domenica 24 settembre 2023

Italians do it better? 16: Una Festa Esagerata (2018)


Il compimento dei diciotto anni rappresenta l'ingresso di una persona nell'età adulta, da un punto di vista prettamente anagrafico e sociale (sorvoliamo su quello mentale, su cui non basterebbe un'enciclopedia). Da un punto di vista social, invece, è un motivo per celebrare e fare festa (come se ci fosse davvero bisogno di un pretesto per questo, a ben vedere) coi propri amici.
Tuttavia, difficilmente si è visto un diciottesimo come quello presente in Una Festa Esagerata, diretto da Vincenzo Salemme, scritto da Vincenzo Salemme, Antonio Guerriero ed Enrico Vanzina e distribuito nei cinema nel marzo 2018. La sceneggiatura si basa sull'omonima commedia teatrale scritta sempre da Salemme.
Gennaro Parascandolo (Vincenzo Salemme) è un onesto imprenditore edile che sta per prepararsi alla festa per il compimento dei diciotto anni della figlia Mirea (Mirea Flavia Stellato). Una festa sfarzosa e in grande stile per cui ha già versato una imponente somma di denaro, a causa delle manie di grandezza della moglie Teresa (Tosca D'Aquino).
Non tutti, però, vedono di buon occhio la cosa e tra questi vi è la vicina di casa Lucia Scamardella (Iaia Forte). E l'imprevisto più imprevedibile di tutti infine giunge, rischiando di mandare a monte non solo la festa, ma anche l'intera esistenza di Gennaro Parascandolo.
Tramite una commedia che punta molto su rapidi scambi di battute - come in teatro, appunto - e giochi di parole, vengono messe a confronto due tipologie di italianità, se così le possiamo definire.
Da un lato abbiamo quegli italiani rappresentati da Gennaro Parascandolo che, pur appartenendo a una classe abbiente, è persona moralmente ineccepibile, che paga le tasse, chiede sempre lo scontrino, ama la famiglia e rispetta i propri lavoratori.
D'altro canto, invece, gli altri protagonisti rientrano tutti in un'altra categoria. Quella dei furbetti, che aggirano le regole sociali e si approfittano soprattutto di coloro che invece suddette regole le rispettano. C'è n'è per tutti: il politico, il sacerdote che dirotta per scopi personali i fondi destinati alle missioni, il falso invalido, il portiere di condominio approfittatore, i familiari egoisti e così via.
Per via degli eventi del film. Gennaro Parascandolo arriva a un punto di rottura, metaforico ma come vedremo anche fisico, decidendo di cambiare la marea e cercando di ristabilire il proprio punto di vista.
Una Festa Esagerata rappresenta proprio la rivincita dell'uomo comune verso tutte queste piccole ingiustizie che subiamo ogni giorno e la lezione di fondo è che dovremmo farlo un po' tutti noi. O al limite fuggire da questo caos e trovare un altro luogo dove possa esservi ordine.
Retorica spicciola, certo, ma, come già detto in altre occasioni, nelle commedie italiane - e non solo - non si va troppo in profondità con le lezioni morali per non annoiare il pubblico.

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