domenica 20 marzo 2022

A scuola di cinema: I Predatori dell'Arca Perduta (1981)

1973: Dopo aver completato le riprese di American Graffiti, George Lucas ha in mente due nuovi progetti da portare avanti. Il primo è una space opera che in principio doveva essere un rifacimento moderno dei serial di Flash Gordon degli anni '30 del ventesimo secolo, ma su cui non è riuscito a ottenere i diritti. Tale space opera diverrà pochi anni dopo Star Wars.
Il secondo è invece qualcosa di non ancora definito, anch'esso un rifacimento moderno dei serial d'avventura - in particolare quelli prodotti dalla Republic Pictures - che venivano proiettati a puntate nei cinema in quello stesso decennio, in special modo negli spettacoli mattutini che Lucas vedeva da bambino. Il regista e produttore vorrebbe ricreare quelle atmosfere nel suo tempo, creando un B movie che possa incontrare i suoi gusti.
Scrive così un breve trattamento intitolato The Adventures of Indiana Smith, dando all'eroe il nome del suo cane. Indiana Smith è un professore universitario che si divide tra le sue esotiche avventure in paesi esteri e le notti nei club con al suo fianco sempre delle belle ragazze dai capelli biondi. Da questa idea nascerà qualche anno dopo la saga di Indiana Jones.


George Lucas continua a sviluppare il progetto incentrato su Star Wars, ma due anni dopo, nel 1975, ha un incontro col regista e sceneggiatore Philip Kaufman durante il quale parlano di The Adventures of Indiana Smith.
I due lavorano al trattamento per circa due settimane, eliminando l'ambientazione del nightclub e le ragazze bionde. Kaufman suggerisce inoltre di collocare la storia nel 1936 e far sì che l'eroe sia contattato dal Governo Americano per recuperare l'Arca dell'Alleanza, contesa coi nazisti. L'idea dell'Arca viene a Kaufman dalle storie che, quando era un bambino, gli raccontava il suo dentista, il quale gli rivelò anche l'interesse dei nazisti per i manufatti mistici.
Lucas chiede a Kaufman se sia interessato a dirigere il film, ma costui è impegnato con la produzione de Il Texano dagli Occhi di Ghiaccio (The Outlaw Josey Wales) e deve declinare.
Due anni dopo ancora, a seguito della conclusione delle riprese di Star Wars Episodio IV - Una Nuova Speranza (Star Wars Episode IV - A New Hope), George Lucas si reca in vacanza alle Hawaii una settimana prima dell'uscita del film nei cinema, in quanto teme che ci sarà una reazione negativa del pubblico.
Lì si incontra col suo amico Steven Spielberg e, mentre i due si rilassano su una spiaggia costruendo un castello di sabbia, discutono di nuovi, possibili progetti. A Spielberg piacerebbe dirigere un film sulla falsariga di quelli con protagonista James Bond e, in risposta, Lucas gli sottopone il trattamento di Indiana Smith. Spielberg - anche lui un grande appassionato dei serial cinematografici di un tempo - rimane subito intrigato dalle premesse e dall'eroe.
George Lucas, tuttavia, era rimasto in parola con Philip Kaufman e quindi lo ricontatta per chiedergli se sia ancora interessato. Quando capisce che Kaufman non potrà seguire questo progetto, Lucas ricontatta qualche mese dopo Spielberg per proporlo a lui in maniera ufficiale. Dopo essersi assicurato che Lucas non intende essere il regista del film, Spielberg accetta.
Il trattamento va rifinito e ampliato e, per questo, Steven Spielberg suggerisce il nome di uno sceneggiatore che ha conosciuto di recente, di nome Lawrence Kasdan, una cui sceneggiatura intitolata Chiamami Aquila (Continental Divide) è stata di recente acquistata dalla Universal.
Così, a partire dall'inizio del 1978, Lucas, Spielberg e Kasdan si incontrano per nove ore al giorno in un arco temporale tra i tre e i cinque giorni, durante i quali vengono definiti gli elementi portanti della trama, mentre altre idee (quale quella di Spielberg che vorrebbe Indiana dedito all'alcool) vengono messe da parte. In questa sede, il cognome Smith viene scartato in quanto ritenuto poco efficace e sostituito con Jones.
Mentre Steven Spielberg è impegnato con la lavorazione di 1941 - Allarme a Hollywood (1941), Lawrence Kasdan utilizza il suo ufficio per scrivere la prima bozza di sceneggiatura. Lavoro che completa in un arco di circa cinque mesi, consegnando il tutto nell'agosto 1978. Lucas ne rimane impressionato in maniera così favorevole da offrire a Kasdan la revisione della sceneggiatura di L'Impero Colpisce Ancora (The Empire Strikes Back).
Dopodiché, la bozza viene revisionata sia da Lucas che da Spielberg, i quali vi tolgono alcuni elementi narrativi (quale quello sottintendente un sottotesto amoroso tra Marion Ravenwood e René Belloq), in quanto ritenuta troppo lunga. La sceneggiatura viene completata verso la fine del 1979.
Non potendo George Lucas autofinanziare la pellicola per mancanza di adeguati fondi, la sceneggiatura inizia a circolare per le varie case di produzione. Molti dimostrano un concreto interesse, ma Lucas propone condizioni contrattuali ritenute inaccettabili: oltre a questioni di budget, lo studio dovrebbe finanziare per intero la pellicola e avere scarso o nullo apporto creativo sulle scelte di sceneggiatura, mentre Lucas alla fine avrebbe potere unico di decisione su eventuali sequel mantenendo per sé i diritti e riceverebbe la maggior parte del denaro ricavante dal merchandising.
Il presidente della Paramount Pictures, Michael Eisner, è tuttavia determinato a trovare un accordo poiché la sceneggiatura è una delle migliori di sempre capitata tra le sue mani.
Contatta dunque George Lucas e offre una proposta alternativa: diritti esclusivi sui sequel (da concordare comunque con Lucas) e forti penali in caso il film superasse il budget e le tempistiche previste, mentre le altre condizioni sono accettabili. Lucas dice sì solo quando si ritrova di fronte un contratto da firmare dove le condizioni vengono messe nero su bianco.
La Paramount preferirebbe che un altro regista si occupasse del progetto, poiché Steven Spielberg è noto nell'ambiente per aver consegnato film come Lo Squalo (Jaws) e 1941 ben oltre i tempi e il budget previsti. Ma Lucas è irremovibile su questo punto: il film non verrà realizzato senza il suo apporto. Alla fine, Steven Spielberg ottiene un ingaggio di 1 milione di dollari e altrettanto ottiene Lucas nel suo ruolo di produttore esecutivo.
Per far sì che le tempistiche concordate vengano rispettate e il budget rimanga nei limiti, Spielberg fa assumere come produttore Frank Marshall, proveniente da piccole produzioni e in grado di gestire un simile compito.
Per il ruolo del protagonista, George Lucas commissiona a Jim Steranko 4 sketch che possano fungere da riferimento. La sua idea è che Indiana Jones sia interpretato da un attore sconosciuto o poco noto, perché tutta l'attenzione del pubblico sia concentrata sull'eroe, piuttosto che su colui che lo interpreta.
Dopo aver considerato svariati attori, la scelta finale ricade su Tom Selleck. Costui ha partecipato al pilot di un telefilm intitolato Magnum P.I. e, per impegni contrattuali, nel caso venga opzionata una serie televisiva, è obbligato a parteciparvi essendone il protagonista. Tuttavia, il pilot non è ancora stato mandato in onda, la conferma della serie non è ancora arrivata e mancano tre settimane all'inizio delle riprese del film di Indiana Jones.
George Lucas contatta dunque la CBS, produttrice del pilot, e chiede di lasciar scadere l'opzione, che peraltro si sta per esaurire. In risposta, la CBS dà infine il via libera alla serie Magnum P.I. e Selleck deve rinunciare al ruolo di Indiana Jones.
In cerca di una rapida soluzione, Spielberg e il produttore Howard Kazanjian suggeriscono il nome di Harrison Ford. Non è esattamente il volto sconosciuto che Lucas voleva, ma non ci sono altre opzioni praticabili.
L'attore viene subito convocato e, senza troppe esitazioni, decide di accettare la parte dopo aver notato l'entusiasmo per il progetto in Steven Spielberg mentre i due giocano a flipper e ai videogiochi. Harrison Ford non ha inoltre problemi a concordare un'opzione contrattuale che lo vincola a girare due eventuali sequel.
Prima di accettare, però, ottiene la possibilità che i dialoghi che coinvolgono il suo personaggio siano da lui stesso supervisionati e, se richiesto, riscritti, in quanto sia questo script che quello di L'Impero Colpisce Ancora condividono lo stesso sceneggiatore e Ford vede Han Solo e Indiana Jones come due personaggi dalla personalità differente.
Per prepararsi alla parte, oltre a sottoporsi a un rigido allenamento per potenziare il suo fisico, Harrison Ford si fa insegnare dallo stuntman Glenn Randall come maneggiare al meglio una frusta. Nonostante il poco tempo a sua disposizione, l'attore diviene abbastanza abile nell'utilizzare l'arma prima che inizino le riprese.
Per il ruolo di Marion Ravenwood, Spielberg suggerisce il nome di Amy Irving, sua compagna dell'epoca, ma avendo altri impegni ci si rivolge a Debra Winger, che però non si dimostra interessata. La parte viene infine affidata a Karen Allen, che convince il regista durante la sua audizione.
Per il ruolo di René Belloq, esso sembra appannaggio di Giancarlo Giannini, che arriva a un passo dalla firma, prima che venga dato a Paul Freeman.
Per il ruolo di Arnold Toth, viene contattato Klaus Kinski, ma costui rifiuta per partecipare alle riprese di Venom, per il semplice motivo che per quest'ultimo film gli è stato promesso un ingaggio migliore. La parte viene allora affidata a Ronald Lacey, un attore inglese che a Spielberg ricorda molto Peter Lorre.
La parte di Sallah viene offerta a Danny DeVito, ma il suo agente richiede un ingaggio ritenuto troppo alto e viene così scelto John Rhys-Davies.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 23 giugno 1980, iniziando dalla città di La Rochelle, in Francia, per poi trasferirsi una settimana dopo presso gli Elstree Studios di Londra. Qui viene girata la scena riguardante l'idolo del tempio in Sud America, che coincide anche col debutto cinematografico di Alfred Molina nel ruolo di Satipo.
Harrison Ford avanza la prima di molte richieste per cui intende girare di persona anche le scene più pericolose, in questo caso quella in cui deve evitare di essere travolto da una sfera rocciosa (del peso di 136 chili e composta nella realtà da gesso, legno e fibra di vetro). Siccome la scena deve essere ripresa da differenti angolazioni, Ford alla fine evita la trappola per ben dieci volte. A un certo punto inciampa per davvero prima di riprendere a correre e la cosa viene mantenuta per dare più realismo al tutto.
Va un po' peggio a Molina, la cui schiena deve essere ricoperta di tarantule. In principio rimangono tutte immobili, fino a quando ci si accorge che sono tutte di sesso maschile. Quando viene aggiunta una femmina, iniziano infine a muoversi.
Sempre negli Studios viene realizzata la scena del Pozzo delle Anime, con tanto di serpenti. In principio ne sono disponibili circa duemila, ma Spielberg ne richiede almeno altri quattromila. Alla fine sono più o meno settemila. Molti di questi, come i pitoni, non sono velenosi, altri come i cobra sì. I serpenti velenosi vengono dunque posti dietro una lastra di vetro per proteggere gli attori e la troupe.
Prima però che la scena sia girata, vi sono alcuni problemi che ritardano l'inizio delle riprese. In primo luogo il siero anti-veleno che non è presente sul set a causa di un disguido. Successivamente, il sopraggiungere sul set di Vivian Kubrick - figlia di Stanley Kubrick, che in quegli stessi studi ha girato Shining - la quale si lamenta di come i serpenti vengano trattati, con alcuni di essi schiacciati sotto i piedi dei componenti della troupe. Nonostante le rassicurazioni di Spielberg, Vivian Kubrick contatta la Protezione Animali e la lavorazione viene fermata per un giorno intero.
Prima che sia dato il ciak, vi è un'ambulanza sempre pronta sul retro dei set, con due uomini pronti a somministrare il siero anti-veleno. A differenza del suo personaggio, Harrison Ford non ha paura dei serpenti e gira le sue scene senza troppi problemi. La stessa cosa non può dirsi per Karen Allen, tanto che ogni volta che vede un serpente avvicinarsi scappa via. Con la conseguenza che la stuntman Wendy Leach gira la maggior parte delle scene. Ma, per quelle più pericolose, a interpretare Marion Ravenwood (o meglio, le sue gambe) è in realtà lo scenografo Steve Edge, che si rasa per l'occasione.
Durante la ripresa, un piccolo pitone morde una mano dell'assistente regista David Tomblin e non molla la presa. Senza perdere la calma, Tomblin chiede a un assistente di afferrare il serpente per la coda e scuoterla. Così facendo, il pitone abbandona infine la presa e non rimane ferito, mentre Tomblin può essere oggetto di cure mediche.
Concluse le riprese presso gli Elstree Studios, ci si trasferisce in Tunisia. Paese notoriamente con alte temperature, ancor di più in estate (certe volte vengono superati i 50 gradi). George Lucas ne ricava una grave scottatura e il suo viso per qualche giorno rimane gonfio.
A complicare in maniera ulteriore le cose, vi è il fatto che circa 150 componenti della troupe e del cast contraggano una forma di dissenteria causata dal cibo e dall'acqua del posto. Uno dei pochi a scampare a questo è Steven Spielberg che - avendo sentito di altre persone sentitesi male durante le riprese di L'Impero Colpisce Ancora - si fa importare cibo in scatola e acqua proveniente dall'Inghilterra. La dissenteria colpisce così tanti stuntmen che a un certo punto persino Frank Marshall deve fare un cameo, nel ruolo di un pilota tedesco.
Harrison Ford non è invece stato previdente quanto Spielberg. Tanto che, quando si tratta di girare la scena del confronto con lo spadaccino (interpretato dallo stuntman Terry Richards, che si è allenato per settimane solo per questo), invece della lunga battaglia con la frusta prevista nella sceneggiatura, l'attore - ancora coi postumi della dissenteria e sotto un sole cocente - ottiene da Spielberg il permesso, usando la pistola per uccidere il suo avversario, di accorciare la scena, che diviene così involontariamente iconica.
Al contempo, Harrison Ford continua a voler girare il maggior numero di scene possibili senza uso della controfigura, anche se in alcuni casi ne ricava delle lievi ferite.
L'episodio più grave si verifica durante le riprese della lotta tra lui e un poderoso soldato tedesco (interpretato da Pat Roach) vicino a un aereo in moto: Ford viene colpito dal carrello di atterraggio del mezzo, ricavandone una ferita al crociato anteriore del ginocchio sinistro. Per fortuna, però, l'osso non viene intaccato. L'attore decide di non recarsi in un ospedale del luogo e continua a lavorare con del ghiaccio secco avvolto attorno al ginocchio ferito.
Per far sì che la scimmia mimi il saluto alla "Heil Hitler", vengono piazzati dei grappoli d'uva su una canna da pesca posta appena poco fuori dall'inquadratura, esortando la scimmia ad afferrarli. Occorrono 50 ciak prima che la ripresa sia ritenuta accettabile.
Le ultime scene vengono girate alle Hawaii e in California. Le riprese si concludono alla fine di settembre del 1980, dopo 73 giorni di lavorazione.
Un primo montaggio ad opera di Steven Spielberg dura tre ore, accorciato poi da Michael Kahn e George Lucas a poco meno di due ore. Marcia Lucas, moglie di George Lucas, fa però notare come non vi sia una vera e propria conclusione della storia tra Indiana Jones e Marion Ravenwood e così viene girata un'ultima scena risolutiva a San Francisco.
La colonna sonora viene composta da John Williams, inclusa anche la celebre The Raiders March.
I Predatori dell'Arca Perduta (Raiders of the Lost Ark) viene distribuito nei cinema americani a partire dal 12 giugno 1981. A fronte di un budget di 20 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare a livello internazionale 390 milioni di dollari. Ottiene anche undici nomination al Premio Oscar, tra cui quello come Miglior Film e Miglior Regia.
Uno strepitoso successo che dà vita a un nuovo, grande eroe cinematografico. E che pochi anni dopo diviene protagonista di un sequel... ma questa è un'altra storia.

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