martedì 20 dicembre 2022

Netflix Original 95: Sometimes


Capita che a volte inizi dicendo qualcosa del tipo:"Chi come me ha qualche anno in più sul groppone...". Ecco, chi come me ha qualche anno in più sul groppone ricorderà quello spot del Ministero della Sanità, che, con in sottofondo una musica inquietante, metteva in guardia dai pericoli di diffusione dell'AIDS, concludendo il tutto con "AIDS. Se lo conosci lo eviti. Se lo conosci non ti uccide".
Questa malattia rimane una piaga in molti paesi. Inclusa l'India, il cui governo offre anche i farmaci a chi ne ha bisogno a titolo gratuito (credo e spero lo si faccia anche in Italia, ma qualcosa mi porta a dubitarne).
E un film indiano che tratta questo tema è Sometimes (titolo originale Sila Samayangalil), scritto e diretto da Priyadarshan e distribuito su Netflix a partire dal 1 maggio 2018.
In un centro medico di una città dell'India è un giorno come un altro, con la gente in fila a chiedere vari test di controllo. Tra costoro vi sono sette persone che sono lì per fare il test di positività dell'HIV, ognuno per i propri motivi.
Poiché devono passare svariate ore per avere i risultati, le sette persone rimangono nel centro medico insieme a un'impiegata e la curiosità e la tensione li portano a cercare di ottenere suddetti risultati in anticipo corrompendo l'impiegata.
Il film è come diviso in due parti. La prima ritrae scene comuni di un ambulatorio pubblico, tra gente che si lamenta di chi salta la fila, altri che chiedono aiuto per compilare un modulo e impiegati che dividono il loro tempo tra il lavoro e il cellulare (non lo fanno tutti, eh, ma accade).
La seconda, invece, si concentra di più sui sette protagonisti e l'impiegata, di cui arriviamo a conoscere la storia personale, le problematiche che affrontano e soprattutto il motivo per cui si ritrovano tutti in quell'ambulatorio ad aspettare con impazienza i risultati dei test.
Dietro una trama condita da un piccolo mistero con alcuni risvolti drammatici, vi è un messaggio dichiarato che - qualora non fosse abbastanza evidente - viene ribadito dal regista mentre scorrono i titoli di coda. Questo messaggio è quello di non smettere di sottovalutare l'AIDS, anche se ormai appare sparito dalle cronache dei giornali o della tv: rimane comunque una malattia che può rivelarsi letale.
Inoltre non bisogna isolare o demonizzare le persone che sono colpite da questa malattia. Grazie ai progressi della medicina e agli aiuti governativi, si può sperare di vivere una vita se non normale quantomeno da persona integrata nella società.
Certo, sembra un messaggio da pubblicità progresso, come nello spot sopra indicato. Ma attorno a esso viene anche costruita una storia da seguire, con gli attori che interpretano bene le loro parti, e con un finale abbastanza scioccante.

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