venerdì 10 gennaio 2020

A scuola di cinema: Ghostbusters (1984)

Nel diciannovesimo secolo, Samuel Augustus Aykroyd, un dentista, inizia a tenere con regolarità e per molti anni presso la propria dimora in Ontario delle sedute spiritiche, a cui partecipa il medium Walter Ashurst, il quale afferma di captare messaggi dall'aldilà che riferisce a coloro che partecipano a queste sedute.
A osservare tutto questo, nascosto tra le ombre di un corridoio o lungo le scale, vi è il nipote di Samuel Augustus, Peter Aykroyd. Costui racconta molti anni dopo ai suoi due figli, Peter Jr. e Dan, le storie di quelle strane sedute spiritiche. La madre di Dan, Lorraine Hélène, gli rivela inoltre che un giorno - mentre lo stava allattando - ha avuto una visione dei fantasmi dei suoi trisnonni.
Ed è in questo insolito ambiente familiare, dunque, che nasce la passione di Dan Aykroyd per il mondo spiritico e il paranormale. Una passione che avrebbe infine trovato spazio in un film che ha fatto e continua a fare epoca.


1981: Dopo aver abbandonato il Saturday Night Live e aver iniziato una promettente carriera cinematografica, Dan Aykroyd legge un articolo sulla rivista The Journal of the American Society for Psychical Research incentrato sulla fisica quantistica e la parapsicologia. E nella sua mente nasce l'idea di un dispositivo in grado di intrappolare i fantasmi.
Aykroyd, inoltre, è un grande appassionato dei film sui fantasmi interpretati da celebri comici quali Bob Hope, Bud Abbott e Lou Costello e prodotti tra gli anni '40 e '50 del ventesimo secolo. L'attore ritiene possa essere una buona idea modernizzare quell'approccio da commedia in un nuovo film che tenga conto di queste più recenti ricerche.
Inizia così a scrivere una sceneggiatura, con tre personaggi principali. Per il personaggio di Stantz ,Aykroyd ha in mente sé stesso, modella su John Belushi il personaggio di Venkman e pensa a Eddie Murphy per il personaggio di Ramsey. Aykroyd arriva a concludere un terzo del lavoro quando, il cinque marzo 1982, il produttore Bernie Brillstein gli telefona, informandolo della tragica morte di John Belushi.
Dopo aver superato il dolore per la perdita del suo amico, Aykroyd si rimette all'opera, modellando il personaggio di Venkman su un altro componente del cast di Saturday Night Live, Bill Murray. Costui visiona il copione quando è stato completato circa a metà e appare interessato a partecipare.
Questo primo trattamento si intitola Ghost Smashers. Il gruppo, composto da molte altre persone oltre ai tre protagonisti, è al servizio di un essere interdimensionale noto come Shandor, il quale li invia lungo il tempo e lo spazio per catturare fantasmi.
Shandor ha rinchiuso nella dimensione terrestre un altro essere interdimensionale, Zuul, e il suo possessore, Gozer, decide di giungere nella nostra dimensione per recuperarlo, scatenando altre manifestazioni spiritiche della sua essenza, tra cui una versione dark di Slimer e l'omino della pubblicità dei Marshmallow.
Aykroyd ha scritto circa 70 pagine di questo trattamento quando lo sottopone a Ivan Reitman, con cui ha collaborato qualche anno prima, quando entrambi lavoravano per una rete televisiva canadese, e di cui ha apprezzato le commedie Polpette (Meatballs) e Stripes, entrambe interpretate da Bill Murray.
Nel gennaio 1983, i due hanno un pranzo di lavoro a Los Angeles, durante il quale Reitman dice ad Aykroyd che la sceneggiatura, per quanto affascinante, è impossibile da realizzare, poiché comporterebbe un budget di produzione di almeno 200 milioni di dollari.
Tuttavia il concept rimane molto interessante, così il regista suggerisce di ambientarlo nel presente e in una metropoli e di rendere gli acchiappafantasmi dei professori universitari che si mettono in proprio.
La sceneggiatura di Aykroyd inoltre risulta fin troppo cupa e avrebbe bisogno di qualche elemento di comicità. Reitman ha in mente la persona perfetta che può aiutare in questo compito. Si chiama Harold Ramis, colui che ha scritto le sceneggiature sia di Polpette che di Stripes.
Concluso il pranzo, dunque, i due si recano presso i Burbank Studios, dove si trova l'ufficio di Ramis. A costui viene spiegata l'idea di base e data la possibilità di interpretare un quarto personaggio, dopodiché esamina la sceneggiatura di Aykroyd per alcuni minuti. Alla fine Ramis si dichiara interessato.
Mentre Aykroyd e Ramis si mettono all'opera sul secondo trattamento della sceneggiatura, Reitman ha un incontro, nel maggio 1983, col presidente della Columbia Frank Price, che aveva prodotto Stripes, a cui presenta il progetto.
Price lo reputa interessante, ma al tempo stesso rischioso: è una commedia con attori sulla cresta dell'onda e che richiede una notevole dose di effetti speciali. Ma rimane una commedia e, perché un investimento su questo genere cinematografico sia considerato giustificato, non deve superare un certo tetto di spesa.
Reitman, il quale ricorda che il budget di Stripes è stato di dieci milioni di dollari, crede che una cifra di circa tre volte superiore possa essere sufficiente, così ribatte di potercela fare con un budget tra i 25 e i 30 milioni di dollari. Per Price è una somma ragionevole, ma aggiunge una condizione imprescindibile: la pellicola deve uscire nei cinema nel giugno 1984. Pur non essendoci ancora una sceneggiatura completa o un'idea chiara di quanti effetti speciali saranno necessari, Reitman accetta la condizione.
Quando alla sede di New York della Columbia giunge la voce che Price sta per autorizzare una commedia con quel budget, il CEO della società Francis Vincent invia l'avvocato della compagnia Richard Gallop a Los Angeles, intimando a Price di desistere dall'andare avanti. Price non ascolta il consiglio: per lui è un film che creerà profitto e interpretato da grandi attori, ma per Gallop e Vincent è solo una questione di soldi e controbattono che la decisione che prenderà sarà una sua totale responsabilità. Price approva il progetto.
Questi continui contrasti con Vincent, uniti all'acquisizione della società da parte della Coca Cola, portano Price pochi mesi dopo a rassegnare le dimissioni. Tuttavia il film di Reitman è già stato approvato e non può essere cancellato.
Intanto Ramis e Aykroyd - con l'aiuto di Reitman - continuano a lavorare sulla nuova sceneggiatura. Per venire incontro alle strette tempistiche, i tre insieme alle loro famiglie si recano a Martha's Vineyard, dove affittano tre case. Ogni giorno i tre si ritrovano nel seminterrato della casa di Aykroyd, a lavorare sulla sceneggiatura per circa sei ore. Ramis e Aykroyd scrivono per quattro o cinque ore, dopodiché interviene Reitman con i suoi suggerimenti, revisioni o idee aggiuntive. Il tutto va avanti per circa due settimane e mezzo. A inizio agosto 1983 si arriva a una prima sceneggiatura completa.
Al contempo, Reitman si preoccupa di individuare una società capace di gestire gli effetti speciali. E ne esiste solo una all'epoca in grado di completare il tutto in una tempistica stretta, la Industrial Light & Magic. Solo che la compagnia fondata da George Lucas è già stata opzionata da Steven Spielberg per Indiana Jones e il Tempio Maledetto (Indiana Jones and the Temple of Doom).
In cerca di una soluzione alternativa, a Reitman viene in mente Richard Edlund, uno dei responsabili degli effetti speciali del primo film di Star Trek, nonché dell'Episodio V e VI di Star Wars. Pur trovandosi in quel momento in ospedale a causa dei postumi di un'operazione alla schiena, Edlund - che voleva affrancarsi da Lucas e creare una propria società di effetti speciali - accetta la proposta.
Reitman allora si fa anticipare dalla Columbia cinque milioni di dollari, che la società versa in collaborazione con la Metro-Goldwyn-Mayer, la quale ha bisogno anch'essa di effetti speciali per la pellicola 2010 - L'Anno del Contatto. Tali fondi permettono a Edlund di fondare la Boss Film Studios, iniziare a comprare l'attrezzatura necessaria e assumere alcune persone con cui ha lavorato sui set dei film di Star Wars e Star Trek.
Nella creazione del personaggio che deve interpretare, Egon Spengler, Harold Ramis si ispira per il look a una foto di una persona da lui vista sulla copertina di una rivista di architettura, con capelli ritti, occhiali con montatura metallica e un completo a tre pezzi. Il nome è preso da un rifugiato ungherese, Egon Donsbach, compagno di classe di Ramis al liceo, mentre il cognome è ripreso dal filosofo tedesco Oswald Spengler.
Invece, il personaggio concepito da Aykroyd con in mente Eddie Murphy, Ramsey, che viene rinominato Winston Zeddemore, arriva col tempo ad avere un ruolo minore. L'attore ha accennato della cosa a Murphy durante le riprese di Una Poltrona Per Due (Trading Places), ma una sua conferma non è arrivata e non viene poi più contattato, anche perché qualche mese dopo l'attore viene scelto come interprete principale di Beverly Hills Cop.
In principio, Zeddemore rimane un personaggio centrale, con molte più battute rispetto al risultato finale, poiché si pensa di affidare la parte a Gregory Hines. Ma, con le successive revisioni, la sua presenza si riduce e alcune delle sue battute vengono date al personaggio di Peter Venkman, per cui ci si aspetta che sia interpretato da Bill Murray.
In effetti, l'eventuale successo del film dipende anche dalla presenza di Murray, il quale non ha ancora dato un assenso definitivo. Quando l'attore chiede alla Columbia i finanziamenti per un film da lui co-sceneggiato, Il Filo del Rasoio (The Razor's Edge), Price glieli concede, pur prevedendo che la pellicola sarà un flop (come infatti accade), nella speranza che Murray ricambi il favore partecipando al film di Reitman. Cosa che infine accade.
Alla fine, per il ruolo di Winston Zeddemore, viene scelto Ernie Hudson, dopo cinque audizioni da lui tenute. L'attore all'inizio legge una delle revisioni dove il suo personaggio ha un ruolo più rilevante, tanto che accetta la metà della somma rispetto al suo consueto ingaggio, scoprendo la notte prima dell'inizio delle riprese che non è più così. Reitman gli spiega che ciò è dovuto al fatto di dare maggior spazio al personaggio interpretato da Bill Murray e non è stato possibile fare altrimenti.
Per il ruolo di Dana Barrett, che nella sceneggiatura di Ramis e Aykroyd è una modella, vengono tenuti all'inizio dei provini a giovani attrici, tra cui Julia Roberts.
Quando arriva il turno di Sigourney Weaver, sembra ci sia scarso interesse, visto che si ritiene manchi di un background da film commedia, avendo lei recitato fino a quel momento solo in pellicole drammatiche quali Un Anno Vissuto Pericolosamente (The Year of Living Dangerously), nonostante lei dichiari di aver studiato commedia presso la Yale Drama School.
A un certo punto Sigourney Weaver suggerisce che il personaggio debba essere vittima di una possessione, come accade al cane di Gozer. E all'improvviso salta sul tavolo di Reitman, si accuccia e inizia a ululare come un cane! Lo stupore di Reitman si tramuta in un'idea quando, non appena l'attrice è uscita, chiama Ramis e gli dice di inserire nella sceneggiatura quanto suggerito da Sigourney Weaver. Ovvio che questo le fa guadagnare all'istante la parte. Sempre dietro suggerimento di Sigourney Weaver, il personaggio di Dana Barrett passa dall'essere una modella a una musicista.
Per il ruolo di Louis Tully, viene contattato in prima battuta John Candy. Un paio di giorni dopo costui richiama Reitman e suggerisce di rendere il personaggio di estrazione tedesca, circondato da pastori tedeschi. Ma nel film sono già presenti due cani e sono più che sufficienti. Così si decide di ingaggiare un altro attore. Reitman ha lavorato in Canada con un altro comico, Rick Moranis, e dunque lo contatta. Non appena Moranis legge la sceneggiatura, accetta all'istante la parte. Dietro suo consiglio, il personaggio di Tully viene reso un contabile.
Il ruolo di Janine Melnitz viene proposto inizialmente a Sandra Bernhard, che rifiuta. La parte viene allora affidata ad Annie Potts. Durante il suo primo giorno sul set, l'attrice prende a prestito un paio di occhiali da una costumista. Nel vederla, Reitman decide che deve rimanere così. Perciò Annie Potts, prima di girare ogni scena, chiede sempre in prestito gli occhiali alla costumista.
Per il ruolo di Walter Peck viene scelto William Atherton. L'attore in quel periodo sta recitando in teatro a Broadway e ha un incontro con Dan Aykroyd, poiché una sua collega del Saturday Night Live, Gilda Radner, gli ha consigliato di andare ad ammirare la recitazione dell'attore. Atherton suggerisce di rendere il personaggio più odioso del solito, come contraltare all'ironia degli altri protagonisti. La cosa gli riesce fin troppo bene poiché, dopo la conclusione delle riprese, passando davanti a un bus pieno di bambini, costoro lo apostrofano col termine offensivo che usa Bill Murray rivolto al suo personaggio.
Il personaggio di Gozer, nei primi trattamenti, è descritto come un elegante architetto e per interpretarlo viene scelto Paul Reubens, che però rifiuta. Gozer diviene allora un essere androgino - nelle intenzioni un mix tra Grace Jones e David Bowie - e a interpretarlo viene scelta l'attrice Slavitza Jovan.
Pur essendo John Belushi deceduto, Aykroyd lo omaggia rimodellando il personaggio di Slimer, che dichiara essere il suo fantasma. A doppiarlo è Ivan Reitman in persona.
Un amico di Dan Aykroyd, John Daveikis, concepisce uno schizzo abbozzato del logo "no ghost", che viene poi rifinito dal produttore Michael Gross. Un'ulteriore revisione della sceneggiatura viene completata verso la fine di settembre 1983.
Le riprese hanno inizio a New York nella metà di ottobre del 1983. Per essere certi che Bill Murray sia presente sul set, Ivan Reitman e Harold Ramis lo vanno a prelevare all'aeroporto La Guardia, dove l'attore atterra con un aereo privato partito da Parigi, dove si sono concluse le riprese de Il Filo del Rasoio.
Murray ha con sé una trombetta da stadio, che usa per tormentare coloro che gli si avvicinano troppo. Reitman e Ramis lo prelevano di peso e lo portano in un ristorante del Queens, dove gli viene mostrata la sceneggiatura. Anche se Murray non si lascia andare a commenti particolari in merito, si unisce al gruppo.
Le riprese nella Grande Mela durano circa sei settimane, concludendosi poco prima di Natale. Reitman è consapevole che questa fase debba essere conclusa prima delle festività, poiché altrimenti si rischia di incorrere in condizioni meteorologiche pessime che potrebbero causare un ritardo nella produzione. Condizioni che effettivamente iniziano un paio di giorni prima dello stop.
Murray e Moranis in particolar modo, ma anche Ramis e Sigourney Weaver, improvvisano delle battute non presenti in sceneggiatura durante le riprese, molte delle quali vengono mantenute in fase finale.
Per la scena in cui i Ghostbusters si recano ad affrontare Gozer, si ottiene il permesso di bloccare buona parte del traffico di Manhattan. Alcuni tassisti non prendono bene la cosa e cercano di forzare il blocco, costringendo i poliziotti in un paio di occasioni a usare le maniere forti. A un certo punto lo scrittore Isaac Asimov - impossibilitato a tornare a casa - esce da un edificio, sbuffando di rabbia e lamentandosi della situazione con Dan Aykroyd e gli altri componenti della troupe.
Questa stessa scena causa un altro problema collaterale, poiché le comparse che compongono la folla acclamano a gran voce gli eroi... solo che Ghostbusters è un termine che rischia di non poter essere utilizzato. Vi è una sitcom andata in onda nel 1975, infatti, intitolata The Ghost Busters e i cui diritti sono in mano alla Universal.
Si pensa a nomi alternativi quali Ghoststoppers o Ghostbreakers, ma nessuno risulta efficace. La situazione viene risolta da Frank Price che, dopo aver abbandonato la Columbia, passa proprio alla Universal e chiude un accordo per cui la Columbia - in cambio dell'uso del termine Ghostbusters - si impegna a versare alla Universal cinquecentomila dollari, più l'uno per cento dei profitti della pellicola.
Poco dopo Natale, ci si trasferisce a Los Angeles, presso i Burbank Studios, per girare le successive scene in studio. Le riprese si concludono alla fine di gennaio 1984, ma è solo l'inizio.
Un primo montaggio della pellicola, compiuto da Sheldon Kahn con l'assistenza di Reitman, senza praticamente alcun effetto visivo o speciale, viene completato in tre settimane e mostrato il 3 febbraio 1984 a un pubblico selezionato scelto dalla Columbia, che applaude e acclama il tutto.
La pellicola viene dunque affidata a Richard Edlund, che insieme al suo team vi deve inserire i circa 200 effetti visivi previsti. Per rispettare le strette tempistiche, tre studi lavorano in contemporanea al progetto e spesso non c'è possibilità di rifare un effetto, che deve dunque risultare accettabile al primo tentativo. Reitman chiede altri 100 effetti aggiuntivi ma, per non incorrere nelle ire di Edlund, decide di ridurli a 50.
Il concept dell'omino della pubblicità dei Marshmallow viene ideato da John Daveikis e realizzato da Linda Frobos e William Bryan. In un mondo ancora senza CGI, viene realizzato facendo indossare un'apposita tuta a Bryan stesso, che viene ripreso dietro un fondale della città di New York in miniatura. Vengono create più di una decina di differenti tute e molte di queste vanno a fuoco, facendo rischiare la vita a William Bryan e a un altro stuntman che la indossa.
Il design di Slimer viene realizzato da Steve Johnson. All'artista vengono chieste numerose modifiche in corso d'opera, che causano in lui una grande frustrazione. Questo porta, alcuni giorni prima della scadenza prevista, a far sì che Johnson sniffi cocaina e - stando a quanto da lui riferito - abbia allucinazioni del fantasma di John Belushi che lo esorta ad andare avanti. Sia come sia, il design finale viene approvato.
La creatura viene soprannominata dal team di Edlund il fantasma dalla testa a cipolla. La tuta viene indossata da Mark Bryan Wilson, le cui gambe vengono nascoste tramite un pannello di colore nero.
La fase di post-produzione si conclude praticamente pochi giorni dell'uscita della pellicola nei cinema. Alcuni effetti rimangono incompleti e, in un paio di occasioni, seppur solo a uno sguardo attento, si possono notare dei cavi, ma il pubblico più smaliziato di quell'epoca non ci fa caso.
La colonna sonora viene affidata a Elmer Bernstein, ma si decide anche di inserire una intro originale di circa 20 secondi a inizio e metà pellicola e, come riferimento, viene utilizzato I Want a New Drug di Huey Lewis and the News. Poco dopo Reitman entra in contatto, tramite il responsabile del dipartimento musica della Columbia, con Ray Parker Jr., a cui pare venga chiesto di ispirarsi alla canzone scelta come esempio.
Parker idea l'intro, che viene inviato a Reitman. Il regista lo apprezza così tanto che chiama il musicista in piena notte, chiedendogli di espanderlo a canzone. Parker allora in pochi giorni, causa tempistiche strettissime, concepisce la canzone che ha lo stesso titolo del film e il cui video viene diretto da Ivan Reitman in persona.
Sei mesi dopo l'uscita della canzone, Huey Lewis intenta causa contro Ray Parker Jr., accusandolo di aver plagiato I Want a New Drug. Viene infine raggiunto nel 1985 un accordo extragiudiziale tra le parti, per una somma mai specificata.
Ghostbusters viene distribuito nei cinema americani a partire dal 7 giugno 1984. A fronte di un budget di 30 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare più di 282 milioni di dollari.
Una storia le cui radici affondano circa due secoli fa, nonché una scommessa vinta, che alcuni anni dopo dà vita a un sequel... ma questa è un'altra storia.