sabato 2 settembre 2023

Italians do it better? 10: Nessuno Mi Può Giudicare (2011)


"La verità ti fa male, lo so" diceva Caterina Caselli in una celebre canzone che ha segnato un'epoca. E quella canzone, oltre a essere stata esportata per mezzo mondo, ha fornito da base anche per una pellicola.
Nessuno Mi Può Giudicare è diretto da Massimiliano Bruno, scritto da Massimiliano Bruno, Edoardo Falcone e Fausto Brizzi e distribuito nei cinema nel marzo 2011.
Alice Bottini (Paola Cortellesi) è una donna dell'alta società di Roma che passa le sue giornate organizzando feste coi suoi amici di pari grado sociale e guardando le altre persone dall'alto in basso.
Quando, tuttavia, il marito imprenditore muore, Alice si ritrova piena di debiti, abbandonata da tutti e con un figlio a carico che rischia di perdere poiché non in grado di badare al suo sostentamento. In cerca di una sistemazione, la donna trova un piccolo appartamento in una zona periferica di Roma, dove conosce Giulio (Raoul Bova), gestore di un Internet Point.
Poiché nessuno le offre un lavoro vista la sua mancanza di esperienza, Alice entra in contatto con Eva (Anna Foglietta), una escort da lei notata in una delle sue feste, e si fa dare alcune indicazioni per iniziare anche lei il lavoro di escort e racimolare denaro in fretta. Ma mantenere questo segreto non è ovviamente cosa semplice.
Ecco qui: un prodotto semplice, immediato, con un presupposto un po' forzato che tuttavia serve a far partire la storia e la catena di eventi che ne segue.
Con una morale molto semplice ed altrettanto immediata: la protagonista, in principio, guarda gli altri, gli umili (i domestici, gli immigrati, la gente di periferia) se non con disprezzo quantomeno con sufficienza.
Quando, però, diventa lei stessa una di quelle persone umili, l'ultima della scala sociale, la situazione si ribalta e Alice trova affetto e comprensione non dalle persone che frequentava prima - che infatti decidono di abbandonarla - bensì da quei reietti a cui prima quasi non faceva caso.
Una morale, dunque, molto chiara: non giudicare mai un'altra persona solo per il suo aspetto o la sua provenienza sociale ("nessuno mi può giudicare", dopotutto), bensì cercare di conoscere la sua storia. Perché dietro ogni persona c'è un racconto, bello o brutto che sia (di ognuno dei personaggi apprenderemo tale racconto), che l'ha portata a essere in quella situazione. Una situazione in cui ci si potrebbe ritrovare, un giorno, ma anche una situazione che si può cambiare.
Morale spicciola, ovviamente, ma funzionale al tipo di film in questione. Il tutto contornato - come di consueto - da una serie di vari siparietti comici, una storia d'amore di borgata alla Romeo e Giulietta ma senza morti e con un lieto fine e tentativi di inclusione verso qualunque minoranza, dagli immigrati agli omosessuali. Ritratti, tuttavia, sempre e comunque come gli ultimi della società: ecco perché "tentativi", a volte si fallisce.

Nessun commento:

Posta un commento