mercoledì 13 aprile 2022

Fabolous Stack of Comics: Venom Cavaliere Spaziale


Il primo e più celebre Venom è senza ombra di dubbio Eddie Brock, ma nel corso degli anni altre persone (a cominciare da Peter Parker) hanno avuto modo di legarsi al simbionte alieno Klyntar ritrovato sul Battleworld ideato dall'Arcano.
Per lungo tempo Mac Gargan, alias lo Scorpione, è stato il nuovo, letale Venom, entrando a far parte anche della formazione di Vendicatori voluta da Norman Osborn. Dopodiché è toccato a Eugene "Flash" Thompson, il più grande fan di Spider-Man, legarsi a livello simbiotico con Venom dopo essere rimasto menomato in un conflitto bellico.
Con un'indole molto più propositiva, ma anche spesso teso a scatti di violenza, e col nuovo nome di Agente Venom, Flash Thompson per breve tempo è anche entrato a far parte dei Guardiani della Galassia. Cosa che però non gli impediva di compiere altre missioni in solitaria.
Come descritto nella maxiserie in tredici numeri, pubblicata nel 2016, Venom Cavaliere Spaziale (Venom Space Knight), sceneggiata da Robbie Thompson (cognome perfetto per colui che deve scrivere questa serie, direi). Alla parte grafica si sono succeduti Ariel Olivetti, Kim Jacinto e Gerardo Sandoval.
In questo ciclo di storie, l'Agente Venom - venuto a conoscenza delle origini del simbionte alieno - si imbarca in alcune missioni personali come Agente del Cosmo e al suo fianco troverà nuovi alleati come il robot con manie suicide 803 o la panda spaziale Pik Rollo, grazie al cui aiuto riuscirà a domare la sete di sangue del simbionte.
Dopodiché, Flash Thompson tornerà sulla Terra - mentre sta infuriando la Seconda Guerra Civile tra i supereroi - per aiutare una sua vecchia alleata, Andrea Benton alias Mania, a liberarla dalla sua maledizione.
Robbie Thompson prende spunto dal fatto che, in una saga pubblicata nella testata dedicata ai Guardiani della Galassia che precede questa maxiserie, il simbionte sia stato purificato dalla sua malvagità, per tentare di costruire un diverso tipo di rapporto tra Flash Thompson e Venom, in principio basato sulla reciproca collaborazione per portare ordine nel cosmo, per poi cercare insieme un nuovo equilibrio comune.
Non penso sia un caso che la ciurma spaziale di cui si circonda l'Agente Venom episodio dopo episodio sia composta da donne (aliene, certo, ma pur sempre donne) forti e indipendenti. Quando non aveva superpoteri, infatti, Flash Thompson ha sempre avuto qualche difficoltà a stabilire una relazione - non solo sentimentale - con loro. Ne sono ottimi esempi Betty Brant e la Gatta Nera. Tali difficoltà non sono del tutto sparite, ma l'eroe è maturato anche come persona e ha capito che deve concedere loro più spazio.
Il robot 803, invece, è con ogni probabilità un omaggio all'androide Marvin della Guida Galattica per Autostoppisti. Così come altri omaggi o citazioni dichiarate a celebri film o saghe di fantascienza costellano i vari numeri di questa epopea.
Tuttavia, non si può far a meno di notare come l'equipaggio spaziale dell'Agente Venom sia una versione minore dei Guardiani della Galassia... e dunque perché seguire a lungo termine le avventure di queste seconde linee se abbiamo a disposizione i veri protagonisti? Ecco quindi perché, dopo questa maxiserie, della ciurma spaziale di Flash Thompson si siano perse le tracce.
Anche l'Agente Venom, comunque, non se l'è passata troppo bene dopo questa storia, poiché Eddie Brock stava per ritornare a essere Venom (sorry, Flash, the movies).

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