sabato 11 novembre 2023

Italians do it better? 27: La Grande Bellezza (2013)


Nel 1960, Federico Fellini ci ha parlato de La Dolce Vita e delle sventure/disavventure di un giornalista, interpretato da Marcello Mastroianni, sullo sfondo di una Roma che stava per vivere un nuovo periodo di boom economico, ma in cui rimaneva un profondo senso di insoddisfazione e incompletezza.
Passano gli anni e i decenni, la società muta profondamente e dal boom economico si passa a una grave crisi, ma Roma rimane la Città Eterna e lo sfondo perfetto per raccontare storie di umanità e disillusione. Con un altro scrittore come protagonista.
La Grande Bellezza è un film diretto da Paolo Sorrentino, scritto da Paolo Sorrentino e Umberto Contarello e distribuito nei cinema nel maggio 2013. Ha anche vinto l'Oscar come miglior pellicola straniera.
Jep Gambardella (Toni Servillo) è un affermato e apprezzato giornalista e critico. In passato, quando era praticamente un adolescente, ha scritto anche un libro molto apprezzato, L'Apparato Umano, ma altri non ne sono seguiti poiché Jep non ha più trovato l'ispirazione.
Jep Gambardella, ormai sessantacinquenne, passa dunque il suo tempo a frequentare svariati eventi mondani che si svolgono a Roma e dintorni, volendo far parte di una società a cui non sente però di appartenere e che nemmeno troppo inconsciamente vorrebbe distruggere dall'interno. Ma nulla riesce davvero più a emozionarlo.
Fino a quando conosce Ramona (Sabrina Ferilli), una spogliarellista con cui riesce a instaurare un intenso rapporto di amore e complicità. Forse grazie a lei Jep riuscirà infine a ritrovare quella Grande Bellezza che non ha più incontrato dopo aver scritto il suo unico libro.
Ci sono due protagonisti principali in questo film. Il primo, ovviamente, è Jep Gambardella. Che si pone come una sorta di incarnazione del vuoto esistenziale. Un Nulla che non è in grado di descrivere questo Nulla.
Costui non prova più un'emozione sincera da decenni e già il fatto che si presenti allo spettatore dicendo che lui partecipa alle feste solo per poterle far fallire la dice lunga su come lui veda la società stessa in cui vive e bazzica.
Una società in cui è presente un vuoto di emozioni che prova appunto da quando è entrato a far parte di quel mondo che lo ha reclamato e in cui lui stesso ha desiderato di entrare. Ma la scoperta di tutta la falsità e l'ipocrisia che vi è dietro questo mondo, del nulla cosmico che lo attornia, ha reso lo scrittore quello che è.
Jep cerca di nascondere il proprio cinismo, ma talvolta non vi riesce, come quando senza mezze misure dice a un'artista, che si definisce intellettuale, come non lo sia affatto solo perché danza nuda sul palco e grida, o quando snocciola a una sua amica benestante gli svariati motivi per cui è l'ultima persona a poter fare la morale agli altri.
Ci sono poche scene che non contemplano la presenza di Jep Gambardella, a dimostrazione che noi stiamo vedendo questo mondo filtrato attraverso la sua visione. Da segnalare comunque le ottime prove di attori quali Carlo Verdone e Carlo Buccirosso di solito impegnati nel genere commedia, ma che qui dimostrano grandi capacità drammatiche.
Qualcuno potrebbe pensare che sia difficile provare empatia per un personaggio simile oppure rispecchiarsi in esso, e invece proprio nel viaggio interiore che Jep compie per ritrovare la Grande Bellezza molti possono ritrovarsi. Molti di quelli rimasti magari bloccati per qualche tempo nel nulla cosmico in cui lui invece è restato consapevolmente ingabbiato.
Il secondo protagonista, o meglio la seconda protagonista, è la città di Roma. Per certi versi, i monumenti, alcuni edifici, è rimasta quella descritta da Federico Fellini, per altri è inevitabilmente, profondamente cambiata.
Chiunque deve fare i conti con questo insolito Moloch. C'è chi rimarrà deluso da Roma, poiché forse aveva posto troppo in alto l'asticella delle aspettative, chi invece vi rimane, che abbia uno scopo o meno perché non ha altro, chi infine vi muore. Venendo subito inghiottito dall'oblio e da quel nulla cosmico che Jep sembra non voler combattere più.
Non vi è una critica alla città stessa o alla sua gestione, poiché sono gli esseri umani coi loro comportamenti, le loro speranze o i loro desideri che la plasmano e la rendono quello che è.
Questa è una storia di profonda, sentita umanità. Umanità che si trova anche in quelle persone che ogni giorno compiono gli stessi gesti, fanno da anni gli stessi discorsi tra loro ridendo alle medesime battute, sognano un mondo ideale ma poi non fanno nulla perché qualcosa si concretizzi.
Marcello ha cercato di conservare la propria umanità, ma infine ha ceduto. Jep l'ha perduta, ma sta cercando di recuperarla. Non abbiamo mai visto quale sia stata la fine dei loro rispettivi viaggi e non è necessario, quello che conta è infine dare un senso alla propria esistenza e uscire dal Nulla Cosmico di Flaubert.

2 commenti:

  1. Un'opera enorme che probabilmente non avrei il tempo né il coraggio di riguardare, apparentemente fredda e snob come il personaggio protagonista, ma anche tanto commovente.

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    1. Mi accodo al fatto che probabilmente non la riguarderei. La scena iniziale con la musica di Raffaella Carrà la ricorderò a vita.

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