Non vuole proprio starsene con le mani in mano il nostro Star-Lord. Dopo aver affrontato Thanos e i Kree, Chris Pratt dà battaglia contro un'altra specie aliena nel film La Guerra di Domani (The Tomorrow War), di cui è anche produttore esecutivo.
La pellicola, diretta da Chris McKay e sceneggiata da Zach Dean, è una produzione della Paramount - sui 200 milioni di dollari, nientemeno, praticamente un film degli Avengers - di cui in principio era prevista un'uscita nei cinema verso la fine del 2020, salvo poi abbandonare questo intento a causa della pandemia di COVID-19.
Non potendo o volendo programmare il film nel 2021, la Paramount ha dunque ceduto i diritti ad Amazon Prime Video, che ha distribuito la pellicola a partire dal 2 luglio 2021. Per anticipare in maniera degna i festeggiamenti patriottici di due giorni dopo, suppongo.
Nel dicembre 2022, l'esistenza dell'umanità intera viene sconvolta dall'arrivo di viaggiatori temporali provenienti dall'anno 2051, i quali dichiarano che la quasi totalità degli esseri umani è stata sterminata da alieni noti come Idre Bianche.
Per sventare questa minaccia, vengono arruolati anche dei civili volontari, tra cui Dan Forester (Chris Pratt), un reduce di guerra che ora fa l'insegnante. Quando viene proiettato nel prossimo futuro, Forester farà un incontro molto particolare e, tra presente e futuro, risulterà una pedina fondamentale contro l'avanzata degli alieni.
Questa pellicola presenta in sé molti, se non tutti, gli elementi del classico film d'azione americano semitamarro o tamarro del tutto. L'eroe incompreso che ama la sua famiglia, ma ha contrasti col padre (un J.K. Simmons che stavolta fa il minimo sindacale). Esplosioni del decimo grado della Scala Michael Bay e CGI a profusione (comunque tutto fatto bene). Una brava comprimaria femminile (Yvonne Strahovsky), seppur non del tutto a suo agio nel ruolo di militare.
E infine, come può mancare direte voi, la rappresentazione del supremo trionfo della potenza militare americana (di eserciti di qualsiasi altra nazione che affrontano una minaccia globale, in questa pellicola non vi è nemmeno l'ombra), con tanto di inclusione. E in aggiunta la frecciatina che la base degli alieni si annida in Russia (I see what you did there).
La descrizione degli alieni sembra basarsi molto sugli Aliens, come concepiti da James Cameron, con tanto di Madre Regina, vi è un attacco di alieni a una base militare in stile World War Z e i tunnel temporali sembrano gli Stargate.
Qualcuno lo definirebbe il "film ignorante" da vedere rigorosamente con i popcorn accanto. E lo si può considerare in questo modo. Di per sé non è un difetto, il cinema dopotutto è una forma di intrattenimento e dunque, se pensiamo al pubblico principale di riferimento (gli americani che vogliono sentirsi rassicurati della loro supremazia), la pellicola raggiunge questo obiettivo con efficacia.
Gli altri spettatori, d'altro canto, hanno una storia senza troppe pretese di introspezione - tutte psicologie tagliate con l'accetta - o denuncia sociale. Solo una serie quasi continua di scene d'azione per far sì che l'attenzione non venga mai meno. E mai come in questo periodo c'è bisogno (anche) di pellicole rassicuranti.
Posso capire dunque come mai Chris Pratt - di certo non un attore di primo livello in termini di bravura recitativa - abbia voluto diventare il produttore esecutivo di questo film. Il progetto rappresentava un quasi sicuro successo. E, considerato che un sequel sembra essere in fase di sviluppo, possiamo dire che la sua è stata una scommessa ben piazzata.
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