in una piccola cittadina di provincia. Incurante di andare alla ricerca delle proprie origini, Huck si pone l'obiettivo di compiere una buona azione al giorno, potendo far affidamento anche su straordinarie capacità.
Al tempo stesso, ad Huck non interessa farsi pubblicità e vive nell'anonimato, amato e protetto dai suoi concittadini. Ma l'arrivo nella cittadina di nuovi e più giovani abitanti, fa scoprire al mondo intero dell'esistenza di Huck, il quale diviene da quel momento in poi oggetto dell'attenzione dei giornalisti e dei politici.
Ma anche di chi gli ha donato i suoi poteri, che è pronto a riemergere sulla scena.
La mitologia di Superman continua a rimanere salda e presente anche dopo quasi novant'anni dalla sua creazione. Una mitologia che si appoggia sul concetto di un essere venuto da un mondo lontano, ma cresciuto da persone oneste con valori sinceri (i valori di una certa nazione, secondo una concezione ormai superata), al servizio del proprio prossimo.
Huck può essere visto come una delle tante varianti di Superman. Anche lui proviene da un mondo lontano, seppur non quello del kryptoniano, un mondo molto più aderente alla realtà odierna che, piuttosto che guardare alle stelle, volge il proprio sguardo verso ciò che si annida nell'interno della nazione.
Con una strizzatina d'occhio al rinnovato conflitto "freddo" sussistente tra Stati Uniti e Russia di questi ultimi anni.
Aldilà di questo, comunque, Huck è la dimostrazione che si può ancora scrivere di un eroe altruista e con valori positivi. Seppur questo concetto possa apparirci figlio di un'epoca ormai lontana, alla fine ciò che conta è costruire una storia attorno a questo concetto e sviluppare i personaggi che vi ruotano attorno.
E dopotutto, una buona azione al giorno è alla portata di tutti.

mercoledì 26 giugno 2024

Fabolous Stack of Comics: Swamp Thing - Genesi Oscura


Il concetto narrativo del mostro della palude è qualcosa che non può sfuggire all'attenzione delle opere di intrattenimento. Un'ambientazione che appare lontana e come un mondo a parte, una creatura che è incarnazione dell'ignoto e una sana dose di terrore sono gli elementi che più la caratterizzano.
E se il Mostro della Laguna Nera rimane ancora oggi un perfetto emblema cinematografico, i suoi epigoni alla DC Comics e alla Marvel non sono da meno.
L'epigono della DC si chiama Swamp Thing. Creato da Len Wein e Bernie Wrightson, compare una prima volta in una versione alternativa nel 1971 su House of Secrets 92, per poi apparire nel 1972 nella sua identità più nota, quella di Alec Holland, nella serie Swamp Thing, di cui i due autori realizzano i primi dieci numeri.
Gli scienziati e coniugi Alec Holland e Linda Holland vengono portati dall'agente governativo Matt Cable in una capanna situata nelle paludi della Louisiana, dove dovranno portare avanti le ricerche, finanziate dal governo, di una formula bio-rigenerativa.
Tale formula, tuttavia, attira l'interesse anche di persone poco raccomandabili e una notte dei criminali assaltano l'abitazione, uccidendo Linda e provocando un'esplosione le cui fiamme avvolgono il corpo di Alec Holland, che scompare in una palude.
Convinti di averlo ucciso, i criminali si allontanano. Alec Holland, tuttavia, rinasce poco tempo dopo come la creatura della palude, Swamp Thing. Inseguito dal suo miglior amico Matt Cable, che lo ritiene responsabile dell'assassinio degli Holland, la missione principale di Swamp Thing diventa quella di individuare i mandanti dell'omicidio della moglie, affrontando al contempo le più svariate minacce sovrannaturali.
Il genere horror, sia nella sua concezione letteraria che in quella cinematografica, è spesso affiliato a quelle che si definiscono atmosfere gotiche. Di solito associate a un lontano passato ma che, con opportune modifiche, si possono tranquillamente trasportare nel presente.
Swamp Thing, che esordisce con una precedente incarnazione del diciannovesimo secolo, vive e interagisce nell'ordinario Universo DC, ma al tempo stesso è quasi come se non ne facesse parte. I due autori, dunque, dopo aver narrato le origini del personaggio, lo trascinano in varie situazioni da gotico moderno, urbano.
Scienziati pazzi e le loro creazioni abominevoli (Anton Arcane, destinato a divenire uno dei più spietati nemici della creatura), streghe, licantropi... tutti i più classici topoi della letteratura e del cinema horror vengono dunque rivisitati e attualizzati. Mostro creato dalla scienza contro i mostri creati dalla follia umana e dalla superstizione. Dopotutto il disegnatore è molto versato nel genere horror e averlo a bordo e non sfruttare queste sue capacità sarebbe stato un crimine capitale.
Siamo ancora ben lontani dalle storie di Alan Moore e del Parlamento del Verde. Quello che abbiamo di fronte in queste pagine è un personaggio moderno per il tempo in cui fu concepito, ma con profonde radici nel passato. Una creatura che muove qui i suoi primi passi e, senza che nessuno possa allora immaginarlo, destinata a cambiare qualche anno dopo il mondo del fumetto.

martedì 25 giugno 2024

Fabolous Stack of Comics: Gli Ultimi Giorni della Justice Society of America


La Justice Society può contare tra le sue fila gli eroi che agivano prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale e che un tempo provenivano da un'altra terra. Terra-2, dove vivevano anche le controparti della Golden Age di Batman, Superman e Wonder Woman.
Ma con Crisi sulle Terre Infinite il concetto di Multiverso scompare e i tre eroi simbolo vengono sostituiti da controparti più giovani, che compaiono nell'era moderna.
E quindi che ne sarà della Justice Society of America? Lo racconta l'albo Gli Ultimi Giorni della Justice Society of America (Last Days of the Justice Society of America), pubblicato nel 1986, scritto da Roy Thomas e Dann Thomas e disegnato da David Ross.
La Crisi nel Multiverso è terminata e ora esiste una sola Terra. Gli eroi della Justice Society, dei reietti in questo nuovo mondo, si radunano per piangere i loro compagni caduti e la scomparsa del Superman della Golden Age.
All'improvviso sulla scena irrompe lo Spettro, incredibilmente ferito e allo stremo delle forze. C'è una nuova minaccia che rischia di annientare la stessa realtà appena formatasi e che ha le sue radici nell'aprile 1945, tra la morte di Roosevelt e gli ultimi giorni di Adolf Hitler.
La Justice Society viaggia così indietro nel tempo per sventare la minaccia, ritrovandosi proiettata in una dimensione ultraterrena dove dovrà impedire letteralmente la fine del mondo, a costo della sua stessa esistenza.
Il fumetto è solito e avvezzo ad affrontare questo tipo di situazioni. Per cambi editoriali, storie epocali o altre ragioni, ci si ritrova talvolta tra le mani concetti che potrebbero non più funzionare in un nuovo contesto.
Dopo la Crisi si è deciso che gli eroi della Golden Age che non fossero stati rivitalizzati in qualche modo (oltre alla trinità, anche le nuove versioni di Lanterna Verde e Flash, per esempio) fossero ormai qualcosa di non più attuale in un mondo che, privo di un Multiverso, li vedeva principalmente protagonisti per difendere suddetto Multiverso.
Quindi è tempo che questi eroi di un altro universo narrativo e un altro modo di narrare i racconti di supereroi si facciano da parte, va da sé non in maniera definitiva e con qualche piccola scappatoia da utilizzare in qualsiasi momento in futuro. Dopotutto, non è detto che il contesto di fondo non possa mutare di nuovo.
Ed ecco dunque la minaccia capace di distruggere la realtà per cui occorre un grande sacrificio, che puntualmente arriva. In pochi si salvano, quei pochi che si è deciso abbiano ancora qualcosa da dire in questo nuovo universo, Power Girl su tutti. Insomma, qualcosa che abbiamo già visto, ma che in questo caso parrebbe essere necessario.
Alla fine questo concetto dell'idea narrativa e dei personaggi ad essa associati che vengono messi da parte, in un Limbo per citare Grant Morrison, pronti a essere recuperati da un altro scrittore è sempre esistito. Ciò che conta non è come si conclude la storia, ma cosa essa poi ritorna in seguito.

lunedì 24 giugno 2024

Fabolous Stack of Comics: Warlock - Chi è Adam Warlock?


In E gli Uomini lo Chiameranno Warlock, Adam Warlock era stato proclamato dall'Alto Evoluzionario messia della Contro-Terra, pianeta gemello del nostro e situato sul lato opposto del sole, per combattere la malvagità dell'Uomo Bestia. Infine sconfitto grazie a un piccolo aiuto da parte di Hulk, prima che Adam Warlock partisse per lo spazio alla ricerca di sé stesso.
Quella ricerca passa attraverso un nuovo ciclo e un nuovo sceneggiatore, quello che più è identificato col personaggio, ovvero Jim Starlin. L'autore narra la propria prima saga di Adam Warlock partendo dai numeri dal 178 al 181 di Strange Tales, per poi proseguire nei numeri dal 9 al 15 di Warlock.
Mentre percorre le vie dello spazio, Adam Warlock si imbatte in una ragazza che implora il suo aiuto. Costei è ricercata dalla potente Chiesa Universale della Verità, guidata dall'enigmatico Magus.
Warlock non riesce a impedire il suo assassinio da parte di due sgherri al servizio della Chiesa e così si reca presso il pianeta dove si trova la potente organizzazione.
Warlock scoprirà che il Magus è una sua vecchia conoscenza, anche se non lo ha mai incontrato in vita sua, e la sua minaccia è tale che l'aiuto di nuovi alleati come Pip il Troll e Gamora può non essere sufficiente. Solo l'intervento di Thanos può ribaltare la situazione, ma non è detto che questa sia la cosa migliore che possa capitare all'Universo.
Nella saga di Roy Thomas, Warlock veniva proclamato messia di un pianeta e suo salvatore e agiva come tale, seppur in maniera riluttante. In questa nuova saga, Warlock diventa un cercatore di conoscenza, ma in un certo senso si ritrova di nuovo a dover trattare con una presunta figura messianica.
Chi ha scritto questa storia è un laico, se non addirittura un ateo, che di certo non ha molto in simpatia il concetto di chiesa e di chi la guida. La Chiesa Universale della Verità è infatti l'emblema di qualunque credenza religiosa (cristiana, musulmana, e così via) che accoglie attorno a sé migliaia di credenti, conquistati dagli ideali di fratellanza e carità, ma a cui in realtà - secondo l'autore - vengono vendute bugie e false speranze in nome di un profitto. E di cui ci si è pronti a liberare il prima possibile.
Ma più che il nichilismo e il caos, quello che deve prevalere è la ricerca della conoscenza, esemplificata da Adam Warlock.
Il Magus si pone dunque come il lato oscuro di Warlock, quell'io futuro malvagio che l'eroe potrebbe diventare, conquistato dalla propria aura messianica che altri gli hanno appioppato.
La saga è molto importante, inoltre, poiché introduce per la prima volta ai lettori i personaggi di Pip il Troll e Gamora e riprende il personaggio di Thanos, una pedina fondamentale di una precedente storyline di Capitan Marvel, scritta sempre da Jim Starlin.
Come in quell'occasione, lo sceneggiatore riprende il tema narrativo della minaccia cosmica incentrata su un grande oggetto di potere, la Gemma dell'Anima in questo caso, che provoca infine un reset della realtà che cancella la minaccia in questione. Perché quando si ha a che fare con un grande potere, non necessariamente potrebbe discenderne una grande responsabilità.

venerdì 21 giugno 2024

Prime Video Original 95: Die Hart 2 - Die Harter


È l'eroe più grande che il cinema e il mondo abbiano mai conosciuto. Di fronte alla sua potenza, ogni criminale trema di paura.
Sì, stiamo parlando proprio di lui, di... Kevin Hart? Già protagonista di un insolito film che ironizzava sulle pellicole d'azione moderne di Hollywood, intitolato Die Hart, l'attore ritorna più alla carica che mai col sequel Die Hart 2 - Die Harter, diretto da Eric Appel, scritto da Tripper Clancy e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 30 maggio 2024.
Come nel caso del primo film, anche questo sequel rappresenta un nuovo montaggio di un serial televisivo composto da alcune brevi puntate apparso in precedenza su un'altra piattaforma.
Kevin Hart è diventato una star di film d'azione grazie al remake cinematografico della serie televisiva I Jefferson e i produttori spingono per farne subito un sequel.
L'attore, tuttavia, vorrebbe dedicarsi a un progetto personale, con scene d'azione reali senza uso di green screen e basato in buona parte sull'improvvisazione. Ma c'è qualcuno che non è d'accordo con tutto questo e rapisce l'attore.
Indeciso se stia vivendo la realtà o un'opera di finzione, Kevin Hart deve scoprire chi sta cercando di prendere il suo posto e perché.
Se il primo film si faceva un po' beffe di un certo appiattimento del cinema di genere americano, sempre pronto a riciclare vecchie idee spacciandole come nuove, in questo sequel ci si concentra sulla tecnologia e sul suo uso e abuso nel cinema odierno.
Grande utilizzo di green screen, ampio sfruttamento di effetti speciali computerizzati e attori che devono piegarsi a queste innovazioni a discapito di una interpretazione più spontanea minano dunque una piena espressività artistica, anche nel campo della commedia.
Un abuso di tecnologia che va a discapito inoltre di un vecchio modo di fare cinema e colpisce in particolar modo gli stuntmen, elementi ombra che risultano fondamentali per la buona riuscita di un film e a cui non viene riconosciuto il giusto credito.
Come nella precedente occasione, comunque, tale critica viene fatta in maniera alquanto light e velata, poiché un eccessivo approfondimento non avrebbe interessato con ogni probabilità lo spettatore.
Da questo tema nasce una storia che sembra quasi presa da Il Sosia di Fëdor Dostoevskij o, per restare in ambito cinematografico, da Enemy di Denis Villeneuve, con un doppio che cerca di estromettere Kevin Hart dalla sua stessa vita.
Seppur ovviamente, in questo caso, i toni drammatici siano del tutto assenti e vengano sostituiti dalle battute e dalla versatilità di Kevin Hart, attorniato a sua volta da comprimari surreali. Surreale come la situazione in cui si è andato a cacciare e che potrebbe avere un risvolto inaspettato.

mercoledì 19 giugno 2024

Prime Video Original 94: Sayen - La Terra Ha Sete


Con Sayen abbiamo conosciuto una nuova, insolita eroina di questi insoliti tempi moderni. Una ragazza cilena dal passato tormentato, che si è ritrovata a dover combattere contro una potente multinazionale, la quale voleva sfruttare e depredare le risorse della terra dei suoi antenati.
Sayen è riuscita temporaneamente a sventare la minaccia, ma ora su di lei pende un capo di imputazione di omicidio, che l'ha costretta a fuggire.
La sua battaglia, tuttavia, non si è conclusa e questa Capitana Cile ritorna assetata di vendetta e giustizia in Sayen: La Terra Ha Sete (Sayen: La Ruta Seca), diretto da Alexander Witt, scritto da Leticia Akel, Paula del Fierro e Julio Rojas e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 20 ottobre 2023.
In fuga dalla legge e dagli sgherri al servizio della Actaeon guidata da Máximo Torres (Enrique Arce), Sayen (Rallén Montenegro) cerca a rischio della propria vita prove che possano incriminare la multinazionale e i suoi capi.
Mentre si trova nei pressi di una delle sedi della multinazionale, Sayen si imbatte in Qumal (Katalina Sánchez), una giovane ragazza che vuole aiutarla a smascherare le malefatte della Actaeon, e Gasper (Jorge López), un ex sgherro al servizio della multinazionale.
Pur con riluttanza, Sayen accetta il loro aiuto. Ma quando una multinazionale controlla il potere politico ed economico di una intera nazione, la vittoria potrebbe rivelarsi impossibile.
Siccome le gesta qui mostrate sembrano praticamente quelle di una supereroina, Capitana Cile appunto, anche se è in apparenza una persona ordinaria, non può certo mancare la figura del sidekick, il Falcon della situazione.
Doppio sidekick in questa occasione, che rappresentano sia quella parte di Sayen ancora aggrappata al concetto di giustizia (Qumal), sia il suo desiderio di farsi giustizia da sola e in maniera spiccia (Gasper).
Oltre all'evidente sottotesto ambientalista e un po' populista di politica corrotta, ma confesso di non essere molto esperto della situazione politica cilena, rimaniamo poi dalle parti del film d'azione all'americana.
Che vuole appunto ispirarsi a certi classici stilemi americani, pur senza averne tutti i mezzi (anche se in taluni casi i vari combattimenti a mani nude e con calci possono risultare più realistici, non tutti noi infatti siamo atleti olimpionici).
Con qualche concessione per la trama, come quella che vede il CEO di una importante multinazionale che va personalmente a caccia di Sayen nel deserto senza farsi accompagnare da una pesante scorta armata.
Pur essendo il capitolo di mezzo della trilogia, non ne risulta un capitolo di transizione, modificando in maniera decisiva lo status quo e rivelando alla fine il vero mandante dietro tutte le malefatte che hanno segnato la vita della ragazza. In attesa della parte finale.

martedì 18 giugno 2024

Fabolous Stack of Comics: Ne è Valsa la Pena


Vi sono numerose figure della Resistenza Italiana che, oltre a combattere per liberare l'Italia dalla dittatura, hanno poi contribuito al governo e alla rinascita della nazione in un successivo momento. Il tutto al netto di luci e ombre che ci saranno di sicuro state. Una delle personalità più note in tal senso è Sandro Pertini, divenuto poi Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985.
Ma queste figure sono tante e ognuna di esse ha con ogni probabilità una storia da raccontare. E la storia di Germano Nicolini, detto il Comandante Diavolo, è una di quelle che merita di essere narrata. E viene fatto in Ne è Valsa la Pena, pubblicato nel 2023 da Ottocervo, scritto da Marco Aldrighi e disegnato da Christian Galli.
Ottobre 2020: Si celebrano i funerali di Germano Nicolini, eroe della resistenza italiana nel territorio emiliano. La badante Irina, mentre si prepara ad abbandonare la sua abitazione, ritrova alcuni oggetti che le ricordano i racconti di vita vissuta tramandatile da Nicolini.
Da quando nel 1944 si guadagnò il soprannome di Comandante Diavolo sfuggendo all'esercito tedesco e, nell'immediato dopoguerra, aprì una mensa dove venivano accolti sia ex partigiani che ex repubblichini, purché questi ultimi non avessero commesso reati, attirandosi l'ira dei compaesani, del proprio partito e della chiesa.
Per chiudere con un calvario giudiziario che lo accompagnerà per quasi cinquant'anni, quando venne accusato dell'omicidio di un prete, che non aveva commesso, e per questo passò molti anni in prigione.
A così tanta distanza da quei drammatici eventi bellici, essendo ormai già passati ottant'anni, l'opera della memoria tramandata diventa qualcosa di importante, visto che ormai chi quegli eventi li ha vissuti non c'è più. Chi lo vuole, sarà così libero di approfondire suddetti eventi.
E la memoria può essere tramandata in maniera efficace tramite molti mezzi, tra cui vi è anche il fumetto, già utilizzato più volte per descrivere le tragedie della Seconda Guerra Mondiale e le sue conseguenze. Ma non solo, più in generale per raccontare gli orrori della guerra e le sue drammatiche ripercussioni.
La storia di Germano Nicolini, che pure presenta aspetti unici e particolari, diventa dunque una sorta di esempio: la storia di un uomo che ha deciso di combattere per cause giuste e ne ha pagato il prezzo, non pentendosi mai però delle proprie azioni. E ha dunque narrato la propria storia, a chiunque volesse ascoltarla, fino a quando anche la giustizia gli ha reso giustizia, per usare un gioco di parole.
Il fumetto è come una sorta di prosecuzione di quei racconti narrati da Germano Nicolini per una vita intera e la figura della badante diviene quella del lettore che (ri)scopre insieme a lei questi ricordi, prima di dare un ultimo saluto a chi ha accompagnato la sua vita. Non solo quella di Irina, ma senza che lo potessimo immaginare anche la nostra.

lunedì 10 giugno 2024

Netflix Original 175: Murder Mystery


Il genere mystery sta vivendo negli ultimi anni un nuovo momento di gloria. Grazie a prodotti quali Cena con Delitto - Knives Out e ai film interpretati da Kenneth Branagh con protagonista Hercule Poirot, sembra che ci possa essere nuovo spazio per gialli di ambientazione classica, con l'altrettanto classico detective investigatore, talvolta accompagnato da un fido collaboratore o collaboratrice, come nel caso di Benoit Blanc.
E se già questi titoli hanno in sé una componente di ironia, più o meno marcata, si può premere ancora di più sull'acceleratore e virare sulla commedia, per creare una nuova coppia di detective (quasi) senza pari, come quella che appare in Murder Mystery, diretto da Kyle Newacheck, scritto da James Vanderbilt e distribuito su Netflix a partire dal 14 giugno 2019.
Nick Spitz (Adam Sandler) è un bravo e onesto agente di polizia, ma non riesce mai a superare gli esami per diventare detective. Dopo l'ennesimo fallimento, mente alla moglie Audrey (Jennifer Aniston) dicendo di averli superati e, per non dimostrarle di essersi effettivamente scordato il loro anniversario di matrimonio, organizza un tour in Europa all'insegna del risparmio più sfrenato.
Audrey, tuttavia, sull'aereo conosce il ricco Charles Cavendish (Luke Evans), il quale li invita sul proprio yacht, dove si sono radunati i suoi familiari e altre eccentriche personalità.
Quando viene commesso un delitto a bordo dell'imbarcazione, i sospetti non possono che ricadere su quelli che appaiono come i maggiori colpevoli: Nick e Audrey!
Si sa che a pensar male si fa peccato... tuttavia, abbiamo una coppia di coniugi detective che collaborano per risolvere un mistero, che scherzano tra loro, fanno ironia anche nei momenti di maggior tensione, si amano nonostante le loro divergenze... e lui si chiama anche Nick e a un certo punto sfoggia pure un bel paio di baffi.
Sembrerebbe proprio che qui ci troviamo di fronte a un remake non dichiarato de L'Uomo Ombra (e non stiamo parlando di Alec Baldwin).
Molto improbabile che il pubblico odierno sia a conoscenza di una serie di pellicole prodotte ottant'anni fa e quindi, siccome l'idea funziona ancora, come ha dimostrato Knives Out, perché non modernizzarla, trasportandola nel presente e contornandola di personaggi ancora più surreali?
Pur essendoci un mistero da risolvere, la parte più divertente risultano alla fine i dialoghi e i battibecchi tra Nick e Audrey Spitz, reminiscenti anche di certi dialoghi del periodo d'oro tra Woody Allen e Diane Keaton, i quali - se ricordate bene - collaborarono anche loro per risolvere un mistero come fecero un tempo Nick e Nora Charles.
Ovviamente non siamo nemmeno vicini alle atmosfere di Woody Allen e l'Uomo Ombra è ormai qualcosa di distante nel tempo, né il film aspira a essere qualcosa di simile. Vuole solo risultare un buon prodotto di intrattenimento, che fa leva sulla rinascita di un genere cinematografico.
Chissà quali altri intriganti misteri ci riserverà il futuro.

sabato 25 maggio 2024

Italians do it better? 46: Smetto Quando Voglio - Ad Honorem (2017)


Dopo Smetto Quando Voglio e Smetto Quando Voglio: Masterclass, si conclude la trilogia del nostrano Ocean's Eleven (e Twelve e Thirteen) con il capitolo intitolato Smetto Quando Voglio: Ad Honorem, diretto da Sydney Sibilia, scritto da Sydney Sibilia, Luigi Di Capua e Francesca Manieri e distribuito nei cinema nel novembre 2017.
Nei primi due capitoli ci siamo appassionati alle vicende della banda di scienziati, laureati e pasticcioni capitanata da Pietro Zinni. Quella che è iniziata come un'attività borderline di diffusione di droghe non sanzionate per superare la crisi economica, si è tramutata poi in una lotta contro la criminalità romana e la scoperta di una terribile minaccia.
Pietro Zinni (Edoardo Leo) e la sua banda sono finiti in carcere e a nulla sono servite le affermazioni dell'uomo secondo cui qualcuno sta progettando un attentato con del gas nervino.
Tuttavia la minaccia è reale e fa capo a Walter Mercurio (Luigi Lo Cascio), un uomo che ha un qualche misterioso legame con Pietro Zinni e che vuole fare una strage in un luogo pubblico di Roma.
Con l'intera banda in carcere, Pietro Zinni organizza un'ultima, disperata mossa: un'evasione di massa. Ma per riuscirci deve allearsi con un ex nemico, il Murena (Neri Marcorè).
Quando si riescono a chiudere tutti i fili in sospeso e a farlo in maniera coerente, magari forzando un po' la mano qui e là ma in limiti accettabili, si ottiene sempre un buon lavoro.
Sia il regista che gli interpreti tornano a omaggiare i film americani e certi loro topoi narrativi, che qui ritornano attualizzati e italianizzati nel giusto modo. A partire dal prison movie e la conseguente evasione in stile The Rock, per passare poi alla scomoda alleanza con un ex avversario per debellare una minaccia più grande e chiudere con le origini del villain, il quale ha un insospettabile legame col protagonista e lo incolpa della sua situazione.
Ma film corali come questo non funzionerebbero se il cast non fosse all'altezza. E come lo erano George Clooney e i suoi compari, altrettanto si può dire per Edoardo Leo e gli oltre venti attori che ruotano attorno a lui.
La cosa più ammirabile è come si sia riusciti a creare una giusta amalgama, laddove tanti personaggi spesso comportano lasciare spazio ad alcuni più di altri. E questo sicuramente avviene, ma ognuno riesce a trovare il proprio giusto momento di gloria.
E così la trilogia finisce. Non vi sono promesse o premesse di ulteriori sequel, anche se nel mondo del cinema non si può mai sapere. Il cerchio si chiude laddove è iniziato, presso un'università dove si forgiano le menti del futuro... e le speranze del presente.

venerdì 24 maggio 2024

Prime Video Original 93: Tutto è Possibile


Il liceo high school americano è uno di quei luoghi dove la maturazione personale passa, nei film, attraverso esperienze sia positive che negative che forgiano la rispettiva persona. Esperienze che cambiano nel corso del tempo, così come cambia la società.
Nei film di John Hughes, gli adolescenti del Breakfast Club dovevano affrontare problematiche sì ancora attuali, ma che oggigiorno non sono più le uniche.
Uno specchio dei tempi attuali è Tutto è Possibile (Anything's Possible), diretto da Billy Porter, scritto da Ximena García Lecuona e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 22 luglio 2022.
Inizia l'ultimo anno del liceo. Kelsa (Eva Reign) è pronta a passarlo insieme alle sue migliori amiche e altrettanto può dirsi per Khal (Abubakr Ali), ed entrambi devono scegliere che fare del loro futuro.
Kelsa è una ragazza trans che ha un piccolo canale Youtube, dove racconta le sue emozioni durante la fase di transizione. Khal scopre il canale e rimane da lei affascinato, donandole un mazzo di fiori e iniziando a uscire con lei.
Ma se la loro relazione è stabile e non tiene conto delle categorizzazioni, il mondo che gira attorno a loro - composto dai genitori e dai compagni di scuola - non vede del tutto di buon occhio la cosa.
I tempi cambiano (e ora sentirete la mia classica frase che sta a voi decidere se sia in bene o in male) e quindi cambiano anche le persone. E gli adolescenti. Se i giovani protagonisti di John Hughes dovevano affrontare problematiche ancora e sempre persistenti, quale il rapporto coi genitori ad esempio, scenari diversi sono nel frattempo emersi.
Ovviamente, e non serve nasconderlo, questo è un film incentrato sull'identità di genere, argomento divenuto negli ultimi anni sempre più delicato e su cui non è così facile avere un'opinione univoca, per i più svariati motivi.
Se Moonlight parlava di una storia d'amore omosessuale trattandola come ogni altra storia d'amore, la stessa cosa si tenta di fare in questo caso. I due protagonisti si amano senza tenere conto di ciò che pensano gli altri e accettandosi per quello che sono, ma non è sempre possibile tenere chiusi gli occhi di fronte alla realtà che li circonda, così come non potevano farlo i due protagonisti di Moonlight.
Alla fine diventa però più importante il pur significativo messaggio, di accettare le persone senza pregiudizio alcuno, che va un po' a discapito della storia. Ad esempio non viene ben approfondito perché di punto in bianco alcuni amici e alcune amiche dei due inizino ad ostracizzarli: d'accordo il bigottismo, ma almeno un po' di contesto.
Una storia che ovviamente procede su binari consueti per questo tipo di pellicole, già percorsi decine di volte. I due protagonisti si incontrano, scoprono di amarsi, hanno un momento di crisi dovuto alle difficoltà che il mondo pone loro davanti, tali difficoltà vengono infine superate e i due possono pensare ai passi successivi delle loro vite.
Ma volendo si può inquadrare il tutto nell'ordinarietà delle cose che si vuole descrivere. Se altri film teen adolescenziali hanno quel tipo di svolgimento, perché non può averlo questa pellicola?

giovedì 23 maggio 2024

Fabolous Stack of Comics: Warlock - E gli Uomini lo Chiameranno Warlock


Nel 1967, su Fantastic Four, Stan Lee e Jack Kirby ideano Lui, una creazione di eminenze grigie della scienza note collettivamente come l'Enclave (a cui, va da sé, si ribella).
Lui è uno di quei personaggi che naviga poi nel Marvel Universe senza uno scopo preciso, in attesa che qualche sceneggiatore glielo fornisca. E tale scopo arriva qualche anno più tardi, nel 1972, con la pubblicazione della serie antologica Marvel Premiere.
Colui che è ancora noto come Lui - scusate il gioco di parole - vi appare nei primi due numeri, per poi vedersi dedicata una serie regolare durata otto numeri, pubblicata tra il 1972 e il 1973. Gli autori sono Roy Thomas, Mike Friedrich e persino lo scrittore di fantascienza Ron Goulart, mentre la parte grafica è affidata a Gil Kane, John Buscema e Bob Brown.
Dopo aver perso poteri divini, un disilluso Alto Evoluzionario ritrova a fluttuare nello spazio il bozzolo dove al suo interno è presente Lui, che ribattezza Adam Warlock.
L'Alto Evoluzionario dà poi vita al suo esperimento più ardito. Partendo da una roccia, crea una intera Terra alternativa, la Contro-Terra, che posiziona sul lato opposto del sole. L'intenzione è quella di privarla del peccato originale e dei supereroi, portatori di caos.
Ma l'Uomo-Bestia, la creazione ribelle dell'Alto Evoluzionario, interviene sull'esperimento, portando il male nel mondo come una sorta di serpente tentatore.
L'Alto Evoluzionario vuole allora distruggere la Contro-Terra, ma Warlock lo implora di essere portato lì e provare ad estirpare i semi della malvagità impiantanti dall'Uomo-Bestia. Con una Gemma dell'Anima di origine ignota impiantatagli dall'Alto Evoluzionario, il rinato salvatore del neonato pianeta parte così alla volta della sua personale odissea.
Un essere divino con sentimenti altalenanti verso le sue stesse creazioni. Un autoproclamatosi messia e salvatore, ribattezzato Adamo, che raduna attorno a sé dei seguaci. Un figlio caduto dell'essere divino portatore del male. Un potenziale Eden dove irrompe all'improvviso il peccato originale.
Sì, non vi state sbagliando, quella che abbiamo di fronte è la versione Marvel della Bibbia in chiave supereroistica. Una metafora molto evidente, ma il fatto di ambientare il tutto in una terra parallela, distante, per certe caratteristiche dalla terra "reale", fa sì che alla fine tale metafora risulti un po' addolcita.
Anche perché quella che ci troviamo di fronte è la consueta trama supereroistica, del buono contro il cattivo, e giustamente visto il pubblico di riferimento non trovano traccia complicati dibattiti filosofici od esistenziali.
Certo la figura messianica di Warlock, credo derivata dalle contestazioni giovanili avvenute poche anni prima (i suoi seguaci sono infatti omologhi di quegli studenti ribelli), è quella che più risalta.
Al limite ci sono due situazioni che si ripetono in maniera continuativa. Gli scontri tra Warlock, l'Uomo-Bestia e i suoi sgherri e il tira e molla tra l'Alto Evoluzionario, che vuole distruggere la Controterra un giorno sì e l'altro pure, e Warlock.
Forse l'eccessiva ripetizione di questi due concetti è ciò che ha causato la (temporanea) interruzione della serie. Tanto che la trama dello scontro con l'Uomo-Bestia rimane irrisolta e trova la sua conclusione solo qualche mese dopo, sulle pagine di Incredible Hulk. Quando ci si poteva ancora permettere di chiudere i fili in sospeso altrove senza troppi problemi.
Ma la stella di Adam Warlock è destinata ancora a brillare.

mercoledì 22 maggio 2024

Fabolous Stack of Comics: Empress


Fino a ora, nelle opere che ricadono sotto l'etichetta MillarWorld, abbiamo parlato di gruppi di maghi, di un insolito aldilà e di un genio in ogni campo dello scibile umano.
Ma suddette opere spaziano in ogni possibile settore narrativo esistente e le distese spaziali non rappresentano un'eccezione. Ne è una dimostrazione Empress, miniserie di sette numeri pubblicata nel 2016, scritta da Mark Millar e disegnata da Stuart Immonen.
Secondo il calendario terrestre ci troviamo in un lontano passato, di milioni di anni fa, durante il quale però vi era già un'avanzata civiltà galattica. Una civiltà guidata col pugno di ferro da Morax, spietato e sanguinario tiranno.
La moglie Emporia, che ha sposato Morax in giovane età ma ora dopo aver partorito tre figli è sempre più terrorizzata dai suoi atti crudeli, decide di fuggire. Ad assisterla vi è la sua guardia del corpo, Dane Havelok.
La fuga ha successo, ma da quel momento in poi Emporia, i suoi figli e Dane vengono inseguiti dalle truppe di Morax. Inoltre una taglia viene messa sulle loro teste e tutti i pianeti della galassia vengono informati dell'accaduto.
Con pochissimi alleati su cui contare, la fuga di Emporia potrebbe rivelarsi più breve del previsto.
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana... questo è il celebre slogan della più celebre saga fantascientifica cinematografica... o quantomeno quella che ha generato maggiori introiti. Ed echi di Star Wars sono ben presenti in questa storia.
A partire dallo scenario: un insieme di pianeti, ognuno con una differente ambientazione, differenti popoli e differenti pericoli, a connotare le avventure dei protagonisti. Uno spietato tiranno galattico, che presenta in sé a livello grafico anche qualche traccia di Darkseid. Un'epopea familiare. Un robot droide che si esprime con versi e segni. Ah sì, anche un surrogato degli Stormtroopers.
Vi sono poi i classici elementi della space opera e della fantascienza d'annata, opportunamente rimodernata e un po' estremizzata, grazie a battaglie tra astronavi, creature mostruose e armi futuristiche.
Empress diventa dunque un insolito giocattolo narrativo, un open world, delle montagne russe narrative dove Mark Millar e Stuart Immonen possono scatenare la loro inventiva, dipingendo paesaggi onirici e desertici, architetture imponenti e razze aliene di ogni colore.
Contornando il tutto con una trama che punta quasi tutto sull'azione e sui cambi di scena e di prospettiva, intervallati da pochi attimi di riflessione.
Rimane alquanto strano l'epilogo, non vorrei dire frettoloso. Ma se Emporia aveva sin da principio la capacità di sopraffare Morax e far ascendere uno dei figli al potere, perché non lo ha fatto da subito?
Forse per lasciare un paio di punti in sospeso da esplorare in storie future. Sempre ambientate in quest'altra galassia lontana, lontana...

martedì 21 maggio 2024

Libri a caso: Una Testa in Gioco


Il Commissario Maigret ha una sua personale idea di giustizia, un'idea che lo abbiamo visto perseguire nei precedenti libri che lo hanno visto protagonista. Per il Commissario parigino, la legge è sì utile, ma non deve rappresentare l'unico metro di giudizio.
C'è un ideale di giustizia più alto, e non è quello divino, che deve tenere conto delle motivazioni che hanno causato l'atto criminoso e le persone che ne potrebbero ricavare un danno indiretto. Questo ha portato Maigret in un recente caso - L'Impiccato di Saint-Pholien - addirittura a non denunciare alcune persone per non lasciare orfani dei bambini.
Tale ideale di giustizia ritorna, più marcato che mai, in Una Testa in Gioco (La Tête d'un Homme), quinto romanzo della serie pubblicato nel 1931.
Joseph Heurtin è stato condannato in via definitiva per l'omicidio di due donne americane e sta per essere eseguita la sua condanna a morte. Anche se alcune prove appaiono schiaccianti, l'uomo si dichiara più volte innocente.
Il Commissario Maigret, responsabile del suo arresto, roso dai dubbi si convince che le obiezioni di Heurtin abbiano un qualche fondamento. E concepisce così un piano ardito che rischia di mettere fine per sempre alla sua carriera: inscenare un'evasione dell'uomo, di modo tale che lui lo porti dai suoi complici.
Ma quello che accade dopo è del tutto imprevedibile. Questo diventa l'inizio di una delle indagini più insidiose per Maigret, tra ricchi residenti americani, poveri immigrati dell'est Europa e una mente diabolica che lo sfida apertamente.
C'è una capacità che Georges Simenon ha saputo padroneggiare sin dal romanzo precedente. Ovvero di come gli eventi sembrino dirigersi verso un preciso obiettivo, salvo poi cambiare del tutto strada, e questo non tramite un improvviso colpo di scena, bensì in maniera del tutto naturale. Come se Maigret fosse in balia del destino e dovesse padroneggiarlo in qualche modo.
Questo romanzo nasce come la storia di un'evasione e come tale procede, salvo poi subire una svolta e divenire una sottile sfida di menti e volontà. Già nel primo romanzo, Pietr il Lettone, il Commissario aveva trovato una persona decisa a sfidarlo, ma qui il nemico è una sorta di Moriarty aggiornato.
Intelligente, ma non ricco, che ama seminare il caos e lanciare la sua sfida al Commissario Maigret. Il fatto che sia straniero mi ha in principio confuso, considerato che vi era una marcata instabilità politica in Europa all'epoca, ma credo che non ci fosse alcun sottotesto razzista (su un europeo, poi), semplicemente è un elemento funzionale alla trama.
Per la prima volta, Maigret perde anche solo per un attimo la pazienza, dopodiché batte il suo nemico utilizzando le sue armi più affilate. Ovvero la ragione e la capacità di aspettare, cose che fanno innervosire anche i nemici più insidiosi. Ancora una volta, Maigret padroneggia il destino che altri gli hanno riservato e capovolge la situazione.
Un romanzo davvero particolare, trasposto sul grande e piccolo schermo più volte, anche dal nostro Gino Cervi - e con nientemeno che Gian Maria Volonté nella parte dell'avversario di Maigret.
Poiché un grande romanzo richiede grandi interpreti.

lunedì 20 maggio 2024

Prime Video Original 92: Sayen


Il serial Echo del Marvel Cinematic Universe ci ha proiettato nel mondo di un'eroina che riscopre le sue radici, le quali affondano nei secoli passati e nella cultura delle native americane. Un viaggio che si conclude con l'eroina che si appropria di quelle radici, portando così avanti una gloriosa tradizione.
Il tema della persona che si riappropria delle sue radici - e così anche di una parte perduta della propria identità - è tuttavia ben presente da decenni ovunque. Ma un altro tipo di eroina la si può ritrovare in Sayen, diretto da Alexander Witt, scritto da John Swab e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 3 marzo 2023.
Sayen (Rallén Montenegro) ritorna nelle terre cilene dove è nata e cresciuta, ma da cui si è allontanata dopo che suo padre è stato ingiustamente incarcerato. Qui vive ancora la zia, che ha appena ricevuto un'ingente offerta da una potente multinazionale, rappresentata dal giovane Antonio Torres (Arón Piper), per la vendita del suo terreno.
La zia, tuttavia, rifiuta la proposta e Sayen poco dopo scopre che la multinazionale è coinvolta in affari alquanto loschi. Colta sul fatto mentre spia le loro mosse, Sayen viene inseguita da Antonio Torres e le persone al suo servizio, determinate a ucciderla.
Poiché, dietro Antonio Torres, vi sono uomini molto potenti e determinati, pronti a cancellare secoli di storia e tradizione cilene in nome del profitto.
Ci sono stati negli anni passati film ambientati in Cile: laddove c'è stata una dittatura si alimentano anche le storie da raccontare. Ma raramente ci si è ritrovati ad affrontare una produzione cilena, dallo stampo vagamente patriottico.
Ancora una volta, come spesso accaduto in questi ultimi anni per cercare di cambiare un po' le cose, ci ritroviamo di fronte a una donna forte e determinata che decide di mettersi contro delle persone potenti e, salvo pochi amici, tutto il mondo le volta le spalle, lasciandola sola nella sua battaglia.
Tuttavia, più che dalle parti di Echo, qui abbiamo di fronte una sorta di ibrido tra Rambo ed Erik Brockovich. La seconda visto il sottotesto ambientalista molto ben presente e rimarcato (la multinazionale che vuole sfruttare le risorse naturali delle regioni storiche del Cile).
Sayen è una versione femminile di Rambo da un lato per l'ambientazione - la maggior parte dell'azione si svolge nelle foreste della terra in cui vive e che lei ben conosce, mentre per i suoi inseguitori è territorio sconosciuto - ma anche perché diventa praticamente un esercito di una sola donna, che con abilità e costanza riesce a debellare tutti i suoi avversari, sfruttando le proprie capacità di lotta apprese negli anni passati (ci sono anche un paio di frasi che in maniera sottile richiamano quelle del Colonnello Trautman).
E infine abbiamo una popolazione, i Mapuche, realmente esistente e strettamente connessa col Cile e il suo passato. Una finestra su un mondo che il pubblico non conosce, e che qui in maniera inevitabile viene appena aperta, ma che può risultare affascinante esplorare. Un'identità perduta di cui la protagonista va alla ricerca.
E il suo viaggio deve ancora concludersi.

sabato 18 maggio 2024

Italians do it better? 45: Il Grande Giorno (2022)


Il trio composto da Aldo (Baglio), Giacomo (Poretti) e Giovanni (Storti) ha rappresentato una insolita boccata di aria fresca per il cinema italiano di fine anni '90 del ventesimo secolo/inizio 2000.
Pur essendo la loro comicità di matrice televisiva e teatrale, hanno saputo ben adattarla anche sul grande schermo, trasportandovi quei personaggi che li hanno resi celebri e creando svariati tormentoni.
Se pur i loro film più memorabili rimangono i primi, il trio di attori non ha mai smesso di lavorare e produrre nuove pellicole, non disdegnando negli anni più recenti anche qualche sortita solitaria, come ad esempio Tutti a Bordo.
I tre ritornano insieme in Il Grande Giorno, diretto da Massimo Venier, scritto da Aldo, Giovanni e Giacomo, Massimo Venier, Davide Lantieri e Michele Pellegrini e distribuito nei cinema nel dicembre 2022.
Giovanni (Giovanni Storti) e Giacomo (Giacomo Poretti) sono due ricchi imprenditori del settore del mobile, agli antipodi per quanto riguarda il carattere, che si stanno preparando al grande giorno, ovvero il matrimonio dei loro figli.
Tutto è stato allestito in grande stile perché duri tre giorni, affittando una villa elegante e storica, comprando vino d'annata, assicurandosi la partecipazione di un noto cantante italiano e facendo preparare centinaia di fuochi d'artificio.
Alla festa partecipa anche la prima moglie di Giovanni, Margherita (Lucia Mascino), la quale porta con sé il nuovo fidanzato Aldo (Aldo Baglio).
Da quel momento avviene un disastro dietro l'altro e viene alla luce un segreto che rischia di distruggere per sempre l'amicizia tra Giovanni e Giacomo.
Sono passati più di venticinque anni da Tre Uomini e una Gamba, e in questo film sembra quasi di ritrovare una versione più matura dei tre personaggi che lì vi comparvero. Ora sposati e con figli e che non dipendono più dal ricco suocero.
Eppure quella comicità di allora rimane invariata e, con pochi accorgimenti, ritorna anche in questo film, mostrandoci sia una maturità che una sorta di nostalgia dei tempi che furono.
I personaggi sono quelli consolidati. Il meridionale pasticcione ma allegro e spensierato, il preciso e preoccupato, l'esuberante milanese. Figure comiche che hanno in sé anche qualche piccolo elemento di dramma, circondate da buoni comprimari.
Se infatti nei primi film vi era un elemento comico predominante, in questo caso si è dosato in egual modo sia la comicità che la malinconia (che è stata comunque sempre presente, sin dal primo film).
Quella malinconia che alcune persone mature provano, quando hanno lavorato una vita intera, anche con successo e profitto, ma al tempo stesso sentono di non aver conseguito nulla di davvero importante.
Ma non disperate, questo rimane sempre un film con Aldo, Giovanni e Giacomo. Stavolta forse con meno tormentoni del consueto e un po' meno macchiettistico, eppur con un DNA cinematografico subito riconoscibile.

venerdì 17 maggio 2024

Fabolous Stack of Comics: Batman e Joker - Il Duo Mortale


Batman e Joker sono ai lati opposti della barricata. Il primo, nonostante il soprannome Cavaliere Oscuro, è l'incarnazione della giustizia e dell'ordine, che cerca di portare luce in una città plagiata dal male.
Il secondo invece è puro caos, che dunque agisce in modi imprevedibili, che nemmeno Batman con le sue capacità di detective è in grado di preventivare.
Eppure, talvolta, questi due personaggi così agli antipodi si sono ritrovati dalla stessa parte, ad esempio per sconfiggere un misterioso nemico comune in Batman: Europa, o addirittura quando il Cavaliere Oscuro ha impedito che Joker venisse condannato a morte in L'Avvocato del Diavolo.
Una nuova, folle, insolita alleanza si ritrova in Batman e Joker: Il Duo Mortale (Batman & The Joker: The Deadly Duo), miniserie di sette numeri pubblicata nel 2023, scritta e disegnata da Marc Silvestri.
Qualcuno ha rapito Harley Quinn e minaccia di ucciderla e al contempo James Gordon è sparito dalla circolazione, non lasciando alcuna traccia. Come se questo non bastasse, la città di Gotham inizia a essere perseguitata da repliche di Joker, crudeli e inarrestabili che lasciano dietro di loro una grande scia di sangue.
Eppure non vi è la mano del Pagliaccio del Crimine dietro tutto questo, che chiede dunque aiuto a Batman. Il Cavaliere Oscuro non ha altra scelta che accettare, ma al tempo stesso è consapevole che un'alleanza con Joker è come una bomba a orologeria, pronta a esplodere da un momento all'altro.
Come detto, la storia di per sé non parte da una base inedita e in sé ha tutti i semi di classica narrativa supereroistica: il nemico misterioso con improvviso capovolgimento di fronte, un drammatico evento del passato che ha dato vita al tutto, e viene rilevato tramite uso continuo di flashback, l'imprevedibilità di Joker e il suo agire fuori da ogni tipo di schema prefissato.
Marc Silvestri non è a digiuno di sceneggiatura, visto che lo fa su base regolare da decenni avendo anche creato dei personaggi inediti, eppure l'attenzione principale della storia è ammirare le sue idee grafiche che, forse non più così innovative oggi, conservano ancora un grande fascino.
Ma questo non vuol dire che la trama sia lasciata a sé stessa. Capitolo dopo capitolo il mistero viene dipanato ed è incentrato sulle biotecnologie e i rischi che queste comportano, tema molto sentito negli Stati Uniti.
E anche se Batman è e rimane l'eroe e il salvatore della situazione, si ha come l'impressione che l'affetto di Marc Silvestri sia in realtà rivolto verso Joker, vista la gran quantità di dialoghi che questo sforna pagina dopo pagina (nemmeno quando viene imbavagliato riesce a stare zitto) e il suo pensare fuori dagli schemi che rende ogni sua mossa imprevedibile.
Del resto le lotte e le alleanze tra Batman e Joker sono anch'esse così: fuori dagli schemi, imprevedibili. Cos'altro ci si potrebbe aspettare da due personaggi che si trovano ai lati opposti della barricata?

giovedì 16 maggio 2024

Libri a caso: Gli Amanti di Siddo


Il fatto che la fantascienza, come genere letterario, sia proiettata nel futuro, oppure offra una versione alternativa della nostra realtà, non impedisce ovviamente agli autori di trattare tematiche del loro tempo o universali, utilizzando la metafora di un mondo lontano.
Un mondo dove però possono sopravvivere concetti eterni, come l'amore, e venire reinterpretati. Come accade in Gli Amanti di Siddo (The Lovers), scritto da Philip J. Farmer e pubblicato originariamente sotto forma di racconto nel 1952, salvo poi essere espanso in romanzo nel 1961.
Ci troviamo nel trentunesimo secolo: dopo una tremenda Guerra Apocalittica che ha decimato la popolazione terrestre, il mondo vive sotto l'egida di una dittatura religiosa che si rispecchia nella figura eterea del Precursore.
Tramite i suoi scritti sacri, messi in pratica da zelanti agenti, i cittadini vivono secondo determinate caste e devono seguire specifici dettami, comportarsi secondo schemi prefissi in ogni aspetto della loro vita e, nel caso li infrangano, vengono puniti anche in maniera corporale.
Tra di loro vi è il linguista Hal Yarrow, il quale pur essendo un devoto della religione unica (anche perché non può fare altrimenti), vive un'esistenza miserabile e un matrimonio infelice. Così, quando gli viene offerta la possibilità di partecipare a una missione spaziale per colonizzare un altro pianeta, coglie l'occasione al volo.
L'esperienza lo cambia in maniera profonda, grazie all'incontro con la razza aliena dei Wog, ma soprattutto con Jeannette, una donna aliena dalle fattezze umane con cui intreccia una relazione che va contro tutti i dettami religiosi prefissi.
Ecco un perfetto esempio di come uno scenario futuro possa riflettere il tempo in cui il romanzo venne scritto. Un'epoca che segue la Seconda Guerra Mondiale e dove si intensifica il puritanesimo della società americana che, a dire il vero, era iniziato anche prima che cominciasse il conflitto. Un tempo dove i movimenti giovanili dovevano ancora arrivare.
Ma già qualcosa si muoveva all'epoca e gli scrittori dell'epoca sono stati abili a cogliere questi sussurri. Tramite la descrizione di un mondo apocalittico, Philip Farmer concepisce una metafora che riguarda non solo la società americana (che pure è quella in cui viveva) e non solo le religioni cristiana o protestante, quelle più presenti negli Stati Uniti.
I vari precetti del Precursore, infatti, sembrano richiamare varie credenze religiose e vogliono sottolineare come i dettami che vadano a regolare aspetti privati dell'essere umano (fare sesso solo a scopo di procreazione, non eccedere in determinati e presunti vizi, non concedersi opinioni personali su argomenti sensibili) finiscano in ultima analisi per limitare la libertà e il libero arbitrio dell'essere umano.
Laddove invece un essere più libero ha più possibilità di conquistare la felicità, soprattutto se non c'è nessuno che gli dica chi può amare e chi no. Quindi non è un messaggio che va contro la religione in sé, bensì riguarda come essa viene applicata, lasciando alla singola persona se credervi o meno.
Questo viene esemplificato nella figura di Hal Yarrow. Un uomo che per tutta la vita ha vissuto seguendo ciò che altri gli hanno detto di fare e comportandosi come altri gli hanno detto di comportarsi. Ma quando si ritrova a contatto con una civiltà aliena che con facilità gli mostra le falle logiche dei ragionamenti del Precursore e un'amante che è capace di fargli superare quei confini naturali superando quegli ostacoli invisibili, tutti i suoi muri mentali crollano in maniera costante e diviene un uomo nuovo. Rinato.
Ma resta da vedere se tale rinascita possa essere la chiave per cambiare il modo di pensare di certe persone fissate coi loro principi. Poiché il problema non è credere in quei principi, il problema è quando si cerca di inculcare con la forza e la prevaricazione suddetti principi.
Sessant'anni dopo fa piacere vedere come una relazione "interrazziale" e dove vige la libertà sessuale non sia più così scandalosa, ma sia anche comunemente accettata, aldilà dei bigottismi che non mancano mai in ogni epoca temporale.

mercoledì 15 maggio 2024

Fabolous Stack of Comics: Cable - Shakespeare in Crisi


Dopo aver avuto un ruolo poco più che marginale in X of Swords, il giovane Cable di Krakoa può tornare a occuparsi dei misteri su cui aveva concentrato i propri sforzi nel ciclo iniziale, Il Big Bang.
Il rush finale di questa serie si conclude con la saga che si dipana dai numeri 7 al 12, pubblicata nel 2021, scritta da Gerry Duggan e disegnata da Phil Noto. Tale saga chiude anche la serie dedicata al giovane guerriero proveniente dal futuro.
Dopo essere tornato da Altromondo, Cable riprende le indagini sui bambini mutanti scomparsi, rapiti dalla misteriosa setta nota come Ordine di X. Seppur dichiaratamente pro-mutanti, la serie sembra abbia connotati satanici e voglia sacrificare i neonati rapiti.
Più le indagini procedono, più il giovane Cable scopre che dietro questa setta si nasconde in realtà uno dei nemici più letali del vecchio Cable, ovvero il clone Stryfe.
Per poterlo sconfiggere, il giovane Cable avrà bisogno dell'aiuto della sua controparte più anziana... peccato però che sia stato lui stesso a ucciderlo!
E così, con questa ultima saga di questa breve testata, il cerchio narrativo si chiude laddove era iniziato. Il presente si lega sia al passato che al futuro e tutti i nodi giungono al pettine. E per fare questo si utilizza uno dei personaggi più particolari creati nel decennio dove dominavano i cloni.
Ovverosia Stryfe, il clone perfetto di Nathan Summers, privo del virus tecnorganico, creato da Apocalisse e che qualche serio grattacapo agli X-Men lo ha dato, come ad esempio diffondere tempo prima un virus letale che ha ucciso decine di mutanti.
La saga contribuisce inoltre a ripristinare lo status quo originario, poiché per quanto si cerchi di cambiare le cose raramente si rimane fissi su un nuovo status, in quanto i lettori amano essere rassicurati e vedere i propri personaggi preferiti continuare ad agire. Ci sono delle eccezioni, certo, ma non è questo il caso.
E sì che parliamo di un personaggio creato poco più di trent'anni fa, eppure anche lui ha una fanbase a quanto sembra.
E perciò via la controparte giovanile di Cable, che ritorna al proprio futuro alternativo e che ha imperversato sulle testate mutanti per davvero poco tempo non riuscendo a lasciare il segno, ed ecco il ritorno sulla scena del vecchio Cable - grazie al failsafe narrativo dei Protocolli di Resurrezione - pronto a riprendere la sua battaglia nel nuovo scenario di Krakoa. Vedremo dove questa lo porterà.
Tutto in questi sei numeri procede dunque in maniera molto spedita per raggiungere l'obiettivo di cui sopra e ha almeno il pregio di non lasciare particolari punti in sospeso. Inutile dunque lamentarsi della rapidità con cui almeno un paio di trame vengono risolte, in particolare quella del ritorno di Galador con un surrogato di Rom: non ve ne era il tempo e lo spazio materiale.
Come direbbe quel film su Joe Strummer, perciò, il futuro non è scritto.