venerdì 17 agosto 2018

A scuola di cinema: Dirty Dancing (1987)

Anni '50. Estate. La figlia di un dottore, mentre i suoi genitori giocano a golf, si appassiona alla danza, arrivando persino a partecipare ad alcune gare amatoriali. Il nome di questa ragazza è Eleanor Bergstein ed è la futura sceneggiatrice di uno dei più celebri film a sfondo musicale, il cui titolo richiama le competizioni a cui lei stessa partecipava.



Dopo essere divenuta una scrittrice di medio successo, Eleanor Bergstein tenta anche di sfondare come sceneggiatrice cinematografica e ci riesce quando una sua sceneggiatura diviene nel 1980 il film Amarti a New York, con Michael Douglas e Jill Clayburgh. I produttori della pellicola, tuttavia, decidono di tagliare senza appello una scena di una danza appassionata tra i due protagonisti.
Toccata da questa insolita esperienza, la scrittrice inizia a concepire una storia che, prendendo spunto dalle proprie esperienze giovanili, sia incentrata in maniera quasi esclusiva sulla danza. Nel 1984 la MGM - esortata dalla produttrice Linda Gottlieb - si dimostra interessata all'idea e viene concepita la trama generale, con la decisione di ambientare la pellicola nell'estate del 1963 sui Monti Catskill.
Eleanor Bergstein, col contributo di Linda Gottlieb, completa la sceneggiatura nel novembre 1985, ma anche se la MGM approva in prima battuta il progetto, una successiva serie di cambi al vertice - incluso chi aveva approvato la sceneggiatura, vittima di un licenziamento - fa precipitare l'intero progetto nel limbo.
Con i diritti in mano a Linda Gottlieb, lei e la sceneggiatrice iniziano a proporre il loro progetto a vari studi, ricevendo oltre quaranta rifiuti, fino a quando approdano alla Vestron Pictures, una sussidiaria di una società distributrice di videocassette. La Vestron approva il progetto, ma il budget che una piccola compagnia può investire è di appena 5 milioni di dollari.
Per la regia, la scelta di Eleanor Bergstein ricade su Emile Ardolino. Costui non ha mai diretto un lungometraggio, però la sceneggiatrice ha apprezzato molto un documentario da lui realizzato nel 1983, He Makes Me Feel Like Dancin'. Ardolino accetta senza obiezioni, ma sarà uno dei pochi eventi della produzione del film che non andrà incontro a problemi.
Per la scelta dei protagonisti principali, Ardolino insiste sul fatto che abbiano anche conoscenze di danza, di modo da evitare uso di controfigure e montaggi azzardati. Per l'interprete femminile, Frances "Baby" Houseman, la Vestron vorrebbe la tipica ragazza bionda, ma Linda Gottlieb li convince a cambiare idea per evitare uno stereotipo. La scelta finale ricade su Jennifer Grey, figlia dell'attore e ballerino Joel Grey, vincitore di un Oscar per la sua interpretazione in Cabaret.


Per il protagonista maschile, Johnny Castle, la prima scelta ricade su Billy Zane, il quale rispecchia i tratti iniziali del personaggio descritti nella sceneggiatura (di origini italiane, con un look dark). Tuttavia le prove di ballo con Jennifer Grey non convincono e dunque la scelta successiva è appannaggio di Patrick Swayze, che ha grande esperienza in fatto di danza. L'attore accetta la parte nonostante le obiezioni del suo agente, ma c'è un'altra persona che non è molto entusiasta della cosa: Jennifer Grey.
I due attori infatti, un paio di anni prima, hanno lavorato insieme sul set di Alba Rossa di John Milius e dire che non siano andati d'accordo sarebbe usare un eufemismo. Tuttavia, dopo i primi provini nel quale l'alchimia tra loro pare nascere, questi contrasti sembrano come scomparsi. Col casting di Swayze, il personaggio di Johnny Castle viene leggermente modificato, facendogli assumere origini irlandesi.


Le riprese iniziano in via ufficiale il 5 settembre 1986, suddivise tra Lake Lure in North Carolina e Mountain Lake in Virginia (i luoghi che più potevano ricordare i Monti Catskill). Essendo ormai la fine dell'estate, si notano già alcune foglie ingiallite, cosa che costringe la troupe spesso e volentieri a "dipingerle" di verde.
Le condizioni meteorologiche si rivelano essere la problematica principale, visto che si passa - anche durante la stessa giornata - da un forte caldo a piogge battenti. A causa di ciò, non è raro che alcuni attori abbiano crisi di svenimento o principi di disidratazione. A finire all'ospedale infine è Patrick Swayze, ma non per questo motivo. L'attore infatti durante una sequenza di ballo subisce una lieve distorsione a un ginocchio e deve sottoporsi a una infiltrazione.
A metà riprese, a complicare in maniera ulteriore il tutto, le tensioni sotterranee mai sopite tra Jennifer Grey e Patrick Swayze riemergono, rendendo difficile il proseguimento del progetto. A mediare la situazione ci pensano Emile Ardolino ed Eleanor Bergstein, i quali facendo rivedere ai due attori il loro primo provino insieme e l'alchimia che avevano costruito in quella occasione li esortano a proseguire su quella strada. A seguito di ciò, non si verificano altri particolari conflitti personali tra i due.
Le riprese si concludono il 27 ottobre 1986, ma le difficoltà che questa pellicola deve superare sono ben lontane dal concludersi. Il primo montaggio infatti non convince nessuno, soprattutto gli esecutivi della Vestron. Un tentativo di trovare uno sponsor fallisce miseramente quando viene chiesto di tagliare una sottotrama riguardante l'aborto di una delle co-protagoniste. Eleanor Bergstein, tuttavia rifiuta in maniera netta.
Certi di un flop, i responsabili della Vestron decidono di far uscire la pellicola nelle sale cinematografiche per un solo weekend, per poi concentrarsi sulla distribuzione in home video. Questi piani falliscono miseramente.
Distribuito in via ufficiale nei cinema americani a partire dal 21 agosto 1987, Dirty Dancing, a fronte di un budget finale di sei milioni di dollari, arriva infine a guadagnarne a livello mondiale quasi 215, senza contare inoltre le successive vendite in home video, le quali raggiungono livelli da record.
Il successo della pellicola porta Eleanor Bergstein negli anni successivi ad adattarla sotto forma di musical e lancia in via definitiva la carriera di Patrick Swayze, il quale interpreterà prima della sua prematura scomparsa altri celebri film... ma questa è un'altra storia.

lunedì 5 marzo 2018

A scuola di cinema: Atto di Forza (1990)

Philip Kindred Dick è stato uno dei più grandi scrittori di fantascienza. Uno dei più grandi poiché, a ben vedere, i suoi romanzi e racconti, pur potendo essere inseriti in questo genere letterario, trascendono spesso e volentieri i confini del suddetto genere per diventare metafora di temi importanti quali la percezione della realtà e il senso di identità.
Il capolavoro assoluto in tal senso è di certo Ubik, ma da un punto di vista cinematografico il romanzo più noto di Dick è Do Androids Dreams of Electric Sheep?, adattato nel 1982 sul grande schermo grazie a Blade Runner di Ridley Scott.
Ma c'è un'altra storia di Dick che è riuscita a raggiungere il grande pubblico cinematografico, We can remember it for you wholesale (Ricordiamo per voi), un film che ha avuto una storia lunga e travagliata.


Il racconto di Dick viene pubblicato nell'aprile 1966 e vede protagonista un anonimo impiegato di nome Douglas Quail che, per sfuggire a una vita noiosa e a una moglie opprimente, decide di rivolgersi a un'agenzia specializzata nel creare false memorie, la Rekal. Quail chiede di essere un agente governativo in missione su Marte, ma improvvisamente scopre che queste false memorie potrebbero essere in realtà vere e che la sua identità è un'altra.
Gli sceneggiatori Dan O'Bannon e Ronald Shusett acquisiscono i diritti di sfruttamento di questa storia da Dick stesso nel 1976 e in quello stesso anno ne scrivono un primo trattamento. Il progetto tuttavia sembra non interessare alcun studio cinematografico, poiché comporta un budget molto elevato, e perciò non arriva alcun finanziamento, nonostante alcune revisioni della sceneggiatura iniziale. I due sceneggiatori allora si concentrano su un altro progetto a cui stanno lavorando: si chiama Alien.
Grazie al successo di quest'ultima pellicola, il precedente trattamento trova qualche anno dopo dopo un produttore interessato, Dino De Laurentiis. Costui chiama Richard Dreyfuss per interpretare la parte del protagonista.
La sceneggiatura passa allora nelle mani del primo regista selezionato, David Cronenberg, il quale sceglie subito un altro attore protagonista al posto di Dreyfuss, William Hurt. Convinto della bontà di questo progetto, Cronenberg rinuncia a un altro film che gli è stato offerto, La Mosca.
Il regista lavora quasi per un anno al suo trattamento, consegnando nel tempo non meno di dodici revisioni, ma incontra le resistenze di O'Bannon e Shusett poiché, paradossalmente, la sua storia si rifà fin troppo al racconto originale di Dick non inserendo alcun elemento avventuroso. Questi contrasti creativi portano infine Cronenberg a rinunciare al film, consentendogli dunque di andare a dirigere La Mosca.
De Laurentiis trova dunque un nuovo regista, Richard Rush, ma costui si allontana quasi subito dal progetto a causa di forti divergenze col produttore in merito ad alcuni cambiamenti della sceneggiatura. Viene dunque assunto Bruce Beresford e ingaggiato un nuovo protagonista, Patrick Swayze, nel tentativo di sfruttare la riconoscibilità di quest'attore dopo il successo di Dirty Dancing.
Anche un altro attore si dimostra interessato alla parte di Quail, Arnold Schwarzenegger, ma De Laurentiis lo scarta perché ritenuto troppo muscoloso e poco credibile. Una pre-produzione del film ha inizio in Australia nel 1987. Tuttavia la De Laurentiis Entertainment Group inizia a sperimentare alcuni problemi finanziari che porteranno poco tempo dopo alla sua bancarotta, bloccando sul nascere ogni ripresa.
Schwarzenegger tuttavia non dimentica il progetto e, al termine delle riprese di Danko, convince la casa di produzione di questo film, la Carolco Pictures, a rilevare i diritti di sfruttamento per tre milioni di dollari e a garantirsi un salario sui dieci milioni di dollari. Non solo, oltre a una parte dei proventi finali del film, a Schwarzenegger viene garantito anche un controllo creativo sul progetto, che include anche la scelta del regista. Per questo compito, l'attore fa subito ingaggiare dalla produzione Paul Verhoeven, di cui aveva molto apprezzato Robocop, film per cui l'attore di origini austriache aveva effettuato una procedura di casting non andata a buon fine.
Verhoeven firma il contratto nell'autunno del 1988 e, pur apprezzando la sceneggiatura, ritiene che essa sia ancora incompleta, nonostante le circa quaranta revisioni subite nel corso degli anni. Fa così preparare una ultima bozza da Gary Goldman. Nello script finale, il cognome di Quail diventa Quaid - per evitare una quasi omonimia dai risvolti imprevisti con Dan Quayle, un vicepresidente degli Stati Uniti - e il suo lavoro, dietro suggerimento di Schwarzenegger stesso, diviene quello di un operaio edile, al posto del contabile che era prima.
Le riprese hanno luogo a Mexico City nel 1989 e lì ben presto la troupe si ritrova a fare i conti con un insolito nemico: il cibo. Per via dell'inquinamento della città e di un errore della società di catering, infatti, Verhoeven e gli altri vengono colpiti da un forte attacco di intossicazione alimentare, che richiede nei giorni successivi cure costanti. Verhoeven è quello che più soffre di tali attacchi e gli ultimi giorni delle riprese lo vedono praticamente attaccato a una flebo, pronto a essere trasportato a un vicino ospedale. L'unico a sfuggire all'intossicazione è Schwarzenegger il quale, avendo avuto una simile brutta esperienza durante le riprese di Predator, decide di farsi importare il cibo ben conservato direttamente dagli Stati Uniti.
Nonostante questi imprevisti, le riprese vengono completate. Per evitare poi che il film venga vietato ai minori, il montaggio finale fa sì che le scene più crude siano smorzate o riprese da una diversa angolazione.
Total Recall viene diffuso nei cinema americani a partire dal 1 giugno 1990. A fronte di un budget che si aggira sui 65 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale oltre 260 milioni di dollari. Non solo, vince anche un Oscar per i migliori effetti visivi.
Verhoeven rimane favorevolmente impressionato dall'interpretazione dell'attrice che interpreta la moglie di Quaid, Sharon Stone, e dalla sua capacità di passare in una sola inquadratura da un volto angelico a uno diabolico. Questo le permetterà di essere scelta come interprete principale del film Basic Instinct... ma questa è un'altra storia.

mercoledì 31 gennaio 2018

A scuola di cinema: 1997: Fuga da New York (1981)

1976: Il popolo statunitense sta tentando di riprendersi dallo sgomento causato dallo Scandalo Watergate e dagli intrighi del presidente Richard Nixon. La società americana già da alcuni anni tuttavia è cambiata e i primi antieroi come Paul Kersey, il Giustiziere della Notte, hanno cominciato a comparire sul grande schermo.
Due fatti in apparenza non correlati, e che danno vita a un piccolo capolavoro della fantascienza distopica realizzato da John Carpenter.


Nel 1976 John Carpenter è ancora un promettente regista, che ha realizzato due buoni film a basso budget, Dark Star e Distretto 13 - Le Brigate della Morte. Completa tra il 1975 e il 1976 un primo trattamento di 1997: Fuga da New York, che riflette i suoi pensieri sul cinismo della società americana di quell'epoca e dei suoi organi esecutivi e la cui trama iniziale prende spunto da un romanzo di Harry Harrison pubblicato nel 1962, Planet of the Damned.
Il nome del protagonista, Snake Plissken, è ispirato a un conoscente di un amico del regista residente a Cleveland. Costui era un bullo il cui cognome era proprio Plissken e portava il tatuaggio di un serpente che gli aveva fatto guadagnare il soprannome di Snake. La sceneggiatura però viene rifiutata in quanto ritenuta troppo violenta e particolare, inadatta a quel difficile periodo storico.
Dopo il successo di Halloween, nel 1978, Carpenter firma un contratto per due film con la AVCO Embassy Pictures. Il primo di questi è The Fog, del 1980, mentre il secondo in origine dovrebbe essere The Philadelphia Experiment, ma quest'ultimo progetto si arena quasi subito. Carpenter allora ripropone il suo trattamento di Fuga da New York, ottenendo infine il via libera.


Il regista tuttavia non è ancora del tutto convinto della bontà della sceneggiatura, in quanto prettamente incentrata sull'azione e priva di qualsiasi elemento di humour in grado di catalizzare ulteriormente l'attenzione del pubblico. Carpenter chiama allora in suo soccorso l'amico Nick Castle, il quale effettua un lavoro di rifinitura, creando inoltre il personaggio del tassista interpretato da Ernest Borgnine.
Per il ruolo del protagonista, Carpenter non ha dubbi: è convinto che Kurt Russell sia perfetto per la parte di Plissken. Lo studio però non è dello stesso avviso, in quanto Russell a quell'epoca è noto più che altro per alcune produzioni di commedie Disney e non ha mai interpretato un film d'azione. Vengono vagliati allora i nomi di Tommy Lee Jones, Chuck Norris e Charles Bronson, ma Carpenter si impunta, riuscendo infine a far accettare il casting di Russell.
L'attore modella il suo personaggio sulle interpretazioni dei film western con John Wayne e Clint Eastwood e suggerisce che Plissken porti una benda sull'occhio sinistro, concetto del tutto assente nella sceneggiatura, che Carpenter approva.


Per il film viene stanziato un budget di sei milioni di dollari che, pur essendo il più alto gestito dal regista fino a quel momento, si rivela problematico nel ricreare una New York decadente. Dietro indicazioni della produttrice Debra Hill e degli assistenti alla produzione Joe Alves e Barry Bernardi, viene individuata una zona di East St. Louis, in Illinois, teatro nel 1976 di un tremendo incendio che ha raso al suolo interi edifici, lasciando cumuli di macerie anche per più isolati. La produzione ottiene dalla municipalità inoltre il permesso di interrompere l'energia elettrica per dieci isolati ogni notte.
Le riprese iniziano in via ufficiale nell'agosto del 1980, sotto un caldo soffocante che tormenta i componenti della troupe, unitamente a fastidiosi e assillanti sciami di zanzare. Da St. Louis, ci si sposta poi a Los Angeles e a Sherman Oaks per concludere il tutto infine proprio a New York, con alcune riprese di Liberty Island per le quali Carpenter chiede e riesce a ottenere dalle autorità federali un'autorizzazione speciale. La prima concessa a una troupe cinematografica.
Le riprese terminano in via ufficiale nel novembre 1980. Nel montaggio finale, Carpenter decide di tagliare una scena in cui viene spiegato come Plissken sia stato arrestato a seguito di una tentata rapina in banca, non ritenendola utile ai fini della trama, poiché quello che conta è solo il fatto che sia finito in prigione.
Gli effetti speciali, in un'epoca in cui la computer grafica è ancora qualcosa di alieno, vengono curati dalla New World Pictures fondata da Roger Corman e per la quale lavora un giovane cineasta che contribuisce molto alla efficace resa cinematografica della distopica New York: il suo nome è James Cameron. La colonna sonora, come accaduto per altre pellicole dello stesso regista, viene composta da Carpenter in persona, qui coadiuvato anche da Alan Howarth.
Escape From New York viene programmato nei cinema americani a partire dal 10 luglio 1981, arrivando infine a guadagnare, solo sul territorio statunitense, oltre 25 milioni di dollari e dando vita a una leggenda cinematografica che sarebbe durata nel tempo.
Così tanto tempo che quindici anni dopo ne sarebbe stato girato un seguito... ma questa è un'altra storia.