Tra il 20 maggio e il 3 giugno del 2012, si verificano forti scosse di terremoto nella regione dell'Emilia Romagna, in particolar modo nella provincia modenese. Oltre a causare gravi e ingenti danni a numerosi edifici e aziende, non mancano purtroppo anche le vittime di questo evento sismico.
Partendo da questo contesto storico, si sviluppa il film Si Muore Solo da Vivi, diretto da Alberto Rizzi, scritto da Alberto Rizzi e Marzo Pettenello e distribuito nei cinema nel giugno 2020.
Orlando (Alessandro Roja) un tempo era il cantante di una band molto attiva e apprezzata nella zona del modenese, che però a un certo punto si è sciolta per divergenze artistiche e personali prima di poter concludere importanti contratti discografici.
A seguito di questo, Orlando diventa uno spiantato che vive in una baracca, non ha voglia di lavorare e il cui sostentamento è fornito dalla famiglia. Una situazione di depressione causata anche dal fatto che la fidanzata Chiara (Alessandra Mastronardi) decide di lasciarlo.
Quando un tremendo terremoto colpisce la zona in cui Orlando vive, l'azienda del fratello e della cognata rimane distrutta e loro muoiono sotto le macerie.
Dovendo ora occuparsi di loro figlia, Angelica (Annalisa Bertolotti), Orlando deve maturare e trovare un lavoro prima che intervengano i servizi sociali. E la cosa migliore da fare è rimettere insieme i componenti della band musicale, sempre che loro siano d'accordo.
La trama è ormai consolidata. Uno sconfitto dalla vita, che non intende reagire, il quale si ritrova all'improvviso, a seguito di una tragedia, a dover divenire una persona responsabile per forza maggiore e improvvisa determinazione.
Il terremoto avvenuto in Emilia Romagna nel 2012 diviene dunque quell'evento dalle conseguenze drammatiche che viene poi messo da parte per concentrarsi sulla rinascita morale e sociale del protagonista, il quale ricrea il mondo in apparenza perfetto che lo circondava prima che decidesse di distruggere tutto con le sue stesse mani.
Quindi ecco lui che ricostituisce la band e ricrea le amicizie perdute, ecco lui che ritrova l'amor perduto e corona il suo sogno. Ed ecco infine lui che diviene infine una persona matura dando un futuro alla nipote e in senso lato riscattando anche la memoria dei familiari perduti.
Tutto molto rassicurante, insomma, e in più punti prevedibile, compresi gli inevitabili momenti di crisi. E che punta su temi su cui si può compiere questo tipo di retorica senza troppi problemi, come l'amicizia, la famiglia e il matrimonio.
Recitazione molto di maniera. Non insufficiente, eh, ci mancherebbe altro. Ma quando quella che si impegna di più è la ragazza che interpreta la nipote, qui alla sua prima prova da attrice, o Amanda Lear e Red Canzian che fanno dei cameo in cui interpretano sostanzialmente loro stessi, qualche domanda sorge.
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