Anni '70 del ventesimo secolo. Milano. Una città che deve ancora cambiare in maniera profonda con un'espansione edilizia senza precedenti nella storia italiana, ma di cui in questo decennio già si vedono alcuni primi passi. Una società che cambia insieme agli uomini e donne che la abitano, anche nella finzione narrativa dei fumetti.
Se nelle storie dei decenni precedenti gli eroi erano integerrimi e vivevano le loro avventure in mondi inesistenti, come Tex Willer nel West uscito dal cinema americano o Zagor nella foresta di Darkwood, quelli di questo decennio iniziano a interrogarsi sul loro agire e il contesto in cui vivono le loro storie sono le città reali (tematica anticipata da Stan Lee e la Marvel, ma su sfondo supereroistico).
E un "eroe" di questi tempi è il Commissario Eugenio Spada, personaggio creato da Gianluigi Gonano e Gianni De Luca. Dopo la prima storia, Il Ladro d'Uranio, Il Commissario Spada ricompare in L'Uomo Senza Ricordi, pubblicato nel 1970 nei numeri dal 20 al 25 de Il Giornalino.
Eugenio Spada stavolta è alle prese con l'insolito caso di un uomo che non ricorda il proprio nome o da dove proviene, ma viene ritrovato con un'arma e degli abiti sanguinanti. Poco dopo viene scoperto un cadavere, di un esponente della criminalità organizzata, e tutto suggerirebbe che il responsabile dell'omicidio sia proprio la persona smemorata.
Ma la realtà è ben più complessa e ben presto la verità sull'uomo senza ricordi verrà a galla.
Stavolta ci ritroviamo di fronte col classico tema dell'identità e dei ricordi che delineano una persona e il suo agire. Così che, quando la persona perde una parte di questi ricordi, è anche come se perdesse una parte di sé stessa.
E il tema viene trattato con la classica e vecchia concezione narrativa dell'amnesia, vista in decine di altre opere, ma ricordiamoci che questa storia è di oltre cinquant'anni fa. Ovvero con una perdita di memoria causata da un trauma - e questo ci sta - e un recupero che avviene tramite una botta in testa. E questo ci sta un po' meno, in realtà è più complicato di così, ma narrativamente funziona.
Viene introdotto anche il tema dell'ipnosi. Non inedito, ovviamente, nelle opere a fumetti, ma stavolta non c'è Mefisto a prendere il controllo mentale dei pards di Tex per scopi di vendetta. Forse per la prima volta l'ipnosi viene descritta con scopi curativi (cosa che effettivamente si faceva un tempo con chi soffriva di gravi amnesie, non so se sia una pratica ancora usata) per recuperare i ricordi.
Diversamente dalla prima storia, stavolta il Commissario Spada non rimane proprio sullo sfondo, ma sembra più spettatore degli eventi che si dipanano davanti ai suoi occhi, cercando di capire quale sia la strada giusta da percorrere.
Tex avrebbe subito intuito cosa si annidava nell'uomo senza ricordi, ma Tex è l'eroe perfetto. Il Commissario Spada invece è un uomo come tanti altri, animato da una grande forza di volontà e dallo stesso senso di giustizia e ricerca della verità che guida il Ranger del Texas. Ma la verità, rispetto al vecchio West, adesso ha molte più facce e cominciano ad apparire le zone di grigio.
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