Il tema è già noto e passibile di svariate interpretazioni: una persona che esce di prigione dopo anni e deve reinserirsi nella società, con tutti i pro e i contro (soprattutto contro) della situazione.
Abbiamo già visto questo argomento sviluppato in Imperial Dreams e ritorna, con nuove implicazioni, anche in Small Crimes, film diretto da Evan Katz, scritto dallo stesso Katz e da Macon Blair (lo stesso che ha realizzato anche l'apprezzabile I Don't Feel at Home in This World Anymore) e distribuito su Netflix a partire dal 28 aprile 2017. La pellicola è l'adattamento di un omonimo romanzo scritto da Dave Zeltserman e pubblicato nel 2008.
Joe Denton (Nikolaj Coster-Waldau), ex poliziotto, esce di prigione dopo sei anni in quanto condannato per aver sfigurato al volto un procuratore distrettuale. Poiché sua moglie non intende riaccoglierlo in casa o fargli rivedere le figlie, l'uomo si sistema presso l'abitazione dei propri genitori.
Denton, tuttavia, non tarda a ricascare nelle vecchie abitudini quando un altro poliziotto corrotto, Dan Pleasant (Gary Cole), gli ordina di uccidere un boss criminale, poiché quest'ultimo intende rilasciare compromettenti dichiarazioni a quello stesso procuratore distrettuale sfigurato da Denton anni prima e che potrebbero portare i due poliziotti in prigione.
La trama che riguarda il ritorno a una società civile - dopo un esilio da essa, volontario o meno - può infrangersi contro quella stessa società che non rivuole indietro colui che ne era stato allontanato.
In Imperial Dreams il protagonista è un ex criminale e fa di tutto per reinserirsi seguendo le regole, ma quella stessa società non gli perdona il suo passato e lo respinge.
In Small Crimes, questa prospettiva viene del tutto ribaltata: il protagonista si trova in principio dall'altra parte della barricata della legge, un elemento della società che dovrebbe impegnarsi a mantenere l'ordine. E quando esce di prigione ha tutte le possibilità di tornare a un'esistenza, se non priva di sorprese, quantomeno ordinaria.
Joe Denton, però, rifiuta ogni tentativo di provare a ricominciare da capo, è come se fosse un uomo morbosamente attratto dal male. E tale sua fascinazione getta veleno su tutti coloro che incontra sul suo percorso (che muoiono o compiono atti contro la loro natura), come se fosse un diavolo tentatore sceso in terra.
Va notato comunque che non molto delle motivazioni pregresse viene spiegato: perché Denton è diventato corrotto? Quali motivazioni lo hanno spinto ad allontanarsi dal sentiero della legge? Sembra quasi di iniziare un romanzo da metà, senza alcune informazioni che aiuterebbero meglio a contestualizzare la situazione. Lo stesso può dirsi per alcuni comprimari.
Joe Denton rappresenta l'impossibilità dell'uomo di cambiare per mancanza di volontà, rimanendo aggrappato ad antiche convinzioni e false sicurezze che, in ultima analisi, causano la sua disfatta. Nemmeno sentimenti positivi come l'amore di una donna o l'affetto dei propri genitori potranno cambiare questa cosa.
E dunque la pena del contrappasso giungerà, spietata come una falce.
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