domenica 15 gennaio 2023

A scuola di cinema: Revolution (1985)

25 Novembre 1783: Termina ufficialmente la Guerra D'Indipendenza Americana, iniziata nel 1775 dai futuri Stati Uniti per liberarsi dal giogo dell'occupazione inglese. Pur essendovi già stati segnali di ribellione in precedenza, il conflitto tra le due nazioni scoppia ufficialmente il 19 aprile 1775 con la Battaglia di Lexington, che segna la prima sconfitta dell'esercito inglese.
Con il ritiro delle ultime truppe britanniche da New York, si può pensare a mettere infine in atto quei proclami affermati nella Dichiarazione di Indipendenza firmata il 4 luglio 1776, che hanno un loro primo culmine con l'elezione nel 1789 del primo Presidente degli Stati Uniti, George Washington.
Un evento di tale portata non può non avere riflessi - svariato tempo dopo, chiaramente - anche nel cinema, ma diversamente dall'esito del conflitto la risoluzione non si rivela così trionfale.


L'idea di fare un film incentrato sulla Rivoluzione Americana viene in mente al produttore Irwin Winkler, il quale ritiene sia un argomento che non sia stato abbastanza esplorato. Winkler pensa di unire tale evento a una storia da lui sentita incentrata su un contadino vietnamita che, per proteggere il proprio figlio che si era unito all'esercito, aveva deciso di combattere anche lui nella guerra.
Il produttore fa dunque scrivere una sceneggiatura basata su questi presupposti a Robert Dillon e la presenta alla Warner Bros., che tuttavia non si dimostra interessata. Irwin Winkler cerca allora un'altra società di produzione e si imbatte in Sanford Lieberson della Goldcrest Films, una società inglese, che trova il progetto meritevole.
Si crea dunque un curioso paradosso per cui un film incentrato sulla Rivoluzione Americana contro gli inglesi viene prodotto principalmente con capitali inglesi. Il progetto è comunque ritenuto di alto profilo, tanto che la regia viene affidata a Hugh Hudson, il regista di Momenti di Gloria (Chariots of Fire), film prodotto appunto dalla Goldcrest.
Per la parte del protagonista, Tom Dobb, si pensa a Michael Douglas o Robert Duvall ma, quando si prospetta la possibilità di poter ingaggiare Al Pacino, la produzione non se la lascia sfuggire.
Le riprese iniziano in via ufficiale il 18 marzo 1985, tenendosi principalmente nella contea inglese di Norfolk, che poco ricorda le distese americane del diciottesimo secolo.
Hugh Hudson vuole un deciso realismo quindi, per descrivere la durezza di quei tempi, fa sì che alcune scene siano ambientate in delle paludi fangose, nei quali Al Pacino si immerge per uscirne subito con accessi di tosse.
Sono i primi segni di una polmonite che inizia a tormentare l'attore e che lo perseguita nei mesi di marzo e aprile, con effetti visibili anche in alcune riprese.
Le richieste del regista, il quale vuole che si lavori anche in pessime condizioni meteorologiche - eventualità non così rara in quella zona d'Inghilterra - vengono a un certo punto ritenute inaccettabili dalle comparse, che abbandonano il set in segno di protesta, e devono dunque essere trovati in tempi brevi dei rimpiazzi tra gli abitanti della zona.
Inoltre un'altra interprete del film, Nastassja Kinksi, stressata dai ritmi lavorativi, approfitta di un viaggio a Parigi per incontrare il suo compagno per darsi alla macchia per alcuni giorni.
Anche il luogo dove si gira non aiuta a migliorare la condizione, poiché non vi sono ristoranti oppure hotel pregevoli dove potersi riposare alla fine della giornata. Così un paio di risse dovute a delle ubriacature sono inevitabili.
Tra i finanziatori della pellicola vi è anche un consorzio di dentisti norvegesi e nasce quindi l'esigenza di girare alcune scene anche in questa nazione.
Tra gli interpreti - nel ruolo della Liberty Woman - vi è Annie Lennox, la cantante degli Eurythmics, che ovviamente interpreta una canzone ma... viene doppiata! Superfluo aggiungere che questo è più che sufficiente per convincerla a continuare a perseguire la sua carriera musicale.
Le riprese si concludono il 18 luglio 1985.
A lavori ultimati, si prospetta la necessità di una rapida uscita cinematografica, in quanto la Goldcrest Films ha già investito ingenti capitali, superiori ai 53 milioni di dollari, in questa e altre due pellicole, Mission e Absolute Beginners.
Quindi, poiché la Goldcrest ha un accordo di distribuzione negli Stati Uniti con la Warner Bros., viene dato mandato di far uscire il film entro e non oltre il giorno di Natale.
Le proteste sia di Hugh Hudson che di Irwin Winkler e Al Pacino, in quanto non è possibile effettuare un lavoro di post-produzione adeguato in un così breve periodo, cadono subito nel vuoto.
Il regista vorrebbe aggiungere una narrazione fuoricampo che meglio inquadri il contesto storico e che questa sia effettuata da Al Pacino stesso, ma semplicemente non ve ne è il tempo. Così come non vi è il tempo di apportare quei piccoli accorgimenti di cura e montaggio necessari per consegnare un buon prodotto e si deve lavorare in fretta e furia, con inevitabili conseguenze finali.
Revolution viene distribuito nei cinema americani a partire dal 25 dicembre 1985. A fronte di un budget di 28 milioni di dollari, la pellicola arriva infine a incassare sul territorio statunitense poco meno di 360.000 dollari.
Gli effetti di questo colossale flop non tardano a farsi sentire. Hugh Hudson, da regista di alto profilo, da quel momento in poi non viene più considerato per progetti importanti. La Goldcrest Films, pur non arrivando vicina alla bancarotta, deve per alcuni anni affrontare le conseguenze di un tracollo finanziario senza precedenti.
Ma le conseguenze più rilevanti sono per Al Pacino. L'attore, che fino a quel momento ha inanellato una serie di successi e riconoscimenti che sono durati più di dieci anni (gli manca solo l'Oscar, che vincerà infine nel 1993 con Scent of a Woman), affronta il primo, vero flop della sua carriera. Quello che nelle sue intenzioni voleva essere una dichiarazione d'amore a quelle persone comuni che avevano dato vita agli Stati Uniti si rivela essere infine solo un totale fallimento.
Per la profonda delusione che ne consegue, Al Pacino decide perciò di ritirarsi dalle scene cinematografiche per alcuni anni e limitarsi a calcare solo i palcoscenici teatrali.
L'attore tornerà a interpretare un nuovo film solo quattro anni dopo con Seduzione Pericolosa (Sea of Love)... ma questa è un'altra storia.

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