Nel 2009 esce Avatar, film scritto e diretto da James Cameron che rappresenta un punto di svolta per quanto riguarda la tecnologia applicata a una pellicola, grazie all'innovativo 3D utilizzato. Il fatto che sia, alla data odierna, il film che ha ottenuto i maggiori incassi di sempre ne accerta la sua importanza, aldilà del giudizio sulla sua qualità che ognuno di noi può avere.
Ma... laddove vi è un successo giunge in maniera inevitabile anche la sua parodia, è così dall'alba dei tempi dell'entertainment. E per quanto riguarda le parodie a fumetti, uno dei maestri del genere è Leo Ortolani, di cui abbiamo già visto ironici riadattamenti de Il Signore degli Anelli con Il Signore dei Ratti e della saga di Harry Potter con Il Grande Magazzi.
Nel caso del film di James Cameron, la parodia giunge grazie ad Avarat, pubblicato da Panini Comics nel 2010.
Rat-Man si ritrova sul mondo di Pandora, un pianeta lussureggiante, dalla natura unica, ma dove dimorano anche pericolose creature. Rat-Man può però contare su una potente arma, la sua carta di credito!
Qui conoscerà il popolo dei Nadalé, che vive sugli alberi, e la guerriera Sunei dall'incredibile bellezza che gli insegnerà le vie del suo popolo per divenire parte di esso.
Ma un tremendo pericolo incombe su Pandora e si sa che quando Rat-Man è nei dintorni... le cose possono solo peggiorare!
Una struttura ormai consolidata vede Rat-Man o comunque lui sotto altro nome calato in un contesto del tutto inedito per lui, dove però la sua totale imbranataggine porta un totale scompiglio che rende quel mondo molto simile al nostro, con gente senza qualità che prova a cercare di svettare in un contesto del tutto nuovo, creando solo danni.
Nel caso di Rat-Man, ovviamente, i danni che crea sono quelli fumettistici e le situazioni sono quelle paradossali, basate su battute e giochi di parole (sfocianti a volte nel black humour, che qui insolitamente è poco presente) per cui Leo Ortolani è un maestro.
Ma c'è anche un piccolo messaggio dietro questa storia, che si basa su quello del film di James Cameron. Quello di lasciarsi alle spalle, per quanto possibile, i beni materiali che crediamo ci possano migliorare la vita (la carta di credito, in questo caso) e cercare di riavvicinarsi alla natura e a beni più importanti.
Ma si sa, Rat-Man è l'incarnazione della persona senza qualità. Per lui, così come per altri, Avatar rimane un semplice prodotto di intrattenimento. E come molti altri attende con impazienza i sequel. E resta aggrappato ai beni materiali.
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