Il mondo del lavoro è decisamente cambiato nel corso di questi ultimi quindici anni (a voi stabilire, col vostro metro di giudizio, se in meglio o in peggio): da un lato per via della tecnologia sempre più imperante, dall'altro perché la globalizzazione ha portato molti capitali esteri in Italia, con alterne vicende.
Ma qui siamo nel magico mondo della commedia italiana e quindi tutto andrà bene. Al Posto Tuo è diretto da Max Croci, scritto da Massimo Di Nicola e Umberto Marino e distribuito nei cinema nel settembre 2016.
Luca Molteni (Luca Argentero) e Rocco Fontana (Stefano Fresi) lavorano entrambi per una ditta che produce e sviluppa sanitari, ma sono caratterialmente all'opposto. Il primo, infatti, è uno scapolo impenitente, donnaiolo e pieno di sé. Il secondo, invece, è un fedele marito, con figli e rispettoso delle regole.
Quando le aziende per cui lavorano iniziano un processo di fusione, la nuova direttrice chiede loro - per divertimento e ritenendo possa essere un buon esperimento sociale - di scambiarsi di posto per una settimana, nella speranza di conquistare un nuovo, importante cliente giapponese.
Luca si trasferisce dunque nella casa di Rocco e viceversa, dando vita a una serie di paradossali situazioni.
Ecco, ci risiamo. Come avevamo visto in Beata Ignoranza, si mettono a confronto due diverse categorie di "italiano medio" (o almeno, quello che cinema e stampa vogliono indicare come italiano medio) e si procede - come nella miglior tradizione del teatro classico, cosa che era già consolidata ai tempi di William Shakespeare - allo scambio di ruoli, per ritrovarci in questo caso con due pesci fuor d'acqua.
La trama in sé è tutta qui, tanto che - tralasciando l'inizio e l'epilogo - a ridurre il tutto all'osso il film potrebbe durare circa venti minuti... e già dura poco di per sé. Nel mezzo, abbastanza intuibile, vi sono tutta una serie di scenette comiche che, sfruttando lo scambio di posti, cercano di mettere in ridicolo le abitudini dei due protagonisti.
Ecco dunque Luca impacciato a dover interagire con la famiglia di Rocco, pur scoprendone lati ignoti allo stesso Rocco, mentre quest'ultimo cerca in maniera disastrosa di avere una vita sociale al di fuori della sua famiglia e di gestire la casa "tecnologica" di Luca. Della serie, dunque, nessuno è perfetto.
Non passa comunque sotto silenzio il fatto di come i "vincitori" di questa insolita situazione alla fine siano coloro che hanno una famiglia con figli, oppure coloro che lavorano sodo e sono disposti a sacrifici personali per raggiungere il successo.
Vincitori che capiscono che entrambe le parti presentano dei vantaggi. Una celebrazione, insomma, dei valori tradizionali della società italiana (lavoro, famiglia... manca solo la religione). Non c'è comunque da stupirsene o scandalizzarsi, questi sono comunque valori che fanno parte del vissuto di molte persone e quindi il film cerca di catturare questo tipo di pubblico cercando al contempo di essere il più mainstream e poco offensivo possibile.
Al posto loro, avremmo fatto la stessa cosa con ogni probabilità.
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