venerdì 9 dicembre 2022

Netflix Original 92: Kodachrome


Nel post incentrato su Press Play - La Musica della Nostra Vita abbiamo detto di come oggi la musica sia ascoltata perlopiù attraverso supporti digitali, mentre quelli fisici sono in disuso (e un giorno, vicino o lontano che sia, non saranno più utilizzati).
La stessa cosa può dirsi della fotografia. Non è più possibile oggi acquistare nei negozi macchine fotografiche analogiche, ormai materiale da rivendite dell'usato. Vi sono in vendita solo macchine digitali che scattano foto digitali e non su pellicola come un tempo (pellicola che poi doveva essere sviluppata, in maniera autonoma o in un negozio specializzato).
Tale argomento diviene il punto di partenza del film Kodachrome, diretto da Mark Raso, scritto da Jonathan Tropper prendendo a riferimento un articolo giornalistico di Arthur Gregg Sulzberger pubblicato sul New York Times e distribuito su Netflix a partire dal 20 aprile 2018.
Matt Ryder (Jason Sudeikis), un produttore musicale sull'orlo del fallimento, viene avvicinato da Zooey Kern (Elizabeth Olsen), l'infermiera di suo padre Benjamin Ryder (Ed Harris), che sta morendo di cancro ma che Matt non vede da dieci anni a seguito di gravi incomprensioni.
Vi è rimasto un solo laboratorio per lo sviluppo delle pellicole Kodachrome, che chiuderà i battenti entro pochi giorni e si trova in Kansas. E Benjamin deve ancora sviluppare i primi rullini su questa pellicola da lui fatti. L'uomo chiede a suo figlio di accompagnarlo in questo viaggio. Lui con riluttanza accetta, ma quello stesso viaggio cambierà la sua vita.
Ci troviamo di fronte a un doppio passaggio di consegne. Quello più "materiale" riguarda la fotografia: il mondo come era prima, quando le foto venivano sviluppate solo su pellicola, sta per scomparire (in realtà credo si possa fare senza troppi problemi anche oggi, ma è necessario un po' di dramma in questi casi) e bisogna dire addio al passato.
Vi è inoltre un passaggio di consegne più sentimentale, tra padre e figlio. Anche loro rappresentano il passato e il presente, nonché due modi diversi di vedere la vita che li hanno portati a essere in contrasto l'uno con l'altro e non parlarsi per svariati anni.
Il road trip che intraprendono insieme a Zooey, una sorta di loro voce della coscienza, permette loro di riflettere sulle loro scelte e sui loro errori e accettare ciò che sono davvero, svelando nel frattempo dei segreti mai confessati prima.
Tramite qualche passaggio di trama volto ad avere un minutaggio accettabile e uno sviluppo finale facilmente prevedibile ma non meno efficace grazie alla bravura dei tre attori protagonisti, il messaggio del film è intuibile: non bisogna né ridicolizzare il passato, né demonizzare il presente, ma prendere le cose buone di entrambi i periodi e trovare un giusto equilibrio.

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