Si dice, e sfortunatamente ce ne sono prove un po' ovunque, e a volte ne siamo noi diretti o indiretti testimoni, che le donne facciano più fatica a imporsi su un luogo di lavoro, ancor di più se quel luogo di lavoro per molto tempo è stato appannaggio prevalentemente degli uomini, come ad esempio le forze di polizia.
La società, tuttavia, sta cambiando e col progressivo avanzare delle generazioni è probabile che tale disparità si attenui. Ma nel frattempo uno sguardo su una nazione coinvolta da questa problematica ce lo offre Soni, diretto da Ivan Ayr, scritto da Ivan Ayr e Kislay e distribuito su Netflix a partire dal 18 gennaio 2019.
Soni (Geetika Vidya Ohlyan) lavora per il corpo di polizia di Nuova Delhi, occupandosi principalmente di crimini legati alla sfera sessuale e al traffico di stupefacenti. La sua vita si divide tra gli impegni lavorativi, le frequenti visite della madre e gli imbarazzanti tentativi di riavvicinamento dell'ex marito.
Pur essendo una poliziotta stimata, Soni ha un temperamento fumantino e più di una volta malmena alcuni criminali che la prendono a male parole, cosa che mette spesso in difficoltà anche la sua diretta superiora Kalpana Ummat (Saloni Batra).
Nonostante le loro divergenze, tuttavia, le due stringono un forte rapporto di stima e amicizia, cosa che le metterà contro i loro colleghi superiori uomini.
Più che un film, questo ha più l'aria di essere una sorta di documentario/reality incentrato sulle donne poliziotto dell'India e di Nuova Delhi in particolare, dove a quanto pare il tema della disparità lavorativa e delle avances sessuali durante i turni lavorativi è molto sentito e di grave livello.
Infatti non c'è una vera e propria trama che si evolve. Semplicemente vediamo le due protagoniste che parlano coi loro familiari, si occupano di prendere in carico delle denunce di molestie, discutono tra loro in merito a dei casi e a come vengono trattati, si occupano delle faccende di casa e così via.
E soprattutto bevono thè. Bevono tantissimo thè. Il thè in questo film è come il whisky nelle pellicole che vedono protagonisti poliziotti americani.
Sembra proprio di scrutare in maniera indiscreta nelle vite delle due donne e delle persone che ruotano intorno a loro, tanto che ogni scena o è un lunghissimo piano sequenza che dura anche svariati minuti oppure vi è la telecamera fissa che riprende i personaggi mentre parlano tra loro, anche qui per svariati minuti.
Come se assistessimo a scene di vita ordinaria delle forze di polizia. Una impostazione decisamente teatrale, quindi un plauso agli attori - che ovviamente non conosco - per saper tenere la scena per così tanto tempo.
Sullo sfondo, vediamo una Nuova Delhi flagellata dalla criminalità e dalla corruzione, a cui spesso anche le autorità del luogo devono inchinarsi. Ma certe donne, come Soni e Kalpana, hanno una visione della vita differente e una marcia in più. Resta da vedere se pagheranno in qualche modo queste loro scelte.
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