mercoledì 16 marzo 2022

Prime Video Original 9: Il Ricevitore è la Spia


Davvero insolita e particolare la vita di Morris "Moe" Berg. Laureato con lode all'Università di Princeton, è in grado di parlare sette lingue (senza considerare l'inglese) quando inizia a giocare nella Major League di Baseball statunitense, perlopiù nel ruolo di Ricevitore, distinguendosi anche per la sua cultura generale e la quotidiana lettura di molti giornali.
Poco dopo che la sua carriera sportiva si è conclusa, gli Stati Uniti entrano in guerra a seguito dell'attacco di Pearl Harbor del 1941. Moe Berg diventa allora agente dell'Office Strategic Services (OSS), venendo impiegato più volte in missioni oltreoceano.
Al termine del secondo conflitto mondiale, Berg lavora per breve tempo per la CIA, prima che i suoi servizi non siano più richiesti e si ritiri perciò a vita privata, sino alla sua scomparsa avvenuta nel 1972.
La sua si è davvero rivelata un'esistenza fuori dagli schemi prestabiliti e di cui, causa segreti di stato e informazioni mai rivelate, non potremo mai sapere tutto. Un libro su di lui pubblicato nel 1994, intitolato The Catcher Was a Spy: The Mysterious Life of Moe Berg e scritto da Nicholas Dawidoff, cerca di fare un po' di luce su questo mistero e diviene anche oggetto di un adattamento cinematografico nel 2018, tramite una sceneggiatura di Robert Rodat e la regia di Ben Lewin.
In questo film, Il Ricevitore è la Spia (The Catcher Was a Spy), Moe Berg ha le fattezze di Paul Rudd. La storia copre il periodo dal 1936 al 1944, dagli ultimi anni come giocatore professionista di Berg sino al suo ingresso nel OSS e la missione - realmente avvenuta - durante la quale ha indagato sulle attività del fisico tedesco Werner Heisenberg (qui interpretato da Mark Strong), per capire se la Germania avesse le conoscenze e le risorse necessarie per sviluppare la bomba atomica.
Notevole anche il cast di "comprimari", termine quanto mai riduttivo in questo caso, che ricoprono i ruoli di vari personaggi storici: Jeff Daniels, Guy Pearce, Paul Giamatti, Tom Wilkinson e anche i nostrani Giancarlo Giannini e Pierfrancesco Favino. Notevole ancor di più se si pensa che questa è alla fine una piccola produzione.
Negli Stati Uniti, il baseball è come il calcio in Italia e gli atleti che vi partecipano sono considerati alla stregua di eroi nazionali. Ora aggiungete a questo il fatto che Moe Berg è stato anche un eroe di guerra, con tanto di riconoscimento ufficiale, e potrete capire il tenore generale del film, che rimane comunque perfettamente godibile anche per uno spettatore che non è a conoscenza della sua storia, tanto affascinante e insolita essa è.
In maniera inevitabile, la trama si prende alcune (svariate?) libertà rispetto alla realtà storica, mettendo anche sul piatto una sorta di confronto finale tra Moe Berg e Werner Heisenberg - col primo che surclassa il secondo sia a livello intellettuale che morale - che non è di certo mai avvenuto nella realtà. Ma come capita sempre con altri film biografici, questo deve essere accettato in partenza e non contestato.
Anche perché ci piace comunque pensare che alla fine i due siano riusciti a incontrarsi e a parlare tra loro, scoprendo di avere più punti in comune di quanto entrambi non immaginassero.

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