giovedì 2 novembre 2023

Prime Video Original 78: Nanny


Abbiamo già visto horror che nascondevano, e nemmeno in maniera troppo velata, un messaggio di critica sociale, di solito incentrato sui cosiddetti "ultimi", i reietti della società abbandonati a loro stessi.
Come la gestione degli immigrati, tematica in questi ultimi anni sempre più scottante, trattata nella saga cinematografica The Purge, ma anche in Madres. Un tema che ritorna anche in Nanny, scritto e diretto da Nikyatu Jusu e distribuito su Amazon Prime Video a partire dal 16 dicembre 2022.
Aisha (Anna Diop) è un'immigrata proveniente dal Senegal che trova un lavoro come tutrice e insegnante di francese presso una ricca famiglia newyorchese, poiché la madre della bimba, Amy (Michelle Monaghan), è una donna molto impegnata col lavoro, mentre il padre è spesso fuori.
L'obiettivo di Aisha è guadagnare abbastanza denaro da consentire di far trasferire negli Stati Uniti suo figlio, che ha dovuto lasciare in Senegal, ma Amy è spesso in ritardo coi pagamenti. Inoltre strane visioni iniziano a perseguitare Aisha, visioni in cui annega e viene perseguitata da strane creature. Che l'appartamento di Amy sia stregato?
In questo film, la trama horror rimane molto sullo sfondo, tanto che emerge solo in un secondo momento e in certi punti pare quasi venir dimenticata, anche se poi scopriremo che non è proprio così.
In effetti questo sembra quasi un trattato di sociologia, una dissertazione sotto diversa forma della vita degli immigrati negli Stati Uniti (come noto, questa non è una problematica solo italiana).
La pellicola sottolinea come vi sia una evidente disparità a tutti i livelli tra queste persone, che comunque contribuiscono alla società, nel caso di Aisha badando a una bambina abbandonata dai genitori in cambio del lavoro e della carriera, e le classi abbienti, le quali vivono in eleganti appartamenti e che, pagando queste persone in nero, a volte le trattano in maniera ingiusta.
Anche se vi sono delle eccezioni, è il sistema americano stesso che permette tali disparità. Quindi l'horror del film diventa alla fine in realtà l'orrore della vita di tutti i giorni di Aisha. Lontana da casa, lontana da suo figlio, osteggiata da Amy per mancanze e difetti di Amy stessa, invisa a molte altre persone per le sue origini. A volte l'incubo più grande è quello che si sperimenta ad occhi aperti.
Eppure vi è qualche raggio di speranza, come il ragazzo che Aisha incontra nell'appartamento di Amy e con cui inizia una relazione.
La pellicola utilizza la metafora dell'acqua, che vedremo comparire spesso nelle visioni della protagonista, sotto due forme. La prima come elemento della natura in cui si può annegare, precipitare senza fondo nell'oblio e venire inghiottiti. La seconda come simbolo di rinascita, di nuova vita.
Starà ad Aisha, e idealmente anche a noi, decidere quale sarà dunque il suo destino finale.

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