Nei film di fantascienza una tematica molto comune è l'invasione aliena. A volte tale tematica viene utilizzata sotto forma di metafora, a volte più semplicemente si tratta solo di un adrenalinico film di azione dove si devono affrontare degli alieni malvagi.
Ma quella metafora di cui sopra, dove l'invasione è in realtà un pretesto per parlare di altri argomenti nascondendoli sotto un'affascinante patina fantascientifica, si rivela troppo tentatrice. Come si può vedere ne L'Incontro (Encounter), diretto da Michael Pearce, scritto da Michael Pearce e Joe Barton e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 10 dicembre 2021.
Malik Khan (Riz Ahmed) è un soldato che è stato congedato con disonore dall'esercito per aver aggredito un suo superiore. L'uomo è convinto che sulla Terra sia in atto un'invasione aliena segreta, che si propaga attraverso gli insetti.
Spinto da quelle che potrebbero essere manie paranoidi oppure no, Malik Khan si reca presso l'abitazione della ex compagna, la quale si è rifatta una vita con un nuovo marito, e porta via di lì i suoi due figli, convincendoli che vivranno insieme una grande avventura.
Peccato però che la realtà sia ben diversa e, in un mondo circondato dal deserto e dal buio, Malik e i suoi figli vengono ben presto ricercati dalla polizia e da sprovveduti cacciatori di taglie.
La patina di fantascienza di questo film è davvero molto esile. Quella che appare in principio come una versione moderna de L'Invasione degli Ultracorpi diventa ben presto una pellicola dai toni fortemente drammatici, incentrata sui rapporti familiari e sulle malattie mentali.
Malik Khan è infatti un reduce di guerra che ha vissuto gli orrori dei conflitti bellici e questo lo ha spezzato, portandolo a ribellarsi contro i suoi superiori.
Da quel momento in poi Malik Khan si è costruito un mondo fittizio per giustificare la sua esistenza che stava andando in pezzi e un nemico che si scoprirà essere immaginario (a dire il vero, nemmeno per un istante il film vuole far credere che ci sia un'invasione aliena in atto). Un mondo forse alimentato da certe teorie complottiste molto preminenti negli Stati Uniti e che fanno appunto leva su persone fragili.
Un mondo fittizio in cui l'ex soldato, però, si sente incompleto senza i suoi figli. Senza una famiglia. Quando l'orrore delle cose più brutte della vita travolge un'esistenza ordinaria, ci si aggrappa alle cose più care per non dover guardare nell'abisso.
Ma alla fine Malik Khan dovrà scrutare in quell'oscuro abisso che lui stesso ha creato e che sta mettendo in pericolo i suoi figli, per compiere una scelta definitiva e che possa rivelarsi salvifica... o distruttrice.