mercoledì 29 giugno 2022

Libri a caso: La Fragilità degli Angeli


Una città può avere angoli di paradiso, ma quella stessa città nel complesso può rivelarsi anche un inferno dantesco composto da assassini e criminali, mostri sociali che possono essere persino il nostro vicino di casa o un amico fraterno.
Il giornalista investigativo Carlo Alberto Marchi, personaggio ideato dallo scrittore Gigi Paoli, ha già avuto qualche squarcio, suo malgrado, di questo inferno nei primi due romanzi in cui è apparso, ovvero Il Rumore della Pioggia e Il Respiro delle Anime. Nulla, però, può prepararlo all'incubo che deve affrontare nel terzo romanzo della saga, La Fragilità degli Angeli, pubblicato dalla casa editrice Giunti nel 2018.
La figlia di Marchi, Donata, sta crescendo e si appresta a frequentare il primo anno di liceo. E sono proprio i legami familiari quelli che vengono presi di mira quando all'improvviso un bambino di nome Stefano Ristori scompare, venendo purtroppo ritrovato privo di vita poco tempo dopo.
Alcune prove, e un biglietto angosciante abbandonato sul suo corpo, lasciano presagire il peggio: fanno sospettare che in giro possa esserci un assassino di bambini che colpirà ancora. Sia Carlo Alberto Marchi che la procura di Firenze indagano su diversi fronti, ma quando il vero incubo si paleserà davanti ai loro occhi potrebbero non essere pronti ad affrontarlo.
Messi insieme, questi primi tre romanzi hanno mostrato una struttura narrativa costante, ma non ripetitiva. O banale. Ovvero Carlo Alberto Marchi, mentre si dibatte con ironia e positività a risolvere le sue faccende personali, che si ritrova faccia a faccia con l'oscurità quando - sempre per una casualità - indaga su un evento per conto del suo giornale. Un'oscurità che di volta in volta assume forme diverse e cerca di ingannare.
Nel primo romanzo quest'oscurità appariva come un delitto a sfondo religioso, basato sui veri fatti di cronaca dell'appropriazione di tesori artistici da parte della chiesa, salvo poi virare verso un tema di vendetta familiare. Nel secondo romanzo appariva invece come un omicidio la cui motivazione era il nuovo mercato rappresentato dalle tecnologie del futuro, anch'esso un fatto di cronaca reale, salvo poi virare verso una (stra)ordinaria faccenda di droga.
E anche in questa terza opera i fatti delittuosi appaiono in un primo momento collegati a eventi di cronaca di cui abbiamo letto spesso, ovvero le infiltrazioni della criminalità estera nel mercato delle adozioni internazionali, sennonché poi la faccenda prende una piega molto diversa e se possibile ancora più cupa.
Negli anni in cui ha lavorato per il giornale Il Nuovo, Carlo Alberto Marchi aveva una vita privata che comprendeva una moglie e una figlia piccola, ma quando la sua compagna lo ha abbandonato ha dovuto reinventare sé stesso e non farsi inghiottire dall'oscurità. Eppure quest'oscurità sembra non volerlo abbandonare, mettendolo di fronte a indagini e casi umani sempre più difficili da gestire.
Nonostante tutto, però, Carlo Alberto Marchi non perde la sua ironia, non perde la sua umanità e - pur consapevole di appartenere a un'epoca passata - fa del suo meglio per rimanere ancorato al presente e cercare di dare un futuro migliore a sua figlia.
Sempre se non si guarda troppo a lungo nell'abisso.

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