Non riusciamo proprio ad allontanarci dai licei americani, oggetto di svariate pellicole di cui abbiamo parlato anche di recente, come nel caso di Dude e Time Is Up. Stavolta il focus è su un argomento in cui ci si può ritrovare anche in Italia: i gruppi di studio e di dibattito, volti ad accumulare crediti formativi per l'accesso all'università.
Ma oltre a questo vi è altro in Dolci Scelte (Candy Jar), diretto da Ben Shelton, scritto da Chad Klitzman e distribuito su Netflix a partire dal 27 aprile 2018.
Lona Skinner (Sami Gayle) e Bennett Russell (Jacob Latimore) sono due studenti liceali, e componenti principali del gruppo di dibattito scolastico, che sono in eterna competizione tra loro, così come lo sono le loro madri, oltre a essere divisi da alcune differenze sociali, visto che Bennett appartiene a una famiglia benestante che può contare su delle influenti raccomandazioni.
I due ragazzi devono tuttavia provare ad appianare le loro divergenze per poter essere ammessi alle università di Harvard e Yale, il loro sogno più grande, ma non sarà facile mettersi alle spalle anni di discussioni e risentimento. E forse... potrebbe nascere qualcosa tra di loro.
Più che una storia di amore e rispetto che nasce nella differenza razziale - non viene mai sottolineata questa cosa, in quanto non necessaria nel contesto della trama - essa nasce invece nella distanza che sussiste in origine tra i due ragazzi. Una distanza che presenta, tuttavia, alcuni punti di contatto.
Lona Skinner viene infatti da un quartiere borghese, non si veste in maniera elegante e non si trucca. Bennett Russell, invece, proviene dai quartieri alti, ha un ampio guardaroba composto da vestiti costosi e non ha problemi economici di sorta.
Entrambi, tuttavia, sono orfani (di padre la ragazza, di entrambi i genitori lui) e hanno un sogno comune... o almeno così appare ai loro occhi: entrare in una prestigiosa università e realizzarsi così come persona. Il viaggio interiore che intraprendono a seguito di un evento drammatico che li toccherà entrambi, però, li costringerà a mettere in dubbio questa loro convinzione.
A un'età in cui si può ancora non essere del tutto maturi e conoscere la realtà (soprattutto quando, nel caso dei due protagonisti, sono stati protetti dalle loro rispettive madri in buona fede), affacciarsi al mondo può risultare traumatico. E così acquisire una propria identità. Pur nella solitudine dei due ragazzi, orgogliosi di essere tali, ovvero soli e lontani dagli altri.
Anche se ovviamente le interpretazioni sono sul livello della sufficienza e c'è qualche momento comedy un po' imbarazzante e fuori posto, non è un film così impalpabile o insignificante come i due sopra citati. Il liceo americano non è necessariamente un luogo magico, di aggregazione e amicizia, ma deve essere un luogo formativo, che definisce ciò che sei e che sarai. Nel bene e nel male.
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