giovedì 21 aprile 2022

Netflix Original 40: Blame!


E alla fine arriva anche il primo lungometraggio di animazione su Netflix. Un tipo di prodotto ben presente nei paesi orientali, i quali possono peraltro contare su un bagaglio culturale fumettistico di livello eccelso.
Uno dei titoli più celebri è Blame!, scritto e disegnato da Tsutomu Nihei e pubblicato tra il 1997 e il 2003. Tale manga è poi divenuto oggetto di un film d'animazione sceneggiato da Sadayuki Murai, diretto da Hiroyuki Seshita e distribuito a partire dal 20 maggio 2017. Anche Tsutomu Nihei vi ha contribuito, nel ruolo di consulente creativo.
In un lontano futuro dove l'umanità è quasi ridotta all'estinzione causa un'espansione dei sistemi elettronici e computeristici che ha preso il controllo del pianeta, un gruppo di giovani ragazzi in cerca di scorte di cibo incappa in Killy, una personalità oscura e in apparenza priva di emozioni che li salva dall'attacco di alcuni Sterminatori.
Killy dichiara di essere alla ricerca di un portatore del gene terminale della rete. Giunto al villaggio dove abitano i ragazzi, rianima il corpo cibernetico di una scienziata di nome Shibo, la quale dichiara di poter aiutare gli abitanti della città a trovare del cibo e assistere Killy nella sua ricerca. Sempre che la Città non trovi delle contromisure.
Quella che ci troviamo di fronte è una perfettamente tragica distopia dominata da una città multivello senziente, che non ha mai avuto alcuna forma di empatia. Nell'ottica del paese di provenienza dell'autore può essere inquadrata come la Tokyo moderna, una città che si espande sempre più aumentando le disparità sociali e perdendo i sentimenti. Ma è una metafora che può essere applicata a molte altre metropoli.
Killy rappresenta il prodotto perfetto di questo tipo di ambiente. Volto che appare inespressivo, dialoghi e interazioni ridotte al minimo essenziale (credo che pronunci al massimo 30 parole nel corso dell'intero film), azione che fa prevalere sulle parole. Alla fine molto di lui rimarrà ignoto.
Il villaggio di sopravvissuti, invece, è l'incarnazione di coloro che rimangono ancora aggrappati a una supposta vetusta concezione della città e del vivere civile, dove le persone si conoscono e si aiutano in maniera vicendevole. Ma che rappresenta in realtà la salvezza per l'umanità intera.
Il film tocca solo un aspetto marginale di quello che è il manga di riferimento, il quale si dipana in molti più capitoli e includendo molti più personaggi, come è inevitabile in un'opera a lunga serialità. Il rfilm sembra quasi voglia essere un capitolo a parte del manga, una sorta di appendice o capitolo speciale che fa parte del lungo viaggio di Killy. Nonché del viaggio dell'essere umano per cercare di comprendere ciò che per lui appare inconoscibile.

2 commenti:

  1. Come tutti i film basati su un manga, esso saprà solo esserne l'essenza o la copia frettolosa del materiale di partenza. Perché alla fine non tutti sono Oshii o Otomo.

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