La saga letteraria e cinematografica di Harry Potter, il personaggio ideato da J.K. Rowling, è - dopo quella incentrata sui vari supereroi Marvel - la più proficua e celebre di questi primi venti anni del ventunesimo secolo. I sette libri e gli otto capitoli cinematografici hanno incassato milioni, anzi miliardi di dollari. Questo senza contare, inoltre, il merchandising correlato e una saga spin-off tuttora in corso, Animali Fantastici.
Ma, come era già accaduto per Il Signore dei Ratti, J.K. Rowling ha prodotto le sue opere ben sapendo che un giorno Leo Ortolani ne avrebbe tratto una delle sue parodie! Il tutto si verifica grazie a Il Grande Magazzi, saga in tre parti in origine pubblicata nel 2012 su Rat-Man Collection e poi raccolta in volume.
Nella celebre scuola di magia gestita dal Professor Sbuffanoia, vi sono tre studenti ultraripetenti che in otto anni non sono riusciti a diventare maghi: Oler Magazzi, un cognome difficile da portare, Nome e Cognome, i suoi genitori non avevano molta originalità, e Bastondoro.
Per riuscire finalmente a diplomarsi, i tre cercano di realizzare una grande impresa, ma ottengono il solo risultato di liberare Carlèn... voglio dire Valdifass, il Signore Oscuro tenuto prigioniero nella scuola per secoli. Mentre costui, insieme al non troppo fido Dolores, prepara la sua vendetta, Oler Magazzi deve trovare l'unica arma in grado di sconfiggerlo: la Donna Filosofale, ovvero la Sgnaccamaroni!
Anche stavolta, così come era avvenuto per Il Signore dei Ratti, Leo Ortolani utilizza i personaggi delle sue due saghe più famose - ovvero Rat-Man e Venerdì 12 - adattandoli a questo nuovo contesto parodistico. Oler Magazzi è infatti Rat-Man, circondato da alcuni comprimari della sua saga, mentre gli antagonisti Valdifass e Dolores sono una versione alternativa di Aldo e Giuda.
In quella che è ormai una consueta cifra stilistica del disegnatore e sceneggiatore emiliano, l'intera storia è un susseguirsi continuo di scene surreali e battute al vetriolo, che sfociano a volte in una comicità nera se non addirittura macabra.
E siccome una saga cinematografica non è abbastanza, Leo Ortolani aggiunge una seconda parodia all'interno della storia, riguardante stavolta Twilight, con tanto di frecciatine agli sfortunati Edward Cullen e Jacob Black. E già che avanzava una guest-star, c'è pure Darth Vader in una veste decisamente inedita.
Non è proprio un racconto di formazione sui generis, come quella mostrata ne Il Signore dei Ratti: pare quasi che Ortolani abbia raccolto un po' di gag incentrate (ma non tutte) su Harry Potter e Twilight e abbia voluto dare libero sfogo alla sua fantasia. Di per sé la cosa non è un male e - come in ogni opera piena di battute - alcune vanno a segno e altre no, a seconda della sensibilità di ogni lettore.
Ora cercherò di imparare l'incantesimo del Ciuffus.
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