giovedì 30 giugno 2022

Netflix Original 58: 1922


Ecco un altro adattamento di un'opera scritta da Stephen King, poco dopo Il Gioco di Gerald. Si tratta stavolta di 1922, un racconto comparso in origine nell'antologia del 2010 Notte Buia, Niente Stelle (Full Dark, No Stars).
Il film tratto da questa storia, scritto e diretto da Zak Hilditch, è stato distribuito su Netflix a partire dal 20 ottobre 2017.
Siamo, appunto, nel 1922, esattamente un secolo fa. L'agricoltore Wilfred James (Thomas Jane) intende acquistare un terreno di proprietà di sua moglie Arlette (Molly Parker), la quale però vuole fermamente venderlo a una banca per permettere alla famiglia di trasferirsi in città e avere una vita più agiata.
Per impedire questa cosa, Wilfred - sobillando il figlio Henry (Dylan Schmid) - uccide insieme a lui Arlette. Ma quello che sembra un drammatico atto criminoso si rivelerà ben presto solo il primo passo verso la discesa in un terribile incubo per Wilfred James, mentre deve fare i conti con quanto ha fatto e col progressivo distacco da suo figlio.
Tutte le scene di questo film sono narrate dal punto di vista di Wilfred James, che rappresenta un soggetto narrativo che Stephen King ama molto utilizzare, oltre alla figura dello scrittore in crisi (quale ad esempio il Thad Beaumont de La Metà Oscura). Ovvero l'uomo comune che - per i più svariati motivi - decide di commettere un atto criminale e ne deve poi pagare le conseguenze.
Conseguenze che, nelle opere dello scrittore, hanno consistenza fisica e rappresentano l'incarnazione del peccato originale commesso dal protagonista, nonché la sua dannazione eterna. In questo specifico caso i ratti, spesso visti come incarnazione metamorfica della morte, sono i persecutori di Wilfred James, gli invisibili boia che non gli permettono di poter andare avanti con la propria vita a causa di ciò che ha commesso.
Un atto che ha effetti anche sulla vita del figlio Henry, anche lui parimenti dannato e destinato a un'eterna perdizione come il padre.
Seppur non troppo evidente nel film, differentemente che nel romanzo, buona parte degli eventi che susseguono all'omicidio di Arlette potrebbero essere nient'altro che allucinazioni di Wilfred James, la cui mente dopo l'omicidio precipita in una spirale di follia modificando la realtà attorno a sé. Dopotutto è lui che racconta gli eventi secondo la sua personale ottica e non vi è nient'altro che possa comprovarlo.
O forse nel caso del film questo è qualcosa di voluto: si vuole sottolineare come non si possa sfuggire - prima o poi - alla propria pena quando si commette un assassinio. Anche se questa pena non arriva tramite la giustizia ordinaria.

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