Abbiamo già visto Cassius Clay e Malcolm X divenire soggetti di famosi biopic. Dopotutto le loro vite sono state così particolari e straordinarie che non poteva essere diversamente. Ecco dunque il film su Malcolm X del 1992, interpretato da Denzel Washington e diretto da Spike Lee, e il meraviglioso Ali del 2001, diretto da Michael Mann, dove a interpretare il pugile vi era Will Smith.
E ricorderete di certo che in quest'ultima pellicola vi era anche Malcolm X, con le fattezze stavolta di Mario Van Peebles. Questo perché i due sono stati grandi amici e hanno rappresentato voci forti e importanti per la comunità afroamericana e musulmana degli Stati Uniti negli anni '60 del ventesimo secolo.
Ma altre importanti figure vi sono state in quello stesso periodo. Ed ecco dunque sia Cassius Clay che Malcolm X ricomparire in Quella Notte a Miami, diretto da Regina King, scritto da Kemp Powers e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 15 gennaio 2021.
Febbraio 1964: Dopo che Cassius Clay (Eli Goree) è diventato campione del mondo dei pesi massimi sconfiggendo Sonny Liston, lui, Malcolm X (Kingsley Ben-Adir), il campione di football Jim Brown (Aldis Hodge) e il cantante soul Sam Cooke (Leslie Odom Jr.) si incontrano in una stanza di hotel ben sorvegliata per festeggiare la vittoria del pugile.
Quella che si prospetta un'allegra serata di celebrazione, pur in un contesto sociale dove vige ancora la segregazione, diventa ben presto motivo per i quattro di confrontarsi - anche a viso aperto - su varie tematiche quale il razzismo imperante dei bianchi e su come la comunità afroamericana possa reagire.
Ci troviamo di fronte a una pellicola dall'impianto decisamente teatrale... e infatti l'opera di riferimento è proprio una pièce teatrale scritta dal medesimo sceneggiatore - partendo da un fatto storico realmente accaduto, anche se ovviamente nessuno può confermare che le cose siano andate in quel modo - e andata in scena nel 2013.
Quindi per un buon 80, ma diciamo pure 90%, il film è costellato di lunghi dialoghi e botta e risposta tra i vari personaggi, confinati in uno spazio ben definito, ovvero la stanza di hotel e il terreno intorno. Dialoghi che appunto riflettono la situazione storica dell'epoca passata, seppur in alcuni punti pare cogliere qualche eco di quella attuale, coi movimenti Black Lives Matter e le forme di razzismo odierno.
L'argomento principale diventa dunque come possano gli afroamericani lasciare un segno nella società e reagire alle ingiustizie che subiscono. Compito che dovrebbero portare avanti soprattutto le persone in vista, come i campioni dello sport o gli apprezzati cantanti, la cui voce è più sentita dalla comunità tutta. Ma non mancano aneddoti e scene che mettono in mostra il lato umano dei quattro protagonisti, in particolar modo i due finora mai apparsi in biopic.
Tra i vari personaggi storici qui presenti, spicca in particolar modo Malcolm X, colui che ha più linee di dialogo e verso cui si concentra l'interesse dello sceneggiatore e della regista, il che non significa necessariamente che ne condividano le idee.
E forse è inevitabile che sia così, poiché quella di Malcolm X diventa la figura di colui che si espone in prima linea e paga sulla propria pelle per le proprie scelte, venendo infine ostracizzato da quella stessa comunità musulmana per cui si è esposto inizialmente. E divenendo infine una sorta di martire.
L'attore di riferimento non cerca di copiare Denzel Washington o Mario Van Peebles, cercando di dare una propria visione di questa personalità, mentre invece l'interpretazione di colui che interpreta Cassius Clay si rifà pesantemente a quella di Will Smith, a sua volta ispirata alla personalità del vero Muhammad Alì.
Può essere dunque l'occasione per vedere o rivedere i due biopic sopracitati.
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