giovedì 7 luglio 2022

Prime Video Original 20: Il Talento del Calabrone


In un catalogo ampio quale quello di Amazon Prime Video, non possono di certo mancare delle produzioni italiane, le quali spaziano nei media più disparati, quindi anche i reality show o docuserie su influencer di Internet.
E film, ovviamente. Dopotutto parliamo di un'industria che - nel bene e nel male - non si è mai fermata sin da quando vi era il cinema muto. E anche se il genere più in voga ancora oggi rimane quello della commedia, saltuariamente non mancano prodotti che cercano di impostare un diverso discorso. Come ad esempio Il Talento del Calabrone, diretto da Giacomo Cimini, scritto dallo stesso Cimini e da Lorenzo Collati e distribuito a partire dal 18 novembre 2020.
L'ambientazione è quella di Milano, di notte, una città che appare proiettata nel futuro grazie ai suoi grattacieli e alle mille luci che la caratterizzano. In questo mosaico di vite che si intrecciano, agisce anche il DJ di Radio 105 Steph (Lorenzo Richelmy), che conduce un apprezzato programma radiofonico dove interagisce con gli spettatori e mette in palio dei piccoli premi.
Fino a una drammatica serata in cui riceve la telefonata di un certo Carlo (Sergio Castellitto), il quale minaccia di suicidarsi se non sarà ascoltato. Per dimostrare che fa sul serio, l'uomo fa esplodere la cima di un grattacielo e minaccia di fare altrettanto in altre zone della città se la trasmissione viene interrotta.
Steph deve dunque sottostare alle richieste di Carlo, mentre il tenente colonnello dei carabinieri Rosa Amedei (Anna Foglietta) deve capire al più presto le sue motivazioni, prima che sia troppo tardi.
Quello che sembra iniziare come un epigono di Talk Radio diviene ben presto un thriller con tutti i crismi, una sorta di versione italiana di Die Hard - Duri a Morire, con un Castellitto che non sfigura di fronte a un Jeremy Irons. Si può trovare un'ispirazione anche in In Linea con l'Assassino (Phone Booth), con un'ambientazione circoscritta e un Colin Farrell costretto a sottostare alle deliranti richieste di Kiefer Sutherland.
Il film attua anche un tentativo di ribaltare la situazione, ritraendo in principio i tre protagonisti sotto una luce che però pian piano si disgrega mentre, col progredire della storia, apprendiamo più in merito al loro background e alle loro motivazioni (in particolare di Steph e di Carlo, mentre Rosa Amedei viene un po' sacrificata in tal senso).
Questi elementi inoltre vengono inseriti in una cornice italiana in maniera adeguata, sfruttando un'ambientazione circoscritta appropriata (quella di una stazione radiofonica) che credo sia rara, mi viene in mente solo Radiofreccia.
L'unico problema che ho avuto - e magari è stato solo mio - è stato in certi punti in cui i protagonisti parlavano a bassa voce: lì certe parole proprio non le ho capite, tanto era profonda la voce.
Finalmente, dunque, un film che si allontana da certi stilemi del cinema italiano. Speriamo di vederne altri in futuro.

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