1951: Esce nei cinema americani Quando i Mondi si Scontrano (When Worlds Collide), diretto da George Pal e incentrato sulla distruzione della Terra da parte di una stella rossa di nome Bellus e il conseguente esilio dell'umanità verso un nuovo pianeta abitabile.
Poco più di due decenni dopo, i produttori Richard Zanuck e David Brown contattano la Paramount Pictures per un remake di questa pellicola e vengono anche realizzate a tale scopo un paio di sceneggiature, ma alla fine il progetto naufraga prima ancora di concretizzarsi.
Per riemergere infine sul grande schermo altri due decenni dopo.
1995: Richard Zanuck e David Brown non hanno dimenticato il loro progetto incentrato su un remake di Quando i Mondi si Scontrano e approcciano dunque Steven Spielberg - di cui avevano lanciato la carriera tempo prima grazie a Sugarland Express e Lo Squalo (Jaws) - per cercare di realizzarlo.
Spielberg a quell'epoca ha anche opzionato i diritti di un romanzo di Arthur C. Clarke, The Hammer of God, pubblicato nel 1993 e incentrato sulla scoperta di un asteroide in rotta di collisione verso la Terra e il tentativo di modificarne la direzione tramite dei razzi termici a fusione.
Steven Spielberg intende in un primo momento produrre un adattamento del romanzo di Clarke tramite un suo studio di produzione fondato da pochi mesi, DreamWorks Pictures, ma notando alcune similarità decide poi di collaborare con Zanuck e Brown per unire insieme i due progetti.
Per la sceneggiatura, Spielberg contatta Bruce Joel Rubin, il quale accetta l'incarico poiché Quando i Mondi si Scontrano è tra i suoi film preferiti. Durante le ricerche per la stesura dello script, lo scrittore ottiene dalle autorità governative la possibilità di esaminare luoghi non accessibili al pubblico quali la Situation Room della Casa Bianca e alcuni locali del Pentagono. Ciò gli viene concesso grazie all'influenza e alla popolarità che ha Steven Spielberg anche nelle alte sfere del potere.
Una volta che Rubin ha completato la sua bozza, questa viene revisionata da Michael Tolkin e John Wells, seppur l'apporto di quest'ultimo si riveli minimo a causa di altri suoi inderogabili impegni, tanto che alla fine non viene accreditato.
A quel punto il prodotto finale si è così allontanato dal materiale originario, sia dal film del 1951 che dal romanzo di Arthur C. Clarke, che si decide di non farvi più riferimento, nonostante nei primi spot promozionali il romanzo di Clarke fosse stato citato più di una volta. Lo scrittore non prende bene la cosa, ma si consola con l'assegno per i diritti che ha già incassato.
Steven Spielberg ha sempre avuto l'intenzione di dirigere la pellicola, ancor più quando legge le prime bozze di sceneggiatura, e pianifica di mettersi all'opera una volta conclusi i lavori di Amistad. Tuttavia, giunge notizia che per l'estate del 1998 è prevista l'uscita di un film dalle tematiche simili, Armageddon. Dovendo dunque accelerare la produzione per far uscire la pellicola in anticipo, Spielberg rinuncia all'incarico di regista, ritagliando per sé un ruolo da produttore esecutivo.
In sua sostituzione, Spielberg stesso sceglie Mimi Leder. La regista, distintasi per la direzione di alcuni prodotti televisivi in passato, in particolar modo E.R. - Medici in Prima Linea, ha infatti appena concluso i lavori di The Peacemaker, il suo primo lungometraggio, sempre sotto l'egida della Dreamworks Pictures.
Mimi Leder, in principio non a conoscenza della futura uscita di Armageddon, vorrebbe condurre alcune visite in altre nazioni dove è ambientata la trama a scopo di ricerca, ma le tempistiche strette e qualche limitazione al budget non glielo consentono.
Nella sceneggiatura, il colore della pelle del Presidente degli Stati Uniti Tom Beck non viene specificato, così Mimi Leder suggerisce di affidare la parte a Morgan Freeman. Alcuni dirigenti sollevano delle obiezioni, in quanto ritengono poco realistico che un afroamericano possa diventare Presidente (Barack Obama sarebbe stato eletto solo nel 2004) e la regista deve dunque lottare per far accettare questa scelta di casting.
Viene rifiutata invece la richiesta dell'attore di far indossare al suo personaggio un orecchino.
In principio il personaggio di Jenny Lerner, interpretato da Téa Leoni, è una giornalista al servizio della CNN, ma la rete televisiva nega il consenso a essere nominata. Più malleabile si rivela invece un'altra rete televisiva incentrata sull'informazione, la MSNBC, che peraltro al tempo delle riprese è stata fondata da poco più di un anno.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 16 giugno 1997, tenendosi in Virginia, California, Washington e New York. Per dare una maggiore aderenza scientifica alla trama, sul set sono presenti alcuni consulenti scientifici ed ex astronauti.
Come direttore della fotografia, vi è l'esperto Dietrich Lohmann. Costui tuttavia è in precarie condizioni di salute, in quanto affetto da leucemia, e il suo stato è evidente a tutti i componenti della troupe. Nonostante ciò, comunque, Lohmann porta a termine il suo incarico fino all'ultimo giorno di riprese.
Con qualche difficoltà si riescono a coordinare due differenti tempistiche di due attori protagonisti i cui personaggi devono interagire: quella di Téa Leoni, al contempo impegnata con le riprese della serie televisiva The Naked Truth, e quella di Morgan Freeman, il quale può dedicare alla produzione solo pochi giorni.
Le riprese si concludono il 24 ottobre 1997. Dietrich Lohmann non riesce purtroppo a vedere il film approdare sul grande schermo, in quanto muore a causa della leucemia il 13 novembre 1997. La pellicola viene dedicata alla sua memoria.
Deep Impact viene distribuito nei cinema americani a partire dall'otto maggio 1998. A fronte di un budget di circa 75 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale 350 milioni di dollari.
Un ottimo risultato, ma diventa tuttavia inevitabile il successivo confronto con Armageddon, che esordisce sugli schermi il primo luglio di quello stesso anno per concludere con un incasso di circa 550 milioni di dollari, di gran lunga superiore.
Eppure entrambe le pellicole lasciano infine un segno, appassionando milioni di spettatori, che è la cosa più importante.
Morgan Freeman tornerà a interpretare in futuro altri ruoli come Presidente o persona presente nei luoghi di potere... ma questa è un'altra storia.