domenica 5 novembre 2023

Italians do it better? 26: Dogman (2018)


Prima del Dogman di Luc Besson, vi è stato quello nostrano di Matteo Garrone. Un personaggio che si ispira a un drammatico fatto di cronaca, ovvero l'omicidio del pugile Giancarlo Ricci - dopo essere stato rinchiuso in una gabbia per ore - da parte di Pietro De Negri, detto Er Canaro, così soprannominato in quanto si occupava di cura e toelettatura di cani in un negozio sito nel quartiere romano della Magliana.
Il film, scritto da Matteo Garrone, Ugo Chiti, Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo, Massimo Gaudioso, Marco Perfetti e Giulio Troli viene distribuito nei cinema nel maggio 2018.
Marcello (Marcello Fonte) è un uomo mite che gestisce un negozio per la cura e la pulizia dei cani nella periferia romana. Costui, pur dedito a piccole attività criminali quale il traffico di stupefacenti, è comunque benvoluto dagli abitanti del quartiere, ma al contempo viene continuamente bullizzato da un teppista locale, Simone (Edoardo Pesce), temuto in tutto il circondario.
Quando però Simone supera il limite, facendo sì che Marcello inizi a essere ostracizzato da tutti i suoi vicini ed amici, quest'ultimo medita vendetta. Una vendetta che si compirà nel modo più atroce possibile.
Va innanzitutto fatto un plauso ai due interpreti principali, poiché sono riusciti a rendere benissimo, con le loro movenze, il loro modo di parlare e i loro differenti aspetti fisici, sia il bullo del quartiere come Simone che parla solo coi pugni e con le minacce, sia nel caso di Marcello l'incarnazione della persona in apparenza innocua che, se però provocata, può scatenare tutta la sua ira nella maniera più impensabile.
Pietro De Negri non ha mai mostrato pentimento per ciò che ha fatto e al tempo stesso ha chiesto di essere dimenticato. Infatti, non ha mai rilasciato un'intervista su quanto accaduto e le fonti ufficiali di questo atto criminoso rimangono solo le dichiarazioni rese all'autorità giudiziaria e alla polizia e i referti autoptici.
Si potrebbe dunque pensare che film come quello di Matteo Garrone non contribuiscano alla richiesta di essere lasciato in pace da parte di De Negri. Ebbene, di sicuro è in parte così, ma uno sguardo anche solo distratto fa comprendere che la pellicola non è una semplice riproposizione del delitto sotto altra forma.
Certo utilizzando l'omicidio di Giancarlo Ricci come base, il film è in realtà un'analisi dell'oscurità dell'animo umano che è presente in ognuno di noi.
A volte tale oscurità è palese, come quella di Simone, che con la sua stazza fisica e capacità di incutere paura si permette di prevaricare tutti coloro che lo circondano senza avere un vero scopo nella vita. Ma a volte tale oscurità è più sottile, subdola, e si nasconde negli animi più tranquilli che tranquilli in realtà non sono. Le persone come Marcello, appunto.
Coloro che covano dentro una rabbia interiore, che rimane lì per mesi se non anni, e infine esplode in tutta la sua dirompenza.
Insomma, l'essere umano è fondamentalmente una creatura malvagia, che invece che pensare alla propria felicità preferisce rovinare le esistenze altrui, che a loro volta si ribellano in un infinito circolo vizioso di distruttrice oscurità. Che nessuna gabbia è in grado di contenere.

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