giovedì 17 febbraio 2022

Netflix Original 28: I Don't Feel at Home in This World Anymore


Il viaggio nella Terra di Mezzo non deve aver fatto molto bene a Frodo, visto come si è ridotto in questo film. Scherzi a parte, è sempre una piacevole sorpresa vedere grandi attori come Elijah Wood impegnarsi in queste produzioni indipendenti.
I Don't Feel at Home in This World Anymore è una pellicola scritta e diretta da Macon Blair e distribuita su Netflix a partire dal 24 febbraio 2017.
La protagonista è Ruth Kimke (Melanie Lynskey), un'assistente infermiera che subisce quotidianamente quelle piccole ingiustizie che capitano a ognuno di noi - qualcuno che ci sorpassa nella fila al supermercato o ci suona il clacson nello stesso istante in cui il semaforo diventa verde - ma rimane sempre rispettosa delle regole.
Qualcosa cambia il giorno in cui qualcuno irrompe in casa sua e le ruba il PC e l'argenteria appartenuta a sua nonna. Di fronte all'indifferenza della polizia, Ruth inizia un'indagine personale aiutata da un suo vicino di casa, l'irascibile e religioso Tony (Elijah Wood), per ritrovare i suoi beni.
Solo che i due non possono immaginare che questi sono finiti tra le mani di gente poco raccomandabile e che si ritroveranno presto coinvolti in una faccenda dai toni drammatici e sanguinari.
Il titolo del film è ripreso da una canzone folk del cantante Woody Guthrie, Ain't Got No Home, che fa satira su certe canzoni gospel sull'accettare le difficoltà della vita ribattendo con una visione del tutto differente. Come Ruth Kimke che, da persona inserita nella società e rispettosa, decide di uscire da quella stessa società per trovare un riscatto che le regole del vivere civile sembrano non essere in grado di fornirle.
Ruth è quel tipo di persona che incrociamo spesso per strada e non notiamo mai: ha un lavoro anonimo, è vestita in maniera sciatta, non si trucca. Quella persona che aspetta il suo turno in fila alla cassa del supermercato o al bancomat e non protesta se qualcuno la oltrepassa. Ma ogni persona ha un punto di rottura.
La pellicola ricorda certe atmosfere del primo Quentin Tarantino, ma qui i protagonisti sono persone ordinarie e non criminali che si ritrovano invischiati in faccende più grandi di loro. Anche in questo caso, una rapina sarà il punto focale della trama e, soprattutto nella seconda parte, non mancheranno le scene di estrema violenza, un paio anche surreali.
Dopo ciò che le è accaduto, Ruth comprende qual è il suo vero posto nella società e trova un (apparente) equilibrio grazie anche all'apporto di Tony. Ma non ha più un ruolo passivo e anonimo come un tempo.
Dopotutto, è così sbagliato ribellarsi anche alle piccole ingiustizie, come far notare a chi ci sorpassa in fila al supermercato la sua maleducazione? Il fatto che ci sia voluta una pandemia per ricordare a tutti che questa cosa non si fa la dice lunga.

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