giovedì 25 gennaio 2024

Fabolous Stack of Comics: Il Commissario Spada - Fantasmi


Giunge infine l'ultima storia che vede protagonista il Commissario Eugenio Spada, un personaggio creato da Gianluigi Gonano e Gianni De Luca e che è stato pubblicato a partire dal 1970 sulla rivista Il Giornalino.
All'inizio ha affrontato "colorate" minacce come Il Ladro d'Uranio e L'Uomo Senza Ricordi. Ben presto, però, ha fronteggiato la follia e la violenza di quel decennio nella società italiana, la contestazione giovanile de Il Caso della Freccia e la minaccia del terrorismo ne I Terroristi.
L'arrivo degli anni '80 porta con sé una nuova storia del Commissario, la quale chiude in buona parte alcune vicende, ma lascia anche alcune cose in sospeso. Si intitola Fantasmi ed è stata pubblicata nel 1982.
Mario, il figlio del Commissario Spada, è sempre più insofferente nei confronti del padre, che parla poco con lui ed è sempre impegnato col lavoro. Decide dunque di scappare di casa e rifugiarsi in una piccola città di campagna, dove trova lavoro come bracciante insieme a un'altra comunità di giovani ragazzi spiantati o lontani da casa come lui.
Eugenio Spada viene a sapere dal brigadiere della cittadina della presenza del figlio e si reca a cercarlo, ma si ritrova invece coinvolto in un caso di omicidio nel quale potrebbe essere implicata la comunità di cui Mario è entrato a far parte.
L'epilogo di una lunga saga, durata in questo caso ben dodici anni, non deve necessariamente essere del tutto risolutivo. In questi dodici anni e undici saghe abbiamo visto il Commissario Spada cambiare volto, confrontarsi con le minacce della società in cui viveva nella metropoli in cui viveva, Milano, e venire a patti col passato e la perdita prematura della moglie Lucia.
E in questo lungo percorso vi è stata una costante, il figlio Mario, sempre al suo fianco ma, man mano che cresceva e maturava, si allontanava sempre più da lui. Differenti caratteri, differenti generazioni, differenti visioni della vita.
L'ultima storia chiude il cerchio di questo percorso. Una qualche forma di riconciliazione avviene e Eugenio Spada ha forse anche trovato un nuovo interesse amoroso. Ma altro non ci verrà più detto.
Il Commissario Spada era profondamente radicato negli anni '70 del ventesimo secolo. Quel decennio che iniziava con i postumi di un tremendo attentato terroristico avvenuto alla Banca Nazionale dell'Agricoltura e che aveva portato con sé altri sanguinari strascichi. Spada ne era come un'incarnazione fumettistica: un uomo che riusciva a mantenere la sua integrità morale, pur di fronte a tutta quella violenza.
Ma come si è entrati in un nuovo decennio, un decennio che ha visto l'arrivo di un nuovo, apparente boom economico e una società del benessere, in netto contrasto col decennio precedente, Eugenio Spada è apparso come fuori posto in questo nuovo ambiente. Perciò si è ritirato silenziosamente dalle scene, senza clamore, così come senza clamore era avvenuto il suo esordio.
Può rimanere il rammarico che si potessero narrare altre storie del personaggio, ma il destino ha voluto diversamente. Gonano non è più tornato a raccontarne le festa e purtroppo Gianni De Luca è scomparso da ormai più di tre decenni.
Rimangono dunque queste storie: il ritratto di un uomo ligio al senso del dovere, di una città in costante cambiamento e di una società che, con l'ultimo conflitto bellico ormai alle spalle e una nuova generazione apparsa sulla scena a promulgare nuovi ideali, non riusciva a lasciarsi alle spalle la propria storia fatta di violenza.
Come un tremendo attentato aveva segnato la fine degli anni '60, un'altra tremenda strage segnerà l'inizio degli anni '80. Ma poi la società italiana in qualche modo cambierà, troverà il modo di estirpare quella minaccia terroristica, seppur in via temporanea, e proverà di nuovo a lasciarsi alle spalle la propria storia fatta di violenza.
Il Commissario Spada non ha più altre avventure da mostrarci, ma il suo ricordo permane. E questo è giusto e doveroso.

mercoledì 24 gennaio 2024

Prime Video Original 86: The Burial - Il Caso O'Keefe


La società statunitense tiene molto al concetto di sogno americano. Di quella terra delle possibilità dove anche gli ultimi e più sfortunati possono avere una possibilità di riscatto e di successo, come accade ad esempio al protagonista di La Ricerca della Felicità.
Anche se l'incremento della popolazione e le mutate condizioni sociali hanno reso tale concetto sempre più improbabile e per certi versi obsoleto, il sogno americano continua a essere preminente in alcune pellicole. Una di queste è The Burial: Il Caso O'Keefe (The Burial), diretto da Maggie Betts, scritto da Maggie Betts e Doug Wright e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 13 ottobre 2023.
1995: Jeremiah O'Keefe (Tommy Lee Jones) è un impresario di agenzie funebri del Mississippi che, a causa di alcuni problemi economici che rischiano di fargli perdere la licenza per esercitare, si vede costretto a cercare un accordo con una potente corporation, la Loewen Group.
Nonostante le strette di mano e le promesse, un accordo formale non viene siglato e, intuendo che stiano aspettando il suo fallimento per acquistare poi le sue proprietà a basso costo, O'Keefe si mette in contatto con Willie Gary (Jamie Foxx), un brillante avvocato esperto in cause di lesioni personali che non ha mai perso una causa.
Seppur le dispute contrattuali non siano il suo campo di competenza, Willie Gary accetta il caso portando in tribunale non solo la storia di un mancato accordo, ma anche di un uomo e della sua storia.
Dopo Il Diritto di Opporsi, Jamie Foxx si ritrova stavolta dall'altra parte della barricata per questo film di stampo giudiziario che effettua un adattamento molto libero e ancor di più "romantico" di un vero fatto di cronaca giudiziaria avvenuto appunto nel 1995 e che è stato trattato nel 1999 in un articolo nel giornale The New Yorker.
Con un evidente, ma funzionale, romanzamento delle vicende reali, quale l'inevitabile confronto tra il buon avvocato e lo spietato affarista e i contrasti ideologici col cliente, la pellicola - utilizzando questo evento - si concentra in primo luogo sul tema del razzismo, ma ancor di più sulle crescenti disparità tra ricchi e poveri. Tematiche che, pur ambientate in un contesto del recente passato, vengono con facilità attualizzate perché siano alla portata anche del presente.
Sia attraverso la storia di Jeremiah O'Keefe, un onesto lavoratore e padre amato che vuole dare un lascito importante alla sua famiglia, sia attraverso il background di Willie Gary, che ha iniziato lavorando nei campi a otto anni per divenire infine uno degli avvocati più benestanti del paese, si sottolinea comunque come il sogno americano sia ancora possibile da realizzare.
Così come anche i più umili e sfortunati possano infine rivalersi e trionfare sui potenti e sugli sfruttatori. Quantomeno con regolarità nelle pellicole cinematografiche, la realtà è più avara in tal senso.

martedì 23 gennaio 2024

Italians do it better? 38: La Scuola Cattolica (2021)


Nel settembre 1975 avviene il tremendo evento passato alla cronaca come Massacro del Circeo. Che ha portato al rapimento di due ragazze di nome Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, convinte che fossero invece dirette a una festa, da parte di tre ragazzi, Angelo Izzo, Aldo Ghira e Giovanni Guido.
Sotto la minaccia di una pistola, le due ragazze furono violentate e picchiate a sangue più volte. Rosaria Lopez morì per via delle sevizie subite. Donatella Colasanti, invece, si finse morta e questo permise che venisse ritrovata più tardi nel baule dell'auto di uno dei ragazzi. Due di loro vennero arrestati, mentre il terzo visse da latitante sino alla sua morte, avvenuta poco meno di vent'anni dopo.
In quel decennio costellato dalla violenza, questo crimine sanguinario colpì molto l'opinione pubblica e portò con sé strascichi che durano ancora oggi.
Uno scrittore che quei tempi li ha vissuti è Edoardo Albinati, il quale ha scritto al riguardo un libro intitolato La Scuola Cattolica che è stato trasposto al cinema nell'ottobre 2021, scritto da Massimo Gaudioso e Luca Infascelli e diretto da Stefano Mordini.
1975: Edoardo Albinati (Emanuele Di Stefano) frequenta l'istituto San Luigi, dove è preminente l'insegnamento della religione cattolica e degli ideali ad essa associati, anche tramite insolite lezioni.
Tuttavia, dietro quella patina esterna di formalità e rispetto, si nascondono terribili verità. Compagni di scuola che bullizzano altri compagni e famiglie disfunzionali dove i figli non parlano coi genitori e i genitori non cercano nemmeno di capire il loro malessere, così immersi nel loro lavoro e nella loro ricchezza che tutto soverchia.
E in questo ambiente si coltivano anche futuri assassini. Come Angelo Izzo (Luca Vergoni) e Giovanni Guido (Francesco Cavallo), che qualche mese dopo si renderanno responsabili di uno dei più efferati atti di criminalità della società italiana del dopoguerra.
La tematica in sé non è molto semplice da trattare e non può prescindere dal mostrare scene crude o utilizzare un linguaggio decisamente sferzante. Anche perché l'evento che qui viene descritto in realtà presenta intorno a sé problematiche che la società italiana si è voluta portare avanti per decenni (come la concezione penale del reato di stupro) per chissà quali motivi.
La frase più angosciante è quando Edoardo Albinati intuisce che tutti quegli insegnamenti che vengono dati loro rischiano di essere nulli se non accompagnati da qualche forma di empatia. Ed è il primo a capire che dall'istituto da lui frequentato possono uscire efferati assassini.
Il film dunque non risparmia nulla, giustamente, ma non condanna apertamente la religione cattolica e i suoi dettami. Piuttosto punta lo sguardo e in parte anche il dito su quella classe altoborghese che era ben presente nella società italiana degli anni '70 del ventesimo secolo.
Di fronte a certi genitori che non mostrano alcuna traccia di amore o interesse verso i loro figli, questi si ritrovano in un vuoto assoluto di emozioni, dove nessuno li può indirizzare in quell'età così complicata. Alcuni come Edoardo riusciranno però a uscire da quella spirale di nulla assoluto, a dimostrazione che persone come Angelo Izzo non sono vittime di un sistema, bensì hanno scelto in maniera consapevole di diventare persone malvage.
Un ambiente diverso, un'educazione diversa, delle persone diverse attorno a loro avrebbero cambiato questo? Non possiamo saperlo. Quello che rimane alla fine è una ragazza uccisa, la vita di un'altra ragazza distrutta per sempre e le esistenze di decine di famiglie in rovina.

giovedì 18 gennaio 2024

Fabolous Stack of Comics: Il Commissario Spada - I Terroristi


Dopo Il Mondo di Sgrinfia, passano quattro anni prima di vedere una nuova storia del Commissario Eugenio Spada, di Gianluigi Gonano e Gianni De Luca.
Quattro anni in cui la minaccia delle Brigate Rosse, nate nello stesso decennio in cui Eugenio Spada inizia a vivere le proprie storie, diviene sempre più concreta. Pur con già alcuni omicidi alle spalle, il gruppo terrorista arriva nel marzo 1978 a rapire Aldo Moro, ex Presidente del Consiglio, che viene ritrovato cadavere in un auto poco meno di due mesi dopo.
Questo rappresenta l'apice degli anni di piombo, gli anni fin troppo reali e spietati in cui agisce il fittizio Commissario Spada, il quale vivendo nel presente di allora deve fronteggiare anche questa minaccia. Già in passato ha affrontato organizzazioni terroristiche, ma nulla può prepararlo alla saga in tre parti I Terroristi, pubblicata nel 1979 su Il Giornalino.
Da qualche tempo il gruppo rivoluzionario Aut-Aut sta compiendo atti di ribellione civile. Non solo volantinaggio e propaganda contro gli organi statali, ma si è reso anche responsabile di rapine e sequestri di persona.
Il Commissario Spada e i suoi uomini individuano un covo del gruppo e ne catturano i componenti, ma una ragazza di nome Valeria Vergani riesce a fuggire. Verrebbe comunque ritrovata dalla polizia se non venisse protetta da Franco Ardessi, un musicista che si innamora di lei.
Mentre Franco cerca di ritrovare Valeria, che scappa via da lui, il Commissario Spada deve impedire un escalation del terrore, venendo messo a capo di uno speciale nucleo operativo, mentre al contempo si creano forti contrasti tra lui e il figlio Mario.
Sono passati nove anni dalla prima storia che ha visto protagonista il Commissario Spada. Se in quel contesto avevamo inevitabilmente un personaggio senza background, dopo ormai dieci saghe il suo passato, il suo presente e la sua caratterizzazione sono ben delineate.
Spada, da integerrimo difensore della legge, è disposto a tutto purché l'ondata di violenza abbia fine, utilizzando anche mezzi coercitivi e violenti, seppur roso da dubbi al riguardo in alcune occasioni.
Gli fa da contraltare un giovane collega, Corsini, il quale è convinto che occorra cercare un dialogo con questi terroristi, i quali sono tutti giovani ragazzi e quindi coi loro atti esprimono un malessere verso la società.
Ovviamente, essendo Il Giornalino rivolto principalmente ai giovani cattolici, non poteva promulgare messaggi di violenza o ritorsione e, per quanto possa apparirci insolito questo tipo di messaggio ora, era vieppiù anticonformista quando la storia venne pubblicata, considerata l'era del terrore che la società italiana stava vivendo.
Per certi versi ritorna il tema della distanza tra generazioni visto anche ne Il Caso della Freccia, tra i genitori cresciuti nell'immediato dopoguerra e i figli che hanno conosciuto una società diversa reduce da una forte crescita economica. Mario appare vivere in un mondo distante rispetto a suo padre, come se non lo riconoscesse più, cosa che lo porta talvolta a simpatizzare per criminali quali Geronimo. Decisamente un altro personaggio rispetto alla prima storia, quando la sua unica preoccupazione erano i voti a scuola.
In quella che all'epoca era una società che sembrava precipitare verso la follia ma stava anche reagendo, il Commissario Spada incarna alla perfezione lo spirito dei tempi. Una persona che è convinta di agire nel giusto e quindi non capisce perché altre persone, a partire da suo figlio, non lo supportino. Pur combattendo una giusta battaglia, rischia anche di perdere ciò che ha di più caro al mondo per una mancanza di dialogo.

martedì 16 gennaio 2024

Fabolous Stack of Comics: Il Dr. Destino - Astonishing Tales


Creato nel 1962 da Stan Lee e Jack Kirby, Victor Von Doom, alias il Dr. Destino, è divenuto già dopo qualche anno un personaggio capace di trascendere l'essere semplicemente un malvagio.
Dopo che le sue origini - una parte delle sue origini - sono state narrate in Fantastic Four Annual 2, questo personaggio ha assunto sfaccettature sempre più interessanti agli occhi dei lettori, tanto da spingerli a chiedere all'epoca storie a lui solo dedicate, senza quei quattro guastafeste che regolarmente sventano i suoi piani.
E la Marvel, da sempre buona imbonitrice, non si è fatta pregare troppo e ha reso il Dr. Destino protagonista di un serial pubblicato tra il 1970 e il 1971 sui primi otto numeri di Astonishing Tales. Ai testi vi sono Roy Thomas, Larry Lieber e Gerry Conway, mentre alla parte grafica troviamo Wally Wood (nientemeno), Gene Colan (nientemeno 2) e George Tuska (nientemeno 3).
Mentre sembra esservi un muto dissenso tra gli abitanti di Latveria verso il proprio reggente, il Dr. Destino deve fronteggiare la rivolta del Principe Rodolfo, precedente sovrano della nazione, il quale è spalleggiato da un misterioso Uomo Senza Volto.
Ma le minacce non terminano qui per Latveria e Victor Von Doom, il quale deve anche controbattere a un'offensiva del Teschio Rosso e dei suoi Esiliati, per concludere con un drammatico scontro col diavolo in persona per salvare l'anima di sua madre dall'inferno.
Si può intuire, pur in questa serie di storie piene di amabile follie degli anni '70 del secolo scorso, come mai il Dr. Destino risulti un personaggio così affascinante agli occhi dei lettori. Poiché è sì uno di quei classici supercriminali dediti alla dominazione del mondo, ma presenta anche come personaggio alcune complessità che lo distanziano da questa stessa tipologia di supercriminali.
A partire dalle sue radici. Se gli altri criminali sono malvagi e spietati perché così devono essere per ordini dall'alto o per natura (vedi il Teschio Rosso), oppure sono abbienti, Victor Von Doom presenta invece umili origini e vede i suoi piani di dominio come un riscatto verso quel mondo che l'ha osteggiato in passato, inclusi i precedenti governanti del suo paese, la comunità scientifica e quella supereroistica (poi che questa sia diventata un'ossessione maniacale, nessuno lo nega).
Ma vi è di più. Una lotta interiore per dimostrare di essere il migliore, per poter vincere ogni sfida nonostante le difficoltà. Ed è qui che entra in gioco la celebre trama della madre prigioniera all'inferno, qui introdotta per la prima volta - e che risulta la storia più drammatica dell'albo per il senso di impotenza del personaggio che riesce a trasmettere - e che troverà una risoluzione solo molti anni dopo.
Anche se, occorre dirlo, queste storie hanno subito molto il passare del tempo - praticamente poco più di dieci anni dopo erano già invecchiate, figuriamoci oltre cinquant'anni dopo - hanno introdotto concetti interessanti su cui poi altri scrittori hanno ideato racconti memorabili. Ebbene sì, anche questo è il bello del fumetto.

sabato 13 gennaio 2024

Italians do it better? 37: Tutti a Bordo (2022)


Come noto, la pandemia causata dal COVID-19 ha per molto tempo limitato - e per svariati mesi anche bloccato - i viaggi. Anche da una regione all'altra o da una città all'altra. Col graduale attenuarsi della crisi, tuttavia, le limitazioni sono venute meno e si è tornati a una situazione ordinaria, se così la si può definire.
Prende in parte spunto da quanto accaduto Tutti a Bordo, diretto da Luca Miniero, scritto da Luca Miniero, Michele Abatantuono e Lara Prando e distribuito nei cinema nel settembre 2022.
Dopo la fine del lockdown e il ripristino dei viaggi nell'intera nazione italiana, Bruno (Stefano Fresi) organizza una gita in Sicilia per il figlio e altri figli di suoi amici, offrendosi anche come accompagnatore, nonostante i dubbi dei genitori e della moglie Chiara (Giulia Michelini).
Giunto in stazione, Bruno vi trova il padre Claudio (Giovanni Storti), con cui ha litigato e non parla da svariati anni. Le tensioni tra i due nascono subito e non si avvedono dunque della partenza del treno, sopra il quale sono già saliti i bambini.
Ora Bruno e Claudio dovranno mettere da parte le loro divergenze e compiere un giro lungo le principali città italiane per ritrovare i bambini, prima che Giulia o gli altri genitori scoprano quanto è accaduto.
Il punto di partenza della pellicola è appunto l'evento storico più recente e importante degli ultimi anni, e non solo, ma appare subito chiaro che esso è solo un pretesto per far partire la storia e concentrarsi poi su altro. Tanto che appunto l'uscita dal lockdown viene buttata lì, ma non ne vengono analizzate le conseguenze: non è quello che importa in questo contesto.
In realtà il focus è - come spesso abbiamo visto in altre commedie - l'analisi delle dinamiche familiari. Famiglie che magari, proprio a causa del lockdown che ha separato le persone costringendole a vivere sole in casa, si sono poi riavvicinate.
Ecco dunque un'altra famiglia disfunzionale che si ritrova e si riappacifica, seppur non equivalente a quelle di Sconnessi. Poiché qui vi sono situazioni in cui molti si possono ritrovare (il rapporto difficile col proprio genitore, le crisi matrimoniali e il distacco dai figli, che già da bambini sono dediti alla tecnologia) e dunque lo spettatore deve essere rassicurato che tutto andrà bene, specialmente dopo una grande crisi.
Il tutto in un'atmosfera simil-fiabesca contornata da svariati momenti surreali, che è anche un immenso spottone per le Ferrovie dello Stato, il cui logo non manca di essere inquadrato e che ha finanziato la pellicola. Prendendosi qualche libertà con le procedure regolamentari, tanto che ci si preoccupa di precisare che di sicuro nella realtà le cose non si svolgerebbero come mostrato qui.
La metafora del viaggio è spesso utilizzata come metodo per ritrovare sé stessi e ritrovarsi con gli altri, magari con chi non si vede da tempo immemore. Il COVID-19 ha limitato di molto questa metafora pochi anni fa, ma ora essa può essere nuovamente intrapresa. Sta alla singola persona decidere la destinazione finale.

venerdì 12 gennaio 2024

Disney+ Original 23: Sneakerentola


Si dice spesso che alcune fiabe siano universali, che possano catturare l'attenzione di chiunque e per un arco di più generazioni. E il fatto che siano ancora conosciute e narrate secoli dopo la loro prima pubblicazione dona loro una sorta di aura di immortalità.
Oltretutto, essendo smarcate da diritti cinematografici, possono essere adattate in qualsiasi contesto, anche il più impensabile... fino a quando non ci si pensa. Questo è il caso di Sneakerentola (Sneakerella), diretto da Elizabeth Allen Rosenbaum, scritto da Tamara Chestna, George Gore II, David Light, Joseph Raso e Mindy Stern e distribuito su Disney+ a partire dal 13 maggio 2022.
El (Chosen Jacobs) è un ragazzo di umili origini del Queens. Dopo aver perso la madre, viene tiranneggiato dal padre adottivo e dai due fratellastri. Il ragazzo è appassionato di sneakers e, nel tempo libero, ama disegnare dei modelli di scarpe da ginnastica.
Quando, contro il volere del patrigno, El si reca alla presentazione di un nuovo modello di scarpe, vi incontra Kira King (Lexi Underwood), che non sa essere figlia del CEO di una importante ditta produttrice di scarpe.
Questa ditta sta cercando un nuovo designer e Kira, credendo erroneamente che El sia un professionista, decide di affidargli un progetto, anche perché i due si scoprono innamorati l'uno dell'altra. Che la scarpetta di cristallo stavolta si trasformi in una sneaker?
Qualora non fosse già chiaro, dal titolo un po' cringe e dalla trama, questo è un adattamento moderno di Cenerentola (la versione Disney, ovviamente, non quella di Giambattista Basile), solo con ruoli invertiti - il principe azzurro è qui una principessa e viceversa. Non è comunque la prima volta che viene fatta un'operazione simile.
E quindi certi riferimenti tornano precisi e puntuali, oltre la famiglia tirannica, inclusa la "scarpetta" di cristallo perduta e la "magia" che scade a mezzanotte.
Certe fiabe, dunque, sono universali. E se Cenerentola vedeva il riscatto e il trionfo di una paria della società, ostracizzata dalla propria famiglia e invisibile agli occhi del mondo ordinario, ma non quello straordinario delle persone di buon cuore, questo film segue la stessa strada...
... Ampliandone il raggio. Contornata da numeri musicali che la rendono una sorta di La La Land del Queens di New York (a tempo di hip hop e rap, principalmente), anche se credo volessero in realtà omaggiare West Side Story, sotto i riflettori finiscono le varie minoranze. Alla fine penso che mancassero solo gli orientali e poi c'erano tutti.
Il tutto quindi contornato da un'atmosfera fiabesca, e non potrebbe essere altrimenti, per cui occorre accettare anche certe libertà e cose che si potrebbero pure ritenere forzature. Un messaggio universale di amore e rispetto, in contrasto col mondo moderno poco fiabesco.

mercoledì 10 gennaio 2024

Fabolous Stack of Comics: The Magic Order 2


In The Magic Order, Mark Millar e Olivier Coipel ci hanno introdotto a un nuovo, particolare gruppo (una sorta di Justice League della magia... che per inciso esiste pure alla DC Comics).
L'Ordine Magico è una società segreta che da secoli agisce nell'ombra, proteggendo l'umanità dalle più svariate minacce mistiche e sovrannaturali. Nella prima miniserie hanno dovuto sventare la setta di Madame Albany, la quale era riuscita a portare dalla propria parte uno dei componenti della famiglia Moonstone, fondatrice dell'Ordine.
Alla fine della storia l'Ordine aveva trovato una nuova leader in Cordelia Moonstone, fondamentale per la risoluzione della crisi. E una nuova minaccia si presenta all'orizzonte nella miniserie di sei numeri The Magic Order 2, pubblicata nel 2021 da Image Comics, scritta sempre da Millar e disegnata da Stuart Immonen.
Mille anni fa, la famiglia Moonstone e altri potenti maghi debellarono la minaccia dello stregone Soren Korne, il quale stava per portare nella dimensione terrestre un'entità che avrebbe seminato distruzione totale. A seguito di questo evento, si decise di fondare l'Ordine Magico.
Un millennio dopo, Cordelia Moonstone deve ancora abituarsi al suo nuovo ruolo di leader dell'Ordine Magico che un discendente di Soren Korne, Victor, emerge dal suo esilio per riconquistare il potere perduto dei propri antenati. E per questo non si fermerà di fronte a nulla, essendo disposto anche ad alterare il flusso temporale per far vincere al suo avo la battaglia di mille anni prima.
Un sequel che procede nel solco della miniserie originale, portando avanti la storia della famiglia Moonstone e mettendo sempre più sotto i riflettori il personaggio di Cordelia, ora divenuta leader dell'Ordine Magico.
Quindi, pur rimanendo questa una testata corale, il focus principale è incentrato su di lei (un ottimo personaggio per un adattamento televisivo Netflix, che detiene i diritti su questo titolo) e sulle inevitabili incertezze e dubbi che comporta trovarsi a ricoprire da un giorno all'altro un ruolo di potere dopo aver passato anni ad andare contro le regole.
Oltre a questo, si introducono alcuni nuovi personaggi e si procede sulla strada consolidata per cui i figli degli eroi (dei maghi, in questo caso) sono forieri di un grande potere che un giorno si manifesterà.
In conclusione, questa miniserie - tramite le traversie personali dei vari protagonisti - è una sorta di allegoria di come occorra far fronte alle proprie responsabilità anche quando si è perseguitati da demoni interiori o non si ritiene di essere all'altezza.
E concluso questo secondo capitolo, si può già pensare a una nuova avventura dell'Ordine Magico.

sabato 6 gennaio 2024

Italians do it better? 36: Benvenuto Presidente! (2013)


La Presidenza della Repubblica è la carica più alta e prestigiosa dell'ordinamento italiano. Hanno ricoperto suddetta carica personalità importanti della storia italiana quali Luigi Einaudi, Sandro Pertini e - attualmente - Sergio Mattarella, il primo a ricoprire due mandati.
Ma anche personalità... particolari, come in Benvenuto Presidente! diretto da Riccardo Milani, scritto da Luca Miniero, Fabio Bonifacci e Nicola Giuliano e distribuito nei cinema nel marzo 2013.
Da mesi si sta provando invano a eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, ma i tre principali partiti politici non riescono a trovare un accordo. In segno di protesta tutti loro, senza concordarlo e senza immaginarlo, decidono di inserire nella scheda il nome di un celebre eroe della storia italiana, Giuseppe Garibaldi.
Tuttavia, un uomo con quel nome e che rispetta i requisiti per diventare Presidente c'è. Soprannominato Peppino (Claudio Bisio), è un simpatico pescatore disoccupato.
In principio si vorrebbe che costui desse rapidamente le dimissioni, ma quando Peppino si accorge di quanto malaffare ci sia nel mondo della politica decide di restare e provare a cambiare le cose, insieme alla vice-responsabile del protocollo, Janis (Kasia Smutniak).
Questa è una pellicola che cerca di unire l'umorismo tipico di certa rivista dell'avanspettacolo, unito alla comicità televisiva (di cui l'attore protagonista è grande esperto) e aggiungendovi anche qualche elemento di satira sociale.
E quindi - sfruttando una premessa davvero improbabile nella sua attuazione, ma you know, la storia deve andare avanti - per buona parte si seguirà la consolidata trama del pesce fuor d'acqua. Ovvero dell'uomo onesto che si ritrova catapultato - nella narrazione ordinaria di tutti i giorni, da chiacchera da bar - nella capitale del malaffare e della corruzione, ovverosia il Parlamento italiano, ma che riesce a cambiare le cose con la sua spontaneità e sincerità.
Certo, il tutto tra battutine varie e scenette di contorno (nonostante più volte si citino i protocolli legislativi, dubitiamo molto che le scene ritratte siano attuabili nel panorama italiano) che devono trascinare il pubblico facendolo sorridere proprio per la loro carica surreale.
E quella che sembra passare fino all'ultimo momento è la classica visione da italiano medio della politica e dei partiti che fanno schifo. Intendiamoci, c'è anche questa ovviamente, ma vi è anche altro. Poiché credo la pellicola ambisse a non essere del tutto rassicurante. E quindi, parlando attraverso il loro personaggio, gli sceneggiatori lanciano un ultimo messaggio (nella finzione, il Presidente parla in diretta televisiva, nella realtà gli scrittori si rivolgono al pubblico, un uso accorto della rottura della quarta parete).
Un ultimo messaggio che ribalta le carte in tavola e dona una nuova prospettiva che - sebbene sia abbastanza chiara - ognuno potrà poi valutare col proprio metro di giudizio. Perché a volte anche le persone semplici come Peppino Garibaldi possono lasciare dietro di loro una traccia significativa.

lunedì 1 gennaio 2024

Italians do it better? 35: Sconnessi (2018)


L'Italia in tal senso non è differente dagli altri paesi quando si parla di uso e abuso dei cellulari e di Internet. Le generazioni più giovani sono venute al mondo con questi oggetti come parte integrante del vivere quotidiano e anche le persone più mature cercano di padroneggiarli, a volte con risultati discutibili, a volte impiegandoli in maniera intelligente.
Secondo molti, questo ha ridotto di molto la comunicazione verbale delle persone, anche tra persone che si conoscono, a favore di una virtuale con tutti i suoi difetti, ma anche qualche pregio. A seconda della persona cui lo chiedete, questo è un bene assoluto o un male assoluto, senza che nella maggior parte dei casi si tengano in considerazione le tante zone di grigio.
Oppure sì, come si può vedere in Sconnessi, diretto da Christian Marazziti, scritto da Christian Marazziti, Michela Andreozzi e Massimiliano Vado e distribuito nei cinema nel febbraio 2018.
Ettore Ranieri (Fabrizio Bentivoglio) è uno scrittore in profonda crisi creativa che si è risposato con una ragazza romana di borgata, Margherita Catenacci (Carolina Crescentini).
Per festeggiare il compleanno dello scrittore, le famiglie di lui e di lei si ritrovano presso la casa di montagna di Ettore Ranieri, innevata e isolata dalla civiltà.
A parte Ettore, tutti gli altri a vario titolo sono dipendenti dai cellulari e da Internet, con gran dispiacere dello scrittore che ama vivere nel passato. Ma quando per un misterioso incidente salta la connessione e bisogna attendere alcuni giorni perché ritorni, si scatena il panico e tutti i componenti delle due famiglie dovranno trovare un nuovo equilibrio in una vita senza tecnologia che non hanno mai sperimentato.
C'è sempre il rischio, quando si va a parlare di uso della tecnologia nell'era moderna e delle alternative che ci sono, che si scivoli nell'effetto boomer. Quello che porta a rimpiangere i bei tempi andati, a quando i cellulari non esistevano e tutti conoscevano tutti (e si odiavano anche) e i tempi erano più innocenti, con tanto di razzismo e omofobia strisciante. Così come essere eccessivamente progressisti lodando la tecnologia, facendo finta di non notare gli immensi interessi economici e politici che dietro vi sono.
E quindi questo film decide di non seguire né l'una, né l'altra strada e quello che racconta in realtà sono gli accordi e in particolar modo i disaccordi di due famiglie disfunzionali, con tanto di rancori decennali, tradimenti e personalità bipolari.
Elementi di distacco che sono noti oppure vengono tenuti segreti agli altri, ma che la scomparsa della connessione wi-fi (una sorta di muro invisibile per nascondere queste cose) costringe a far venire alla luce, con tutte le conseguenze del caso. Ma, pur essendo disfunzionali, le due famiglie hanno in sé anche la capacità del perdono e dell'affetto.
Che poi il crollo della connessione sia un caso o meno, lo scopriremo, ma alla fine non sarà una cosa così fondamentale, quello che conta alla fine è ciò che accade dopo e che va a modificare il micromondo di queste due famiglie. Forse ancora disfunzionali, ma di certo ora più unite.