venerdì 29 aprile 2022

Netflix Original 42: Shimmer Lake


Memento, il secondo film diretto da Christopher Nolan, rimane a oggi un prodotto (quasi) unico nel suo genere, soprattutto per la sua particolare struttura narrativa, in quanto descrive un mistero - la ricerca dell'assassino di sua moglie da parte di un uomo soggetto a periodici vuoti di memoria - partendo dalla fine della storia e poi procedendo all'indietro, fino a che, se si sono notati tutti i dettagli, il mistero viene svelato. Sì, la risoluzione del mistero è solo un aspetto di una trama molto più sfaccettata.
Lo stesso stratagemma narrativo viene adottato anche in Shimmer Lake, film scritto e diretto da Oren Uziel e distribuito su Netflix a partire dal 9 giugno 2017.
La storia parte di venerdì e procede a ritroso fino al martedì precedente: è incentrata su una rapina a una banca avvenuta in una piccola città di provincia su cui sta indagando lo sceriffo Zeke Sikes (Benjamin Walker) e in cui è coinvolto anche suo fratello Andy Sikes (Rainn Wilson).
Questa rapina, però, per qualche misterioso motivo ha causato anche delle vittime a essa collegate nei giorni successivi al suo svolgimento, cosa che aggiungerà ulteriore mistero a una faccenda di per sé già enigmatica, e tutte sono collegate a un altro drammatico evento accaduto qualche tempo prima.
Quando ci troviamo di fronte a film che sconvolgono il normale corso del tempo - pensiamo per esempio anche a Pulp Fiction - bisogna stare attenti a far sì che tutti gli elementi disseminati nel corso di questa odissea tra i periodi temporali vadano infine al loro posto e non ci siano discrepanze.
Se per Memento vi è un meccanismo narrativo ancora più complicato (tre diverse linee temporali che infine convergono), in questo caso seguiamo una sorta di fiume il cui corso procede a ritroso lungo un arco di quattro giorni, ma allo stesso tempo nulla appare fuori posto.
Ovviamente vi è un preciso motivo se la narrazione della storia procede all'incontrario. Una motivazione che ha il compito di arrivare a colpire in maniera positiva lo spettatore, così come accade quando un colpo di scena si verifica durante l'epilogo di un film con uno scorrere del tempo ordinario.
Qui lo stesso effetto viene raggiunto rivoltando questo stratagemma, cosa che non avrebbe avuto lo stesso impatto se si fosse adottato il ritmo narrativo consueto. Allo stesso tempo certi dettagli che vengono disseminati nei primi giorni - che in realtà sono gli ultimi - diventano alla fine significativi per la comprensione degli eventi degli ultimi giorni - che in realtà sono i primi.
Sì, sembra confusionario, ma non lo è affatto. Chi lo avrebbe mai detto che qualcosa di fuori dall'ordinario si rivela infine così lineare? Un modo particolare per utilizzare dei temi cinematografici usati e abusati (la rapina, la vendetta) e cercare di sovvertirne la natura.

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