1975: Nelle sale cinematografiche americane viene programmato Lo Squalo (Jaws), diretto da Steven Spielberg, che si rivela un grande successo internazionale, nonostante le numerose difficoltà incontrate durante la sua produzione.
È il film che, insieme al primo capitolo della saga di Star Wars di George Lucas, rende popolare il termine blockbuster. E introduce inoltre un particolare sottogenere cinematografico, oggi poco o per nulla utilizzato per ovvi motivi, che è quello dell'animale selvaggio che inizia ad attaccare gli esseri umani.
Non occorre aspettare molto tempo prima che dei cloni di questo film vengano prodotti.
Il produttore Harvey Flaxman concepisce l'idea di un grizzly assassino quando, durante un camping in famiglia fatto in giovane età, incontra un orso selvatico, pur senza ricavarne eccessivi problemi.
Ne discute anni dopo col suo amico David Sheldon, il quale la ritiene una buona idea per sviluppare un clone de Lo Squalo (sostanzialmente, la stessa trama, ma con un orso al posto dello squalo e ambientata in un parco invece che in una località costiera) e così i due scrivono la sceneggiatura.
Il trattamento giunge nelle mani del regista William Girdler, il quale si dichiara pronto a investire soldi nel film, purché gli venga garantita la possibilità di dirigerlo. Né Harvey Flaxman né David Sheldon avanzano obiezioni al riguardo.
William Girdler riesce ad assicurarsi in pochi giorni gli scarsi, ma necessari finanziamenti per la pellicola da Edward Montoro della Film Ventures International. Anche la Warner Bros. è interessata, ma giunge troppo tardi con la sua proposta.
Quando scopre che il produttore è Edward Montoro, col quale ha il dente avvelenato a causa di un'azione giudiziaria per il fatto di aver importato negli Stati Uniti Chi Sei? ritenuto un clone de L'Esorcista (The Exorcist), gli esecutivi si dichiarano disponibili a raddoppiare il budget, ma non c'è più nulla che si possa fare.
In un'era senza computer ed effetti digitali, il compito più difficile si rivela trovare il protagonista del titolo. La ricerca si conclude infine presso un ranch della città di Sequim, dove è rinchiuso all'interno di un recinto elettrico Teddy, il quale in realtà non è un grizzly, bensì un orso Kodiak ed ha un ammaestratore accanto a sé.
Quando si alza in piedi, Teddy può giungere a un'altezza di quasi tre metri e mezzo, uno degli orsi in cattività più alti al tempo conosciuti, forse anche il più alto.
Le riprese si svolgono in Georgia, nella località di Clayton, tra novembre e dicembre del 1975. Considerato il budget risicato, molti abitanti del luogo compaiono come comparse o recitano in piccoli ruoli. Nella parte secondaria di un reporter vi è anche il produttore Harvey Flaxman.
Per le riprese che lo riguardano, Teddy viene posizionato all'interno di una replica del recinto elettrico, sotto forma di un filo verde, che l'orso scambia per il suo recinto. A scanso di possibili incidenti, comunque, l'ammaestratore e la produzione esortano gli attori, la troupe e gli inevitabili curiosi a stare sempre ben lontani dall'orso e distanti dal filo.
Per le scene in cui l'orso attacca gli umani, invece, si utilizzano dei più pratici stuntmen che indossano un costume d'orso.
Il suono del ruggito dell'orso viene aggiunto in fase di post-produzione. Per convincere Teddy ad aprire la bocca e simulare dunque che stia ruggendo, il suo ammaestratore posiziona - fuori dall'inquadratura - del cibo verso cui lui si protende spalancando la bocca.
Grizzly, l'Orso che Uccide (Grizzly) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 12 maggio 1976. A fronte di un budget di 750.000 dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale 39 milioni di dollari. La locandina del film viene realizzata nientemeno che da Neal Adams.
Un successo senza precedenti per quella che resta comunque una piccola produzione. Un successo che Edward Montoro, tuttavia, non intende condividere con nessuno, nemmeno a livello finanziario, tanto che tiene tutti i profitti per sé e non divide i ricavi della pellicola né col regista William Girdler, né con gli sceneggiatori e produttori Harvey Flaxman e David Sheldon, né con gli attori coinvolti.
Inevitabile che una cosa simile giunga alla fine in tribunale. Edward Montoro viene citato in giudizio praticamente da tutti gli interessati nella vicenda e infine condannato da un tribunale di Los Angeles a risarcire i querelanti.
Un brutto colpo per il produttore, il quale poco tempo dopo - pur avendo prodotto altri film di successo o importato altri film esteri negli Stati Uniti, tra cui gli ultimi diretti da Mario Bava - subisce numerosi rovesci di fortuna per via di altre cause giudiziarie, il flop del film del 1984 Mutant e una procedura di divorzio che garantisce alla moglie Joan metà dei suoi profitti.
Infine, come ciliegina sulla torta, Edward Montoro viene ricoverato per alcuni mesi presso il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles a causa di una grave malattia.
Una volta dimesso dall'ospedale, con la Film Ventures International ormai sull'orlo della bancarotta e decine di creditori pronti a esigere quanto loro dovuto, Edward Montoro trafuga una notevole somma di denaro dai conti bancari della sua società (non meno di un milione di dollari) e scompare nel nulla. Se avete mai sentito la leggenda della persona scappata con la cassa, ecco, nel caso di Edward Montoro è divenuta realtà.
Non passa molto tempo prima che sulla Film Ventures International venga aperta una procedura fallimentare che porta alla sua chiusura nel 1985. Di Edward Montoro l'ultima notizia, peraltro non accertata in maniera definitiva, lo vede fuggire verso il Messico o il Sud America nel 1987, ma da quel momento in poi di lui non si hanno più notizie e, alla data odierna, non si sa che fine abbia fatto e dove e quando (o se) sia deceduto.
David Sheldon non si fa abbattere da quanto accaduto e nel 1983 scrive la sceneggiatura del sequel di Grizzly, il quale viene prodotto tramite capitali ungheresi e vede l'esordio di Charlie Sheen e George Clooney. O meglio, dovrebbe vedere, poiché a causa di una serie di eventi il film non esce che nel 2020... ma questa è un'altra storia.
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