Come detto e ribadito, i prodotti di animazione possono e devono trattare di temi maturi. Certo alcuni sono rivolti principalmente verso un pubblico di bambini o pre-adolescenziale, ma nulla vieta di inserire - col necessario tatto - argomenti che quel tipo di pubblico si ritroverà ad affrontare più avanti.
Come ad esempio il tema dell'Aldilà. La Pixar è molto brava a trattare tali tematiche con quel giusto tatto di cui sopra ed ecco dunque Soul, diretto da Pete Docter e Kemp Powers, scritto da Pete Docter, Kemp Powers e Mike Jones e distribuito su Disney+ a partire dal 25 dicembre 2020.
Joe Gardner, un insegnante di musica che non riesce a realizzare i propri sogni, muore prematuramente cadendo in un tombino e giunge per vie traverse su Antemondo, un luogo di transizione dove le future anime vengono educate nel trovare la propria aspirazione vitale.
A Joe viene affidata la tutela di 22, un'anima rimasta in questo posto per un tempo infinito a causa del suo comportamento scontroso. I due dovranno però trovare un'intesa per far sì che Joe Gardner torni nel proprio mondo.
Vi è di certo una visione dell'Aldilà molto particolare - non saprei dire se anche innovativa - in questo lungometraggio di animazione, che in principio cattura l'attenzione.
Tuttavia ben presto diviene chiaro che il focus principale è l'interazione tra Joe Gardner e 22, due caratteri in apparenza antitetici che però hanno anche dei punti di contatto.
E tra questi la loro volontà di perseguire i propri sogni, anche se in maniera differente. Joe Gardner è in apparenza determinato a diventare un musicista professionista, ma non ha abbastanza forza di volontà, mentre invece 22 ha paura di trovare tale aspirazione e così manca di una sua precisa identità.
Entrambi trovano infine la loro salvezza nella musica, nell'arte e nella sua forza salvifica, capace di recuperare ogni anima dall'oblio e ridarle gioia (metafora che assume sia forma fisica che spirituale nel lungometraggio).
Alla fine sono dunque, come è giusto e inevitabile che sia, i buoni sentimenti a prevalere sulla cupezza e sulle insoddisfazioni della vita. E anche se Joe Gardner potrebbe non riuscire a realizzare il suo sogno, quello che ha davvero importanza - e lo stesso vale per 22 e tutte le "anime perdute" - è che viva a pieno la propria vita, al fianco delle persone care (la madre, nel caso di Joe Gardner). Perché talvolta la gioia di vivere è nelle piccole cose.
Un messaggio che può essere alla portata di tutti e che sia un tema ritenuto maturo o meno può essere facilmente trasferito a chi non lo ha compreso a pieno.
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