1845: Viene pubblicato il saggio Suspiria De Profundis, di Thomas De Quincey. Basato in parte su esperienze personali dello scrittore, vi descrive nelle sue pagine - tra le altre cose - un sogno da lui fatto e che descrive l'incontro con la dea Levana, protettrice dei neonati, e le sue tre compagne, le Madri del Dolore.
Costoro sono Mater Sospiriorum (Madre dei Sospiri), Mater Lacrimarum (Madre delle Lacrime) e infine la più spietata, Mater Tenebrarum (Madre delle Tenebre).
Questo concetto onirico viene poi ampliato e approfondito in una nuova trilogia ideata da Dario Argento.
Dopo La Trilogia degli Animali e Profondo Rosso, Dario Argento intende allontanarsi dalle tematiche del giallo e del mystery che hanno sancito l'inizio della sua carriera per perseguire nuove strade. In cerca di ispirazione, il regista intraprende un viaggio lungo alcune città europee caratterizzate da un background storico ed esoterico, quali Torino, Lione e Praga, consultando testi mistici e visitando luoghi ritenuti magici.
Per recarsi infine in Svizzera, a visitare la Scuola di Waldorf voluta da Rudolf Steiner. Durante questo viaggio, Dario Argento rimane affascinato dalla figura delle streghe e decide dunque di raccontare una storia di stregoneria moderna, con streghe forti e inserite nel nuovo tessuto sociale.
Il regista inizia dunque a scrivere su questo una sceneggiatura, potendo contare anche sull'apporto di Daria Nicolodi, la quale vi aggiunge alcuni elementi derivanti dalle fiabe classiche dei Fratelli Grimm, che le aveva raccontato sua nonna. Per la principale ispirazione, Biancaneve e i Sette Nani, Dario Argento chiede al direttore della fotografia Luciano Tovoli di rifarsi al lungometraggio della Walt Disney e ai colori lì adottati.
Un'altra, originale, influenza che si riflette nella scena finale arriva da un sogno fatto da Daria Nicolodi, in cui si era ritrovata in una stanza insieme a una strega e a una pantera nera che esplodeva all'improvviso.
Nonostante questo suo fondamentale apporto, l'attrice non viene premiata con una parte rilevante nell'opera, non è chiaro se a causa di un infortunio o per volere dei finanziatori esteri (cosa che apparirebbe strana, visto che attrici e attori italiani con parti importanti sono presenti).
In principio, le ragazze della scuola di danza sono delle undicenni/dodicenni, ma il padre del regista - Salvatore Argento - si oppone in maniera netta a questa scelta, poiché coinvolgere delle bambine in scene con una forte carica di violenza farebbe sì che il film non venisse praticamente distribuito in alcuna nazione.
Dario Argento rende dunque le protagoniste delle ventenni, ma i dialoghi non vengono alterati più di tanto, lasciando dunque anche qualche scambio di natura infantile tra le ragazze. Un altro piccolo trucco utilizzato è quello di piazzare le maniglie delle porte all'altezza delle teste delle giovani attrici, di modo tale che debbano alzare le loro mani per aprirle.
Per il ruolo di Suzy Bannion, la scelta di Dario Argento ricade su Jessica Harper, che ha ammirato in Il Fantasma del Palcoscenico (Phantom of the Paradise) di Brian De Palma, e di cui rimane colpito dai suoi grandi occhi.
Per il ruolo di Madame Blanc, Dario Argento sceglie Joan Bennett, in una sorta di voluto omaggio al cinema di Fritz Lang, uno dei suoi registi preferiti. L'attrice, in principio esitante ad accettare per via del contenuto particolarmente violento della pellicola, viene infine convinta dal suo compagno David Wilde, il quale ha apprezzato L'Uccello dalle Piume di Cristallo. Questa pellicola è l'ultima a cui Joan Bennett abbia partecipato.
Non è mai stato reso noto il nome dell'anziana attrice che interpreta Helena Markos, alias Mater Suspiriorum. Essa viene trovata dalla produzione in un ospizio di Roma, poiché ogni tentativo di invecchiamento tramite trucco non è stato ritenuto soddisfacente, dunque si è andati in cerca di una persona dai tratti anziani e rugosi che potesse interpretare la strega, trovandola infine in questa signora ultranovantenne (anche se la voce del personaggio appartiene a Daria Nicolodi).
Le riprese iniziano in via ufficiale il 26 luglio 1976, tenendosi a Monaco, Torino e Roma. Essendo un film pensato per il mercato internazionale, da doppiare dunque in post-produzione aggiungendo gli effetti sonori, le voci non vengono quasi mai registrate e ai vari attori viene concesso di parlare nella loro lingua madre, che sia italiano, inglese o tedesco, creando così una curiosa Babele che confonde in particolar modo Jessica Harper.
E può anche capitare che, mentre gli attori stanno recitando, possano sentire in sottofondo dei lavori che si svolgono presso un altro set, con tanto di martelli all'opera.
Curiosi incidenti si verificano durante la lavorazione, come ad esempio orologi che si fermano all'improvviso o telecamere che smettono di funzionare.
Una potenziale, grande tragedia viene evitata quando Dario Argento, Luciano Tovoli e il produttore Lucio Trentini stanno ispezionando una possibile location per una ripresa. Poco dopo, tuttavia, Trentini nota un salone della Mercedes ed esorta il regista e il direttore della fotografia ad andare a dargli un'occhiata. Subito dopo, una bomba piazzata dalla R.A.F. (Rote Armee Fraktion) esplode nel punto in cui prima si trovavano i tre, che scampano per pura casualità a quest'attentato.
Per ricreare la scena della pioggia di larve, la troupe utilizza dei chicchi di riso, lanciandole dal soffitto verso le attrici.
Per la scena della morte di Sarah, interpretata da Stefania Casini, in cui precipita in un campo di filo spinato, l'attrice deve entrare in una stanza dove è presente un groviglio di fil di ferro. Non avendo ricevuto precise istruzioni su come fare, Stefania Casini si butta, ma rimane impigliata nel fil di ferro e occorrono delle cesoie per liberarla dalla sua insolita prigionia. Come conseguenza, ne ottiene anche lividi ed escoriazioni lungo il corpo.
Le riprese si concludono il 30 novembre 1976.
Suspiria viene distribuito nei cinema italiani a partire dal 1 febbraio 1977. La pellicola arriva infine a incassare sul territorio italiano quasi un miliardo e mezzo di lire, senza contare gli incassi internazionali. Diviene anche oggetto di un remake nel 2018, diretto da Luca Guadagnino.
Terminato dunque il primo capitolo della Trilogia delle Tre Madri, il secondo esce tre anni dopo ed è intitolato Inferno... ma questa è un'altra storia.
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