mercoledì 26 giugno 2024

Fabolous Stack of Comics: Swamp Thing - Genesi Oscura


Il concetto narrativo del mostro della palude è qualcosa che non può sfuggire all'attenzione delle opere di intrattenimento. Un'ambientazione che appare lontana e come un mondo a parte, una creatura che è incarnazione dell'ignoto e una sana dose di terrore sono gli elementi che più la caratterizzano.
E se il Mostro della Laguna Nera rimane ancora oggi un perfetto emblema cinematografico, i suoi epigoni alla DC Comics e alla Marvel non sono da meno.
L'epigono della DC si chiama Swamp Thing. Creato da Len Wein e Bernie Wrightson, compare una prima volta in una versione alternativa nel 1971 su House of Secrets 92, per poi apparire nel 1972 nella sua identità più nota, quella di Alec Holland, nella serie Swamp Thing, di cui i due autori realizzano i primi dieci numeri.
Gli scienziati e coniugi Alec Holland e Linda Holland vengono portati dall'agente governativo Matt Cable in una capanna situata nelle paludi della Louisiana, dove dovranno portare avanti le ricerche, finanziate dal governo, di una formula bio-rigenerativa.
Tale formula, tuttavia, attira l'interesse anche di persone poco raccomandabili e una notte dei criminali assaltano l'abitazione, uccidendo Linda e provocando un'esplosione le cui fiamme avvolgono il corpo di Alec Holland, che scompare in una palude.
Convinti di averlo ucciso, i criminali si allontanano. Alec Holland, tuttavia, rinasce poco tempo dopo come la creatura della palude, Swamp Thing. Inseguito dal suo miglior amico Matt Cable, che lo ritiene responsabile dell'assassinio degli Holland, la missione principale di Swamp Thing diventa quella di individuare i mandanti dell'omicidio della moglie, affrontando al contempo le più svariate minacce sovrannaturali.
Il genere horror, sia nella sua concezione letteraria che in quella cinematografica, è spesso affiliato a quelle che si definiscono atmosfere gotiche. Di solito associate a un lontano passato ma che, con opportune modifiche, si possono tranquillamente trasportare nel presente.
Swamp Thing, che esordisce con una precedente incarnazione del diciannovesimo secolo, vive e interagisce nell'ordinario Universo DC, ma al tempo stesso è quasi come se non ne facesse parte. I due autori, dunque, dopo aver narrato le origini del personaggio, lo trascinano in varie situazioni da gotico moderno, urbano.
Scienziati pazzi e le loro creazioni abominevoli (Anton Arcane, destinato a divenire uno dei più spietati nemici della creatura), streghe, licantropi... tutti i più classici topoi della letteratura e del cinema horror vengono dunque rivisitati e attualizzati. Mostro creato dalla scienza contro i mostri creati dalla follia umana e dalla superstizione. Dopotutto il disegnatore è molto versato nel genere horror e averlo a bordo e non sfruttare queste sue capacità sarebbe stato un crimine capitale.
Siamo ancora ben lontani dalle storie di Alan Moore e del Parlamento del Verde. Quello che abbiamo di fronte in queste pagine è un personaggio moderno per il tempo in cui fu concepito, ma con profonde radici nel passato. Una creatura che muove qui i suoi primi passi e, senza che nessuno possa allora immaginarlo, destinata a cambiare qualche anno dopo il mondo del fumetto.

martedì 25 giugno 2024

Fabolous Stack of Comics: Gli Ultimi Giorni della Justice Society of America


La Justice Society può contare tra le sue fila gli eroi che agivano prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale e che un tempo provenivano da un'altra terra. Terra-2, dove vivevano anche le controparti della Golden Age di Batman, Superman e Wonder Woman.
Ma con Crisi sulle Terre Infinite il concetto di Multiverso scompare e i tre eroi simbolo vengono sostituiti da controparti più giovani, che compaiono nell'era moderna.
E quindi che ne sarà della Justice Society of America? Lo racconta l'albo Gli Ultimi Giorni della Justice Society of America (Last Days of the Justice Society of America), pubblicato nel 1986, scritto da Roy Thomas e Dann Thomas e disegnato da David Ross.
La Crisi nel Multiverso è terminata e ora esiste una sola Terra. Gli eroi della Justice Society, dei reietti in questo nuovo mondo, si radunano per piangere i loro compagni caduti e la scomparsa del Superman della Golden Age.
All'improvviso sulla scena irrompe lo Spettro, incredibilmente ferito e allo stremo delle forze. C'è una nuova minaccia che rischia di annientare la stessa realtà appena formatasi e che ha le sue radici nell'aprile 1945, tra la morte di Roosevelt e gli ultimi giorni di Adolf Hitler.
La Justice Society viaggia così indietro nel tempo per sventare la minaccia, ritrovandosi proiettata in una dimensione ultraterrena dove dovrà impedire letteralmente la fine del mondo, a costo della sua stessa esistenza.
Il fumetto è solito e avvezzo ad affrontare questo tipo di situazioni. Per cambi editoriali, storie epocali o altre ragioni, ci si ritrova talvolta tra le mani concetti che potrebbero non più funzionare in un nuovo contesto.
Dopo la Crisi si è deciso che gli eroi della Golden Age che non fossero stati rivitalizzati in qualche modo (oltre alla trinità, anche le nuove versioni di Lanterna Verde e Flash, per esempio) fossero ormai qualcosa di non più attuale in un mondo che, privo di un Multiverso, li vedeva principalmente protagonisti per difendere suddetto Multiverso.
Quindi è tempo che questi eroi di un altro universo narrativo e un altro modo di narrare i racconti di supereroi si facciano da parte, va da sé non in maniera definitiva e con qualche piccola scappatoia da utilizzare in qualsiasi momento in futuro. Dopotutto, non è detto che il contesto di fondo non possa mutare di nuovo.
Ed ecco dunque la minaccia capace di distruggere la realtà per cui occorre un grande sacrificio, che puntualmente arriva. In pochi si salvano, quei pochi che si è deciso abbiano ancora qualcosa da dire in questo nuovo universo, Power Girl su tutti. Insomma, qualcosa che abbiamo già visto, ma che in questo caso parrebbe essere necessario.
Alla fine questo concetto dell'idea narrativa e dei personaggi ad essa associati che vengono messi da parte, in un Limbo per citare Grant Morrison, pronti a essere recuperati da un altro scrittore è sempre esistito. Ciò che conta non è come si conclude la storia, ma cosa essa poi ritorna in seguito.

lunedì 24 giugno 2024

Fabolous Stack of Comics: Warlock - Chi è Adam Warlock?


In E gli Uomini lo Chiameranno Warlock, Adam Warlock era stato proclamato dall'Alto Evoluzionario messia della Contro-Terra, pianeta gemello del nostro e situato sul lato opposto del sole, per combattere la malvagità dell'Uomo Bestia. Infine sconfitto grazie a un piccolo aiuto da parte di Hulk, prima che Adam Warlock partisse per lo spazio alla ricerca di sé stesso.
Quella ricerca passa attraverso un nuovo ciclo e un nuovo sceneggiatore, quello che più è identificato col personaggio, ovvero Jim Starlin. L'autore narra la propria prima saga di Adam Warlock partendo dai numeri dal 178 al 181 di Strange Tales, per poi proseguire nei numeri dal 9 al 15 di Warlock.
Mentre percorre le vie dello spazio, Adam Warlock si imbatte in una ragazza che implora il suo aiuto. Costei è ricercata dalla potente Chiesa Universale della Verità, guidata dall'enigmatico Magus.
Warlock non riesce a impedire il suo assassinio da parte di due sgherri al servizio della Chiesa e così si reca presso il pianeta dove si trova la potente organizzazione.
Warlock scoprirà che il Magus è una sua vecchia conoscenza, anche se non lo ha mai incontrato in vita sua, e la sua minaccia è tale che l'aiuto di nuovi alleati come Pip il Troll e Gamora può non essere sufficiente. Solo l'intervento di Thanos può ribaltare la situazione, ma non è detto che questa sia la cosa migliore che possa capitare all'Universo.
Nella saga di Roy Thomas, Warlock veniva proclamato messia di un pianeta e suo salvatore e agiva come tale, seppur in maniera riluttante. In questa nuova saga, Warlock diventa un cercatore di conoscenza, ma in un certo senso si ritrova di nuovo a dover trattare con una presunta figura messianica.
Chi ha scritto questa storia è un laico, se non addirittura un ateo, che di certo non ha molto in simpatia il concetto di chiesa e di chi la guida. La Chiesa Universale della Verità è infatti l'emblema di qualunque credenza religiosa (cristiana, musulmana, e così via) che accoglie attorno a sé migliaia di credenti, conquistati dagli ideali di fratellanza e carità, ma a cui in realtà - secondo l'autore - vengono vendute bugie e false speranze in nome di un profitto. E di cui ci si è pronti a liberare il prima possibile.
Ma più che il nichilismo e il caos, quello che deve prevalere è la ricerca della conoscenza, esemplificata da Adam Warlock.
Il Magus si pone dunque come il lato oscuro di Warlock, quell'io futuro malvagio che l'eroe potrebbe diventare, conquistato dalla propria aura messianica che altri gli hanno appioppato.
La saga è molto importante, inoltre, poiché introduce per la prima volta ai lettori i personaggi di Pip il Troll e Gamora e riprende il personaggio di Thanos, una pedina fondamentale di una precedente storyline di Capitan Marvel, scritta sempre da Jim Starlin.
Come in quell'occasione, lo sceneggiatore riprende il tema narrativo della minaccia cosmica incentrata su un grande oggetto di potere, la Gemma dell'Anima in questo caso, che provoca infine un reset della realtà che cancella la minaccia in questione. Perché quando si ha a che fare con un grande potere, non necessariamente potrebbe discenderne una grande responsabilità.

venerdì 21 giugno 2024

Prime Video Original 95: Die Hart 2 - Die Harter


È l'eroe più grande che il cinema e il mondo abbiano mai conosciuto. Di fronte alla sua potenza, ogni criminale trema di paura.
Sì, stiamo parlando proprio di lui, di... Kevin Hart? Già protagonista di un insolito film che ironizzava sulle pellicole d'azione moderne di Hollywood, intitolato Die Hart, l'attore ritorna più alla carica che mai col sequel Die Hart 2 - Die Harter, diretto da Eric Appel, scritto da Tripper Clancy e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 30 maggio 2024.
Come nel caso del primo film, anche questo sequel rappresenta un nuovo montaggio di un serial televisivo composto da alcune brevi puntate apparso in precedenza su un'altra piattaforma.
Kevin Hart è diventato una star di film d'azione grazie al remake cinematografico della serie televisiva I Jefferson e i produttori spingono per farne subito un sequel.
L'attore, tuttavia, vorrebbe dedicarsi a un progetto personale, con scene d'azione reali senza uso di green screen e basato in buona parte sull'improvvisazione. Ma c'è qualcuno che non è d'accordo con tutto questo e rapisce l'attore.
Indeciso se stia vivendo la realtà o un'opera di finzione, Kevin Hart deve scoprire chi sta cercando di prendere il suo posto e perché.
Se il primo film si faceva un po' beffe di un certo appiattimento del cinema di genere americano, sempre pronto a riciclare vecchie idee spacciandole come nuove, in questo sequel ci si concentra sulla tecnologia e sul suo uso e abuso nel cinema odierno.
Grande utilizzo di green screen, ampio sfruttamento di effetti speciali computerizzati e attori che devono piegarsi a queste innovazioni a discapito di una interpretazione più spontanea minano dunque una piena espressività artistica, anche nel campo della commedia.
Un abuso di tecnologia che va a discapito inoltre di un vecchio modo di fare cinema e colpisce in particolar modo gli stuntmen, elementi ombra che risultano fondamentali per la buona riuscita di un film e a cui non viene riconosciuto il giusto credito.
Come nella precedente occasione, comunque, tale critica viene fatta in maniera alquanto light e velata, poiché un eccessivo approfondimento non avrebbe interessato con ogni probabilità lo spettatore.
Da questo tema nasce una storia che sembra quasi presa da Il Sosia di Fëdor Dostoevskij o, per restare in ambito cinematografico, da Enemy di Denis Villeneuve, con un doppio che cerca di estromettere Kevin Hart dalla sua stessa vita.
Seppur ovviamente, in questo caso, i toni drammatici siano del tutto assenti e vengano sostituiti dalle battute e dalla versatilità di Kevin Hart, attorniato a sua volta da comprimari surreali. Surreale come la situazione in cui si è andato a cacciare e che potrebbe avere un risvolto inaspettato.

mercoledì 19 giugno 2024

Prime Video Original 94: Sayen - La Terra Ha Sete


Con Sayen abbiamo conosciuto una nuova, insolita eroina di questi insoliti tempi moderni. Una ragazza cilena dal passato tormentato, che si è ritrovata a dover combattere contro una potente multinazionale, la quale voleva sfruttare e depredare le risorse della terra dei suoi antenati.
Sayen è riuscita temporaneamente a sventare la minaccia, ma ora su di lei pende un capo di imputazione di omicidio, che l'ha costretta a fuggire.
La sua battaglia, tuttavia, non si è conclusa e questa Capitana Cile ritorna assetata di vendetta e giustizia in Sayen: La Terra Ha Sete (Sayen: La Ruta Seca), diretto da Alexander Witt, scritto da Leticia Akel, Paula del Fierro e Julio Rojas e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 20 ottobre 2023.
In fuga dalla legge e dagli sgherri al servizio della Actaeon guidata da Máximo Torres (Enrique Arce), Sayen (Rallén Montenegro) cerca a rischio della propria vita prove che possano incriminare la multinazionale e i suoi capi.
Mentre si trova nei pressi di una delle sedi della multinazionale, Sayen si imbatte in Qumal (Katalina Sánchez), una giovane ragazza che vuole aiutarla a smascherare le malefatte della Actaeon, e Gasper (Jorge López), un ex sgherro al servizio della multinazionale.
Pur con riluttanza, Sayen accetta il loro aiuto. Ma quando una multinazionale controlla il potere politico ed economico di una intera nazione, la vittoria potrebbe rivelarsi impossibile.
Siccome le gesta qui mostrate sembrano praticamente quelle di una supereroina, Capitana Cile appunto, anche se è in apparenza una persona ordinaria, non può certo mancare la figura del sidekick, il Falcon della situazione.
Doppio sidekick in questa occasione, che rappresentano sia quella parte di Sayen ancora aggrappata al concetto di giustizia (Qumal), sia il suo desiderio di farsi giustizia da sola e in maniera spiccia (Gasper).
Oltre all'evidente sottotesto ambientalista e un po' populista di politica corrotta, ma confesso di non essere molto esperto della situazione politica cilena, rimaniamo poi dalle parti del film d'azione all'americana.
Che vuole appunto ispirarsi a certi classici stilemi americani, pur senza averne tutti i mezzi (anche se in taluni casi i vari combattimenti a mani nude e con calci possono risultare più realistici, non tutti noi infatti siamo atleti olimpionici).
Con qualche concessione per la trama, come quella che vede il CEO di una importante multinazionale che va personalmente a caccia di Sayen nel deserto senza farsi accompagnare da una pesante scorta armata.
Pur essendo il capitolo di mezzo della trilogia, non ne risulta un capitolo di transizione, modificando in maniera decisiva lo status quo e rivelando alla fine il vero mandante dietro tutte le malefatte che hanno segnato la vita della ragazza. In attesa della parte finale.

martedì 18 giugno 2024

Fabolous Stack of Comics: Ne è Valsa la Pena


Vi sono numerose figure della Resistenza Italiana che, oltre a combattere per liberare l'Italia dalla dittatura, hanno poi contribuito al governo e alla rinascita della nazione in un successivo momento. Il tutto al netto di luci e ombre che ci saranno di sicuro state. Una delle personalità più note in tal senso è Sandro Pertini, divenuto poi Presidente della Repubblica dal 1978 al 1985.
Ma queste figure sono tante e ognuna di esse ha con ogni probabilità una storia da raccontare. E la storia di Germano Nicolini, detto il Comandante Diavolo, è una di quelle che merita di essere narrata. E viene fatto in Ne è Valsa la Pena, pubblicato nel 2023 da Ottocervo, scritto da Marco Aldrighi e disegnato da Christian Galli.
Ottobre 2020: Si celebrano i funerali di Germano Nicolini, eroe della resistenza italiana nel territorio emiliano. La badante Irina, mentre si prepara ad abbandonare la sua abitazione, ritrova alcuni oggetti che le ricordano i racconti di vita vissuta tramandatile da Nicolini.
Da quando nel 1944 si guadagnò il soprannome di Comandante Diavolo sfuggendo all'esercito tedesco e, nell'immediato dopoguerra, aprì una mensa dove venivano accolti sia ex partigiani che ex repubblichini, purché questi ultimi non avessero commesso reati, attirandosi l'ira dei compaesani, del proprio partito e della chiesa.
Per chiudere con un calvario giudiziario che lo accompagnerà per quasi cinquant'anni, quando venne accusato dell'omicidio di un prete, che non aveva commesso, e per questo passò molti anni in prigione.
A così tanta distanza da quei drammatici eventi bellici, essendo ormai già passati ottant'anni, l'opera della memoria tramandata diventa qualcosa di importante, visto che ormai chi quegli eventi li ha vissuti non c'è più. Chi lo vuole, sarà così libero di approfondire suddetti eventi.
E la memoria può essere tramandata in maniera efficace tramite molti mezzi, tra cui vi è anche il fumetto, già utilizzato più volte per descrivere le tragedie della Seconda Guerra Mondiale e le sue conseguenze. Ma non solo, più in generale per raccontare gli orrori della guerra e le sue drammatiche ripercussioni.
La storia di Germano Nicolini, che pure presenta aspetti unici e particolari, diventa dunque una sorta di esempio: la storia di un uomo che ha deciso di combattere per cause giuste e ne ha pagato il prezzo, non pentendosi mai però delle proprie azioni. E ha dunque narrato la propria storia, a chiunque volesse ascoltarla, fino a quando anche la giustizia gli ha reso giustizia, per usare un gioco di parole.
Il fumetto è come una sorta di prosecuzione di quei racconti narrati da Germano Nicolini per una vita intera e la figura della badante diviene quella del lettore che (ri)scopre insieme a lei questi ricordi, prima di dare un ultimo saluto a chi ha accompagnato la sua vita. Non solo quella di Irina, ma senza che lo potessimo immaginare anche la nostra.

lunedì 10 giugno 2024

Netflix Original 175: Murder Mystery


Il genere mystery sta vivendo negli ultimi anni un nuovo momento di gloria. Grazie a prodotti quali Cena con Delitto - Knives Out e ai film interpretati da Kenneth Branagh con protagonista Hercule Poirot, sembra che ci possa essere nuovo spazio per gialli di ambientazione classica, con l'altrettanto classico detective investigatore, talvolta accompagnato da un fido collaboratore o collaboratrice, come nel caso di Benoit Blanc.
E se già questi titoli hanno in sé una componente di ironia, più o meno marcata, si può premere ancora di più sull'acceleratore e virare sulla commedia, per creare una nuova coppia di detective (quasi) senza pari, come quella che appare in Murder Mystery, diretto da Kyle Newacheck, scritto da James Vanderbilt e distribuito su Netflix a partire dal 14 giugno 2019.
Nick Spitz (Adam Sandler) è un bravo e onesto agente di polizia, ma non riesce mai a superare gli esami per diventare detective. Dopo l'ennesimo fallimento, mente alla moglie Audrey (Jennifer Aniston) dicendo di averli superati e, per non dimostrarle di essersi effettivamente scordato il loro anniversario di matrimonio, organizza un tour in Europa all'insegna del risparmio più sfrenato.
Audrey, tuttavia, sull'aereo conosce il ricco Charles Cavendish (Luke Evans), il quale li invita sul proprio yacht, dove si sono radunati i suoi familiari e altre eccentriche personalità.
Quando viene commesso un delitto a bordo dell'imbarcazione, i sospetti non possono che ricadere su quelli che appaiono come i maggiori colpevoli: Nick e Audrey!
Si sa che a pensar male si fa peccato... tuttavia, abbiamo una coppia di coniugi detective che collaborano per risolvere un mistero, che scherzano tra loro, fanno ironia anche nei momenti di maggior tensione, si amano nonostante le loro divergenze... e lui si chiama anche Nick e a un certo punto sfoggia pure un bel paio di baffi.
Sembrerebbe proprio che qui ci troviamo di fronte a un remake non dichiarato de L'Uomo Ombra (e non stiamo parlando di Alec Baldwin).
Molto improbabile che il pubblico odierno sia a conoscenza di una serie di pellicole prodotte ottant'anni fa e quindi, siccome l'idea funziona ancora, come ha dimostrato Knives Out, perché non modernizzarla, trasportandola nel presente e contornandola di personaggi ancora più surreali?
Pur essendoci un mistero da risolvere, la parte più divertente risultano alla fine i dialoghi e i battibecchi tra Nick e Audrey Spitz, reminiscenti anche di certi dialoghi del periodo d'oro tra Woody Allen e Diane Keaton, i quali - se ricordate bene - collaborarono anche loro per risolvere un mistero come fecero un tempo Nick e Nora Charles.
Ovviamente non siamo nemmeno vicini alle atmosfere di Woody Allen e l'Uomo Ombra è ormai qualcosa di distante nel tempo, né il film aspira a essere qualcosa di simile. Vuole solo risultare un buon prodotto di intrattenimento, che fa leva sulla rinascita di un genere cinematografico.
Chissà quali altri intriganti misteri ci riserverà il futuro.