Chi poteva, negli anni '70 del ventesimo secolo, occuparsi al meglio di un personaggio che si definisce "Il Figlio di Satana", donandogli originalità, fascino e soprattutto un pizzico di follia? Esatto, Steve Gerber.
Dopo Gary Friedrich, il creatore del personaggio, possiamo dire che Gerber è lo sceneggiatore che più è stato legato a Daimon Hellstrom, insieme a Warren Ellis e J.M. DeMatteis (i quali però sono venuti dopo di lui).
Steve Gerber inizia a sceneggiare le storie di Daimon Hellstrom a partire dal numero 14 della serie antologica Marvel Spotlight, nel 1974, per chiudere il suo ciclo l'anno successivo col numero 23. Un'ultima storia, che possiamo considerare un fill-in, viene infine scritta da Chris Claremont. Alla parte grafica, invece, si sono succeduti Jim Mooney, Gene Colan e Sal Buscema.
Nel corso di questo ciclo, Daimon Hellstrom si trasferisce a St. Louis, dove conosce la professoressa di parapsicologia Katherine Reynolds e lo studente di religione Byron Hyatt, dopo aver indagato su un caso di attività paranormale presso un edificio universitario.
Insieme a loro indagherà su altri casi di natura mistica ed esoterica, viaggerà nel passato fino alla perduta Atlantide, affronterà una Legione di Nichilisti e ritroverà la sua sorella perduta, Satan, che diversamente da lui ha deciso di accettare in pieno il suo lato demoniaco.
Possiamo considerare questo ciclo una piccola gemma della produzione Marvel di quel decennio, pur con tutte le valutazioni del caso sul differente periodo temporale, le ingenuità dell'epoca, ecc...
Steve Gerber fa trasferire Daimon in una città che lui conosce bene, in quanto è nato e cresciuto a St. Louis. Quindi gli ambienti studenteschi che predominano le prime storie di questo ciclo sono gli stessi frequentati all'epoca dallo stesso sceneggiatore. E St. Louis rappresenta una boccata d'aria fresca rispetto ai consueti grattacieli di New York.
Gerber attua una modifica fondamentale del personaggio: se prima la sua natura demoniaca si manifestava solo di notte in stile vampiro, già dalla sua prima storia le due anime di Daimon - quella umana e quella infernale - si fondono per divenire una cosa sola. Rendendolo un personaggio doppiamente tragico, sempre sull'orlo di un precipizio psicologico in caso la sua controparte demoniaca dovesse prendere il sopravvento.
Salvo qualche cambio occasionale, è sempre stato questo successivamente il modo in cui il personaggio è stato raffigurato.
Gerber introduce anche dei comprimari interessanti, il più costante dei quali si rivelerà sua sorella Satan (proveniente da un'altra serie antologica, Vampire Tales), l'esatto opposto di Daimon Hellstrom: uno specchio oscuro in cui il Figlio di Satana può vedere un suo riflesso distorto, un'altra via che la sua vita avrebbe potuto prendere.
Inoltre viene creato un insolito triangolo amoroso introducendo i personaggi di Byron Hyatt e Katherine Reynolds. Soprattutto quest'ultima diviene poi un elemento centrale delle storie di Daimon Hellstrom (il triangolo alla fine non viene proprio considerato e Hyatt resta nelle retrovie) e Jim Mooney la ritrae con le fattezze del suo personaggio feticcio, Linda Danvers.
Proprio Katherine Reynolds rappresenta l'unica occasione perduta, poiché si fa accenno a dei suoi poteri che non verranno mai pienamente esplorati e, con l'abbandono di Daimon verso nuovi lidi narrativi, scompare nell'oblio. Fino a quando viene recuperata più di quindici anni dopo... dallo stesso Steve Gerber.
Nessun commento:
Posta un commento