giovedì 12 gennaio 2023

Netflix Original 99: Catching Feelings


Spesso abbiamo visto film ambientati in Sudafrica durante i difficili anni dell'Apartheid, seppur filtrato attraverso un'ottica americana, come nel caso di Grido di Libertà (Cry Freedom), oppure successivi alla liberazione di Nelson Mandela, come Invictus.
Pochi invece quei lungometraggi che hanno analizzato la situazione del paese dopo la scomparsa di Mandela, a ormai più di una generazione di distanza dalla fine dell'apartheid, se vogliamo escludere quelle pellicole che ne parlano sotto forma di metafora, come nel caso di Neill Blomkamp.
A trattare questo tema vi è invece Catching Feelings, scritto e diretto da Kadiso Legisa e distribuito su Netflix a partire dal 18 maggio 2018.
Max Matshane (Kadiso Legisa) è un insegnante di inglese con un passato da scrittore che vive un matrimonio in apparenza felice con Sam (Pearl Thusi).
Quando in Sudafrica ritorna il grande scrittore esule Heiner Miller (Andrew Buckland), Max si ritrova dopo alcune vicissitudini a stretto contatto con lui, ma le loro differenti visioni politiche e della vita rischiano di mettere in pericolo il matrimonio stesso dell'insegnante.
Sia Max che sua moglie appartengono a quella generazione di giovani che l'apartheid non l'hanno vissuto in prima persona, o meglio, erano ancora dei bambini quando Nelson Mandela divenne presidente del Sudafrica dopo una lunga prigionia. Tuttavia, dopo circa venti anni gli echi di quel periodo sono ancora ben presenti.
Il confronto tra Max (il presunto nuovo Sudafrica) e Heiner Miller (il Sudafrica di un tempo) è dunque sia uno scontro generazionale, tra passato e presente, sia uno scontro di vedute su come il passato stia influendo sul presente e quale sia la responsabilità di quelle persone che, invece di poter fare qualcosa al tempo, decisero di fuggire come fece lo scrittore.
La storia vira però ben presto verso la commedia romantica e, descrivendo la fine di una relazione, vuole sottolineare come la fiducia incrollabile di Max (così certo delle sue idee da convincersi di un tradimento ai suoi danni) non sia in realtà quello strumento esemplare da tenere in considerazione.
Dando forse un colpo al cerchio e uno alla botte, l'attore-sceneggiatore-regista ci dice - dietro questa metafora della relazione che si deteriora - che occorre mettere da parte quelle divergenze generazionali e politiche che stanno ancora avvelenando il paese e proiettarsi verso un futuro più teso verso l'integrazione e il perdono verso coloro che non riuscirono a cambiare le cose, poiché ormai il Sudafrica - pur con tutti i suoi problemi che permangono - è un paese diverso da quello che esisteva anche solo venticinque anni fa.
Non è detto che chi è più giovane abbia sempre idee innovative. Non è detto che chi ha più esperienza di vita sappia sempre come vadano le cose nel mondo. Alla fine, collaborando insieme si può contribuire invece che distruggere.

Nessun commento:

Posta un commento