domenica 10 aprile 2022

A scuola di cinema: Interceptor (1979)

1971: George Miller, uno studente di medicina con ambizioni di diventare regista cinematografico, partecipa a un seminario sul cinema a Melbourne dove ha modo di incontrare il produttore Byron Kennedy.
I due diventano subito buoni amici e realizzano insieme un cortometraggio di 20 minuti intitolato Violence in Cinema: Part 1 (una Part 2 non uscirà mai), che cattura l'attenzione della comunità cinematografica australiana.
Poiché però questo non è sufficiente a pagare i conti, George Miller prosegue con la sua carriera da medico, lavorando presso il pronto soccorso del St Vincent's Hospital di Sidney. Non abbandona del tutto, comunque, la carriera cinematografica, fondando nel 1972 insieme a Byron Kennedy la Kennedy Miller Productions e dirigendo altri due cortometraggi.
Ma sarà solo col primo lungometraggio che George Miller troverà infine la via del successo.


George Miller concepisce l'idea di realizzare un film che abbia pochi dialoghi e una trama immediata. Il fatto che sia ambientato in un futuro distopico, ispirato a una possibile apocalisse derivante dalla crisi petrolifera del 1973 ma protratta per un periodo di tempo indeterminato, giunge in un secondo momento. Avendo a disposizione un budget striminzito, quest'ambientazione consente di tenere bassi i costi girando il tutto nel deserto australiano, senza l'obbligo di dover costruire costosi set.
Non avendo mai scritto una sceneggiatura a livello professionale, George Miller prepara un piccolo riassunto della trama che viene passato poi a James McCausland, un giornalista da lui conosciuto in precedenza. Nemmeno McCausland, tuttavia, ha mai realizzato una sceneggiatura cinematografica e dunque per circa un anno lui e Miller si scambiano i loro appunti, fino a quando la sceneggiatura - di oltre 200 pagine - viene completata. Solo metà di essa verrà infine girata.
Per trovare i fondi necessari alla realizzazione del film, George Miller e Byron Kennedy preparano una presentazione di 40 pagine che iniziano a far circolare nell'ambiente cinematografico australiano. La cosa riesce a suscitare un discreto interesse e una buona parte dei fondi necessari alla realizzazione viene raccolta.
Per la somma rimanente, George Miller e Byron Kennedy per tre mesi si occupano di rispondere alle chiamate mediche di emergenza, con Kennedy che guida l'ambulanza mentre Miller si occupa di prestare le cure ai pazienti.
Per il ruolo del protagonista, Max Rockatansky, l'idea iniziale di George Miller è quella di impiegare un attore americano, di modo tale da dare visibilità al film anche oltreoceano. Nel 1976 si reca dunque a Los Angeles, ma capisce ben presto che l'idea non è praticabile in quanto nemmeno l'intero budget della pellicola riuscirebbe a soddisfare l'ingaggio previsto.
Miller dunque, per tramite del direttore di casting Mitch Mathews, entra in contatto con la National Institute of Dramatic Art di Sidney e chiede che vengano inviati per un'audizione dei giovani attori. A quest'audizione partecipa anche Mel Gibson (nato negli Stati Uniti, ma residente in Australia), il quale ha alle proprie spalle solo l'apparizione in un altro film, Summer City - Un'Estate di Fuoco (Summer City).
Dopo una prima audizione per un ruolo secondario, il ventunenne attore effettua una nuova audizione di fronte a George Miller, il quale si convince sia perfetto nel ruolo del protagonista. L'ingaggio di Mel Gibson per questo film è di 10.000 dollari.
Le riprese si tengono in un arco di sei settimane tra il novembre e il dicembre del 1977, presso la regione Victoria australiana.
Nel ruolo della moglie di Max vi è l'attrice Rosie Bailey, la quale però dopo pochi giorni di lavorazione rimane coinvolta in un incidente con una moto che le procura un infortunio che non le consente di poter più partecipare al progetto. In sua sostituzione viene chiamata Joanne Samuel.
Anche altri componenti del cast coinvolti in manovre acrobatiche rimangono coinvolti in alcuni incidenti, per fortuna non troppo significativi (ma illegali, poiché effettuati senza la necessaria supervisione).
Essendo una produzione con budget davvero ridotto, non c'è la possibilità di ottenere le autorizzazioni da parte delle autorità. Questo fa sì che vengano utilizzate come auto della polizia vetture non più in servizio e le uniformi siano in vinile invece che in vera pelle.
Inoltre, vengono chiuse delle strade senza aver ottenuto o richiesto i permessi necessari, cosa che costringe la troupe a girare il tutto il più in fretta possibile, senza contare che per le comunicazioni non si possono usare dei walkie-talkie poiché queste verrebbero intercettate dalla polizia. A riprese finite, infine, George Miller e Byron Kennedy devono ripulire le strade dai detriti.
La maggior parte delle comparse presenti nel film sono parte di una vera gang di motociclisti di Melbourne che usano le loro stesse motociclette. Non potendo la produzione permettersi un trasporto aereo, costoro devono recarsi sul set coi loro mezzi e vengono infine pagati con delle casse di birra.
Per una scena in cui un camion deve investire una motocicletta, George Miller paga un camionista 50 dollari perché esegua la manovra. Il camionista tuttavia non vuole che il suo mezzo ne rimanga troppo danneggiato e così viene piazzata una sorta di copertura dipinta per far sì che assomigli alla parte anteriore del camion.
L'esperienza di George Miller presso il pronto soccorso del St Vincent's Hospital si rivela utile quando si tratta di descrivere le ferite subite negli incidenti stradali, considerato che riporta quanto da lui stesso visto presso l'ala chirurgica del pronto soccorso.
Al termine delle riprese, Tony Patterson si occupa per quattro mesi della fase del montaggio, ma deve poi abbandonare il progetto in quanto ha altri impegni da gestire. Il montaggio e gli effetti sonori vengono dunque ripresi e completati da George Miller e Byron Kennedy presso l'abitazione di quest'ultimo.
Interceptor (Mad Max) viene distribuito nei cinema australiani a partire dal 12 aprile 1979. A fronte di un budget di circa 350.000 dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale 100 milioni di dollari.
Quando la pellicola viene esportata negli Stati Uniti, per via del marcato accento australiano degli interpreti, poco intelligibile da parte del pubblico statunitense, tutti i dialoghi (inclusi quelli di Mel Gibson) vengono doppiati.
Un successo insperato che lancia le carriere cinematografiche degli allora sconosciuti George Miller e Mel Gibson e dà vita a una nuova, fortunata saga... ma questa è un'altra storia.

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