Ci sono stati film spagnoli, francesi, indiani, persino portoghesi! Ma infine ecco arrivare su Netflix il primo lungometraggio originale italiano.
Sin da quando la piattaforma è approdata nel nostro paese nell'ottobre 2015, era solo questione di tempo prima che questo accadesse, anche perché vi è una legge che richiede che una certa percentuale dei prodotti presenti in catalogo siano produzioni italiane.
L'onore del debutto tocca a Rimetti a Noi i Nostri Debiti, diretto da Antonio Morabito, da lui scritto insieme ad Amedeo Pagani e distribuito a partire dal 4 maggio 2018.
Guido Rabaglia (Claudio Santamaria) è un tecnico informatico disoccupato che ha contratto ingenti debiti ed è perseguitato dalle agenzie di recupero. Per sottrarsi a questo, si offre di lavorare per loro senza ricevere alcuno stipendio fino all'estinzione del suo debito.
Per formarlo viene affiancato da Franco (Marco Giallini), uno dei più esperti e abili recuperatori di crediti di Roma.
Ben presto, Guido si ritroverà di fronte ai lati oscuri di questo lavoro: lati oscuri che però potrebbero sedurlo e fargli perdere la sua umanità.
Non so quanto voluto o meno, ma mi sono ritrovato di fronte a una sorta di Training Day all'italiana, con dei recuperatori di crediti al posto dei poliziotti.
Franco - come Denzel Washington - è l'essere dai tratti quasi demoniaci. Assillante e angosciante nel suo stalkerare i debitori, portandoli addirittura a farli vergognare di loro stessi. Pur avendo una famiglia, pur mostrando un carattere gioviale, è in realtà una persona priva di qualsiasi umana empatia, che trova nel lavoro un motivo per scaricare le proprie frustrazioni.
I debitori o altri lavoratori meno fortunati sono le vittime perfette per lui, da piegare al suo volere, per dimostrare un'autorità e un potere che non ha altrove.
Guido, invece, come Ethan Hawke è la persona in principio "angelica". Povero ma onesto, circondato da persone che gli vogliono bene e che ha commesso degli errori come tutti noi. L'affacciarsi a un mondo per lui totalmente inedito, ma seducente perché promette facili guadagni e nessun problema di natura economica, rischia però di fargli perdere i suoi affetti.
Più che tra bene e male, in realtà, la bilancia pende da ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, a seconda di quello che è il punto di vista di entrambi i protagonisti.
Che presentano tuttavia un tratto in comune: si sentono persone sole, non realizzate del tutto, e questa loro insicurezza la sfogano in maniera inconscia sui debitori. Non necessariamente vittime, ma nemmeno persone da bullizzare e ridicolizzare agli occhi della gente.
Sicuramente vengono esasperate per ragioni di storia le azioni che i due compiono per giungere al risultato, con tanto di toga da magistrato per conferirsi un'autorità minacciosa, ma se avete conosciuto una persona vessata dai debiti e dalle banche potrete immaginare che non sono troppo lontane dalla realtà.
Sul versante recitativo, bravi tutti e due gli interpreti principali, che non rubano la scena l'uno all'altro e riescono a interagire in maniera ottimale.
L'esordio italico su Netflix appare dunque buono. Vediamo cosa porteranno le prossime produzioni.
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