mercoledì 14 dicembre 2022

Netflix Original 93: Matrimonio a Long Island


Dopo Spencer Tracy che vede andare in sposa sua figlia Elizabeth Taylor, come non pensare che Adam Sandler non possa seguirne le... Sorvoliamo.
Torna l'attore comico che nei suoi film urla spesso e volentieri nella pellicola Matrimonio a Long Island (The Week Of), diretto da Robert Smigel, scritto da Adam Sandler e Robert Smigel e distribuito su Netflix a partire dal 27 aprile 2018.
Kenny Lustig (Adam Sandler), imprenditore edile, deve affrontare l'ultima settimana prima del matrimonio di sua figlia e portare a termine i numerosi preparativi. Il marito di lei è figlio di un importante chirurgo, Kirby Cortice (Chris Rock).
Mentre la casa dell'uomo si riempie di svariati ospiti, sia desiderati che non, nuove complicazioni si frappongono tra Kenny Lustig e la felicità sua e di sua figlia, incluso il rapporto non semplice col futuro genero.
Appare subito chiaro come la trama di fondo, il matrimonio e i suoi preparativi, rappresentino unicamente una buona scusa - una sorta di MacGuffin ben visibile, per dirla così, non sapremo mai ad esempio come i due futuri coniugi si siano conosciuti e innamorati - per consentire ad Adam Sandler e i suoi pard, tra cui il semionnipresente Steve Buscemi, di mettere in scena svariate situazioni comiche basate perlopiù sugli equivoci e su quelle battute a volte sopra le righe tanto care all'attore.
Battute che non si preoccupano di essere in taluni casi poco politically correct. Vi sono infatti alcune scenette comiche e surreali basate sulla disabilità fisica, il maltrattamento di animali e le malattie mentali.
Tutto il consueto repertorio di questo tipo di film (Adam Sandler che urla, battute sulla cacca e a sfondo sessuale, gente non proprio in possesso di tutte le necessarie facoltà mentali) è dunque presente, sta alla vostra sensibilità farvele piacere o meno. Per quanto mi riguarda, quando sono troppo caricate e ripetute smetto di sorridere abbastanza rapidamente.
Seppur indicato come coprotagonista, a Chris Rock non viene riservato molto spazio, talvolta scompare dalla scena per svariati minuti. Risulta più che altro un comprimario e davvero poche sono le sue interazioni di rilievo col collega. È Adam Sandler, anche produttore della pellicola, a dominare sulla scena.
Il messaggio prevedibile di fondo è che non ha importanza il conto in banca o la posizione sociale (la famiglia di Sandler è del ceto medio e vive in una casetta ordinaria di periferia, quella di Chris Rock invece è benestante e risiede in una lussuosa villa) quando si tratta dell'amore di un padre verso la propria famiglia o o i propri figli che riuscirà a superare ogni tipo di difficoltà.
Verso la fine, Adam Sandler si ritaglia un paio di scene con un sottotesto lievemente drammatico, genere verso cui - per quanto appaia incredibile - risulta portato, ma alla fine è più forte di lui, ricade subito in quella comicità di medio/bassa lega. Dopotutto è per questo che il pubblico lo ha apprezzato sin dal principio ed è questo che il suo pubblico principale di riferimento vuole vedere.

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