La vita, si sa, è fatta di scelte che vengono prese su base giornaliera. Scelte che a volte cambiano appunto quella vita. E talvolta basta davvero poco: un ritardo di cinque minuti sulla tabella di marcia, l'entrare in un bar diverso dal solito o prendere una strada che non conosciamo possono portare a meravigliose o spiacevoli conseguenze.
Come accade al protagonista di La Città (Ciudad), saga in dodici parti pubblicata in origine nel 1982, scritta da Ricardo Barreiro e disegnata da Juan Giménez.
Jean, un ragazzo parigino che lavora nel campo della grafica, dopo aver litigato una sera con la sua fidanzata si incammina verso casa prendendo una strada diversa dal solito. A casa non ci arriverà mai, in quanto finisce nel quartiere di un'immensa città a lui sconosciuta e viene subito attaccato da uomini armati.
A intervenire in suo soccorso è Karen, una ragazza rimasta anche lei bloccata, seppur da più tempo, in questa insolito ambiente. I due insieme esploreranno i vari angoli della Città, affrontando svariati pericoli e cercando di trovare una via d'uscita, se davvero essa esiste.
Questa storia da un lato rappresenta la metafora di quella che era la situazione dell'epoca. Un lungo effetto del dopoguerra e del boom economico che toccò alcuni paesi fu l'esodo dalle campagne da parte di molte persone per trasferirsi in pianta stabile o permanente in agglomerati urbani sempre più grandi. Il concetto di metropoli, prima appannaggio di sole poche città e termine ancora futuristico prima della Seconda Guerra Mondiale (si veda ad esempio il film di Fritz Lang), era ormai divenuto realtà.
Ma tale realtà aveva generato nuove situazioni, nuovi potenziali pericoli. Barreiro estremizza tali situazioni (quali la sempre più crescente presenza della tecnologia nelle attività quotidiane, lo sfoltimento dei paesaggi naturali, le derive religiose estremiste) sotto forma di una lieve satira rispetto a questi scenari che l'espansionismo delle grandi città ha generato.
Ma più di tutto l'opera è una grande allegoria delle storie d'avventura, sotto qualsiasi forma vengano presentate (romanzi, film, fumetti). Le varie zone della Città sono altrettanti frammenti di immaginazione concepiti dagli scrittori nei secoli, in cui le loro creazioni si ritrovano - spesso anche in maniera improvvisa, da una pagina all'altra - per vivere in maniera continua delle storie. Una rottura della quarta parete che anticipa di molto soluzioni simili adottate in un secondo momento da Grant Morrison o John Byrne.
Storie che non hanno mai davvero una fine. Laddove finisce un racconto, se ne può iniziare subito un altro o si può passare ad altre storie. Ad altre avventure e personaggi. In un ciclo in apparenza infinito, lungo come un'esistenza umana.
A tal proposito è dunque altamente simbolico che a spiegare infine la vera natura della Città sia il più celebre personaggio di un fumetto argentino, colui che più di ogni altro rappresenta l'incarnazione stessa dell'avventura. La Storia fatta persona.
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