Ci sono state le saghe brevi, le saghe suddivise in più capitoli e ora Gianluigi Gonano e Gianni De Luca fanno vivere al Commissario Eugenio Spada la prima lunga saga continuativa della sua epopea.
Con un nuovo volto e di ritorno dal Marocco a seguito degli eventi di Un Uomo di Fegato, il Commissario ritorna nell'ombrosa e natia Milano per indagare su un curioso mistero. Il mistero noto come Il Caso della Freccia, pubblicato nel 1972 in ben 18 puntate nei numeri dal 4 al 21 de Il Giornalino.
Viene ritrovato un cadavere poco fuori Milano. La particolarità è che è stato ucciso con una freccia scagliata da un arco che lo ha trafitto alla schiena. Il Commissario Spada intuisce che questo omicidio potrebbe essere collegato a una recente sparizione di due giovani di nome Tino Fantin e Patrick.
Costoro avevano abbandonato le loro famiglie per andare a vivere in una comune nota come Città del Sole e da lì se ne erano perse le tracce. L'epilogo potrebbe rivelarsi più drammatico del previsto.
La saga viene pubblicata all'inizio del 1972, circa tre anni e mezzo dopo le proteste studentesche del 1968 e l'emergere - anche nel nostro paese - della cultura hippy. Gonano e De Luca riflettono nella storia questi cambiamenti della società, ma non si limitano solo a questo.
Uno dei temi trattati è infatti la distanza che vi è tra figli e genitori (un padre in questo caso, dopotutto era ancora una società prettamente patriarcale quella del 1972), un'incapacità di comunicare che porta i figli ad avere un atteggiamento ribelle, mentre invece i genitori li vorrebbero inquadrati nel loro personale modello di società.
Il padre di Fantin ad esempio è un industriale e già si era prefisso un futuro dove il figlio entrava in azienda, senza chiedere il suo parere. Come vedete, ci sono certe cose che rimangono costanti nel tempo.
Questo porta a una sorta di alienazione dei due ragazzi, con effetti diversi per entrambi, i quali sembrano trovare un'oasi di pace nella comune, laddove incontrano altri reietti della società come loro. Ma si sa che anche gli angoli di paradiso presentano le loro zone infernali.
Gonano e De Luca, il quale realizza scene di composizione bellissime e sfrutta le didascalie in maniera intelligente facendole divenire parte della storia stessa, non trattano dunque questo tema come dei "boomer" (perdonatemi il termine) e cercano di capire le ragioni di questa distanza morale e sociale che ha investito davvero l'Italia dell'epoca.
Una distanza che, sotto diverse forme, spesso si ripresenta, dettata da una differente visione della realtà che due diverse generazioni hanno.
Nell'analizzare questo tema, il Commissario Spada diventa perciò quasi un comprimario, un osservatore esterno che spesso scompare dalle scene anche, poiché si vuole narrare la caduta nell'inferno dei due ragazzi.
Stavolta non c'è un lieto fine, stavolta non c'è Tex Willer che mette tutto a posto. Qui ci sono degli uomini e i loro travagli. E a volte gli epiloghi sono tragici.
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